storia europea

  • Euroclio e le risorse online per l’insegnamento della storia

    di Antonio Prampolini

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 0Fig.1: Logo di EuroClio FonteEuroClio (European Association of History Educators) è una ONG con sede all’Aia fondata nel 1992, all’indomani della caduta del Muro di Berlino e dello scioglimento dell’Unione Sovietica, su iniziativa del Consiglio d’Europa e di 14 associazioni nazionali di insegnanti di storia. Il suo scopo è lo sviluppo di un'educazione alla complessità della storia attraverso il rispetto delle diversità, dei diritti umani, del dialogo interculturale.1

     

     Il sito di Euroclio contiene sia delle risorse metodologiche su didattiche innovative, sia una quantità enorme di materiali, molto ben organizzati, con i quali un docente può svolgere un programma di storia europea in una prospettiva transnazionale. Qui presentiamo i materiali che potrebbero maggiormente interessare un docente di storia italiano.

    La sezione Risorse (Resources) del sito è suddivisa in sette sottosezioni:

    • Pratica d’insegnamento (Teaching practice),
    • Materiale didattico (Educational material),
    • Ricerca (Research),
    • Raccomandazioni (Recommendations),
    Historiana,
    Podcast,
    • Storie contestate (Contested Histories).

     

    Pratica di insegnamento

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 1Fig.2: Le antiche Via della Seta: il rosso è la rotta terrestre e il blu è la rotta mare/acqua. FonteAttraversare i confini: seguire percorsi storici attraverso i confini nazionali
    (Crossing Borders: Following Historical Routes Across National Boundaries), pratica di insegnamento creata da Jan Siefert.

    Per visualizzare i luoghi e i percorsi in cui si è svolta la storia (molti studenti hanno difficoltà a immaginarli), le lezioni vengono organizzate seguendo più punti di interesse su una mappa. Gli insegnanti possono scegliere un argomento come la Via della Seta o l'Impero Romano e, invece di esplorarlo in termini cronologici tradizionali, analizzano determinate pratiche o fenomeni sociali come, ad esempio, il commercio. Utilizzando la mappa geografica è possibile dimostrare che il commercio ha coinvolto nel corso dei secoli diverse persone oltre i confini nazionali causando migrazioni interne ed esterne.

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 2Fig.3: La Nazionale italiana vincitrice dei campionati Europei di calcio UEFA Euro 2020 FonteSiamo i migliori! Definire il nazionalismo guardando esempi di cultura popolare
    (We are the Best! – Defining nationalism by looking at popular culture examples), pratica di insegnamento creata da Marcel JM Put.

    Questa pratica utilizza le immagini storiche del calcio per affrontare come il nazionalismo si sia manifestato nello sport. Gli studenti imparano così a porre diversi tipi di domande sulle fonti, formulando ipotesi su di esse. L'attività, che può essere utilizzata con studenti di età compresa tra 12 e 18 anni, ha più livelli di difficoltà e include diverse rubriche di valutazione.

     

     

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 3Fig.4: EuroClio - Condivisione di storie europee. Strategie di insegnamento FonteCondivisione di storie europee. Strategie di insegnamento
    (Sharing European Histories- Teaching Strategies), pratica di insegnamento creata da un team di autori diretti da Steven Stegers e Eugenie Khatschatrian.

    Cinque strategie didattiche innovative sfidano il modo in cui l'educazione alla storia è stata affrontata in passato e mirano a insegnare la complessità e la molteplicità delle storie europee al fine di comprendere meglio il continente. Queste strategie si possono così sintetizzare: 1) utilizzare storie del passato per insegnare agli studenti la complessità della storia; 2) utilizzare pratiche commemorative per insegnare che la storia è una narrazione costruita; 3) utilizzare la storia degli oggetti per dimostrare che i nostri passati sono interconnessi; 4) analizzare i personaggi storici per capire come e perché vengono percepiti diversamente nelle singole realtà nazionali; 5) studiare la storie delle idee per individuare la continuità e il cambiamento.

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 4Fig.5: Un piroscafo oceanico con immigrati passa davanti alla Statua della Libertà (New York) FonteTrovare le radici del proprio passato. Far familiarizzare gli studenti con la storia della migrazione (Finding the roots of your own past Making students familiar with migration history), progetto didattico Young Pathfinders presso il Center for the History of Migrants (CGM) in Amsterdam.

    La pratica è incentrata sull’idea che la storia della migrazione è presente ovunque e fa parte integrante della storia regionale, nazionale e globale. Tuttavia, nella maggior parte dei curricula di storia nazionale, viene trattata come materia separata. Gli studenti imparano la storia della migrazione in generale, ma soprattutto fanno ricerche sul proprio background migratorio. Con questa pratica apprendono la storia della migrazione e sviluppano abilità come la ricerca, le interviste, il pensiero critico e il ragionamento storico.

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 5Fig.6: Metodo Avatar - Euroclio FonteIl metodo AVATAR: l'empatia storica attraverso l'immaginazione (The AVATAR method: historical empathy through imagination), pratica di insegnamento presentata da Pascal Tak, Education Coordinator, School at Sea, Tilburg.

    Gli studenti sembrano avere qualche difficoltà con l'idea di prospettive multiple. Quando affrontano un argomento, la maggior parte delle volte lo vedono dal proprio esclusivo punto di vista, che considerano "la prospettiva valida" o almeno "più valida di altre prospettive".

    Il metodo AVATAR mira a fare in modo che gli studenti adottino prospettive storiche specifiche tenendo conto del contesto creando un avatar storico. Può essere una persona reale o un personaggio di fantasia. L'avatar ha un profilo che può essere essenziale o elaborato. Questo dovrebbe essere costruito utilizzando più livelli a partire da quello personale (dell'avatar individuale), seguito dal livello del contesto sociale (famiglia, amici, colleghi) e infine dal livello del contesto storico (tempo, luogo e società).

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 6Fig.7: Memory Walk – Anne Frank House FonteEsamina il passato attraverso una "passeggiata della memoria" (Examine the past through a “Memory walk”), progetto didattico presentato da Barry van Driel, Anne Frank House, Aja.

    Il team educativo della Casa di Anna Frank ha sviluppato e guidato la "Passeggiata della memoria" per stimolare l'apprendimento proattivo della storia in una città o in un quartiere. La "Passeggiata della memoria", per gli studenti di età compresa tra 13 e 18 anni, consiste di tre parti, che sono: la preparazione sia per l'insegnante che per gli studenti, l'implementazione in città, l'elaborazione e la presentazione dei risultati.

     

     

     

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 7Fig.8: Timeline della Grande Depressione e del New Deal FonteImmaginare un passato che non c'è più: l'uso di timeline interattive (Imagining a past that is no longer there: the use of interactive timelines), pratica di insegnamento proposta da Patrizia Seidl nell'ambito del progetto Strategies for Inclusion.

    A volte, gli studenti sono inclini ad imparare a memoria date ed eventi, senza inserirli in un quadro storico più ampio, non riuscendo a comprendere le relazioni che legano fra di loro gli eventi. Per sviluppare la consapevolezza di tali relazioni viene proposto l’utilizzo in classe di una timeline interattiva, arricchita da immagini, frutto delle ricerche degli studenti. La pratica può essere implementata con alunni di età compresa tra 11 e 19 anni, aumentando il livello di dettaglio della timeline.

     

    L'uso di storie di vita per migliorare la comprensione da parte degli studenti della connessione tra passato e presente (The use of life stories to enhance students’ understanding of the connection between past and present), pratica di insegnamento proposta da Alice Modena (EuroClio).

    Spesso gli studenti incontrano difficoltà nel rendersi conto che gli sviluppi storici, le scoperte e le conquiste, come le scoperte scientifiche, sono portati avanti da individui che provengono da un contesto travagliato, che hanno dovuto affrontare sfide impegnative nella loro vita. Tali sfide sono infatti trascurate, preferendo concentrarsi sull'impatto che le scoperte e le loro realizzazioni hanno avuto sulla storia e sulla società. Con questa pratica, gli studenti devono analizzare le vite di importanti personaggi storici riflettendo sulle sfide che hanno dovuto affrontare. Infine, sono invitati a confrontare non solo storie di vita diverse, ma anche le sfide del passato con le sfide di oggi, sviluppando in questo modo capacità di pensiero critico.

     

    Materiale didattico

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 8Fig.9: Campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau FonteImparare dall'Olocausto: una guida per insegnanti sulla visita a un campo di concentramento: Auschwitz-Birkenau
    (Learning from the Holocaust: A Teachers’ Guide on Visiting a Concentration Camp).

    Molti insegnanti si sentono impreparati ad affrontare argomenti delicati e pesanti come l'Olocausto e, senza le giuste risorse, potrebbero scegliere di evitare del tutto l'argomento. Quali domande vengono fatte agli studenti prima della visita a un ex campo di concentramento? Che tipo di riflessione viene suggerita all'arrivo? Quali sono i pensieri principali che gli studenti dovrebbero trarre da un'esperienza del genere?. Holocaust Education Trust Ireland (HETI) ha elaborato un'utile serie di linee guida per le visite educative agli ex campi di concentramento con materiali che includono: termini e concetti chiave, domande di riflessione, domande di ricerca, preparazione e punti di discussione post-visita.

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 9Fig.10: EuroClio - Guida per l'insegnante – Imparare a non essere d'accordo FonteGuida per l'insegnante – Imparare a non essere d'accordo
    (Teacher’s Guide – Learning to Disagree).

    Questa guida è stata realizzata per supportare l'insegnamento e la valutazione del dialogo, del dibattito e della discussione in classe quando l'argomento affrontato è delicato e controverso. La guida è strutturata in tre parti. La parte A introduce il progetto e spiega il motivo per cui il dialogo, la discussione e il dibattito (DDD) dovrebbero aver luogo nelle aule. Le proposte rilevanti per il progetto sono formulate insieme a una chiara indicazione di come devono essere applicate. Le proposte includono dialogo, discussione, dibattito, punti di vista e competenze con particolare enfasi sulle competenze sociali e civiche. La Parte B è la Guida all'Insegnamento e la Parte C è la Guida alla Valutazione. Queste due parti sono state scritte per completarsi a vicenda e dovrebbero essere usate insieme.

     

     

      

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 10Fig.11: Seminario EuroClio “Ripensare la Battaglia di Waterloo da prospettive multiple” FonteRipensare la Battaglia di Waterloo da prospettive multiple
    (Teaching 1815 – Rethinking Waterloo from Multiple Perspectives).

    Questo materiale didattico è il frutto di un seminario internazionale organizzato da EuroClio per scambiare informazioni e riflessioni su “Teaching Waterloo”. Un programma vario e denso ha offerto ai partecipanti l'opportunità di approfondire la loro comprensione della storia della battaglia, con particolare attenzione al suo impatto a livello europeo e globale, al modo in cui viene ricordata e all'importanza di questo argomento per affrontare oggi il tema della la guerra e della pace.
    Indice della pubblicazione: 1. Introduzione, 2. Ricordando Waterloo e le guerre napoleoniche, 3. Come rendere attraente l'insegnamento, Conclusione.

     

     

     

     

     

    Historiana

    In Historiana, la piattaforma online di EuroClio, che fornisce contenuti storici gratuiti, attività di apprendimento e strumenti digitali innovativi, segnaliamo tra i Contenuti per l'insegnamento e l'apprendimento (Teaching and Learning Content):

      

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 11Fig.12: Barellieri inglesi a Passchendaele (agosto 1917) FontePrima guerra mondiale: la guerra delle parole (World War One: The War of Words).

    Indice:
    Il mondo prima della guerra (The World Before the War),
    La discesa in guerra (The Descent Into War),
    La guerra inizia (The War Begins),
    Momenti chiave della guerra (Key Moments in the War),
    Come fu combattuta la guerra (How the War was Fought),
    Vivere la guerra (Experiencing the War),
    Le conseguenze della guerra (The Aftermath of the War),
    Ricordando la guerra (Remembering the War).

     

     

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 12Fig.13: Prima guerra mondiale: soldati in posa di fronte alla macchina fotografica FonteFronte visivo: come i fotografi ufficiali hanno ritratto la Prima guerra mondiale (The Visual Front: How official photographers portrayed World War One).

    Le numerose fotografie della Prima guerra mondiale sopravvissute fino ad oggi offrono un'impressione visiva di come è stato quel conflitto. Quanto è corretta questa impressione? Cosa rivelano queste fotografie della realtà della guerra? La raccolta di fonti provenienti dagli Imperial War Museums (UK), realizzata da Steven Stegers, è stata progettata per aiutare a rispondere a queste domande. La maggior parte delle fotografie, in particolare quelle iconiche, sono state realizzate da fotografi di guerra ufficiali. Sia gli Alleati che le Potenze centrali usavano la fotografia di guerra come mezzo per influenzare l'opinione pubblica dei rispettivi paesi a favore dello sforzo bellico. Le fotografie sono spesso “messe in scena” e le vittorie sono state enfatizzate, mentre la terribile realtà della guerra veniva spesso nascosta dalla dominante retorica bellica.

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 13Fig.14: 1º settembre 1939, soldati tedeschi rimuovono la barriera del confine tedesco-polacco FonteSeconda guerra mondiale: momenti chiave della guerra – timeline (World War Two: Key Moments in the War – The Timeline).

    Indice:
    Gli anni tra le due guerre (The Inter-War Years),
    Come la guerra è diventata globale (How the war became global),
    Momenti chiave della guerra (Key moments in the war),
    Come è stata combattuta la guerra (How the war was fought),
    L'immediato dopoguerra (The immediate aftermath of the war),
    Crimini di guerra e crimini contro l'umanità (War Crimes and Crimes against humanity),
    Dalla guerra calda alla guerra fredda (From hot to cold war),
    Ricordando la guerra (Remembering the war).

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 14Fig.15: Germania dell’Est: Il Muro di Berlino in costruzione (20 novembre 1961) FonteGuerra Fredda: come gli alleati sono diventati nemici (The Cold War: How Allies became enemies).

    Indice:
    In che modo gli alleati sono diventati nemici? (How did allies become enemies?),
    La prima guerra fredda (The early Cold War),
    Dal disgelo di Krusciov alla minaccia dell'annientamento nucleare (From the Khrushchev Thaw to the threat of nuclear annihilation).

     

     

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 15Fig.16: Cartello che indica gli aiuti del Piano Marshall (Germania Occidentale, Recklinghausen, 1953) FonteEuropa del dopoguerra (Post-War Europe).

    Indice:
    L’Europa del dopoguerra, 1944-1951 (Post-War Europe, 1944-1951),
    L'Unione Europea nel contesto della lunga ricerca della stabilità (The EU in the context of the long search for stability),
    L’Unione Europea nel contesto di un mondo che cambia (The EU in the context of a changing world).

     

    Questo modulo didattico si concentra sulla storia sociale ed economica dell'Europa nell'immediato dopoguerra. È abbastanza facile generalizzare su questo periodo, ma la vita non era la stessa in tutto il continente. Impegnarsi con la complessità del periodo è fondamentale se gli studenti vogliono comprendere la spinta e la determinazione alla base del progetto europeo dal 1945. Il modulo consente agli studenti di affrontare le sfide che gli europei devono affrontare, le loro speranze e paure per il futuro.

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 16Fig.17: Milano 1960: donne al lavoro in un ufficio di una grande azienda FonteRappresentazioni visive delle donne al lavoro (Visual Representations of Women at Work).

    Questa raccolta di fonti si concentra su come il lavoro svolto dalle donne è stato rappresentato visivamente in momenti diversi del passato e attraverso culture diverse. Il modo in cui gli artisti rappresentavano le donne nei loro dipinti e schizzi di solito rifletteva le prospettive sociali, politiche e religiose dominanti dei loro tempi. Quindi, l'obiettivo principale di questa collezione è esplorare ciò che le arti visive possono raccontarci: come le donne nel corso dei secoli si siano impegnate per il proprio sostentamento e quello delle loro famiglie; come le società essenzialmente patriarcali abbiano scelto di rappresentare i contributi delle donne alla vita familiare e comunitaria; come siano cambiati nel tempo i ruoli lavorativi svolti dalle donne; se questi modelli sono universali o variano da cultura a cultura.

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 17Fig.18: Orient-Express nelle vicinanze di Costantinopoli (cartolina postale 1900) FonteFerrovie e connettività (Railways and Connectivity).

    Le ferrovie forniscono un importante mezzo di collegamento sia nazionale che transnazionale per il trasporto di materie prime, manufatti e persone. Questa raccolta di fonti esplora come le ferrovie hanno aumentato la connettività nel periodo dal XIX al XX secolo, comprese le ferrovie passeggeri, le reti transcontinentali, i viaggi ferroviari di lusso, le ferrovie per garantire gli interessi nazionali e le ferrovie utilizzate in tempo di guerra e all'indomani della guerra. Lo scopo di questa raccolta è aiutare gli studenti a esaminare i concetti di cambiamento e connettività e rispondere a domande quali: in che modo le ferrovie hanno contribuito ad aumentare i collegamenti transnazionali? A cosa servono le connessioni transnazionali? Qual è l'impatto di una maggiore interconnessione?

     

    Storie contestate (Contested Histories)

    La Contested Histories Initiative studia le controversie su statue, nomi di strade e altri lasciti storici negli spazi pubblici con l’obiettivo di identificare principi, processi e migliori pratiche per i decisori della società civile e gli educatori che affrontano la complessità della memoria storica divisiva, nella consapevolezza che «le società inclusive hanno bisogno di paesaggi commemorativi che riflettano la natura e i valori delle comunità».

     

    La sezione Risorse (Resources) comprende otto sotto-sezioni:

    • Studi di caso (Case Studies),
    • Documenti occasionali (Occasional Papers),
    • Rimedi alle controversie (Remedies), Toolkit,
    • Documenti esterni (External Reports),
    • Materiali didattici (Educational Materials),
    • Letture consigliate (Reading List), Glossary.

    La sezione Risorse contiene molti materiali di grande utilità per l’insegnamento della storia. In questa sitografia ci limitiamo a segnalare alcuni studi di caso di particolare interesse:

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 18Fig.19: Bassorilievo di Mussolini a Bolzano FonteBassorilievo di Mussolini a Bolzano (Mussolini Bas-Relief in Bolzano).

    A differenza di molti monumenti di leader fascisti del passato che sono stati demoliti in tutta Europa, Bolzano, capoluogo dell'Alto Adige, conserva ancora un monumentale bassorilievo che raffigura Benito Mussolini e ricorda alla gente del posto il regime fascista. Da cinquant'anni il bassorilievo è stato oggetto di opinioni contrapposte tra gruppi di sinistra, che sostenevano la rimozione, e gruppi neofascisti, che difendevano il monumento, ricordando in particolare ai cittadini di lingua tedesca e ladina un passato difficile di disconoscimento dei diritti delle minoranze linguistiche in Italia. Questo studio di caso esamina come gli interventi artistici possono servire quale mezzo per ricontestualizzare una dolorosa eredità storica.

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 19Fig.20: Statua di Leopoldo II a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo) FonteStatua di Leopoldo II a Kinshasa - Repubblica Democratica del Congo (Leopold II Statue in Kinshasa).

    Nel 1967 una statua equestre del re belga Leopoldo II, proprietario e sovrano assoluto del Congo dal 1886 al 1908, venne spostata dal centro alla periferia di Kinshasa, nell’odierna Repubblica Democratica del Congo, nell'ambito della politica di “reindigenizzazione postcoloniale” del presidente Mobutu. Nel 2005, la statua è stata prima reinstallatta nella posizione originale, con molte contestazioni, e poi rimossa ancora una volta in meno di ventiquattro ore. Oggi, la statua si trova in un museo fortemente custodito che è in gran parte inaccessibile al grande pubblico congolese. Questo studio di caso mette in evidenza i dubbi e le incertezze dell'opinione pubblica congolese sull’opportunità e sul modo di ricordare la figura di Leopoldo II e, in generale, il passato coloniale del Congo.

     

     

     

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 20Fig.21: Statua di Stalin a Gori in Georgia FonteStatua di Stalin a Gori in Georgia (Stalin Statue in Gori).

    La rimozione della statua di Stalin dalla piazza centrale di Gori in Georgia è stata decisa dalle autorità locali nell’ambito di una politica di “riconfigurazione” dei monumenti, simboli e nomi di siti legati al passato sovietico. Tuttavia, le posizioni divergono sul destino di statue di epoca sovietica in Georgia. Stalin rimane una figura controversa nella Georgia moderna, essendo considerato un dittatore o, all’opposto, un grande leader, o semplicemente parte della storia nazionale. Inoltre, è importante considerare l’importanza della statua per il turismo e l'economia locale di Gori. Per queste ragioni, il futuro della statua di Stalin nella città georgiana rimane incerto.

     

     

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 21Fig.22: Monumento a Caterina II – Odessa, Ucraina FonteMonumento a Caterina II – Odessa, Ucraina (Monument to Catherine II in Odesa).

    Il Monumento ai Fondatori di Odessa, inaugurato nel 1894, presenta in primo piano Caterina II di Russia e gli uomini che hanno contribuito alla creazione della nuova frontiera meridionale dell'Impero russo in Ucraina. Dopo l'indipendenza dell'Ucraina nel 1991, i leader locali hanno spinto per il restauro del monumento al centro di Odessa, suscitando discussioni e polemiche sulla politica identitaria della città portuale. Il restauro è stato completato nel 2007, ma da allora il monumento è stato criticato per la raffigurazione di una monarca che ha portato la servitù della gleba in Ucraina. Questo studio di caso esplora i grovigli tra le narrazioni antisovietiche e una nuova comprensione dei paradigmi coloniali nell'Europa orientale.

     

     

     

     

    EUROCLIO SITOGRAFIA IMMAGINE 22Fig.23: Monumento a Colombo in Buenos Aires FonteMonumento a Colombo in Buenos Aires (Columbus Monument in Buenos Aires).

    Il Monumento a Cristoforo Colombo nella città di Buenos Aires ha suscitato grandi polemiche come parte del patrimonio e memoria storica dell'Argentina. Le opinioni erano divise sull’eredità di Colombo: scopritore del Nuovo Mondo o responsabile di un genocidio. Dopo diverse controversie legali, il monumento, che si trovava vicino alla Casa Rosada, il palazzo presidenziale argentino, è stato trasferito sulla costa del Río de La Plata.

     

     

     

     

     

    Concludendo la nostra “navigazione”, è d’obbligo riconoscere che la quantità e la qualità delle risorse che EuroClio offre generosamente al mondo della scuola fanno del suo sito, in continua crescita, uno strumento indispensabile per un insegnamento consapevole ed efficace della storia, aperto ad una interpretazione transnazionale degli eventi del passato e del presente.

     


    Note

    1 Per maggiori informazioni su EuroClio e sulle sue attività: Paolo Ceccoli, Euroclio: European Association of History Educators per una didattica della storia critica e transnazionale, in «Didattica della storia» 2 n.1S/ 2020; la sezione “Who we are” del sito di EuroClio.

  • Europeana: i patrimoni culturali e la storia dell’Europa. Sitografia

    di Antonio Prampolini

    Indice

    1. Il portale online
    2. La storia dell'Europa
    3. La didattica dei patrimoni culturali

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 1Fig.1: logo Europeana Fonte1. Il portale online

    Europeana è il portale finanziato dalla Commissione Europea che permette di accedere ai patrimoni digitalizzati delle istituzioni culturali (archivi, biblioteche, musei) degli stati facenti parte dell’Unione.

    È presente in rete con un proprio sito plurilingue (la versione in lingua italiana) dove sono indicizzati materiali diversi (ad oggi oltre 50 milioni di articoli), tra i quali: manoscritti, libri, giornali, testimonianze, dipinti, mappe, strumenti/oggetti, fotografie, filmati, che costituiscono il “patrimonio culturale europeo”. Molti di questi materiali rappresentano per il mondo della scuola risorse importanti ai fini dell’insegnamento/apprendimento della storia dell’Europa.

    Dalla homepage del sito è possibile impostare le ricerche in un campo di testo. Digitando, ad esempio, la parola guerra in europeana.eu/it, la ricerca visualizza i risultati pertinenti, identificati singolarmente da un’immagine rappresentativa e dai metadati delle relative schede di indicizzazione.

    É previsto l’inserimento di filtri nei risultati delle ricerche: si seleziona il Tema (fotografia, giornali, manoscritti, mappe, migrazione, patrimonio industriale), il Tipo di supporto (testo, immagine, video, audio), il Formato del file, la Lingua, le Istituzioni che conservano i materiali digitalizzati.

    La sezione del sito Collezioni propone diverse raccolte di materiali su un determinato tema. Tra queste segnaliamo:

    • Fotografia: fotografia paesaggistica, fotografia amatoriale, fotografia aerea, fotografia documentaria, fotogiornalismo, fotografia d’arte, ritrattistica, fotografia di moda;
    • Giornali: gli articoli pubblicati nei giornali dei paesi europei dal 1618 agli anni '80 del Novecento;
    • Manoscritti: dall'antichità agli albori della stampa;
    • Mappe: la geografia e la storia nelle collezioni cartografiche europee;
    • Migrazioni: movimenti migratori verso, dalla e in Europa;
    • Patrimonio industriale: macchine, strutture produttive, storie di vite lavorative;
    • Prima guerra mondiale: gli eventi del 1914-18 attraverso le storie ufficiali e le storie personali di quella tragica esperienza bellica.

    È inoltre possibile accedere alle raccolte di materiali distinte per secoli di appartenenza (dal I al XXI Secolo).

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 2Fig.2: Il martirio di San Tommaso Becket di Canterbury (miniatura, 1290-1300) Fonte2. La storia dell'Europa

    La sezione del sito Storie comprende articoli e mostre su diversi argomenti relativi alla storia dell’Europa e dei paesi che ne fanno parte. Molto più ricca di contenuti è la corrispondente sezione Stories della versione in lingua inglese del portale Europeana. A questa, perciò, si fa qui riferimento nella selezione che segue su alcuni argomenti ricorrenti (il traduttore di Google è sempre attivo online).

     

    Medioevo

    1. Il significato simbolico delle immagini medievali (articolo)

    La parola "iconografia" si riferisce all'uso di simboli o rappresentazioni visive per trasmettere un significato. Nel Medioevo le opere d’arte offrono una visione più complessa del periodo storico rispetto alla loro bellezza estetica. Sono adornate con immagini e simboli, simili a quelli delle miniature dei manoscritti, per educare, raccontare una storia o consentire la condivisione di credenze religiose. La convenzione sull'uso dei simboli era strettamente associata alla loro ripetizione nei testi religiosi. In una epoca di scarsa alfabetizzazione, questi simboli potevano essere usati per comunicare visivamente un messaggio senza la necessità di testi di accompagnamento.

     

     

     

     

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 3Fig.3: Cinque uomini di notte all'interno delle rovine di una chiesa gotica (acquatinta) Fonte2. Sfatare il mito del Medioevo come epoca di arretratezza (articolo)

    Fino a poco tempo fa, i termini "Dark Ages" (secoli bui) e "Medioevo" erano usati quasi in modo intercambiabile per etichettare un periodo che va all'incirca dalla caduta dell'Impero Romano (nella seconda metà del V Secolo) fino alla metà del XIII Secolo o fino alla prima metà del XVI Secolo. Oggi, la maggior parte degli studiosi concorda sul fatto che il Medioevo è stato un'epoca di grande creatività durante la quale fiorirono l'arte, l'architettura, la letteratura e il commercio internazionale.

     

     

     

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 4Fig.4: monete raffiguranti Giulio Cesare (0100-0044 av.) Fonte3. Leggere le monete medievali (articolo)

    Le monete medievali ci mostrano che la comunicazione attraverso il testo e l'immagine non era limitata ai libri nel Medioevo. Questi pezzi di metallo utilizzavano una serie di segni e simboli che ne convalidavano l'autorità per trasmettere un messaggio di valore, potere e appartenenza. Le monete funzionavano in modo simile ai sigilli su una carta. Rappresentavano l'autorità dell'emittente e il valore di una moneta poteva essere compreso valutandone la materialità e le immagini insieme al testo. Saper riconoscere l’immagine era perciò importante quanto saper leggere il testo.

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 5Fig.5: De civitate Dei, miniatura di Aurelius Augustinus Hipponensis (XV Secolo) Fonte4. L’arte della lettura nel Medioevo (mostra online)

    Siamo inclini a pensare che l'alfabetizzazione (saper leggere e scrivere) fosse un'abilità rara nel Medioevo, padroneggiata solo da una piccola élite di monaci, sacerdoti e cortigiani. Tuttavia, molte persone nel Medioevo sapevano leggere ma non scrivere. Inoltre, la lettura esisteva in una moltitudine di forme. Si leggevano immagini, come dipinti e vetrate colorate delle chiese (i "fumetti" del Medioevo). Anche ascoltando si poteva leggere: i testi venivano spesso letti ad alta voce davanti a un pubblico.

     

     

     

    Storia delle donne

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 6Fig.6: due profili femminili dipinti da Helene Schjerfbeck (1881) Fonte5. Donne pioniere nelle arti, nelle scienze e nella società (mostra online)

    Nel corso della storia sono sempre esistite donne che hanno superato mille ostacoli e difficoltà per potersi affermare in campo sociale, economico, artistico e scientifico. Molte di loro, tuttavia, non sono conosciute come meriterebbero.
    La mostra mette in evidenza la vita e i successi di otto straordinarie donne europee: Sofonisba Anguissola (1532-1625), Maria Sibylla Merian (1647-1717), Madame de Staël (1766-1817), Amalia Lindegren (1814-1891), Aletta Jacobs (1854-1929), Maria Skłodowska-Curie (1867-1934), Elisa Leonida Zamfirescu (1887-1973), Dora Gabe (1888-1983).

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 7Fig.7: Le donne preparano il pane, foto di fone Ottocento, Svezia Fonte6. La storia lavorativa delle donne in Europa (articolo)

    Le donne sono state storicamente rappresentate come casalinghe, dedite all'artigianato o occupate come madri. Nella realtà, fino a quando la maggior parte della popolazione europea era impiegata in agricoltura, le donne erano coinvolte nel lavoro dei campi tanto quanto gli uomini. La rivoluzione industriale ha cambiato notevolmente la vita lavorativa delle donne. Lavorare a turni per uno stipendio e in luoghi come una fabbrica, un ufficio o un negozio è diventato parte della vita moderna. Le donne giovani, non sposate o della classe operaia si sono trasferite soprattutto nelle città per lavorare nelle industrie o nel terziario. L'istruzione ha svolto un ruolo importante per l'ingresso delle donne nel mondo del lavoro, con una percentuale crescente di ragazze che frequentano la scuola durante il Secolo XX.

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 8Fig.8: Tre donne raccolgono il fieno mentre gli uomini tengono sopra di loro gli ombrelli, incisione satirica di fine Ottocento Fonte7. Rappresentazioni visive delle donne al lavoro (articolo)

    I ruoli delle donne come lavoratrici si sono evoluti nel tempo. In che modo le società patriarcali hanno scelto di ritrarle? La storia delle donne richiede spesso una reinterpretazione, poiché le rappresentazioni visive possono semplicemente riflettere ciò che i creatori o i committenti hanno scelto di trasmettere.

     

     

     

     

     

    Storia delle migrazioni

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 9Fig.9: Ritorno in Finlandia: una famiglia alla stazione dei treni, 1959 Fonte8. Persone in movimento. Come le migrazioni hanno cambiato il mondo (mostra online)

    Attraverso i secoli le migrazioni hanno prodotto cambiamenti importanti nella vita economica e sociale, artistica e culturale dei paesi/città di destinazione.
    Questa mostra, che è il risultato del progetto Migration in Arts and Sciences, vuole sottolineare, con il racconto di storie di vita esemplari, gli effetti positivi e di arricchimento dovuti alle migrazioni.

     

     

     

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 10Fig.10: Arrivo a Ellis Island : gli emigranti affollano il ponte della nave, 1913 Fonte9. Lasciare l'Europa: una nuova vita in America(mostra online)

    L'America è nota come terra di immigrati; una definizione che è essenziale per la sua identità. La migrazione europea in America può essere datata al 1620, quando i 100 “padri pellegrini” dall'Inghilterra intrapresero a bordo del Mayflower il difficile viaggio di quattro mesi attraverso l'Oceano Atlantico. La maggior parte degli europei emigrò in America tra il 1820 e il 1920. Arrivarono in due grandi ondate, prima dall'Europa settentrionale e occidentale all'inizio del XIX secolo, poi dall'Europa meridionale e orientale tra il 1860 e il 1920. Fuggivano soprattutto da cattive condizioni economiche o dall'oppressione politica.

     

    Prima guerra mondiale

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 11Fig.11: manodopera femminile al lavoro in una fabbrica francese di armi Fonte10. Le industrie delle armi (articolo)

    L’industria ha svolto un ruolo importante nella Prima guerra mondiale. I processi di produzione e assemblaggio in serie di munizioni e armi avevano reso possibile una delle guerre più devastanti della storia dell’umanità. Lo sforzo bellico era stato accompagnato da importanti cambiamenti sociali nelle fabbriche: le donne furono chiamate a sostituire gli uomini reclutati dagli eserciti.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 12Fig.12: "Con amore dal papà", cartolina postale britannica Fonte11. Le cartoline postali arma di propaganda (articolo)

    Milioni di cartoline circolarono durante la Prima guerra mondiale influenzando l'opinione pubblica. Non sorprende che qualcosa di ordinario come una cartolina sia stato utilizzato dai governi dei paesi belligeranti per difendere l’operato dei propri eserciti, per screditare il nemico e per spingere le masse a sostenere la loro nazione. A pochi giorni dalla dichiarazione di guerra gli editori avevano stampato e posto in vendita cartoline a tema bellico. Le loro immagini hanno avuto un impatto senza precedenti sulle masse: la cartolina era diventata una potente arma di propaganda.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 13Fig.13: trincea francese dopo un bombardamento, acquerello del soldato Alphonse Robine Fonte12. Come artisti e soldati hanno rappresentato la guerra (mostra online)

    Negli anni precedenti al 1914 un'ondata di movimenti d'avanguardia - tra cui cubismo, espressionismo e futurismo - sconvolse il mondo dell'arte europea. Un numero significativo di artisti si arruolò e le loro idee radicali e stili visivi produssero nuovi modi per rappresentare un nuovo tipo di guerra.
    Prima del XX secolo, la pittura tradizionale aveva ritratto battaglie decisive, spesso da punti di vista elevati, per illustrare e glorificare le azioni militari dei comandanti e dei loro eserciti. Nel Primo conflitto mondiale, tuttavia, la natura industriale della guerra, priva di momenti decisivi, caratterizzata da un succedersi continuo di battaglie di logoramento, fece sì che le narrazioni eroiche e le convenzioni della pittura storica non fossero più adeguate alla nuova realtà. La mostra presenta esempi di resoconti visivi degli artisti-soldati che avevano combattuto al fronte.

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 14Fig.14: teatro adibito ad ospetale (Brighton – East Sussex, Inghilterra, 1915) Fonte13. Il ruolo cruciale delle strutture sanitarie (articolo)

    Dopo l'inizio della Prima guerra mondiale, il flusso di vittime travolse presto le strutture mediche esistenti nei paesi belligeranti. Un gran numero di edifici pubblici e privati furono adibiti a piccoli ospedali, la maggior parte dei quali operava nelle vicinanze di ospedali più grandi. Le categorie di specializzazione includevano unità chirurgiche, ortopediche, per malattie tifoidi e veneree, a cui si aggiunsero in seguito ospedali di convalescenza. L’articolo propone alcune interessanti fotografie scattate negli ospedali militari.

     

     

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 15Fig.15: la folla accompagna i soldati mobilitati (Parigi, agosto 1914) Fonte14. I luoghi di transito (mostra online)

    Oggetto della mostra è la guerra vista come un mosaico di “luoghi”; luoghi che hanno segnato la guerra e che allo stesso tempo sono stati segnati dalla guerra. Palcoscenico di piccole e grandi transizioni, dove civiltà e barbarie, modernismo e arcaismo, distruzione e creazione, miti e razionalità hanno prodotto realtà intrecciate.

     

     

     

     

     

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 16Fig.16: banda militare scozzese suona alla stazione ferroviaria di Parigi Nord, (1916) Fonte15. La guerra in musica (mostra online)

    La musica ha svolto un ruolo importante durante la Prima guerra mondiale. In un’epoca in cui non esisteva ancora la radio e le registrazioni erano un fenomeno raro, la musica veniva ascoltata soprattutto dal vivo. Per le forze armate la musica non si limitava ad accompagnare le sfilate ma influenzava il morale dei militari. Inoltre, durante la guerra venne utilizzata sempre più come forma di propaganda.
    Il suono delle trincee. La guerra in musica prende in esame l'importanza della musica nel corso del Primo conflitto mondiale e nell’immediato dopoguerra.

     

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 17Fig.17: La libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix, luglio 1830 Fonte3. Didattica dei patrimoni culturali

    Per incoraggiare gli insegnanti ad utilizzare nelle loro attività scolastiche i patrimoni culturali, è stata creata la piattaforma Teaching with Europeana. La piattaforma, in lingua inglese, si articola in due sezioni principali: Scenari di apprendimento (Learning Scenarios) e Storie di implementazione (Stories of Implementation), che contengono indicazioni ed esperienze didattiche in diversi campi, proposte e realizzate da insegnanti dei paesi europei. Nelle due sezioni è possibile impostare ricerche per Argomento (Arte, Filosofia, Musica, Storia, …), Livello scolastico, Metodologie, Competenze. I risultati delle ricerche vengono visualizzati da immagini rappresentative dei contenuti e da una breve descrizione. Cliccando sulle immagini o sulle didascalie si accede ai contenuti.

    Circoscrivendo le nostre ricerche alla Storia, segnaliamo tra gli Scenari di apprendimento:

     

    1. La contestualizzazione dei dipinti storici

    I dipinti storici sono piccole finestre sul passato. Tuttavia, sono anche interpretazioni di pittori che appartengono a determinate nazionalità, e che si rivolgono a pubblici nazionali. Gli autori raffigurano selettivamente, esagerando o omettendo alcuni aspetti degli eventi storici (come ad esempio L'ingresso dell'imperatore Francesco I a Vienna dopo la pace di Parigi del 16 giugno 1814 di Johann Peter Krafft e La libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix, luglio 1830). Ciò significa che, per conoscere e comprendere il passato, si devono contestualizzare e “sfidare” i dipinti storici come fonti di informazione. Questo scenario di apprendimento museale incoraggia i partecipanti a farlo: (a) esplorando e confrontando dipinti storici iconici, (b) immaginando come sarebbero se fossero stati realizzati da pittori di diverse nazionalità.

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 18Fig.18: manifesto ungherese dedicato a Miklós Horthy Fonte2. Immagini del potere

    Lo scenario di apprendimento proposto si basa su diversi poster/foto di propaganda di dittatori europei e governanti non democratici della prima metà del XX Secolo disponibili sul portale Europeana. Agli studenti vengono mostrate le immagini di propaganda per riconoscere le somiglianze nella rappresentazione di “uomini potenti” che non governavano in un contesto democratico ed erano comunemente raffigurati come una sorta di esseri superiori.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 19Fig.19: sedia a dondolo, modello del 1860 Fonte3. Oggetti nella storia e nelle nostre vite

    Siamo inondati da oggetti. La maggior parte ci appare insignificante, nulla più che beni “usa e getta”. Le nostre vite sono diventate apparentemente così comode che diamo per scontata la gran parte degli oggetti che ci circondano e sbarazzarcene è diventata un'azione più virtuosa che conservarli per i nostri discendenti.

    Cosa rendeva nel passato (e anche nel presente) un oggetto importante o prezioso per gli uomini? Questa è la domanda rivolta agli studenti al fine di ottenere risposte attraverso una serie di attività didattiche che includono una visita ai musei, per conoscere il lavoro dei curatori preposti alla selezione degli oggetti da conservare ed esporre, e una serie di letture per comprendere come il significato e l’utilità degli oggetti personali può cambiare bruscamente quando la gente è costretta ad emigrare abbandonando le proprie case e i mestieri di una vita.

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 20Fig.20: telai meccanici in una fabbrica tessile inglese (1835) Fonte4. Il patrimonio industriale nei secoli XIX e XX

    Questo scenario di apprendimento è stato progettato per fare conoscere agli studenti, utilizzando le risorse del portale Europeana, cos'è un patrimonio industriale e in particolare le entità architettoniche che hanno caratterizzato il processo di industrializzazione in Europa.

     

     

     

     

     

     

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 21Fig.21: infermiere curano un soldato ferito Fonte5. Le donne nella Prima guerra mondiale

    La storia del XX Secolo è segnata da importanti cambiamenti nello status sociale delle donne. A questo proposito, la Prima guerra mondiale è considerata il punto di svolta nell'evoluzione del coinvolgimento delle donne nella vita pubblica. Lo scopo principale di questa proposta didattica (che utilizza fotografie e fonti letterarie) è sviluppare la consapevolezza degli studenti riguardo al contributo delle donne allo sforzo bellico e alle conseguenze che questo coinvolgimento ha avuto (o non ha avuto) in termini di raggiungimento dei loro diritti politici.

     

     

     

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 22Fig.22: propaganda di guerra nella Germania nazista Fonte6. I manifesti di propaganda nella Seconda guerra mondiale

    Che cos'è la propaganda e che effetto ha su di noi? Perché i manifesti di propaganda sono stati utilizzati durante le guerre? Cosa li ha resi così efficaci?
    In questo scenario di apprendimento vengono presi in esame i manifesti di propaganda della Seconda guerra mondiale in Europa: il loro stile artistico e contenuto linguistico, il messaggio di cui erano portatori.
    Dopo aver studiato i manifesti delle collezioni digitali segnalate da Europeana, agli studenti è stato chiesto di crearne dei propri sul tema.

     

     

     

     

     

     

    EUROPEANA SITOGRAFIA IMMAGINE 23Fig.23: Scuola primaria di Asola (MN) Fonte7. La nostra scuola ieri ed oggi

    Lo scenario educativo vuole far riflettere gli alunni sui cambiamenti avvenuti negli edifici scolastici durante l'ultimo secolo. Dopo aver esplorato la propria scuola e riflettuto sulle funzioni dei vari ambienti che la compongono, gli alunni visitano un vecchio edificio scolastico (in questo scenario educativo ne viene proposto uno costruito nella seconda metà degli anni ‘30). Infine, gli alunni vengono guidati nella ricerca di materiale fotografico su Europeana per costruire una linea del tempo digitale relativa ai cambiamenti dell’edilizia scolastica nel corso del Novecento.

  • I popoli europei e i loro stereotipi

    di Antonio Brusa

    Breve descrizione dei popoli europei e delle loro diverse caratteristiche

    La Breve descrizione dei popoli europei e delle loro diverse caratteristiche è una delle tre “tavole dei popoli”, prodotte nella regione al confine fra Germania e Austria, nella prima metà del 1700, dopo un secolo di guerre sanguinose, inaugurato dalla più feroce di tutte, quella dei Trent’anni. È una raccolta di stereotipi, ci informa Thomas Schmid, giornalista del gruppo editoriale “Welt”. Non deriva da particolari studi antropologici, ma riflette il senso comune. Di queste tavole circolarono molte copie. Segno che, al principio del XVIII secolo, la gente era abbastanza curiosa sui popoli con i quali condivideva lo spazio europeo.

    Breve descrizione dei popoli europei e delle loro diverse caratteristicheBreve descrizione dei popoli europei e delle loro diverse caratteristiche

    Stereotipi, certo. Al tempo ci si divertiva a leggerli e a guardare le figurine. Lo spagnolo, in pompa magna, per quanto un po’ triste (era da un pezzo che l’Impero perdeva colpi), l’elegantone francese e l’italiano vestito come il dottor Balanzone, e andando verso est, il tedesco, l’inglese, lo svedese, il polacco e l’ungherese, il russo e il turco, assimilato al greco. In fondo, è proprio l’Europa, come la consideriamo ancora oggi. Ce lo fa notare Schmid, che aggiunge come, man mano che si va verso oriente, gli stereotipi negativi prevalgono su quelli positivi. Con una eccezione per la Polonia, l’unica regione governata da un sovrano eletto, in un continente dominato da re, imperatori e tiranni, come sottolinea Henry Mueller, nel suo commento alla Tavola.

    Tutta l’Europa era in guerra. Questo si sa. Ma la crudeltà e la ferocia si trovano a est. In occidente, c’è la scienza della guerra, della quale sono maestri (sempre secondo la nostra tavola) i francesi. I tedeschi, sì, sono insuperabili in battaglia, ma sono di indole pacifica, di carattere franco e, se si vuole sapere proprio ciò che amano, questo è il buon vino, tanto che si farebbero seppellire in una botte piena. Nella tabella seguente potete divertirvi leggendo la traduzione in inglese.

    Versione inglese della “Tavola dei popoli”Versione inglese della “Tavola dei popoli”

    E l’Italia?

    Ovviamente, sarete curiosi di scorrere la colonna dedicata all’Italia. A partire dallo strano nome degli italiani “Waelish” (che dovremmo tradurre “gallesi”). Questo nome deriva dal vallum, l’insieme delle possenti difese che separavano il mondo dei romani da quello dei barbari. Perciò, questi ultimi chiamavano i romani “popoli del vallum”. Di qui, valacchi, valloni e appunto gallesi, dal momento che il Galles (Wales) costituì il più tenace ridotto della romanità al tempo delle invasioni anglosassoni. Perciò, per i popoli germanici (e soprattutto per gli slavi), i waelish sono gli italiani. Ma questi, come venivano considerati nel 1700? Un po’ imbroglioni, furbi, chiacchieroni, lascivi e, forse per questo, malati di sifilide. Erano, si credeva, governati da patriarchi e piuttosto prudenti in guerra, alla quale preferivano il diritto canonico. Abitavano un paese piacevole, ma non lo erano altrettanto nel vestire. Infine, in punto di morte, si sarebbero fatti seppellire in un monastero.

    Stereotipi del XIX secolo

    Un secolo dopo, questi stereotipi sono in evoluzione. Ne ha raccolti alcuni Shannon Selin, nel suo delizioso blog sulle vicende napoleoniche (che HL regolarmente, come in questo caso, saccheggia). Eccone l’elenco.

    Francesi, tedeschi e italiani
    "il mercuriale francese, l'ignorante e pigro spagnolo, l'italiano impertinente e, forse, il tedesco entusiasta e guidato dall'immaginazione".
    Blackwood's Edinburgh Magazine , Vol. 15, febbraio 1824, pag. 136.

    Francesi, inglesi e italiani
    “A Parigi... prendono tutto alla leggera come se nulla fosse importante; il vento soffia via tutto. In Inghilterra le cose e le persone sono sotto un'altra legge morale, e le cose che non hanno alcun valore e nessuna importanza a Parigi, ce l'hanno a Londra. In Italia non ci sono tanti uomini; al contrario, ci sono dei letterati noiosi e pesanti, nonostante l'innata leggerezza del loro carattere nazionale. In Germania tutto tende all'ideologia e un sonno profondo si spande su tutto il resto.”
    Clemens von Metternich, in Richard Metternich, ed., Memorie del Principe Metternich, 1773-1815 , Vol. IV (Londra, 1880), p. 97.

    Gli americani (non c’entrano, ma è troppo bello)
    “[In Austria] un tipo dall'aspetto scontroso chiese i nostri passaporti, e dopo aver dato loro uno sguardo, disse: "Non puoi essere americano; sono tutti neri e non sanno parlare il tedesco."
    Seacome Ellison, Prison Scenes’ and Narrative of Escape from France, During the Late War, (London, 1838), p. 176.

    Gli austriaci (che mancano nella Tavola dei popoli)
    “Gli austriaci non hanno una grande capacità di pensare. Sono molto immorali e superstiziosi. E questi due difetti devono essere ascritti a quella prostrazione totale di intelletto che il loro governo infligge loro.”
    John Russell, A Tour in Germany, and Some of the Southern Provinces of the Austrian Empire, in the Years 1820, 1821, 1822 (Boston, 1825), pp. 405-406.

    Gli inglesi
    “L'inglese non è certamente l'essere più socievole con gli stranieri, la cui conversazione preferisce evitare piuttosto che sollecitare. Quando diventa oggetto delle congetture e delle curiosità di quelli che lo circondano, lo interpreta come un insulto. Al tempo stesso considera poco utile indagare sulle professioni, gli affari, le persone e le opinioni altrui. Perciò, con un'osservazione generica sullo stato del tempo o le ultime notizie, tende a chiudere la conversazione.”
    Charles Joseph Latrobe, The Pedestrian: A Summer’s Ramble in the Tyrol(London, 1832), p. 112.

    I francesi
    “Non dirò, come ho sentito dire spesso, che l'amore per il piacere e il divertimento è la passione avvincente e totalizzante dei francesi, che i principi puri della religione non esercitano alcuna influenza sulle loro azioni, o che i godimenti tranquilli della vita domestica sono loro totalmente sconosciuti. Questo non lo credo, dal momento che ho incontrato un numero sufficiente di casi che dimostrano il contrario; ma è evidente, anche ad un osservatore superficiale, che l'amore per il piacere è portato a un eccesso molto maggiore in Francia, che la religione esercita meno influenza lì che altrove, e che il legame matrimoniale è molto più frequentemente una semplice questione di opportunità tra i genitori, senza alcun riferimento al desiderio reciproco, come in America. Che i francesi superino ogni altra gente in termini di cortesia, è un'opinione generalmente molto diffusa in tutto il mondo.... la superiorità della cortesia è nei modi, piuttosto che nei sentimenti. Un francese sarà più ossequioso, più educato, senza dubbio; ma non ho notato che sia particolarmente pronto a sacrificare la sua convenienza personale a favore di quella del prossimo.” Caroline Elizabeth Wilde Cushing, Letters, Descriptive of Public Monuments, Scenery, and Manners in France and Spain, Vol. I (Newburyport, 1832) pp. 339-340.

    I tedeschi
    “Il tedesco... ha una specie di irrequieta curiosità e voglia di comunicare e di apprendere, unite a una tale scarsa astuzia e semplicità nel gestire i rapporti con gli altri, al punto che sono stato spesso indeciso se sarebbe meglio mostrare una solenne indignazione o un’allegria sincera, al posto di quel singolare miscuglio di impudenza e semplicità, di sicurezza e cortesia, che distingue il tedesco ben educato, quando cerca di soddisfare una sua curiosità.” Latrobe, The Pedestrian, cit. p. 113.

    Gli italiani
    “In Italia sono licenziosi e irreligiosi … Chiunque potrebbe essere il re degli italiani, purché li rifornisca in abbondanza di spettacoli di marionette e dottori ciarlatani.” Un giovane mercante inglese in A Tour Through Some Parts of Istria, Carniola, Styria, Austria, the Tyrol, Italy, and Sicily, in the Spring of 1814 (London, 1815), pp. 112, 183.

    E oggi?

    C’è solo l’imbarazzo della scelta. La pubblicistica sugli stereotipi nazionali è diventata un genere, soprattutto visivo. Fra i tanti, si può sfogliare l’atlante disegnato per Alpha Designer dall’artista bulgaro Yanko Tsvetkov nel quale si vede come gli stereotipi europei varino a seconda degli stati. L’Italia, ad esempio, per gli americani “è sinonimo di «mafia e di padrini», per i francesi è la terra di «cugini chiassosi e amichevoli», per i tedeschi, invece è «la terra della pizza e dei musei», per i bulgari la «patria degli spaghetti», mentre l'Inghilterra associa il nostro paese al resto del continente definendolo «l'Impero federale e diabolico d'Europa» (si veda la recensione di Francesco Tortora sul “Corriere”). Una cortesia che gli italiani (certamente quelli del nord, come appare dalla carta) ricambiano come mostra la cartina.

    L'Europa secondo gli ItalianiL'Europa secondo gli Italiani

    Si faccia attenzione alla datazione delle carte. Quella italiana è del 2009 e si vede: la Francia “terra di Bruni”, non può che essere quella di Sarkozy, così come è parecchio tempo che la Finlandia non è più il paese dei telefonini, titolo che le è stato ampiamente rubato da Cina e Corea.

    In effetti, a dispetto del nome che li vorrebbe eterni (stereotipo vuol dire appunto “carattere di pietra”), gli stereotipi sono piuttosto mutevoli. Infatti, a differenza del 1700, quando la diceria era che non avevano stile nel vestire, gli italiani di oggi sono visti come fashion addicted, e nessuno aggiungerebbe una loro particolare predisposizione al diritto canonico. E, dal canto nostro, avremmo qualche ragione nel dubitare che i nostri progenitori ottocenteschi fossero così irreligiosi come voleva l’anonimo viaggiatore inglese e come, probabilmente, sono oggi. Ma forse, l’esempio decisivo è quello dei tedeschi, che oggi contrassegniamo per il loro carattere militaresco e la loro capacità organizzativa, ma che in passato erano visti piuttosto come romantici, filosofi e amanti del bel vivere.

    Da quest’ultima carta si apprende un’altra caratteristica degli stereotipi nazionali. Osservate la Bielorussia o la Moldova: terre incognite. Su di loro non circolano stereotipi, per lo meno in Italia. Un bel guaio, in un consesso di nazioni ormai mondiale. Significa che nessuno ti conosce, ti distingue dagli altri. Gli stereotipi nazionali, infatti, sono attribuiti a popoli che sono, per qualche motivo, conosciuti dalla gente. Quello senza stereotipi si dovrà rassegnare ad essere un popolo fantasma.

    La demonizzazione degli stereotipi

    Questo rapido viaggio tra i pregiudizi ci informa che i popoli europei erano già “stereotipizzati” al principio del 1700. Non è una conoscenza secondaria (è sempre Schmid che lo ricorda) perché è un segno che le dimensioni dell’Europa erano ben conosciute già tre secoli fa, ed erano ben noti i principali popoli che la abitavano. La presenza degli stereotipi vuole dire proprio che si trattava di “conoscenze familiari”. Certamente gli stereotipi nascono dalla diffidenza verso l’altro, avverte Marco Aime nel suo Eccessi di Culture (Einaudi, 2004, p. 128). E non è difficile crederlo in un continente allora travagliato da guerre continue. Ma non è detto che questa diffidenza si debba sempre tradurre in uno scontro, prosegue. Si può anche convertire in un gioco. In una “diversità scherzosa”, come si vede nell’atlante di Janko Tsvetkov e come, forse, è già nella Tavola dei popoli. Possono dar luogo a uno sfottò reciproco, che lo studioso illustra con diversi esempi, e che abbiamo tante volte sperimentato nella nostra quotidianità. Uno sfottò terapeutico, potremmo dire, necessario quando la storia ci conferma che la convinzione che questi stereotipi si basino su caratteri profondi e immutabili di un popolo è priva di fondamento ed è pericolosa, e – per contro – ci fa capire che sono strutture cognitive che mutano facilmente. Con queste, dunque, si potrebbe giocare – anche didatticamente - con leggerezza e ironia (credo di averlo mostrato in Tradizioni. Gioco di ruolo a squadre su memoria storica, identità e appartenenza e sul potere ambiguo delle invenzioni, B. Mondadori 1996, che ora è stato ripreso e riformulato dai ragazzi di Historia Ludens: rivedrà la luce quanto prima). Forse è un buon suggerimento, in un campo nel quale la “demonizzazione degli stereotipi” rischia di consolidare negli allievi il vero stereotipo, quello della loro inscalfibilità adamantina.

    E, per finire, chi vuole la carta della Völkertafel (la Tavola dei popoli) la può ordinare presso l'Ausseer Kammerhofmuseum, Chlumeckyplatz 1, A-8990 Bad Aussee (AT).

    Immagini

    Breve descrizione dei popoli europei e delle loro diverse caratteristiche

    Versione inglese della “Tavola dei popoli”

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