di Antonio Brusa

Ora non voglio fare la recensione del sito dal quale ho preso questa immagine, fatto da un maestro volenteroso, bravo (come sembra, amato dai suoi allievi). Capace di disegnare con una grande verve inventiva e con tante qualità, che questa nota non vuole mettere in dubbio. Vi invito a considerare questa, come una delle tante immagini/attività, che la rete vi consegna, quando cercate sotto le voci relative alla didattica ludica. Commentarla e capire perché non va bene mi sembra un dovere, per quanto semplice, di educazione all'uso della rete (e alla didattica). Pressante, inoltre, per contrastare la confusione scellerata fra "didattica ludica" e "giochisteria del cavolo", che da un po' di tempo imperversa anche nei sussidiari.

La didascalia propone di riconoscere l'ombra giusta. Facile. Lo possono fare anche i bambini, quindi è didattico, recita il sillogismo della rete. Magari si divertono, aggiunge, con una punta di rimprovero alla scuola noiosa.

Domanda: e dopo che l'hanno fatto, sto giochino, che cosa hanno imparato? quali capacità, relative all'apprendimento storico in generale e quali conoscenze, relative all'argomento specifico – i romani – hanno portato a casa?

Facile rispondere. "Nulla".

Facile, dite?

Antico romano a tavola

Non credo, viste le repliche, le riprese da altri siti, i complimenti (grazie grazie, materiali utilissimi, domani li provo in classe), e visto che sono immagini che Pinterest mi seleziona premurosissima, conoscendo i miei interessi didattici, e mi sta recapitando a dozzine.

Ma noi, di buona volontà, siamo didatticamente tolleranti. Tutto sommato, si tratta di avvicinare i bambini a un argomento ostico (eh, la storia, fatti lontani nel tempo e nello spazio, disciplina astratta, difficile: ditele tutte e proseguiamo). Quindi accettiamo il fatto che il bambino, proprio perché ha fatto il giochino e ha confrontato l'ombra con il ciccione romano, si sarà fatta un'idea di chi erano quegli antichi conquistatori del Mediterraneo.

Appunto: ciccioni, così cretini che l'uva la mangiavano addentando i grappoli a morsi, come si era soliti nei peplum degli anni '50. Ma un romano stereotipato a cosa serve, se non a diffondere idee stereotipate su Roma?

(Sempre questi storici con i loro stereotipi!).

Voi storici, proseguirà il pedagogista tollerante che è in noi, non capite l'ironia del disegno. E, poi, il ragazzino imparerà comunque qualcosa. Per esempio, che i romani mangiavano stesi nel triclinio (parola nuova che l'insegnante bravo non mancherà di mettere in evidenza), indossavano una tunica (con non si sa bene che cosa sopra, uno scialle, un gilè, un cardigan rosso: vabbé, la creatività ha un suo prezzo). E che mangiavano frutta, non solo uva, ma mele verdi e rosse. E banane. Ovvio, la globalizzazione dell'impero. Vuoi mettere?

Assumete, dunque, questo giochino come un "idealtipo" di una quantità enorme di materiali che circolano in rete e in cartaceo, sotto la voce "didattica ludica". Una montagna di materiali, che vi renderà penoso riuscire a pescare un gioco valido (semplice, affidabile storicamente e funzionale dal punto di vista didattico). Capirete che la legge di internet è implacabile come quella economica: la didattica cattiva scaccia quella buona.

Per questo, non dobbiamo essere tolleranti. E per questo, non è una contraddizione parlare male di giochi, su «Historia Ludens».

Questo sito utilizza cookies tecnici e di terze parti per funzionalità quali la condivisione sui social network e/o la visualizzazione di media. Chiudendo questo banner, cliccando in un'area sottostante o accedendo ad un'altra pagina del sito, acconsenti all’uso dei cookie. Se non acconsenti all'utilizzo dei cookie di terze parti, alcune di queste funzionalità potrebbero essere non disponibili.