Bari, 10 dicembre

Finalmente racconteremo le avventure dell'Aspidochelone, o della Manticora o del vitello marino dallo sguardo triste. Finalmente faremo entrare nelle scuole i protagonisti del Liber Monstrorum (così bene raccontato e pubblicato da Franco Porsia). Finalmente, ho pensato, quando ho visto il concorso per le scuole medie bandito dall'Isime (Istituto Storico per il Medioevo) e dal Miur. Poi ho letto il bando. Non chiede di raccontare l'immaginario "del Medioevo", ma quello "sul medioevo", cioè quel pastrocchio di streghe, folletti, cattedrali, "feudi" (con le virgolette, forse per non far arrabbiare Giuseppe Sergi) e economie chiuse, che, a partire dall'Ottocento, è stato il terreno fertile di ogni genere di radice identitaria. Gli autori del bando questo lo sanno bene, tanto è vero che mettono la parola "radice" tra virgolette. Una strizzata d'occhio fra noi colti, che sappiamo la storia e la decostruzione dei miti ci vuole e ci mette l'animo in pace. Ma quanti avranno capito questo riferimento così segreto?

A fine marzo scadono i termini del concorso "Raccontare il Medioevo". Non so quanti vi hanno partecipato, o quanti lo faranno. Suggerirei di interpretarlo correttamente, come lavoro dentro il Medioevo e non sulle storiacce che lo riguardano. Quindi, portate in classe le meravigliose storie del liber monstrorum, e date libero spazio alla fantasia; oppure prendetevi Iacopo da Varagine, e incantate i vostri allievi con le sue avventure. E, se volete proprio seguire la traccia del concorso, e parlare di Carlo Magno o della vostra città, proponete ai vostri allievi di farne protagonista e sfondo di una bella avventura fantasy, inventata da loro.

Ma che sia creativa sul serio. Quindi liberata da streghe e folletti, che sono tanto scontati e, soprattutto, con un bell'avviso nella traccia: astenersi da Templari e da tesori di Cheope.

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