di Sara Faroni

meme per recensione Ho finalmente terminato la prima lettura di Insegnare storia con le nuove tecnologie, scritto da Lucia Boschetti, Silvia Ditrani e Raffaele Guazzone e pubblicato da Carocci editore, all'interno della collana "Insegnare storia", diretta da Antonio Brusa e Walter Panciera, e l'ho trovato ricco sia di una cornice chiara (l'importanza di insegnare a ragionare storicamente, la necessità di personalizzare i dispositivi digitali a immagine della nostra didattica) sia di moltissimi strumenti a cui attingere per creare attività stimolanti per noi e per gli studenti.

Nella prima parte del libro viene dato uno sguardo d’insieme su come il mestiere dello storico sia cambiato nell’era del web, con la possibilità – ad esempio - di consultare, da ricercatori, gli archivi digitali online (uno su tutti lo sterminato sito del Sistema Archivistico Nazionale).

Si passa poi, nella seconda parte, all’uso consapevole e critico degli strumenti: utilissimo è il capitolo Vademecum per la ricerca in rete, soprattutto nelle due regole (che passerò senz’altro ai miei studenti) della “lettura laterale” e del “click furbo”.

Fin dalle prime pagine del testo ho avvertito una consonanza con il mio approccio didattico (insegno lettere alla secondaria di I grado), soprattutto nell’uso ricorrente delle connessioni, nell’attenzione alla metacognizione e alla condivisione finale dei lavori nell’ambito del gruppo classe. Arrivata alla lettura della terza parte del libro, quella dedicata alle proposte operative, mi sono quasi commossa nel trovare come esempio di proposta didattica innovativa (utile per una lettura approfondita dei testi anche storici) il metodo del Writing and Reading Workshop, che studio da un po' di anni cercando di applicarlo in classe, dopo essermi abbeverata a In The Middle di Nancie Atwell1, conosciuta grazie a Jenny Poletti Riz.

Ed ecco infatti spuntare in bibliografia il testo delle mie colleghe e amiche Linda Cavadini, Loretta de Martin e Agnese Pianigiani (Leggere, comprendere, condividere. Guida all’analisi del testo narrativo, Pearson 2021), che ha dato ispirazione a un’attività di lettura attenta e approfondita di un testo storico o fonte da cui fare emergere, attraverso una riflessione, connessioni fra il passato studiato e il tempo in cui si vive (Il “muro delle connessioni”).

Un’altra attività che ritengo interessante, anche per il collegamento che intravedo fra storia e scrittura di un testo argomentativo, è quella del Confrontare con i meme, che propone la raccolta di dati storici per creare dei meme a sostegno di due fazioni contrapposte come, ad esempio, Atene e Sparta: in quest’ottica, infatti, il meme non è solo un gioco divertente in cui esercitare l’ironia ma anche il frutto di un’argomentazione consapevole, supportata da fonti.

Molto stimolante è anche la creazione di infografiche, in cui raccogliere e raccontare dati. Una fra le proposte che più mi ha colpito è quella relativa alla percezione e alla ricaduta della Giornata della Memoria, sia perché nella nostra scuola tale ricorrenza è molto sentita sia perché spesso diviene esercizio di retorica fine a se stessa. Gli autori del libro propongono di progettare un questionario (un esempio viene fornito nel materiale online scaricabile con il Qr Code) sulla percezione della Giornata della Memoria e degli approfondimenti che vengono svolti ogni anno sul tema. Quest’attività intreccia storia con educazione civica, stimolando molte riflessioni: in che modo la conoscenza del passato (la Memoria) ricade sulle nostre scelte nel presente? In che modo può essere strumentalizzata? Ricorrenze come la Giornata della Memoria sono ancora utili o no?

Insomma: questo manualetto non deve ingannare, è piccolo ma denso, è da studiare e da consultare. Io me lo terrò accanto come un talismano contro lo sconforto che a volte coglie noi insegnanti, minacciandoci di ributtarci in quella palude chiamata "Si è sempre fatto così".

 

1 N. Atwell, In the Middle: A Lifetime of Learning About Writing, Reading, and Adolescents, Heineman, Londra 2014.

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