Bari, 17 Aprile


Il film? Ha tutti i diritti di usare la preistoria come pretesto per una storia bella e avvincente. Non me ne faccio un problema. Anzi, più il film inventa, mescola, ironizza, stravolge e più – se lo fa con gusto – mi piace. Qui parlo del libretto che si trova nei supermercati e che mi sono comprato, sempre alla ricerca di idee e suggestioni di didattica ludica. Ne ho ricavato la ferma convinzione che i bambini non debbano essere lasciati soli a sfogliarlo. Non perché sia terrorizzante. Anzi: è bello, ben disegnato, ricchissimo di immagini (avercene manuali e prodotti scolastici di questa perfezione) e fatto in Cina (che è sempre una garanzia, di questi tempi). Al contrario: è congegnato così bene, un autentico rompicapo, che solo con l’assistenza dei genitori (e genitori esperti) i bambini lo potranno maneggiare traendone grandi benefici.

 

Infatti, in questo libro si intrecciano due tempi (alla DreamWorks devono avere anche un team di accorti pedagogisti). Il preistorico e l’odierno. Il diabolico esercizio, quindi, che essi hanno escogitato è quello di districarli. Una sfida pericolosa come le avventure di Sandy e Guy. Immaginiamo, per esempio, due bambini, che sfogliano la pagina sull’alimentazione: uno sprovveduto, e uno saputello.

 

 

Il primo ci cascherà. Per quanto un po’ deluso di questi antenati così vegani, dirà tutto contento che si nutrivano di aglio, pomodori, carote, sedani, peperoncini, insalata, asparagi e altri ortaggi che la mamma compra dal fruttivendolo, mentre lui – fortunato – li raccoglieva nel bosco. Il secondo, quello secchione, alzerà il ditino e spiegherà che questi vegetali non esistevano al tempo dei Croods e che, perciò, il gioco si riferisce ai bambini di oggi, e non a quelli di tanto e tanto tempo fa. Era un tranello, e lo sfigato ci è cascato.

 

Ora, i due bambini sfogliano la pagina dove Guy brandisce una lancia, a caccia di una qualche bestia feroce. Il primo (lo sventurato) ne concluderà che tutti gli uomini, da sempre, si davano da fare a disegnare. Certo si chiederà perché disegnare un animale dovrebbe favorirne la cattura, ma si risponderà che sarà stata una stranezza di quei tempi, non per nulla primitivi. Il secondo, che cominciamo a odiare, dirà che non è affatto vero. Per la maggior parte della loro storia, i vari ominidi hanno fatto di tutto fuorché disegnare e – per quanto riguarda il Sapiens – questa attività è cominciata solo qualche decina di migliaia di anni fa, per ragioni che non conosciamo con sicurezza (quella della caccia è solo una delle spiegazioni, e non delle più accreditate). E poi aggiungerà, con il suo fare ormai indisponente, che chiamarli “primitivi” è un modo sbagliato e tutto sommato offensivo, per individui che ebbero il solo torto di essere preistorici.

 


Ma forse, il rompicapo più duro da risolvere è il primo, quello della bussola. Anche qui, il nostro stupidello, penserà che Guy non si perde nella foresta perché sa costruire una bussola, a differenza del pedantissimo pargolo, che non solo scioglierà la trappola cronologica del gioco, ma si ingegnerà a costruirla lui, la bussola. Cosa che provai anch’io, tanto e tanto tempo fa (per quanto non nel paleolitico) quando lessi le stesse istruzioni su una copia stropicciata della Guida delle Giovani Marmotte. Solo che non ci riuscii (sfigato anch’io). Soprattutto non mi riusciva di calamitare l’ago e di farlo stare sul sughero galleggiante. Fortunatamente gli agi della modernità ci permettono di comprare una bussola in un market cinese, smontarla, prendere l’ago e farci la nostra bussola preistorica, con l’acqua e tutto quanto.

 

Erano soltanto degli esempi. Il lettore premuroso ne ha colto lo spirito filantropico: non permettiamo che il bambino rischi di recitare la parte dello sprovveduto. Per questo è utile leggere il libretto insieme a lui, dispensandogli i saggi consigli dell’adulto. In fondo, credo che tutto ciò sia stato previsto dagli autori di questo manualetto di giochi, fatto perciò di trappole astute e di incoraggiamenti a intrattenere buoni e affettuosi rapporti con i propri figli. Diavolo di DreamWorks, e del suo team di pedagogisti!

 

Questo sito utilizza cookies tecnici e di terze parti per funzionalità quali la condivisione sui social network e/o la visualizzazione di media. Chiudendo questo banner, cliccando in un'area sottostante o accedendo ad un'altra pagina del sito, acconsenti all’uso dei cookie. Se non acconsenti all'utilizzo dei cookie di terze parti, alcune di queste funzionalità potrebbero essere non disponibili.