di Antonio Prampolini
Fig.1: DVD filmati Istituto Luce sulla Guerra civile spagnolaIndice
2. La partecipazione dell'Italia fascista
3. Una guerra raccontata per immmagini
4. I cinegiornali Luce nell'archivio storico online dell'istituto
Sapete che cosa è stata la Guerra di Spagna? Che cosa è stata veramente? Se non lo sapete non capirete mai niente del fascismo, del comunismo, della religione, dell’uomo, niente di niente capirete mai: perché tutti gli errori e le speranze del mondo si sono concentrati in quella guerra; come una lente concentra i raggi del sole e dà il fuoco.
da Gli zii di Sicilia di Leonardo Sciacia, 1958.
La Guerra civile spagnola era iniziata tra il 17 e il 19 luglio 1936 con una ribellione (alzamiento) di una parte dell’esercito, guidata da un gruppo di generali tra cui spiccava Francisco Franco, contro il legittimo governo della Repubblica, insediatosi dopo la vittoria del “Fronte popolare” (Frente popular) alle elezioni del febbraio dello stesso anno. Gli insorti non riuscirono però a “conquistare” l’intero paese. Il governo repubblicano conservò il controllo della capitale e delle regioni del nord-est, le più ricche e industrializzate della Spagna, potendo contare sull’appoggio di una estesa mobilitazione popolare1.
Il golpe militare non era altro che la resa dei conti fra “due Spagne” inconciliabili: da un lato, quella della grande proprietà latifondista, della borghesia, della Chiesa, delle forze politiche conservatrici e reazionarie; dall’altro, quella delle masse proletarie dei lavoratori delle campagne e delle fabbriche, dei ceti democratici a loro associati. Fu così che quella che era stata progettata come una “azione lampo” si trasformò in una “guerra civile” che durò tre anni e costò la vita a centinaia di migliaia di persone.
Sul corso, durata ed esito della Guerra civile spagnola influì in modo determinante la sua internazionalizzazione. L’Italia fascista e la Germania nazista (nonostante la formale adesione al “Patto di non intervento” sottoscritto a Londra il 15 agosto 1936) aiutarono l’esercito di Franco con notevoli forniture di materiali e mezzi militari e con l’invio di “volontari”; mentre la Russia di Stalin intervenne massicciamente a sostegno del fronte repubblicano. Francia, Inghilterra e Stati Uniti, invece, preferirono attenersi ad una politica di neutralità. In soccorso della Repubblica furono molte migliaia gli antifascisti, europei e americani, che si recarono in Spagna per combattere contro l’esercito di Franco dando vita alle “Brigate internazionali”2.
La guerra civile spagnola fu la prima “guerra totale” in cui lo sviluppo dell’aeronautica militare permise di portare il conflitto in ogni angolo del paese. L’intero territorio della Spagna divenne così un fronte di guerra, e tutta la sua popolazione un obiettivo militare suscettibile di attacchi indiscriminati.
Il bombardamento aereo di Guernica del 26 aprile 1937, con la conseguente distruzione della città basca, da parte dell’aviazione tedesca con l’appoggio di quella italiana è passato alla storia come un atto emblematico della barbarie nazi-fascista (e non solo) che anticipava le strategie di impiego “terroristico” su larga scala dell’arma aerea nella Seconda guerra mondiale3.
Tra il 16 e il 18 marzo 1938 la “Aviazione Legionaria Italiana”, con il supporto della tedesca “Legion Condor”, compì una serie di incursioni aeree su Barcellona, bombardando a tappeto la città e causando centinaia di morti e feriti tra la popolazione civile. Il bombardamento era stato ordinato personalmente da Mussolini per dimostrare la forza distruttiva dell’arma aerea dell’Italia fascista4.
Dopo un alterno andamento della guerra a favore dell’uno o dell’altro dei due fronti, nazionalista-franchista e repubblicano, a partire dal 1938, per effetto della netta superiorità militare del primo (grazie al decisivo aiuto italiano e tedesco) e delle divisioni e lotte interne tra comunisti, socialisti e anarchici del secondo, le sorti della guerra cominciarono a essere sempre più favorevoli ai nazionalisti.
Il 26 gennaio 1939, Barcellona venne conquistata dai nazionalisti e il 28 marzo Franco entrò trionfante a Madrid. Il primo aprile venne proclamata la fine delle operazioni belliche. Iniziò così in Spagna un regime autoritario e illiberale con Franco dittatore che durerà fino al 1975.
2. La partecipazione dell'Italia fascista
Rilevante fu il contributo dell’Italia fascista nell’assicurare alle forze nazionaliste guidate da Franco una superiorità bellica nella lotta contro la Repubblica.
Mussolini, che ambiva a conquistare un ruolo di preminenza nell’Europa mediterranea, inviò in Spagna, nell’arco dell’intero conflitto, più di settantamila soldati, una notevole quantità di materiale bellico (aerei, cannoni e carri armati) e autorizzò l’impiego dell’aeronautica militare e della marina da guerra italiana per il trasporto delle truppe, il bombardamento delle città rivierasche e per il danneggiamento/affondamento “piratesco” delle navi della Repubblica. Alle potenze europee (Inghilterra e Francia, innanzitutto) Mussolini voleva offrire una prova, sia pure indiretta (nell’ambito di una guerra non dichiarata), delle capacità militari dell’Italia fascista5.
Gli italiani vennero inquadrati nel Corpo Truppe Volontarie (CTV: i “legionari fascisti”). Molti di loro non erano però persone spinte ad aderire alla causa nazionalista spagnola da ideali fascisti o dall’antibolscevismo, ma dalla promessa di alte paghe e/o di avanzamenti nella carriera militare. La maggior parte era convinta che quella guerra sarebbe stata facile e di breve durata. Ma la guerra di Spagna non fu né facile e né breve6.
Nella “Battaglia di Guadalajara” (dal nome dell’omonima città), tra l’8 e il 23 marzo 1937, si affrontarono in un durissimo scontro, da una parte, l’esercito nazionalista, affiancato dagli italiani del Corpo Truppe Volontarie e, dall’altra, i combattenti della Repubblica, tra i quali gli antifascisti italiani del “Battaglione Garibaldi”, dando vita a quella che è stata definita dagli storici «una guerra civile nella guerra civile»: una drammatica anticipazione di ciò che sarebbe accaduto in Italia dopo l’8 settembre 19437.
La battaglia, con numerosi morti e feriti in entrambi gli schieramenti, si concluse con il successo difensivo dei repubblicani, che fermarono la manovra di accerchiamento di Madrid da parte dell’esercito nazionalista. La sconfitta del Corpo Truppe Volontarie venne amplificata dentro e fuori la Spagna dalla propaganda filorepubblicana, e costituì un pesante smacco per Mussolini, incidendo sui suoi rapporti con Franco e sull’autonomia operativa dei “legionari”.
Tra gli eventi bellici di maggior rilievo a cui parteciparono i militari italiani, dopo la “Battaglia di Guadalajara”, è doveroso ricordare:
• nell’estate del 1937, la “Battaglia di Santander”;
• nel corso della seconda metà del 1938, la“Battaglia dell’Ebro”;
• tra il dicembre 1938 e il febbraio 1939, la “Offensiva della Catalogna”.
La “Battaglia di Santander” fu combattuta tra il 14 agosto e il 1° settembre del 1937 con una serie di operazioni militari che portarono ad una pesante sconfitta delle forze repubblicane che difendevano la città e la provincia di Santander e ad un netto ribaltamento delle sorti della guerra a favore dell’esercito nazionalista8.
La “Battaglia dell’Ebro” fu la più grande e sanguinosa battaglia della guerra civile che causò decine di miglia di morti e di feriti. Venne combattuta tra il luglio e il novembre 1938 lungo il corso inferiore del fiume Ebro con esiti disastrosi per le forze repubblicane9.
La “Offensiva della Catalogna” venne condotta dall’esercito di Franco tra il 23 dicembre 1938 e il 13 febbraio 1939 per conquistare Barcellona e il territorio catalano rimasto sotto il controllo delle forze repubblicane fin dall’inizio della guerra civile. L’offensiva dei nazionalisti si concluse con la vittoria di Franco e la sconfitta definitiva della Repubblica10.
3. Una guerra raccontata per immagini
Una peculiarità della Guerra civile spagnola è stata la grande copertura mediatica a livello internazionale che l’ha accompagnata per tutta la sua durata: i giornali pubblicavano gli articoli dei loro inviati in Spagna; la radio informava quotidianamente i propri ascoltatori sui principali eventi; le riviste illustrate stampavano le fotografie scattate dai numerosi reporter che seguivano sul campo gli opposti schieramenti; nelle sale cinematografiche venivano proiettati i cinegiornali che, con le riprese video e le registrazioni audio, offrivano al pubblico lo “spettacolo” della guerra in atto11.
I cinegiornali, in particolare, erano un importante strumento di propaganda usato sia dai repubblicani che dai nazionalisti, e dai loro alleati, in una guerra civile che veniva combattuta non solo sui campi di battaglia ma, con un’ampiezza del tutto nuova, anche sul piano ideologico, dando vita ad un «confronto radicalizzato tra due visioni del mondo e della politica» basate sulla contrapposizione tra democrazia e dittatura, tra comunismo e fascismo, tra libertà religiosa e cattolicesimo clericale, tra apertura alla modernità e difesa ad oltranza delle tradizioni12.
Nei cinegiornali repubblicani veniva dato ampio risalto alla partecipazione e al sostegno delle masse alla lotta contro i nazionalisti, al sentimento anticlericale del popolo spagnolo, alla volontà delle donne di emanciparsi e di dare il loro contributo alla difesa della Repubblica e dei valori che essa rappresentava. Le immagini belliche, per aumentare la solidarietà internazionale, mostravano le terribili conseguenze dei bombardamenti dell’aviazione nemica sulle città e sulla popolazione civile.
Nei cinegiornali dei nazionalisti prevalevano le sfilate di militari inquadrati nei loro battaglioni, la celebrazione di messe al campo, le manifestazioni di organizzazioni della società civile a difesa della “vera Spagna” contro il comunismo e l’anarchia dei sostenitori della Repubblica. I filmati sottolineavano, in particolare, l’odio e la violenza antireligiosa e anticlericale dei “rossi” ricorrendo a immagini di chiese distrutte o saccheggiate e di cimiteri profanati13. Sul piano militare esaltavano i successi nella conquista delle città e delle provincie del Nord-Est del paese, e, per giustificare la violenza dei bombardamenti aerei dei loro alleati (italiani e tedeschi), sostenevano che essi erano l’inevitabile risposta a quelli (del tutto inventati) delle forze repubblicane, ricorrendo in alcuni casi alla falsificazione della realtà mediante il montaggio ad arte dei filmati14.
4. I cinegiornali Luce nell’archivio storico online dell’istituto
Per filmare la Guerra civile spagnola l’Italia fascista utilizzò i cineoperatori dell’Istituto Luce. Furono inviati in Spagna per seguire l’avanzata dei nazionalisti e le imprese dei “legionari”. A loro si devono la gran parte delle riprese utilizzate nei cinegiornali italiani proiettati nel corso della guerra15.
L’archivio storico online dell’Istituto Luce mette a disposizione degli utenti della rete i cinegiornali che contengono filmati sulla Guerra civile spagnola. Contraddistinti da un numero e da una data (possono essere elencati sia in ordine di data crescente che decrescente dal 19 agosto 1936 al 6 ottobre 1939) formano un corpus di immagini consistente e ben organizzato che offre al mondo della scuola una preziosa risorsa didattica per conoscere come il regime fascista mostrava agli italiani quel conflitto. Una rappresentazione manipolatoria della realtà con prevalenti fini propagandistici, che, proprio per questo, necessità di una attenta critica delle fonti.
Di seguito segnaliamo alcuni cinegiornali scelti tra quelli che meglio rappresentano le diverse strategie comunicative sulla Guerra civile spagnola adottate dal regime fascista (da Mussolini in prima persona) attraverso l’Istituto Luce16.
Nei cinegiornali datati 1936 e primi mesi del 1937, il conflitto veniva presentato come «evento esclusivamente spagnolo» che non coinvolgeva militarmente l’Italia fascista, nonostante i consistenti aiuti inviati da Mussolini alle forze nazionaliste; aiuti che, almeno in questa prima fase della guerra civile, non potevano essere pubblicizzati avendo l’Italia sottoscritto il “Patto di non intervento” (Londra, 15 agosto 1936). Risultava, però, evidente la forte vicinanza politico-ideologica del fascismo all’insurrezione antirepubblicana che si esprimeva nell’utilizzo dei temi e delle parole d’ordine della propaganda nazionalista-franchista.
Ne sono un esempio:
Fig.2: spagnoli in fuga dai “comunisti” - agosto 1936. Archivio storico online Istituto Luce – Cinegiornale Fonte• il servizio inserito nel cinegiornale Luce datato 19 agosto 1936, numero B/B0939, Alcuni episodi della guerra civile spagnola, dove lo speaker commentava le immagini con queste parole: «la rivoluzione divampa in tutte le provincie e la lotta ad oltranza tra la vera Spagna, la Spagna dalle grandi tradizioni, è stata dichiarata contro il governo di Madrid ormai impotente di tenere a freno i partiti estremisti che vogliono portare il paese verso il comunismo. […] Molti sacerdoti cercano scampo con la fuga di fronte alla fobia religiosa dei comunisti»;
Fig.3: l’Alcázar (Toledo) messa a ferro e fuoco dai “rossi” – ottobre 1936. Archivio storico online Istituto Luce – Cinegiornale Fonte• quello sulla Entrata dei nazionalisti a Toledo (cinegiornale del 21/10/1936, numero B/B0978), dove le immagini di distruzione dell’Alcazar erano così introdotte dalla voce del commentatore: «messa a ferro e fuoco dai rossi prima della ritirata dinanzi all’impeto vittorioso delle schiere nazionali che hanno liberato la città dopo tre giorni di accaniti combattimenti»;
Fig.4: esodo della popolazione civile da Irun (Paesi Baschi) per “sfuggire alle barbarie dei rossi” – novembre 1936. Archivio storico online Istituto Luce – Cinegiornale Fonte• il servizio sull’Esodo della popolazione civile da Irun (cinegiornale del 18/11/1936, numero B/B0994) che veniva presentato, con un evidente ribaltamento della realtà, come una fuga precipitosa verso la frontiera francese degli abitanti della città basca per «sfuggire alle barbarie dei rossi che costretti a ritirarsi dinnanzi all’irresistibile avanzata dei nazionali mettono a ferro e fuoco la città».
Fig.5: manifestazioni di entusiasmo popolare per la conquista di Santander da parte dei nazionalisti di Franco. Archivio storico online Istituto Luce – Cinegiornale settembre 1937 Fonte
Fig.6: avanzata delle truppe nazionaliste sul fronte della Catalogna – gennaio 1939. Archivio storico online Istituto Luce – Cinegiornale FonteA partire dall’estate del 1937, Mussolini, «incoraggiato dalla connivenza del governo conservatore britannico, dalle timidezze e dai timori di Leon Blum e dall’inerzia della Società delle Nazioni», abbandonò, a livello comunicativo, ogni reticenza sui suoi aiuti militari ai nazionalisti di Franco, e, conseguentemente, l’Istituto Luce moltiplicò i propri servizi sulla Guerra civile dove veniva dato ampio risalto all’intervento italiano17. E questo, soprattutto, in occasione della “Battaglia di Santander” (14 agosto – 1° settembre 1937), al cui esito positivo contribuirono i “legionari” italiani con un notevole impiego di uomini e mezzi.
Si vedano i filmati: L’offensiva delle camicie nere a Santander; L’occupazione della città; L’entusiasmo per la conquista di Santander).
Fig.7: sfilata ad Alicante delle truppe falangiste vittoriose – aprile 1939. Archivio storico online Istituto Luce – Cinegiornale FonteI cinegiornali Luce del 1938 e dei primi mesi del 1939 mostravano, da un lato, la progressiva avanzata dell’esercito di Franco (supportato dagli alleati, con gli italiani in prima fila) per la conquista dell’intero territorio spagnolo, e, dall’altro, la crisi inarrestabile delle forze repubblicane, il crollo finale della Repubblica e la conclusione della guerra civile.
Tra i cortometraggi, segnaliamo: Episodi della guerra civile spagnola (B/B1278, 30/03/1938); La fuga dei repubblicani della guerra di Spagna (B/B1290, 20/04/1938); Fronte di Catalogna - Battaglia dell’Ebro – Episodi conclusivi (B/B1325, 22/06/1938); L'avanzata dei nazionalisti sul fronte di Catalogna (B/B1442, 11/01/1939); La sfilata delle truppe falangiste vittoriose (B/B1496, 19/04/1939).
Fig.8: inaugurazione a Roma di un monumento ai caduti della Guerra di Spagna – settembre 1938. Archivio storico online Istituto Luce – Cinegiornale FonteI cinegiornali Luce non si limitavano agli eventi bellici ma comprendevano anche filmati sulle cerimonie pubbliche dedicate ai combattenti della Guerra di Spagna, dove una liturgia collaudata “copriva” la tragica realtà della guerra e celebrava il regime fascista e i nazionalisti di Franco.
Ne sono un esempio i cortometraggi girati in occasione delle cerimonie per onorare i volontari italiani e i caduti.
Tra questi: Celebrazioni in onore dei volontari italiani in Spagna, 18/11/1937; L'inaugurazione al Campo Mussolini del monumento ai caduti per la Spagna, 08/09/1938.
Nei mesi immediatamente successivi alla conclusione della guerra civile, i cinegiornali italiani si soffermavano, in particolare, sulle accoglienze festose riservate ai reduci che ritornavano in patria: I legionari ritornano in Italia (B/B1525, 07/06/39); I reduci della guerra di Spagna (B/B1527, 07/06/1939); I reduci italiani – Il trionfale ritorno in patria degli aviatori legionari (B/B1532, 21/06/1939).
Fig.9: accoglienza al porto di Genova dei reduci della Guerra di Spagna – giugno 1939. Archivio storico online Istituto Luce – Cinegiornale FonteNell’imminenza della conflagrazione del Secondo conflitto mondiale, la Guerra civile spagnola, con il suo esito vittorioso, veniva presentata come una dimostrazione di forza e un evento ben augurante per le sfide internazionali a cui l’Italia fascista si sentiva chiamata.
Sarà il conflitto mondiale a riportare gli italiani alla dura realtà di un paese impreparato ad affrontare, per l’inadeguatezza delle dotazioni militari, le limitate capacità industriali e le scarse risorse economico-finanziarie, una grande guerra “moderna” sia in Europa che in Africa.
Note
1 Sulla guerra civile spagnola: Gabriele Ranzato, La guerra di Spagna, Giunti, Milano, 1995; dello stesso autore, L'eclissi della democrazia. La guerra civile spagnola e le sue origini 1931-1939, Bollati Boringhieri, Torino, 2004; Antony Beevor, La guerra civile spagnola, Rizzoli, Milano, 2006; Paola Lo Cascio, La guerra civile spagnola. Una storia del Novecento, Carocci, Roma, 2013; Daniela Aronica (a cura di), Mussolini alla Guerra di Spagna: uomini, mezzi, propaganda, Ibis, Como – Pavia, 2018. In rete: Walter L. Bernecker, Die internationale Dimension des Spanischen Bürgerkrieges: Intervention und Nichtintervention, Nürnberg, 1996; Paul Preston, I teorici dello sterminio: le origini della violenza nella Guerra civile spagnola, in «Spagna contemporanea», 2010, n. 37; Matteo Tomasoni, Enrico Acciai e Edoardo Grassia (a cura di), «Spagna Anno Zero»: la guerra come soluzione, in «Diacronie», n. 7, 3 / 2011; Giulia Medas, La guerra civile spagnola nella recente storiografia, in «RiMe», n. 9, 2012; Marcello Raffa, Dalla “storiografia militante” alla “storiografia liberata”: la guerra civile spagnola, in «Humanities», Anno V, Numero 10, Dicembre 2016.
2 Per un approfondimento sulle “Brigate internazionali”: i materiali e le guide didattiche sul sito del International Brigade Memorial Trust (IBMT).
3 Sul bombardamento aereo di Guernica: la voce dell’edizione in lingua inglese di Wikipedia Bombing of Guernica; la ricostruzione animata dell’evento El bombardeo de Gernika, 2011.
4 Per un approfondimento: Alberto Rosselli, Breve storia dell’Aviazione Legionaria Italiana in Spagna; Jonathan Pieri, In difesa del fascismo? Le motivazioni dei volontari dell’Aviazione Legionaria in Spagna (1936-1939), in «Spagna contemporanea», n. 63, a. XXXII, 2023; Xavier Domènech Sampere, Laura Zenob, Quan Plovien Bombes. I bombardamenti italiani e la città di Barcellona durante la guerra civile, in «Spagna contemporanea», n. 31, a. XVI, 2007.
5 AA.VV., La partecipazione italiana alla guerra civile spagnola, Atti seminario, Gernika Peace Museum, 2023
6 Sull’argomento: Gabriele Ranzato, Volontari italiani in Spagna, in “Spagna per l’idea fascista. Legionari trentini nella guerra civile spagnola (1936-1939”, Museo Storico Italiano della Guerra, 2008; Aymeric Lopez, Italiani in Spagna 1936-1937: Corpo Truppe Volontarie (C.T.V.), Soldiershop, 2022.
7 Batalla de Guadalajara (1937), in «Wikipedia» edizione in lingua spagnola; Valentina Catelan, Incontro tra fascisti e antifascisti italiani durante il conflitto spagnolo: la battaglia di Guadalajara, in «Diacronie”, n. 7, 3 / 2011; Leonardo Pompeo D’Alessandro, Guadalajara 1937. I volontari italiani fascisti e antifascisti nella Guerra di Spagna, Carocci, Roma 2017.
8 Batalla de Santander in «Wikipedia» edizione in lingua spagnola.
9 Batalla del Ebro, in «Wikipedia» edizione in lingua spagnola. Il sito web del “Consorcio Memorial de los Espacios de la Batalla del Ebro” contiene materiali didattici open access Recursos pedagògics.
10 Ofensiva de Cataluña, in «Wikipedia» edizione in lingua spagnola.
11 Luisa Cigognetti, Guerra civile spagnola e mercato dei media, in «Storicamente», 4 (2008); «La Guerra civile spagnola costituisce uno dei primi conflitti rappresentati in maniera moderna, utilizzando non solo nuovi mezzi tecnici a disposizione (si pensi all’avvento del cinema sonoro in quegli anni e ai nuovi modelli di macchina fotografica), ma anche nuovi modelli narrativi di presentazione degli eventi. Queste trasformazioni determinano la nascita di nuove figure, nuovi testimoni-narratori dell’evento, capaci di dar vita a immagini-simbolo: fotografie, riprese ciematografiche, manifesti o tele che trascendono la situazione referenziale in cui sono nate per trasformarsi in icone di tutto un evento o addirittura della più generale condizione umana» (Simona Miglietta, La Guerra civile come rappresentazione nella produzione cinematografica e fotografica franchista dal 1936 al 1939, in «Spagna contemporanea», n. 39, a. XX, 2011, p. 118).
12 Pierre Sorlin, Immagini in movimento: guerra, cinema e televisione, in Peppino Ortoleva e Chiara Ottaviano (a cura di), Guerra e mass media, Liguori Editore, Napoli, 1994, pp. 229-242; Luisa Cigognetti e Pierre Sorlin, Quando si parla della guerra civile spagnola. Immagine e rappresentazione (1936-1939), pp. 14-26, e Adolfo Mignemi, Tecniche e strategie della comunicazione politica nella guerra civile spagnola, pp. 176-202, in AA.VV., Immagini nemiche. La guerra civile spagnola e le sue rappresentazioni (1936-1939)”, IBC Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, Bologna, 1999; Daniela Aronica e Andrea De Michele, Introduzione alla mostra “Fu la Spagna! Lo sguardo fascista sulla guerra civile spagnola”, Roma, 5 ottobre – 18 novembre 2018; Anna Scicolone, La rappresentazione della Guerra civile spagnola nei notiziari cinematografici, tesi di dottorato, Università degli Studi della Tuscia di Viterbo.
13 «Nella produzione cinematografica del periodo bellico [...] le telecamere franchiste non prestarono attenzione alle vicende della vita quotidiana, come avveniva invece nelle produzioni repubblicane, ma privilegiarono gli eventi militari, politici e religiosi, affrontando pochi ma ricorrenti temi che coincidevano con il repertorio linguistico della propaganda orale: la fede, la vocazione cristiana del paese, la tradizione e la restaurazione dei valori eterni. Costante il riferimento al passato glorioso, storico o culturale, per promuovere una determinata idea di grande efficacia retorica: il destino della Spagna caratterizzato da una sorta di missione predestinata di cui il franchismo si faceva portavoce» (Simona Miglietta, La Guerra civile come rappresentazione nella produzione cinematografica e fotografica franchista dal 1936 al 1939, in «Spagna contemporanea», n. 39, a. XX, 2011, p. 108).
14 «Per contrastare le “versioni” repubblicane sui bombardamenti, i franchisti si servirono anche loro del cinema. In alcuni servizi sostennero che le distruzioni e le macerie di Madrid e Barcellona erano conseguenza di una rappresaglia necessaria contro i bombardamenti che i repubblicani avrebbero operato a Siviglia (cosa poco credibile vista la debolezza dell’aviazione lealista). Ricorsero allora al tipo di menzogna che consente il cinema: fecero montaggi nei quali immagini girate in città ancora in mano ai repubblicani sembravano provenire dalla parte nazionalista. Per esempio, in mezzo a riprese fatte in un quartiere distrutto, venivano inserite riprese fatte in una città conquistata dai franchisti, nella quale si vedevano le divise nere della Falange: non solo il montaggio dava l’impressione che anche la parte nazionalista era stata bombardata ma, soprattutto, faceva sì che gli spettatori non riuscissero a riconoscere l’origine di quelle immagini raccapriccianti» (Luisa Cigognetti e Pierre Sorlin, Quando si parla della guerra civile spagnola. Immagine e rappresentazione (1936-1939), p. 23, op.cit.).
15 Nel novembre 1936 l’Italia aprì in Spagna un “Ufficio Stampa e Propaganda” che aveva tra i propri compiti quello di filmare la guerra civile tramite i cineoperatori dell’Istituto Luce. Sull’Istituto Luce e sulla sua attività foto-cinematografica, i miei articoli in «Historia Ludens»: L’immaginario coloniale. L’Africa nelle fotografie dell’Istituto Luce; La Campagna di Russia 1941-1943. Propaganda e mistificazione nei cinegiornali Luce.
16 Daniela Aronica, La guerra civil española en el cine de no ficción de la Italia fascista, in AA.VV., La partecipazione italiana alla guerra civile spagnola, Atti seminario, Gernika Peace Museum, 2023, pp. 258-265.
17 Mino Argentieri, L’Occhio del regime. Informazione e propaganda nel cinema del fascismo, Vallecchi editore, Firenze, 1979, pp. 132-133.