rivoluzione industriale

  • La Rivoluzione industriale nelle immagini

    di Joan Santacana Mestre
    (Traduzione e attività di Antonio Brusa, Alessandra Gabelli e Giuseppe Losapio)

    Joan Santancana Mestre, docente di Didattica delle Scienze Sociali dell’Università di Barcellona, nel suo blog ha pubblicato un laboratorio sulle immagini relativo alla prima parte della Rivoluzione industriale, quella che normalmente nei manuali è identificata come la Prima rivoluzione industriale.

    Il laboratorio è formato da 37 incisioni (illustrazioni di stampo politico, satirico e di denuncia sociale), che rappresentano fenomeni e tecnologie a partire dal 1703.

    Il docente catalano suggerisce di far lavorare gli studenti e le studentesse a gruppi, dando loro il compito di osservare un paio di immagini e di leggere le relative didascalie, invitandoli poi a fare una verbalizzazione di quello che ritengono di aver appreso.

    Aggiungiamo a questa altre attività didattiche che possono essere realizzate sia singolarmente, sia in sequenza, montandole – tutte o alcune - in modo da costruire un percorso più complesso. I percorsi possono essere adattati ai vari ordini e gradi scolastici. Il lavoro in gruppi è sicuramente proficuo, vista la quantità di materiali, ma alcune fasi possono essere svolte singolarmente.

    01Fig.1: Fig. 1. Popolo liberato, la cui felicità sta per cominciare, incrocia le braccia dopo aver tanto lavorato, disegno caricaturale di Charles Joseph Travies de Villers, che mostra uno sciopero a Parigi Fonte

    Preparazione del materiale

    Dopo la descrizione delle attività, troverete la tabella delle immagini, tradotta in italiano. Come vedrete, ogni immagine è corredata da un titolo e da una breve nota che guida all’osservazione. Conviene stampare le immagini su carta un po’ spessa, e ritagliarle in modo da “giocare/lavorare” con 37 carte.

    Tematizzare

    Le carte possono essere classificate nei seguenti nuclei tematici:

    Agricoltura
    Industria tessile
    Fonti d’energia
    Materie prime
    Condizione dei lavoratori o Questione sociale
    Urbanizzazione
    Trasporti
    Colonizzazione

    L’attività, dunque, consiste nel classificare le carte. Può essere svolta tutti insieme, oppure in gruppi: in questo caso, ogni gruppo avrà il mazzo delle 37 carte. Se la classe è competente, si può lanciare l’attività chiedendo alla classe, o ai gruppi, di individuare autonomamente i temi.

    Al termine di questo lavoro, che può durare 15 minuti all’incirca, si propongono i seguenti problemi:

    - Ci sono delle carte che sono presenti in più gruppi? Questo vuol dire qualcosa rispetto alla loro importanza?
    - Ci sono dei temi che si giudicano più importanti degli altri? Per quali motivi?
    - Ci sono dei temi che appaiono del tutto accessori, rispetto al processo complessivo della Rivoluzione industriale?

    In chiusura, si possono proporre le seguenti consegne:

    - Descrivi un tema, citando tutte le immagini che vi sono comprese
    - Descrivi il processo della rivoluzione industriale, citando tutti i temi trattati.

    Periodizzare

    In questa attività si trasformano i temi, visti sopra, in periodizzazioni: cioè si scopre e si ragiona sulla valenza temporale dei singoli aspetti della Rivoluzione industriale.

    In una prima fase si datano le carte. Le date possono essere cercate sia su Wikipedia, sia sulla Treccani ragazzi. Non tutte le carte hanno una data precisa. Di quelle che descrivono dei fatti continuativi (per esempio: il lavoro dei bambini nelle miniere) stabilite in quale momento della cronologia vanno sistemate; di quelle che descrivono dei processi (come la colonizzazione del pianeta), scegliete la data di un evento (per esempio: 1819, l’Inghilterra conquista Singapore) che vi appare significativo.

    Nella seconda, si tracciano quattro cronogrammi e si ordinano cronologicamente le carte relative:

    agricoltura
    industria
    urbanizzazione
    colonizzazione

    Nella terza fase, si confrontano i cronogrammi soffermandosi su quei fenomeni che interessano più linee temporali. Esempio: la carta del luddismo, che verrà messa nel cronogramma della società, ha rapporti sia con il cronogramma dell’industria, sia con quello delle città. Ecco alcuni problemi che possiamo sollevare a partire da queste cronologie:

    - Possiamo affermare che gli eventi più importanti sono quelli che interessano più cronologie?
    - Ci sono eventi nel manuale, non necessariamente trovati nel capitolo della rivoluzione industriale, che possono essere inseriti in queste cronologie?
    - Aggiungendo a queste cronologie una tutta politica (ricavata dal manuale): avrebbe qualche rapporto con gli eventi della Rivoluzione industriale?

    Complessificare

    In una prima fase, si dispongono le carte a spaglio, su un cartoncino abbastanza grande (70X90, per esempio). Con un pennarello, gli studenti tracciano i collegamenti, che secondo loro, si possono stabilire fra i diversi elementi. A richiesta dell’insegnante li spiegano. Questa attività può essere svolta collettivamente o in gruppi.

    In una seconda fase, la classe lavora in gruppi. Ad ognuno di essi viene indicata una carta che dovrà essere messa al centro del tabellone. Le altre carte dovranno essere collegate in modo ragionato rispetto a questo centro. Le carte centrali potrebbero essere:

    - La filatrice
    - Il luddista
    - Il padrone
    - La signora che usa i nuovi beni di consumo
    - Il colonizzatore (l’ultima carta)

    Ogni gruppo proporrà un testo descrittivo del suo cartellone ai compagni. Si valuteranno insieme le differenze.

    Narrare: l'historytelling

    L’immagine è già di suo una forma di narrazione attiva e, se la si comprende, anche coinvolgente. Il lavoro di tematizzazione è utile perché un fenomeno può essere raccontato dall’interno, da un protagonista, oppure da un punto di vista esterno. Questo lavoro sarà facilitato nel caso gli allievi abbiano già svolto quello della complessificazione.

    Due suggerimenti:

    - il punto di vista interno ovvero raccontare il fenomeno con gli occhi di un contadino che descrive quello che lui vede della Rivoluzione agricola, di un operaio luddista che parla della questione sociale, oppure la scrittura di un diario di un abitante della città o di una relazione da parte dell’autore di una delle invenzioni del tempo, per farla acquistare dal proprietario di una fabbrica. Scritti brevi, molto personali, che diano il senso di una testimonianza diretta, che, perciò dovrà sfruttare bene le informazioni ricavate dalle immagini.

    - il punto di vista esterno di un sindacalista, di un politico o di un giornalista. Il primo sosterrà le sue proposte per risolvere i problemi sociali, che descriverà con passione; il secondo spiegherà al parlamento come governare un processo complesso, che coinvolge attori sociali così diversi; il terzo sarà un giornalista straniero che vuole dare notizia, ai lettori del suo giornale, di ciò che sta accadendo in Inghilterra. A differenza del precedente, questi testi saranno tendenzialmente impersonali.

     

    La narrazione può essere realizzata col metodo dell’historytelling. In questo caso, ha bisogno di una arche-tipizzazione dei profili dei singoli personaggi da inserire nel “viaggio dell’eroe”, cioè in una struttura narrativa che metta in discussione una certezza iniziale del personaggio. La struttura ha diversi passaggi, dei quali non è possibile tenere conto in questa sede. Con questa avvertenza, una traccia narrativa potrebbe essere questa:

    - la partenza. Il nostro eroe vive in una certa situazione e formula una speranza: vuole fare qualcosa. Lui sa di potervi riuscire perché …
    - nel suo percorso incontra diversi ostacoli
    - trova un alleato
    - combatte contro un nemico
    - alla fine, riesce/non riesce nel suo intento.

    Per quanto in un historytelling sia lecito (e desiderabile) inserire elementi di fantasia, il riferimento alle carte è un vincolo da sottolineare. Nel corso del debriefing se ne valuteranno il numero e l’uso. Sarà anche utile confrontare le storie, dal momento che varieranno sensibilmente a seconda del personaggio scelto.

    (per una descrizione più dettagliata dell’historytelling si veda: G. Losapio, Intrecci di storie: l’historytelling nella didattica della storia, in C. Dal Maso (a cura di), Racconti da museo. Storytelling d’autore per il museo 4.0, Edipuglia, Bari 2018, pp. 153-166).

    Ricomporre

    Dividete ogni immagine in tre carte, separando il titolo, l’immagine, le osservazioni. Quindi, otterrete 111 carte. Proponete a ciascun gruppo cinque immagini con i relativi titoli e osservazioni. Saranno, perciò, quindici carte ben mescolate. Il gruppo dovrà, attraverso l’osservazione, abbinare correttamente ogni immagine al suo titolo e alla sua didascalia.

    Un’alternativa ludica consiste nel costruire un memory con queste carte. Si può partire da un minimo di dieci immagini, quindi con trenta carte (ogni immagine = tre carte). Non è necessario che ogni gruppo lavori con le stesse carte. Quindi, utilizzando un solo mazzo di 111 carte si potranno realizzare almeno tre gruppi.

    Sarà un memory originale e impegnativo, perché a tre: scoprire contemporaneamente l’immagine, la sua didascalia e il suo titolo. Memorizzazione assicurata.

     

    Titolo della fonte Fonte grafica Osservazioni
    Attrezzo agricolo per seminare
    (1743)
    02  Una delle condizioni perché esista una industrializzazione è che esista una agricoltura moderna.
     Seminatrice Jethro Trull
    (1703)
      03  Prima della rivoluzione industriale ci fu una “rivoluzione agricola”, che introdusse alcuni attrezzi che facilitarono l’ampliamento delle colture
     Immagine dei campi agricolo in piena trasformazione   04  In territori come Inghilterra, Olanda, Piemonte, Catalogna si iniziò una trasformazione agraria che portò a un grande aumento della produttività dei suoli.
    Recinzioni dei campi
    (enclosures)
      05  Prima di introdurre macchinari nella campagna ci fu il fenomeno delle recinzioni, I proprietari recintarono le terre comuni per coltivarle secondo i nuovi sistemi. I contadini che non avevano accesso a queste nuove coltivazioni furono costretti ad abbandonare le campagne.
     Manifattura tessile con spoletta volante   06  Un’invenzione, la spoletta volante, permise di tessere molto più rapidamente senza molto sforzo
    Filatrice   07  La facilità di tessere aumentò la necessità di filo, che – però - si produceva a mano in modo molto lento.
     Filatrice multipla
    (Jenny)
      08  L’invenzione di una macchina per filare: molto semplice, ma molto efficace. A quel punto c’era filo in abbondanza.
     Telaio meccanico   09  L’abbondanza di filo fece emergere la necessità di telai meccanici più rapidi. Così vennero creati dei telai mossi dall’energia idraulica.
    Macchina a vapore di J. Watt   10  L’invenzione di macchinari mossi dal vapore dell’acqua, ottenuto attraverso l’uso di carbone, permise di azionare meccanicamente i telai.
    La fabbrica a vapore   11  Una sola macchina a vapore poteva muovere molti telai a la volta.
    Era nata la fabbrica!
    Miniere di carbone   12  Il crescente bisogno di carbone dette impulso all’attività mineraria
    Minatori   13  I minatori erano reclutati tra i contadini cacciati dalle terre. Il loro lavoro era duro e spesso molto pericoloso.
    Bambini minatori   14  Per muovere i carrelli nelle gallerie strette si utilizzavano i bambini
    Alcuni animali nelle miniere di ferro e carbone   15  Il carbone si trasportava con dei carrelli su rotaie guidati dagli animali
     Distruzione dei macchinari   16  L’industrializzazione lasciava senza lavoro gli antichi tessitori e coloro che si occupavano dei filati. La loro reazione fu di organizzarsi per distruggere i macchinari.
    Movimento luddista   17  I distruttori dei macchinari vennero chiamati “luddisti” in Gran Bretagna e questa parola assunse il significato di “nemici delle macchine”
    Padrone/proprietario assassinato da un luddista   18  Il nascente movimento operaio si oppose ai macchinari con tutti i mezzi e si diffuse anche l’idea di assassinare i proprietari delle macchine
    Città con quartieri industriali   19  Le città si circondarono di grandi quartieri, pieni di camini del vapore che ingrigivano il cielo.
     Telai azionati da macchine a vapore   20  Le fabbriche, azionate dal vapore, utilizzarono soprattutto donne, perché le potevano pagare di meno per gli stessi compiti svolti dagli uomini
    Nascono città che sono grandi centri industriali   21  Quasi tutte le grandi città europee si trasformano in centri industriali con un significativo aumento della popolazione urbana, a causa della migrazione dei contadini che migravano in città per cercare lavoro.
    Treni a vapore   22  Presto il vapore divenne una fonte di energia che si utilizzò per il trasporto terrestre delle materie prime
    Trasporto dei viaggiatori   23  La ferrovia fu uno dei “figli” della rivoluzione industriale e permise per la prima volta il trasporto facile dei viaggiatori sui grandi distanze
    Battelli a vapore   24  Presto il vapore si utilizzò per muovere ruote ed eliche dei battelli. In questo modo potè nascere un commercio internazionale delle merci più sicuro e più economico
    Battelli con lo scafo di ferro   25  I battelli a vapore funzionavano magnificamente con gli scafi di ferro. Il ferro divenne un elemento strategico per l’economia di molti paesi.
    Contadini cacciati dai campi si accalcano nei quartieri urbani   26  I contadini cacciati si affollarono nei sobborghi e presto rappresentarono un esplosivo problema sociale
    Cresce la povertà   27  La povertà delle classi basse provocò ondate di carestie
    Sfruttamento del lavoro minorile   28  L’industria si rese conto che la manodopera minorile non solo era utile per le miniere, ma anche per i lavori che richiedevano mani piccole
    L'industria invade la campagna con le macchine a vapore   29  Le macchine a vapore, che muovevano telai, treni e battelli, vennero utilizzate anche in campagna
    Si inventano nuovi macchinari per ottenre l'acciaio   30  A metà del secolo XIX ci fu un’invenzione fondamentale per il futuro industriale: il convertitore Bessemer che permetteva di fabbricare acciaio con grande precisione. Adesso si potevano perfezionare moltissimo i nuovi macchinari.
    Miserabili quartieri operai in tutta Europa e nel Nord America   31  Gli antichi contadini si trasformarono in operai dipendenti, chiamati “proletari” perché l’unica cosa che possedevano era la “prole”, cioè i figli.
    Costante aumento della produzione   32  La rivoluzione industriale avviò un processo di costante aumento della produzione.
    D’ora in poi le crisi non sarebbero state per la scarsa produzione, ma per la produzione, a volte così abbondante che non si poteva vendere.
    Aumenta il commercio internazionale   33  Per poter vendere i prodotti era necessario ricorrere al grande commercio internazionale, che era facilitato dai battelli a vapore e dai treni.
    L'industria tessile cresce molto   34  La rivoluzione industriale permise la nascita di una società dei consumi, che poteva acquisire beni, come vestiti, a prezzi molto più bassi di prima.
    Necessità di cotone. 
    Schiavitù
      35  La rivoluzione industriale richiese milioni di tonnellate di cotone. Il commercio degli schiavi fu il risultato di ciò
    Bisogno di mercati e di materie prime   36  La ricerca di nuovi mercati per le materie prime come i metalli, il cotone, il legno, etc, fu all’origine del nuovo colonialismo che nacque nella seconda metà del XIX secolo.
    Le nazioni industriali acquisiscono colonie e le occupano militarmente   37  Il dominio coloniale necessitava di un crescente controllo militare sulle colonie, Così si giustificarono enormi eserciti.
    I paesi industriali sottomettono continenti interi   38  Africa, Oceania e parte dell’Asia furono oggetto prima del colonialismo europeo e poi di quello nordamericano.

     

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