costituzione

  • Un video per raccontare il territorio

    Autore: Valentina Ventura


    A lezione di Cittadinanza e Costituzione

    1. Introduzione
    2. Metodologia e fasi di realizzazione del video
    3. La trama del video-racconto (ovvero lo storyboard)
    4. Conclusione. Un video non è un tema

    1) Introduzione

    Educare alla cittadinanza attraverso la lente di un obiettivo. Questo lo scopo del progetto-concorso nazionale “Articolo 9 della Costituzione. Cittadinanza attiva per la cultura, la ricerca e il patrimonio storico e artistico”, promosso dai  Ministeri dell’Istruzione e dei Beni culturali e della Fondazione Benetton studi e ricerche durante l’anno scolastico appena concluso e dedicato agli studenti della secondaria superiore. Duplice l’obiettivo da raggiungere:

    • sviluppare alcune competenze di cittadinanza, sia quelle di base, da certificare al termine del primo biennio, sia quelle che investono l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” lungo tutto il quinquennio della scuola superiore. In particolare il  DM 139/2007 stabilisce che tutti gli studenti (dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali) al termine del corso di studi dell’obbligo d’istruzione devono possedere alcune precise competenze spendibili nella realtà sociale, tra le quali quella di “utilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione consapevole del patrimonio artistico e letterario”;
    • fare della partecipazione al Progetto uno strumento complementare per gli insegnamenti curricolari disciplinari, in particolare di Storia e Storia dell’Arte, attraverso la creazione di contesti di apprendimento differenziati, in cui gli studenti siano chiamati ad agire e a confrontarsi con problemi reali e nei quali la scuola entri  in contatto con la società civile, con la sua storia, le risorse presenti sul territorio.

    Il progetto si è articolato in due fasi: la prima fase (settembre 2012-gennaio 2013) ha previsto una serie di lezioni-conferenze, tenute da alcuni dei maggiori studiosi e protagonisti della vita culturale nazionale, sui temi inerenti l’articolo 9 della Costituzione, in luoghi quali istituti, palazzi, musei, biblioteche ed archivi, testimonianze del patrimonio culturale italiano. Per le classi presenti dal vivo alle conferenze, c’è stata la possibilità di visite o laboratori didattici collegati ai temi affrontati. La seconda fase (febbraio-aprile 2013) ha previsto la partecipazione a un concorso per il quale  gli studenti hanno realizzato un video della durata massima di 5 minuti, sui contenuti dell’articolo 9 della Costituzione.

     


    2) Metodologia e fasi di realizzazione del Video

    Nella scelta dell’argomento da affrontare nel video con la mia classe, la II A dell’IISS “Vito Sante Longo” di Monopoli, abbiamo puntato l’attenzione sulla valorizzazione del paesaggio rupestre, caratteristico del territorio pugliese. Scopo del percorso didattico elaborato è stato quello di avvicinare gli studenti all’osservazione, lettura e interpretazione del paesaggio come fonte storica e culturale, favorendone la conoscenza e l’impegno attivo per la sua valorizzazione e tutela. L’approccio è stato di tipo multidisciplinare, poiché molteplici sono le anime del paesaggio (storica, geologica, floro-faunistica, antropologica, ecc.).

    La fase di acquisizione dei dati ha previsto una serie di momenti di approfondimento:

    • la partecipazione della classe all’incontro sul tema “Un bene misconosciuto: il paesaggio italiano, tra Costituzione, ambiente, cronache e condizioni storiche contemporanee”, tenuto presso l’Archivio di Stato di Bari da Giuseppe Fiengo, avvocato distrettuale di Stato di Napoli;

     

     

    • lezioni sul paesaggio rupestre tenute dal dott. Sergio Chiaffarata (Centro Studi Normanno Svevi dell’Università di Bari-Associazione Historia Ludens);

     

     

    • sopralluoghi sul territorio con l’ausilio delle guide del Centro turistico giovanile di Monopoli;

     

     

    • visita d’istruzione al Parco Naturale dell’Alta Murgia, al Pulo e al museo di Lamalunga ad Altamura;
    • produzione scritta di sintesi inerenti gli argomenti trattati negli incontri; ricerca bibliografica e sitografica.

     

    Nella fase di consolidamento e progettazione abbiamo condiviso in classe i risultati delle ricerche avviate, revisionato in modo collaborativo i materiali prodotti e realizzato una serie di articoli sulla valorizzazione del patrimonio culturale, pubblicati dai ragazzi sulle testate giornalistiche locali. In seguito si è proceduto alla progettazione e realizzazione del video per la partecipazione al concorso. I ruoli sono stati assegnati tenendo presenti le competenze di base dei ragazzi e le loro richieste, cercando di favorire sempre il lavoro collaborativo e lo scambio di esperienze.

    Innanzitutto, in base agli scarsi mezzi tecnici a disposizione, si è operata la scelta di montare le immagini del video con una colonna sonora (nel nostro caso Somewhere over the rainbow, nell’interpretazione dall’artista hawaiano Israel Kamakawiwo) evitando così i problemi del montaggio dell’audio in presa diretta.

     

    Quindi abbiamo scelto il titolo del video “Tra queste pietre…le nostre radici”.

    Abbiamo selezionato una serie di frasi di autori famosi della letteratura internazionale che avessero come argomento il paesaggio e ne abbiamo scelta in particolare una di Fernando Pessoa, che ben sintetizza il messaggio che abbiamo voluto trasmettere con il nostro video. L’abbiamo utilizzata nella videata conclusiva e recita: “È in noi che i paesaggi hanno paesaggio. La vita è ciò che facciamo di essa. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo”.

    Tenendo presenti queste parole abbiamo girato le scene del nostro video. Le uscite dedicate alle riprese, in orario extrascolastico, sono diventate anche una bella e importante occasione di incontro e condivisione con le famiglie, che si sono messe a disposizione accompagnandoci nei sopralluoghi e supportandoci nella realizzazione del video.

     


    3) La trama del video-racconto (ovvero lo storyboard)

    Scena 1 (Zona Costa Ripagnola. “Pagghiare” del XIX secolo. Protagonisti: due ragazzi in vespa): E’ primavera e il sole e la temperatura mite invitano ad uscire e ad immergersi nella natura. In un’ideale passeggiata i ragazzi si trovano a riscoprire luoghi che conservano intatto il fascino dell’antica civiltà rurale, che nei secoli ha abitato le nostre terre coltivando ulivi, vigne, frutteti ed aprendosi al mare. Le “pagghiare” (o furni) sono costruzioni realizzate a secco dai contadini con le pietre recuperate dal dissodamento del terreno. Possono essere semplici ripari per la pioggia o la calura estiva, depositi per gli attrezzi agricoli o essere adibite ad abitazione rurale.

     

     

    Scena 2 (Lama e Torre Incina XVIII secolo, spiaggia. Protagonisti: i due ragazzi in vespa; tre coppie di amici) In queste terre l’acqua ha modellato la roccia e l’uomo, a partire dai primi secoli del Medioevo,  ha assecondato e completato quest’opera ricavando dimore, chiese, frantoi, nei fianchi delle “lame”, e qui si è rifugiato dando vita alla civiltà rupestre. Si definiscono lame i solchi di erosione torrentizia  poco profondi modellati in rocce solubili, tipici del paesaggio pugliese,  che ricorrono assai numerosi e perpendicolari alla costa e convogliano verso il mare le acque meteoriche dall’altopiano della Murgia.

     

     

    Scena 3 (Lama Belvedere. Protagonista: una ragazza a spasso con il cane)  Il vecchio e il nuovo si incontrano, e questo si percepisce anche nel tessuto urbano dove è possibile, tra palazzi moderni, ai piedi del nostro Istituto scolastico, trovare un branco di asinelli che pascola in un’isola verde risparmiata (per quanto ancora?) dalla cementificazione.

     

    Scena 4 (Lama dell’Assunta e chiesa dei santi Andrea e Procopio XI secolo. Un nonno e una bambina, due ballerine di Pizzica) Ricostruirne la storia è possibile non solo attraverso i monumenti e le testimonianze materiali, ma anche attraverso i racconti legati al mondo contadino e le tradizioni che esso ha prodotto. Alla passeggiata si uniscono un nonno e la sua nipotina, alla quale il vecchio racconta standosene seduto all’ombra di un ulivo secolare, e per mano vecchio e bambina entrano in una chiesa rupestre illuminandone gli affreschi con una torcia per poi  incamminarsi lungo la lama a scoprirne la natura.

     

     

    Scena 5 La passeggiata del gruppo si conclude alla “Loggia di Pilato”, un belvedere in collina dal quale l’occhio spazia su tutto il territorio monopolitano. I protagonisti delle scene precedenti si incontrano e si fermano ad ammirare il paesaggio. L’immagine sfuma e viene sostituita da una foto di tutto il gruppo di lavoro (genitori compresi) accompagnata dalle parole di Pessoa.

     

     

    4) Conclusione. Il video non è un tema

    Non ci interessa molto non aver vinto. Forse era nei fatti. Probabilmente un lavoro più canonico, con i commenti, le schede, le musiche del tempo e magari l’enfasi sulle origini e l'esaltazione della cultura locale avrebbe avuto più successo al concorso. Ma sono convinta che, quando si realizza un prodotto culturale, occorra seguirne le regole – storiche in primo luogo – e tecniche,  e che nel loro apprendimento consista il pregio formativo di un’esperienza come quella che ho descritto.

    Perciò, ho cercato di insegnare a guardare il paesaggio e a ricostruirlo culturalmente nel video (questo era lo scopo del lavoro) seguendo i modi di comunicazione simili a quelli della clip, o di reportages affini. (Per la realizzazione di un documentario storico-scientifico consiglierei al collega la lettura del bel lavoro di Simona Bani, Passato sullo schermo. Nuova vita didattica dei documentari storici, in “Mundus”, 2, 2008, pp. 199-206).

    Credo, in questo modo, di aver ottenuto qualcosa che difficilmente si riesce a realizzare con il solo lavoro di classe. Ho favorito la formazione di una memoria di gruppo, con questa esperienza di lavoro coinvolgente e istruttiva. Ho visto i ragazzi entusiasmarsi e, i colleghi sanno che non è retorica,  la luce che si è accesa nei loro occhi. Ho osservato che, dopo i primi sopralluoghi, i ragazzi cominciavano a esplorare il territorio e, man mano, a cercare autonomamente informazioni.

    Il fatto che nasceva il desiderio di conoscere il territorio, e si formava l’impegno a valorizzarlo, è stato il risultato (direbbero i ministeriali “la competenza”) più importante che mi sembra di aver raggiunto.

     

    I luoghi del Video

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