di Antonio Prampolini
Prefazione
Immagini e didattica della storia (Antonio Brusa)
Le immagini da sempre fanno parte, o dovrebbero far parte, del corredo dell’insegnante. Almeno dai tempi lontanissimi di Niccolò Cusano. Da molto meno tempo sono entrate nell’armamentario dell’insegnante di storia, con l’eccezione degli insegnanti della primaria. Infatti, le immagini sono state a lungo considerate un sussidio necessario per i bambini, quando si pensavano incapaci di studiare argomenti lontani nel tempo e nello spazio, e per questo bisognosi di un sussidio visivo.
Le immagini entrano nei manuali molto tardi, intorno agli anni ’70 del secolo scorso. Pian piano, invadono prima quelli delle medie e poi quelli delle secondarie superiori. Resta ancora ben chiusa la cittadella dei manuali per l’università, tetragoni a qualsiasi intromissione in un ambiente che è considerato esclusivo della parola scritta.
Furono richieste dai docenti? No. Furono gli editori che scoprirono che i documenti potevano animare la pagina del testo e così, mentre i manuali antichi recavano appena il busto di qualche personaggio famoso e qualche monumento, a partire dagli anni ’60 (dopo la famosa riforma della media) miniature, templi classici, stampe del Settecento e foto contemporanee diventarono, e lo sono ancora, il mezzo per vivacizzare una materia considerata da molti piuttosto grigia. Ma appunto: fonti usate come illustrazioni. Cioè usate al grado più basso della comunicazione, come supporto e rinforzo emotivo del testo. Non come materiale sul quale lavorare per ricavare informazioni nuove, rispetto al testo. Utilizzate, dunque, banalmente: basterebbe solo questo per giustificare il fatto che di solito non vengono usate, quando si spiega e si fa studiare il manuale.
Tuttavia, i mezzi – la Lim in particolare – e la didattica a distanza hanno invitato molti a inserire immagini nelle loro lezioni; e, a volte, vengono dati compiti che le richiedono, come produrre un ppt su un determinato argomento. Quindi, anche da questo versante, le immagini entrano nella scuola.
Ma come vengono usate? Come illustrazioni o come fonti?
E qui si apre il secondo problema (dopo quello dei manuali). Per usarle come fonti occorre essere ben preparati. Perché le immagini sono le fonti più ingannevoli. Sono facili da leggere molti pensano. Tutti le capiscono si dice (e si aggiunge che nel Medioevo erano la Bibbia dei poveri, dimenticando che c’era sempre un prete che le spiegava). Non è così. Le immagini ti ingannano perché in una prima lettura ti dicono, certo, qualcosa: ma poi, per comprendere che cosa effettivamente ti hanno detto, devi saperle interrogare, confrontare con altre fonti, soprattutto collegarle ad altre informazioni. Altrimenti sarai subalterno di interpretazioni altrui, com’è destino di moltissimi consumatori di immagini, veicolate da vecchi e nuovi media.
Ma, domanda che i lettori di HL conoscono a memoria: dove i docenti possono apprendere a usare in classe le immagini come fonti storiche? Un’inchiesta di pochi anni fa, svolta presso 402 insegnanti di storia contemporanea delle nostre Università, ha mostrato che, sì, molti sono convinti che le immagini siano importanti. Ma pochi ne fanno uso nelle loro lezioni, anzi, c’è qualcuno che afferma con franchezza che sono una perdita di tempo (V. Cappi, A. Mignini, Vedere, sentire e ascoltare. L’uso dell’audiovisivo nella didattica della storia contemporanea, in “Studi culturali, 12, 2, 2015, pp. 197-215). Questo fa specie, per una comunità di studio come quella italiana, che vanta esperienze e studiosi notevoli, da un precursore quale Emilio Sereni, fino a Giovanni De Luna, a Alfonso Mignemi e a tanti altri (ne fa una bella rassegna Matteo Stefanoni, Fotografia e storia, in «Officina della storia», 30 marzo 2013). Per non parlare di «Visual History», la pregevole rivista storica, attenta anche alla didattica, diretta da Costanza D’Elia.
Dunque, occorre rimboccarsi le maniche (operazione anche questa conosciutissima dai lettori di HL) e fare da soli. Noi di Historia Ludens stiamo raccogliendo materiali per questi docenti, e per invogliare tutti coloro che non usano ancora le immagini come fonte storica a prendere coraggio e buttarsi nella mischia.
Antonio Prampolini ha lavorato a una sitografia internazionale, della quale è uscita la prima parte (Sitografia delle fonti e dei temi di indagine), mentre ora pubblichiamo questa, riservata specialmente alla didattica. Come sempre: non spaventatevi della lingua. Google traduttore il suo mestiere comincia a farlo in modo accettabile, almeno per capire i testi.
***
1. Metodologia storiografica e didattica
2. Tipologie documentarie (fotografie, audiovisivi, incisioni, mappe, vignette, fumetti)
3. Le epoche, gli eventi e i luoghi della storia
(Alcuni articoli/siti sono stati segnalati sia nella seconda che nella terza sezione della sitografia. Tutti gli articoli e i siti elencati nella sitografia erano consultabili in rete alla data del 10/03/2021.)
••• Cliccare sulle immagini per ingrandirle.
1. Metodologia storiografica e didattica
01. La “Defenestrazione di Praga”, 23 maggio 1618. (incisione di Matthäus Merian il vecchio, 1593-1650). (Fonte) ► 01. Immagini come fonti storiche
(Bilder als historische Quellen) di Michael Sauer, 28/12/2005. Articolo pubblicato sul sito della Bundeszentrale fűr politische Bildung (BpB), l’Agenzia federale tedesca per l’educazione civica, nella sezione dedicata alla Visual History.
In quanto fonti storiche le immagini sono state a lungo trascurate. E questo ingiustamente, perché sono portatrici di un ricco patrimonio di conoscenze.
Michael Sauer s’interroga per quali argomenti le immagini siano particolarmente adatte e quali siano i problemi metodologici che nascono quando si ha a che fare con il loro utilizzo storiografico.
02. “Georg Gisze”, un mercante tedesco a Londra, dipinto da Hans Holbein il Giovane (1532). (Fonte) ► 02. Le fonti delle immagini nell’insegnamento della storia
(Bildquellen im Geschichtsunterricht). Diapositive sul tema di Michael Reschke, seminario di studio, Neuss (Renania Settentrionale-Vestfalia), 17/11/2008.
03. Prima guerra mondiale: soldati francesi in trincea prima dell’assalto. (Fonte) ► 03. Il ruolo dell’immagine nella lezione di storia
(La place de l’image dans la leçon d’histoire) di Guillaume Zicola, tesi di ricerca, 15 giugno 2011.
Zicola, dopo avere constatato che l’uso delle immagini nell’insegnamento della storia è cresciuto notevolmente negli ultimi trent’anni, illustra un progetto pedagogico su questo tema.
Indice: Le statut de l’image pour l’historien, une place croissante depuis 30 ans; L’image, représentation d’une réalité ou représentation de la réalité; Forger une culture de l’image, un réel projet pédagogique; Bilan général des pratiques scolaires.
04. “Visual History und Geschichtsdidaktik. Bildkompetenz in der historisch-politischen Bildung” di Christoph Hamann, Herbolzheim, 2007. (Fonte) ► 04. Storia contemporanea, storia visiva e apprendimento storico
(Zeitgeschichte, Visual History und historisches Lernen) di Christoph Hamann in «Lernen aus der Geschichte», 24 gennaio 2012.
Facendo propria la riflessione di Gerhard Paul: «l'appropriazione storico-culturale del passato è essenzialmente una storia visiva», Hamann analizza il ruolo e l’influenza dei media nella percezione e nell’interpretazione della storia.
Christoph Hamann ha pubblicato nel 2007 uno studio sui rapporti tra la Visual History e la didattica della storia (Visual History und Geschichtsdidaktik. Bildkompetenz in der historisch-politischen Bildung).
05. Copertina della rivista «Social Studies - Research and Practice». (Fonte) ► 05. Guardando al passato: usare l'arte come prova storica nell'insegnamento della storia
(Past Looking: Using Arts as Historical Evidence in Teaching History) di Yonghee Suh, in «Social Studies Research and Practice», Vol. 8, N. 1, 2013.
Case study comparativo di come tre insegnanti di storia delle scuole superiori negli Stati Uniti usano le arti (pittura, scultura, fotografia, cinema) nello svolgimento della loro attività didattica.
Le immagini artistiche vengono utilizzate come prove storiche per tre scopi: primo, insegnare lo spirito di un'epoca; secondo, insegnare la storia della gente comune, invisibile nei documenti ufficiali; terzo, insegnare il processo di scrittura della storia.
06. La rivoluzione digitale e la storia del futuro. (Fonte) ► 06. Immagini per insegnare, immagini per apprendere
di Andrea Torrente, in «Educazione&Scuola», 08/10/2013.
La “rivoluzione digitale” ha influito sull’utilizzazione delle immagini nel mondo della scuola cambiando: «il loro posto nelle lezioni, le competenze che ogni alunno deve acquisire, le precauzioni tecniche e documentaristiche ed, infine, le immancabili conseguenze pedagogiche».
07. Immagine tratta dal sussidiario “Poster”, classe IV (2009), Giunti Scuola. (Fonte) ► 07. Le immagini nei libri di storia per la scuola primaria
di Maila Pentucci, in «Form@re, Open Journal per la formazione in rete», Numero, 2.
Per rispondere alle modalità di apprendimento simultanee dei “nativi digitali”, i manuali di storia sono sempre più ricchi di elementi iconografici. Elementi che richiedono una didattica specializzata per la loro decodifica ed interpretazione. Maila Pentucci analizza alcuni manuali di storia della scuola primaria al fine di comprendere come le immagini possano essere «portatrici di sapere o invece ingenerare stereotipi e misconoscenze negli alunni».
08. Logo del sito web di CLEMI - Le centre pour l’éducation aux médias et à l’information». (Fonte) ► 08. Storie di immagini... o immagini che cambiano la storia
(Histoires d'images... ou les images qui changent l'Histoire) di Isabelle Dumez-Feroc, sul sito CLEMI, 2016
«Quando le immagini sono tracce tangibili di una realtà, possono comunque essere fonti di informazioni affidabili? Quali immagini potrebbero essere utilizzate da alcuni al servizio di messaggi di propaganda? Dove finisce l'informazione e dove inizia la manipolazione della comunicazione?».
Queste sono le domande di fondo che Dumez-Feroc si pone nell’analizzare alcune fotografie iconiche che hanno ritratto la morte e la sofferenza di bambini e che hanno catturato l’opinione pubblica mondiale negli ultimi cinquantanni.
09. Prima guerra mondiale: una fabbrica di armi. (Fonte) ► 09. La comunicazione visiva in tre manuali di storia
di Ubaldo Nicola, in «La ricerca», n.10, 04/08/2016.
Quali sono i valori suggeriti ai lettori dalle immagini nei libri di testo sulla storia del Novecento?
Ubaldo Nicola indaga i contenuti della comunicazione visiva in tre manuali di storia per le scuole medie inferiori, rispondendo a domane del tipo: «Quali valori sociali e culturali veicola? Qual è il livello di riflessione concettuale che l’accompagna? Si riscontrano casi di un suo uso mistificante?».
10. Barbottina legge nella sua barbacasa (serie televisiva di cartoni animati “Barbapapà”). (Fonte) ► 10. L’immagine, l’evento e la didattica della storia
di Vanessa Roghi, in Novecento.org, n. 7, febbraio 2017.
L’autrice analizza l’influenza della TV nella costruzione dell’immaginario storico degli studenti. Riflette sulle rappresentazioni del passato derivanti dalle immagini contemporanee della storia. Propone infine alcuni percorsi didattici basati sull’utilizzo di archivi audiovisivi online dedicati alla storia delle donne.
11. “Serment du Jeu de Paume” (Giuramento della Pallacorda, 20 giugno 1789) quadro di JacquesLouis David (1748-1825). (Fonte) ► 11. L’immagine e le pratiche didattiche nell’insegnamento della storia
(L’image et les pratiques d’enseignement en historire en classe de seconde en France) di Alexis Jaoul, in «Revue de recherches en littératie médiatique multimodale», Volume 7, maggio 2018.
Laurent Gervereau ha proposto una griglia di lettura multidisciplinare delle immagini della storia per agevolarne l’interpretazione critica da parte degli studenti (Voir, comprendre, analyser les images, Paris, 2004).
Alexis Jaoul applica la griglia di Gervereau all’analisi del capitolo Rivoluzioni, Libertà, Nazioni all’alba dell’età contemporanea (1770-1850), pubblicato nel sito <edubase> (Édubasehistoire-géographie).
12. Le Umanistiche Live SS1 – Rizzoli Education. (Fonte) ► 12. Fare storia con le immagini. Un esempio di lezione inclusiva
di Davide Apolloni e Nicoletta Manfrin, Rizzoli Education, 06/10/2020.
Una proposta per la scuola secondaria di primo grado (audiovideo + slide) che vuole offrire possibilità di apprendimento della storia anche a studenti con DSA o a chi ha difficoltà ad avvicinarsi alla pagina scritta.
13. Kameramänner vor dem Schloss, Berlino, 1907. (Fonte) ► 13. Analizzare le fonti delle immagini
(Bildquellen untersuchen), SEGU (Selbstgesteuert Entwickelnder Geschichts-Unterricht) – Lernplattform für offenen Geschichtsunterricht (2011 – 2021).
Le fonti iconografiche devono essere valutate in modo critico come le fonti testuali. Ogni immagine è stata creata da un disegnatore, artista o fotografo con uno scopo specifico e ci mostra solo una parte del passato e da una certa prospettiva.
Il sito offre alcuni moduli per l’analisi di diverse fonti iconografiche.
14. Divisione della Bretagna in cinque dipartimenti (1790). (Fonte) ► 14. La storia attraverso le immagini
(L'Histoire par l'image): sito web che esplora gli eventi della storia francese del periodo 1643-1945 utilizzando dipinti, disegni, incisioni, sculture, fotografie, manifesti, documenti d'archivio (attualmente, sono disponibili online 2812 opere,1551 studi e 118 animazioni).
Le opere d’arte, qualunque sia la loro natura (pittura, scultura, fotografia, disegno, incisione, ecc.), sono troppo spesso utilizzate come semplici illustrazioni quando invece meritano di essere analizzate al di là della breve didascalia che le accompagna. Esse ci rivelano molto spesso ciò che anima la società di un tempo, le sue motivazioni, i suoi costumi, le sue paure o le sue infatuazioni.
15. Astrolabio del sultano al-Ashraf 1291 d.C. (Fonte) ► 15. Insegnamento dell'alfabetizzazione visiva
(Teaching Visual Literacy): sezione del sito web della American Historical Association – AHA - che propone agli studenti sia esercizi introduttivi sull’utilizzo delle fonti iconografiche in generale che esercizi specifici sull’arte islamica e su quella europea del Medioevo (Islamic Pictures e European Pictures).
16. “Emigrants Crossing the Plains” olio su tela di Albert Bierstadt, 1867. (Fonte) ► 16. Immaginare la storia degli Stati Uniti
(Picturing United States History): sito web del progetto digitale nato dalla collaborazione tra l'American Social History Project e il Center for Media and Learning presso la City University di New York Graduate Center. Il sito fornisce saggi online, conferenze e lezioni riflessive in aula per aiutare gli insegnanti a utilizzare le fonti visive sulla storia degli Stati Uniti nelle loro classi.
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2. Tipologie documentarie (fotografie, audiovisivi, incisioni, mappe, vignette, fumetti)
17. La foto Nick Uts dell'8 giugno 1972 come appariva il giorno successivo sulla prima pagina del “New York Times”. (Fonte) ► 17. La storia dietro ad una foto. Autenticità, iconizzazione e sovrascrittura di un'immagine della guerra del Vietnam
(Die Geschichte hinter dem Foto. Authentizität, Ikonisierung und Überschreibung eines Bildes aus dem Vietnamkrieg) di Gerhard Paul, in «Zeithistorische Forschungen/Studies in Contemporary History», edizione online, n. 2, 2005.
«Le immagini non riflettono solo la storia. Piuttosto, sono in grado di modellarla come un atto pittorico. Sono testimonianza e giudizio allo stesso tempo».
Ciò è particolarmente vero per la fotografia della bambina Kim Phúc, che, proposta e intesa come “documento autentico” della guerra del Vietnam, è stata riprodotta milioni di volte ed è così diventata un'icona. Come tale, ha condotto una vita propria nella memoria collettiva e ha generato una propria realtà che ha poco in comune con quella originariamente raffigurata.
Paul indaga minuziosamente questa immagine iconica utilizzata negli anni per un'ampia varietà di scopi politici, commerciali e religiosi, in diversi contesti.
18. Ingresso al campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz. (Fonte) ► 18. Camminando nel passato: usare le immagini per viaggiare nel tempo
(Stepping into the past: use images to travel through time) di Caille Sugarman-Banaszak, in «Teaching History», 29/04/2008. Articolo citato in Lo studio in classe delle fonti storiche di Francesca Vinciotti, in «Historia Ludens», 2014.
Per preparare un viaggio di studio in Polonia e ad Auschwitz, l’autore ha proposto ai suoi alunni una serie di foto dei luoghi da visitare risalenti agli anni dal 1920 alla Seconda guerra mondiale. Le stesse foto sono state poi riutilizzate nel corso del viaggio per orientarsi, ritrovare quegli stessi luoghi e fotografarli.
Una volta ritornati a scuola, è stato fatto un ulteriore confronto tra le immagini di ieri e quelle di oggi. Permettendo così agli studenti di scoprire e comprendere la “memoria del passato” di cui i luoghi sono portatori.
19. Scene di vita ebraica in Europa tra il 1939 e il 1945. (Fonte) ► 19. Utilizzo di foto di famiglia per portare alla luce la diversità dei mondi ebraici
(Using family photos to bring the diversity of Jewish lives to life) di Morgan Baynham, in «Teaching History», 21/03/2011. Articolo citato in Lo studio in classe delle fonti storiche di Francesca Vinciotti, in «Historia Ludens», 2014.
Baynham utilizza gli album di famiglia per mostrare ai propri studenti (Year 9) i diversi quadri di vita degli ebrei, prima, durante e dopo la Shoah, nelle differenti nazioni, scardinando così i luoghi comuni nella rappresentazione del mondo ebraico fatti propri e diffusi dal regime nazista.
21. Copertina della rivista «Contemporary Issues in Technology and Teacher Education». Rome, Georgia). (Fonte) ► 21. Cosa vede l’occhio? Interpretazione di fonti fotografiche primarie online di storia
(What Does the Eye See? Reading Online Primary Source Photographs in History) di Stephane Lévesque, Nicholas Ng-A-Fook, Julie Corrigan, in «Contemporary Issues in Technology and Teacher Education», Vol. 14(2), 2014.
Uno studio esplorativo di come un campione di insegnanti canadesi interpreta le immagini di storia nello svolgimento dell’attività didattica in ambito scolastico.
22. Execution of Nguyen Van Lem (Eddie Adams, 01/02/1968). (Fonte) ► 22. The Saigon Execution: “La foto che fece perdere la guerra”
Antonio Brusa Prima Parte - Laboratorio su una foto iconica: lettura e contestualizzazione, in «Historia Ludens», 19/06/2020;
Antonio Brusa Parte Seconda - Laboratorio su una foto iconica: il rapporto col presente. Con un'appendice interdisciplinare di filosofia e storia dell'arte, in «Historia Ludens», 26/06/2020.
Fra le cause della sconfitta degli Stati Uniti nella Guerra del Vietnam si citano spesso i media e, in particolare, alcune foto iconiche che avevano mostrato, con una diffusione su scala mondiale, la brutalità di quel conflitto.
Brusa propone agli insegnanti e agli studenti dei corsi di storia un’analisi di quelle immagini fotografiche attraverso un percorso laboratoriale composto da quattro fasi: Prima fase: lettura della fonte; Seconda fase: Lettura critica e contestualizzazione della fonte; Terza fase: dalle icone ai selfie; Quarta fase: “The American Tragedy”, fra storia e archeologia dei sentimenti.
23. Prima guerra mondiale: soldati canadesi nelle trincee sul fronte franco-tedesco. (Fonte) ► 23. Fotografie come fonti di storia: lesson plan per un’analisi delle foto
(Photographs as History: Photo Analysis Lesson Plan), Canadian War Museum.
Il lesson plan prevede la scelta da parte degli studenti di una fotografia della Prima guerra mondiale nell’ambito delle collezioni del museo e la sua successiva analisi.
A conclusione della lezione, agli studenti viene chiesto di riflettere sul ruolo che in generale le fotografie possono svolgere nello studio della storia.
24. Prima guerra mondiale: cartolina postale americana dal fronte franco-tedesco. (Fonte) ► 24. Lesson plans al museo
(Museum lesson plans), The National WWI Museum and Memorial, Kansas City (USA).
Lesson plans e altre risorse didattiche online create dal museo sulla base delle immagini fotografiche conservate nelle proprie collezioni e relative alla Prima guerra mondiale.
25. Seconda guerra mondiale: una linea del tempo visiva. (Fonte) ► 25. Immaginando la guerra in Europa. Una linea del tempo visiva
(Picturing the War in Europe.A Visual Time Line), National Archives and Records Administration, Maryland (USA).
Le time lines sono uno strumento utile per comprendere gli eventi storici complessi. Nella proposta dei National Archives gli studenti sono invitati ad associare ad una cronologia della Seconda guerra mondiale fotografie dotate di una valenza iconica riferita ai singoli eventi.
26. Logo dell’Archivio Luce. (Fonte) ► 26. Luce per la didattica: sito dell’Istituto Nazionale Luce con le offerte per le scuole
È un progetto dell’Archivio Luce ideato e realizzato nel 2015 da Patrizia Cacciani e Letizia Cortini per diffondere nelle scuole l’educazione al linguaggio audiovisivo e alla sua storia attraverso le fonti fotografiche e cinematografiche dell’Istituto.
Fonti visive che vengono messe a disposizione delle scuole con l’organizzazione di seminari e laboratori, sia online che in presenza, mirati soprattutto alla valorizzazione delle storie locali.
Sul sito sono pubblicati i link alle diverse esperienze didattiche promosse e/o supportate dall’Istituto Luce dal 2015 ad oggi.
27. Collezioni e archivi audiovisivi in rete (Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico). (Fonte) ► 27. Visioni dalla storia: le fonti audiovisive nella didattica
Blog curato da Letizia Cortini, una studiosa esperta del rapporto tra cinema e storia, tra didattica e uso delle fonti fotografiche e audiovisive.
Il blog comprende diverse sezioni: Link utili, Didattica e strumenti, Nel web si racconta, Percorsi, Punti di vista, Segnalazioni, Visionando nella storia.
Tra gli articoli della Cortini, segnaliamo:
Gli “archivi d’impresa” sono importanti non solo per la ricerca storica ma anche per l’insegnamento della storia nel mondo della scuola.
Il loro patrimonio di immagini (fotografie e filmati) permette di meglio comprendere «i processi produttivi e le storie degli uomini che li hanno realizzati».
Occorre però «educare lo sguardo» per “leggere” correttamente le immagini. E il mondo della scuola dovrebbe farsi carico di questo ineludibile compito pedagogico.
Nell’articolo, Letizia Cortini sottolinea, segnalando le relative problematiche, la necessità inderogabile di una “educazione visiva” dei giovani basata sull’utilizzo, in generale, delle fonti audiovisive e, in particolare, delle collezioni di immagini degli archivi d’impresa.
Il Numero 16 (2013) degli Annali dell’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico (Aamod), Le fonti audiovisive per la storia e la didattica,è stato curato da Letizia Cortini.
L'Annale è suddiviso in tre parti: I. Storia, Cinema, Televisione, Linguaggi; II. Il lavoro di alcuni autori nella "arena della storia"; III. Il lavoro nella scuola. Contesti, strumenti e metodologie.
Tre sono i contributi della Cortini all’Annale Aamod:
- Visionare, indagare, scoprire la storia attraverso le immagini.
Nell’introduzione al volume collettaneo Le fonti audiovisive per la storia e la didattica, Letizia Cortini constatava (nel 2013) come l'Italia fosse penalizzata da « un ritardo incredibile nella diffusione del linguaggio audiovisivo e fotografico nelle scuole di ogni ordine e grado», nonostante che, in ambito storiografico, l’uso delle immagini, sia fisse che in movimento, costituisse ormai una realtà consolidata.
La Cortini auspicava, pertanto, che nel mondo della scuola si creassero le condizioni per una utilizzazione «sistematica e consapevole», sia da parte degli insegnanti che degli studenti, delle fonti visive della storia.
- Film di propaganda e militanza, cinema amatoriale e di famiglia, tra finito e non finito.
Il cinema di propaganda statale nasce in Italia, come in Europa e in America, nel corso della Prima guerra mondiale, e conosce un enorme sviluppo negli anni Trenta e Quaranta nei paesi del Vecchio Continente a regime totalitario (in particolare, nell’Italia fascista, nella Germania nazista e nella Russia sovietica).
Letizia Cortini passa in rassegna la produzione cinematografica di “propaganda e militanza” in Italia, con uno sguardo anche all’Europa e all’America, dalla Prima alla Seconda guerra mondiale, dagli anni del dopoguerra alla fine del Novecento, per arrivare all’inizio degli anni Duemila.
L’articolo è completato da un’analisi della produzione cinematografica “amatoriale e di famiglia” e della sua rilevanza storiografica.
- Risorse, strumenti e verifiche sul web.
Nella parte conclusiva del volume collettaneo Le fonti audiovisive per la storia e la didattica, Letizia Cortini propone, sia agli insegnanti che agli studenti, una sitografia con le risorse offerte dalla rete per un proficuo e corretto utilizzo delle fonti visive nell’insegnamento della storia.
28. «Studi culturali», XII, 2, 2015. (Fonte) ► 28. Vedere, sentire e ascoltare. L’uso dell’audiovisivo nella didattica della storia contemporanea
di Valentina Cappi e Alfredo Magnini, in «Studi culturali», XII, 2, 2015.
In che modo l'audiovisivo è utilizzato nella didattica della storia contemporanea, all'interno delle università italiane?
Per rispondere a questa domanda, Valentina Cappi e Alfredo Magnini hanno svolto, tra marzo e dicembre 2014, una ricognizione sull’utilizzazione delle fonti audiovisive (come materiali e come strumenti) da parte dei/delle docenti di storia contemporanea nelle università italiane.
29. I campi recintati in Inghilterra (enclosures), raffigurati in un dipinto del Settecento. (Fonte) ► 29. Rappresentare un luogo: quello che si ottiene può essere più di quello che si vede
(Picturing place: what you get may be more than what you see) di Jane Card, in «Teaching History», 31/08/2004. Articolo citato in Lo studio in classe delle fonti storiche di Francesca Vinciotti, in «Historia Ludens», 2014.
Le immagini abbondano nelle aule di storia e vengono usate in molti modi diversi. Aggiungono colore al passato stimolando l'interesse degli studenti per la storia; ma possono essere utilizzate più proficuamente per sviluppare la loro alfabetizzazione visiva.
Jane Card propone alcuni esempi di attività di studio relative a illustrazioni antipuritane del periodo di Carlo I d’Inghilterra (1600-1649) e a incisioni del XVIII Secolo, per esplorare gli aspetti della società inglese in quegli anni e per analizzare gli effetti economici e sociali delle enclosures (le recinzioni delle terre comuni indivise nell’Inghilterra del Settecento).
30. Hereford Mappa Mundi presso la Cattedrale di Hereford (Inghilterra). (Fonte) ► 30. Tracciare mappe e mappare menti: cosa possono dirci le mappe sulle persone che le hanno create
(Plotting maps and mapping minds: what can maps tell us about the people who made them) di Evelyn Sweerts, Marie-Claire Cavanagh, in «Teaching History», 31/08/2004. Articolo citato in Lo studio in classe delle fonti storiche di Francesca Vinciotti, in «Historia Ludens», 2014.
Le mappe realizzate in passato, come la Mappa Mundi medievale, possono offrire numerose rivelazioni. Possono raccontare agli storici l'estensione del mondo "conosciuto" in tempi diversi e gli atteggiamenti delle persone verso il noto e l'ignoto.
Sweertes e la Cavanagh hanno predisposto un progetto trasversale storico-geografico per gli studenti dello Year 7 (corrispondente alla nostra prima media) della London Comprehensive School, organizzato in 5 lezioni (una geografica e quattro storiche) incentrate sulla Mappa Mundi (1290) e The Travels of Sir John Mandeville (XIV Secolo).
31. Sezione della mappa del mondo di Ebstorf (Sec. XIII-XIV). (Fonte) ► 31. Viste del mondo sulle mappe
(Weltbilder auf Karten) di Ute Schneider, 28/12/2005.
Articolo pubblicato sul sito della Bundeszentrale fűr politische Bildung (BpB), l’Agenzia federale tedesca per l’educazione civica, nella sezione dedicata alla Visual History.
Le mappe memorizzano le conoscenze geografiche e la cultura del loro tempo, e possono essere comprese solo se vengono visualizzate nel contesto della loro contemporaneità. E questa è la tesi di fondo dell’articolo che guida Ute Schneider nello studio delle mappe.
32. Poster che denuncia il patto Molotov-Ribbentrop, basato su un fumetto del 1939 di Clifford Berryman. (Fonte) ► 32. Sviluppare la capacità di osservare da diversi punti di vista attraverso le vignette umoristiche: strategie per analizzare differenti visioni di tre spartiacque nella storia moderna della Germania
(Developing multiperspectivity through cartoon analysis: strategies for analysing different views of three watersheds in modern German history) di Ulrich Schnakenberg, in «Teaching History», 09/08/2010. Articolo citato in Lo studio in classe delle fonti storiche di Francesca Vinciotti, in «Historia Ludens», 2014.
Lo studio delle vignette può essere un'esperienza coinvolgente per gli studenti ma può anche presentare notevoli difficoltà.
Ulrich Schnakenberg propone un modello di analisi di questo tipo di fonte mostrando come le vignette possano essere utilizzate per esplorare la storia moderna della Germania da molteplici prospettive.
33. Will Eisner, Grafisches Erzählen. Graphic storytelling, Wimmelbach 1998. (Fonte) ► 33. La cultura della storia nei fumetti: i Comics nell'educazione storico-politica
(Geschichtskultur in Sprechblasen: Comics in der politisch-historischen Bildung) di Christine Gundermann, 05/08/2014. Articolo pubblicato sul sito della Bundeszentrale fűr politische Bildung (BpB), l’Agenzia federale tedesca per l’educazione civica, nella sezione dedicata alla Visual History.
Gli insegnanti di storia da alcuni anni hanno scoperto i fumetti. Quello che inizialmente era stato considerato un approccio esotico alla cultura popolare ora è diventato un approccio riconosciuto a livello didattico e pedagogico.
L’articolo di Christine Gundermann intende fornire una breve panoramica del mercato dei fumetti con contenuto storico e presentare le discussioni che hanno accompagnato il loro utilizzo nell’insegnamento della storia.
34. Fumetto: “Maus” di Art Spiegelman. (Fonte) ► 34. L’Olocausto nei fumetti
(Der Holocaust im Comic) di Martin Frenzel, 05/08/2014.
Articolo pubblicato sul sito della Bundeszentrale fűr politische Bildung (BpB), l’Agenzia federale tedesca per l’educazione civica, nella sezione dedicata alla Visual History.
Nell’analizzare i fumetti sull’Olocausto, Martin Frenzel fa propria la fondamentale riflessione di Peter Reichel: «la memoria nei media culturali [e quindi anche nei fumetti] seleziona e completa, inventa e interpreta, sminuisce, demonizza e trasfigura, in una parola: cambia il passato nel processo della sua visualizzazione» (Erfundene Erinnerung. Weltkrieg und Judenmord in Film und Theater, München 2004).
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3. Le epoche, gli eventi e i luoghi della storia
IL MEDIOEVO
35. Hereford Mappa Mundi presso la Cattedrale di Hereford (Inghilterra). (Fonte) ► 35. Tracciare mappe e mappare menti: cosa possono dirci le mappe sulle persone che le hanno create
(Plotting maps and mapping minds: what can maps tell us about the people who made them) di Evelyn Sweerts, Marie-Claire Cavanagh, in «Teaching History», 31/08/2004. Articolo citato in Lo studio in classe delle fonti storiche di Francesca Vinciotti, in «Historia Ludens», 2014.
Le mappe realizzate in passato, come la Mappa Mundi medievale, possono offrire numerose rivelazioni. Possono raccontare agli storici l'estensione del mondo "conosciuto" in tempi diversi e gli atteggiamenti delle persone verso il noto e l'ignoto.
Sweertes e la Cavanagh hanno predisposto un progetto trasversale storico-geografico per gli studenti dello Year 7 (corrispondente alla nostra prima media) della London Comprehensive School, organizzato in 5 lezioni (una geografica e quattro storiche) incentrate sulla Mappa Mundi (1290) e The Travels of Sir John Mandeville (XIV Secolo).
LA FIRENZE DI COSIMO DE' MEDICI
36. Benozzo Gozzoli, Il corteo dei Magi, Firenze, Palazzo Medici Riccardi. (Fonte) ► 36. L’uso pubblico delle immagini come strategia di mantenimento del potere
I Re Magi: una fonte iconografica per conoscere la storia del Quattrocento. Cosimo de’ Medici, Bisanzio e l’Occidente di Vincenzo Medde, in «Historia Ludens», 03/12/2017.
La strategia di conquista e mantenimento del potere, la necessità di coltivare l’immagine pubblica di uomo potente, ricco, colto e generoso, il soddisfacimento del personale gusto estetico, le ansie di salvezza indotte dall’insegnamento della Chiesa spinsero Cosimo de’ Medici (1389-1464) ad impegnarsi in un vastissimo e dispendioso programma di costruzione, restauro, decorazione, arredamento di chiese, cappelle, conventi, palazzi. La strategia di mantenimento del potere includeva anche l’uso pubblico delle immagini, come mostra Il corteo dei Magi commissionato da Cosimo, Piero e sua moglie Lucrezia nel 1459, e dipinto da Benozzo Gozzoli (1420-1497).
LA SCOPERTA DELL’AMERICA
37. “Il primo sbarco di Colombo in America”, dipinto del pittore spagnolo Dióscoro Teófilo Puebla Tolín (1862). (Fonte) ► 37. Il Vecchio Mondo incontra il Nuovo Mondo. Immagini della “Scoperta” dell’America
(Alte Welt trifft neue Welt | Bilder der “Entdeckung” Amerikas). Modulo didattico per l’analisi di fonti iconografiche proposto da SEGU (Selbstgesteuert Entwickelnder Geschichts-Unterricht) – Lernplattform für offenen Geschichtsunterricht (2011-2021).
L’INGHILTERRA DEI SECOLI XVII E XVIII 38. I campi recintati in Inghilterra (enclosures), raffigurati in un dipinto del Settecento. (Fonte) ► 38. Rappresentare un luogo: quello che si ottiene può essere più di quello che si vede
(Picturing place: what you get may be more than what you see) di Jane Card, in «Teaching History», 31/08/2004. Articolo citato in Lo studio in classe delle fonti storiche di Francesca Vinciotti, in «Historia Ludens», 2014.
Le immagini abbondano nelle aule di storia e vengono usate in molti modi diversi. Aggiungono colore al passato stimolando l'interesse degli studenti per la storia; ma possono essere utilizzate più proficuamente per sviluppare la loro alfabetizzazione visiva.
Jane Card propone alcuni esempi di attività di studio relative a illustrazioni antipuritane del periodo di Carlo I d’Inghilterra (1600-1649) e a incisioni del XVIII secolo, per esplorare gli aspetti della società in quegli anni e per analizzare gli effetti economici e sociali delle enclosures (le recinzioni delle terre comuni indivise nell’Inghilterra del Settecento).
SPARIZIONE DELL’ANCIEN RÉGIME, MASSACRO DI SCIO, RIVOLUZIONE DEL 1830, LAICITÀ
39. Presa della Bastiglia e arresto del governatore M. de Launay (14 luglio 1789). (Fonte) ► 39. Insegnare la storia attraverso le immagini
(Enseigner avec L'Histoire par l'image), Académie de Grenoble, 2011-2017.
Indice delle risorse online: Comment l'ordre ancien disparaît-il progressivement pour un nouveau cadre politique et social? di Alexandre Bouineau; Autour des massacres de Scio vus par Delacroix: analyser une oeuvre picturale par des regards croisésdi Alexandre Bouineau et Anthony Merle; La Liberté guidant le peuple est-elle un témoignage de la révolution de 1830 ou une mise en scène de cette révolution? di Alexandre Bouineau et Aurélie Carles; Proposition à partir de la lithographie "l'urne et/ou le fusil" de L-M Bosredon di David Lanaro; Comment la laïcité est-elle devenue une des principales valeurs de la République? di Florence Belliard et Alexandre Bouineau.
LE RIVOLUZIONI (1770-1850)
40. “Serment du Jeu de Paume” (Giuramento della Pallacorda, 20 giugno 1789) quadro di JacquesLouis David (1748-1825). (Fonte) ► 40. L’immagine e le pratiche didattiche nell’insegnamento della storia
(L’image et les pratiques d’enseignement en histoire en classe de seconde en France) di Alexis Jaoul, in «Revue de recherches en littératie médiatique multimodale», Volume 7, maggio 2018.
Laurent Gervereau ha proposto una griglia di lettura multidisciplinare delle immagini della storia per agevolarne l’interpretazione critica da parte degli studenti (Voir, comprendre, analyser les images, 1994).
Alexis Jaoul applica la griglia di Gervereau all’analisi del capitolo Rivoluzioni, Libertà, Nazioni all’alba dell’età contemporanea (1770-1850), pubblicato nel sito <edubase> (Édubasehistoire-géographie).
LA RIVOLUZIONE FRANCESE. IL TERZO STATO
41. “Si può sperare che il gioco finisca presto”: il Terzo Stato porta sulle spalle il Clero e la Nobiltà, caricatura del 1789. (Fonte) ► 41. Il Terzo Stato.Caricatura
(Der dritte Stand | Karikatur). Modulo didattico per l’analisi di fonti iconografiche proposto da SEGU (Selbstgesteuert Entwickelnder Geschichts-Unterricht) – Lernplattform für offenen Geschichtsunterricht (2011-2021).
LA RIVOLUZIONE FRANCESE. IL TERRORE
42. Caricatura “The Zenith of French Glory” (Lo Zenith della Gloria francese) di James Gillray (1793). (Fonte) ► 42. Regime giacobino. “Virtù e Terrore”
(Jakobiner-Herrschaft | “Tugend und Terror”). Modulo didattico per l’analisi di fonti iconografiche proposto da SEGU (Selbstgesteuert Entwickelnder Geschichts-Unterricht) – Lernplattform für offenen Geschichtsunterricht (2011-2021).
LA “RIVOLTA DEI TESSITORI” (SLESIA, 1844)
43. Weberaufstand: la “Rivolta dei Tessitori” in Slesia, 1844, dipinto di Carl Wilhelm Hübner (1846). (Fonte) ► 43. Rivolta dei tessitori 1844. Conseguenze ed effetti
(Weberaufstand 1844 | Folgen und Wirkung). Modulo didattico per l’analisi di fonti iconografiche proposto da SEGU (Selbstgesteuert Entwickelnder Geschichts-Unterricht) – Lernplattform für offenen Geschichtsunterricht (2011-2021).
LA PRIMA GUERRA MONDIALE
44. Prima guerra mondiale: soldati canadesi nelle trincee sul fronte franco-tedesco. (Fonte) ► 44. Fotografie come fonti di storia: lesson plan per un’analisi delle foto
(Photographs as History: Photo Analysis Lesson Plan), Canadian War Museum.
Il lesson plan prevede la scelta da parte degli studenti di una fotografia della Prima guerra mondiale nell’ambito delle collezioni del museo e la sua successiva analisi. A conclusione della lezione, agli studenti viene chiesto di riflettere sul ruolo che in generale le fotografie possono svolgere nello studio della storia.
45. Prima guerra mondiale: cartolina postale americana dal fronte franco-tedesco. (Fonte) ► 45. Lesson plans al museo
(Museum lesson plans), The National WWI Museum and Memorial, Kansas City (USA).
Lesson plans e altre risorse didattiche online create dal museo sulla base delle immagini fotografiche conservate nelle proprie collezioni e relative alla Prima guerra mondiale
46. Prima guerra mondiale: “Jeder Schuß ein Russ” (Ogni colpo un russo), cartolina postale tedesca spedita nel settembre del 1914. (Fonte) ► 46. Immagini del nemico. Una cartolina illustrata tedesca della Prima guerra mondiale
(Feindbilder | deutsche Bildpostkarte im Ersten Weltkrieg). Modulo didattico per l’analisi di fonti iconografiche proposto da SEGU (Selbstgesteuert Entwickelnder Geschichts-Unterricht) – Lernplattform für offenen Geschichtsunterricht (2011-2021).
LA REPUBBLICA DI WEIMAR
47. Foto scattata a Berlino il 31 luglio 1932 di fronte a un seggio elettorale in occasione dell’elezione del Reichstag. (Fonte) ► 47. Crisi della Repubblica di Weimar. Manifesto elettorale
(Krise der Weimarer Republik | Wahlplakat). Modulo didattico per l’analisi di fonti iconografiche proposto da SEGU (Selbstgesteuert Entwickelnder Geschichts-Unterricht) – Lernplattform für offenen Geschichtsunterricht (2011-2021).
LA PROPAGANDA NAZIONALSOCIALISTA
48. “Lichtdom” (Cattedrale di luce), raduno nazista a Norimberga (8 settembre 1936). (Fonte) ► 48. Il potere delle immagini
(Propaganda | Macht der Bilder). Modulo didattico per l’analisi di fonti iconografiche proposto da SEGU (Selbstgesteuert Entwickelnder Geschichts-Unterricht) – Lernplattform für offenen Geschichtsunterricht (2011-2021).
L’OLOCAUSTO
49. Fumetto: “Maus” di Art Spiegelman. (Fonte) ► 49. L’Olocausto nei fumetti
(Der Holocaust im Comic) di Martin Frenzel, 05/08/2014.
Articolo pubblicato sul sito della Bundeszentrale fűr politische Bildung (BpB), l’Agenzia federale tedesca per l’educazione civica, nella sezione dedicata alla Visual History.
Nell’analizzare i fumetti sull’Olocausto, Martin Frenzel fa propria la fondamentale riflessione di Peter Reichel: «la memoria nei media culturali [e quindi anche nei fumetti] seleziona e completa, inventa e interpreta, sminuisce, demonizza e trasfigura, in una parola: cambia il passato nel processo della sua visualizzazione» (Erfundene Erinnerung. Weltkrieg und Judenmord in Film und Theater, München 2004).
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
50. Seconda guerra mondiale: una linea del tempo visiva. (Fonte) ► 50. Immaginando la guerra in Europa. Una linea del tempo visiva
(Picturing the War in Europe.A Visual Time Line), National Archives and Records Administration, Maryland (USA).
Le time lines sono uno strumento utile per comprendere gli eventi storici complessi. Nella proposta dei National Archives gli studenti sono invitati ad associare ad una cronologia della Seconda guerra mondiale fotografie dotate di una valenza iconica riferita ai singoli eventi.
LA STORIA DEGLI STATI UNITI
51. “Emigrants Crossing the Plains” olio su tela di Albert Bierstadt, 1867. (Fonte) ► 51. Immaginare la storia degli Stati Uniti
(Picturing United States History): sito web del progetto digitale nato dalla collaborazione tra l'American Social History Project e il Center for Media and Learning presso la City University di New York Graduate Center.
Il sito fornisce saggi online, conferenze e lezioni riflessive in aula per aiutare gli insegnanti a utilizzare le fonti visive sulla storia degli Stati Uniti nelle loro classi.
LA GUERRA DEL VIETNAM
52. La foto Nick Uts dell'8 giugno 1972 come appariva il giorno successivo sulla prima pagina del “New York Times”. (Fonte) ► 52. La storia dietro ad una foto. Autenticità, iconizzazione e sovrascrittura di un'immagine della guerra del Vietnam
(Die Geschichte hinter dem Foto. Authentizität, Ikonisierung und Überschreibung eines Bildes aus dem Vietnamkrieg) di Gerhard Paul, in «Zeithistorische Forschungen/Studies in Contemporary History», edizione online, n. 2, 2005.
Le immagini non riflettono solo la storia. Piuttosto, sono in grado di modellarla come un atto pittorico. Sono testimonianza e giudizio allo stesso tempo. Ciò è particolarmente vero per la fotografia della ragazza Kim Phúc, che, proposta e intesa come “documento autentico” della guerra del Vietnam, è stata riprodotta milioni di volte ed è così diventata un'icona. Come tale, ha condotto una vita propria nella memoria collettiva e ha generato una propria realtà che ha poco in comune con quella originariamente raffigurata.
Paul indaga minuziosamente questa immagine iconica utilizzata negli anni per un'ampia varietà di scopi politici, commerciali e religiosi, in diversi contesti.
53. Execution of Nguyen Van Lem (Eddie Adams, 01/02/1968). (Fonte) ► 53. The Saigon Execution: “La foto che fece perdere la guerra” di Antonio Brusa,
Prima Parte - Laboratorio su una foto iconica: lettura e contestualizzazione, in «Historia Ludens», 19/06/2020;
Parte Seconda - Laboratorio su una foto iconica: il rapporto col presente. Con un'appendice interdisciplinare di filosofia e storia dell'arte, in «Historia Ludens», 26/06/2020.
Fra le cause della sconfitta degli Stati Uniti nella Guerra del Vietnam si citano spesso i media e, in particolare, alcune foto iconiche che avevano mostrato, con una diffusione su scala mondiale, la brutalità di quel conflitto.
Brusa propone agli insegnanti e agli studenti dei corsi di storia un’analisi di quelle immagini fotografiche attraverso un percorso laboratoriale composto da quattro fasi: Prima fase: lettura della fonte; Seconda fase: Lettura critica e contestualizzazione della fonte; Terza fase: dalle icone ai selfie; Quarta fase: “The American Tragedy”, fra storia e archeologia dei sentimenti.
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Parte prima: La Visual History. Che cos’è e quali storie ci fa conoscere