di Antonio Brusa
Inizia lunedì 13 dicembre, all’IC6 di Modena, una sperimentazione di Educazione Civica diversa, credo, dalle moltissime che le scuole italiane stanno provando, trasformando a volte in un’occasione di crescita uno degli aspetti più deludenti della legge 92/2019, secondo il quale la nuova disciplina va insegnata senza oneri né personale aggiuntivi. Nella maggior parte delle situazioni che conosco, ogni materia ha riservato all’Educazione civica qualche ora, in modo da raggiungere le 33 previste. Molte di meno sono le scuole che hanno progettato formule diverse, come per esempio le “settimane di studio”, durante le quali tutte le discipline si concentrano su questo o quel tema.
Il progetto modenese si articola in “Giornate civiche”. Tre ogni anno, ciascuna su un tema…
Il convegno di Scuola Democratica su "Educazione civica, oltre le regole".
Giorno 16 novembre 2021, a partire dalle h. 9.45. LINK
di Antonio Brusa
In quante maniere si fa educazione civica in Italia? Al momento non lo sa nessuno. Spero che il Ministero stia raccogliendo i dati e ce li faccia conoscere. A quel che vedo (un centinaio di curricula di scuole diverse, che grazie a Antonio Prampolini ho potuto esaminare), il modo più diffuso è quello di spalmare la materia su tutte le discipline. Ma c’è chi conserva l’assetto tradizionale, assegnando ai docenti di storia il compito maggiore e chi, soprattutto alle superiori, utilizza a questo scopo i docenti di economia e diritto.
Tutte le scuole, dunque, impegnate nell’ingegneria degli orari e dei vincoli sindacali. Nessuna, a quello…
di Antonio Prampolini
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di Antonio Brusa
Ci vado periodicamente a Castel del Monte, per accompagnare amici che, giunti in Puglia, non se lo vogliono perdere. Lo conosco abbastanza bene (certamente non pietra su pietra come Massimiliano Ambruoso o Vito Ricci e molti altri colleghi che lo hanno studiato a fondo), tanto da permettermi il lusso di distrarmi dalla sua bellezza e concentrarmi sulle guide che accompagnano scolaresche e gruppi di turisti. Cosa che faccio ormai d’abitudine, quando visito un museo o uno scavo. Mi interessa cosa dicono le guide, come lo dicono e le reazioni dei partecipanti. In fondo è il mio mestiere di studioso di didattica della storia.
Stavolta, a girare per il Castello eravamo in tre. Con me c’erano Luigi Cajani e Francesca Tommasi, che cura la piccola libreria Tara, nella piazzetta…
di Daniele Boschi
“Historia Ludens” ha già pubblicato di recente diversi articoli sulla storia della schiavitù (dall’intervento di Antonio Brusa sui grandi tabù della tratta dei neri alla sitografia curata da Antonio Prampolini) e sugli attacchi alle statue promossi dal Black Lives Matter (il 9 luglio, il 7 ottobre e il 4 novembre del 2020). Questo articolo si propone di sviluppare ulteriormente questo filone di ricerca.
Introduzione
“Nell’agosto del 1619, una nave apparve in questo punto dell’orizzonte, vicino Point Comfort, un porto sulla costa della colonia britannica della Virginia. Trasportava più di 20 africani ridotti in schiavitù, che furono venduti ai coloni. L’America non era ancora l’America, ma questo fu il momento in cui ebbe inizio. Nessun aspetto del paese, che…
di Emanuele Curzel e Marina Gazzini
L’uso dei memi a fini didattici, nel contesto educativo italiano, è pratica assai poco diffusa, per quanto certamente attestata e in diverse discipline. Sebbene non esistano statistiche ufficiali, sondaggi condotti da chi scrive hanno consentito di verificare che, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, sono pochi i docenti che utilizzano questo strumento nelle proprie lezioni, vuoi autoproducendolo, vuoi sollecitandone la composizione da parte degli studenti.
Se dalla scuola ci si sposta all’università, allo stato attuale della ricerca, non si è rinvenuta traccia di eventuali iniziative in tal senso che abbiano trovato applicazione in corsi accademici.…Occasione persa o opportunità interessante?
di Paolo Ceccoli
Nasce l'Osservatorio sull'insegnamento della storia
La presidenza francese del Consiglio d’Europa (maggio-novembre 2019) si è fatta recentemente promotrice della creazione di un Osservatorio sull’insegnamento della storia in Europa. Il 26 novembre del 2019 ventitré ministri dell’educazione su quarantasette stati, tra cui l’Italia, hanno firmato una dichiarazione in cui si afferma che «il modo attraverso il quale la storia viene insegnata può favorire la riconciliazione fra le nazioni e all’interno di ciascuna nazione». Gli stessi ministri hanno anche affermato in quella sede che si adopereranno in favore della creazione dell’Osservatorio, uno strumento che dovrebbe fornire l’opportunità di
promuovere pratiche che…
di Antonio Brusa
La visual history è al centro del triangolo fra storiografia, scienze sociali e didattica. Questo è il punto di partenza del convegno che domani si tiene a Cassino, al quale tutti possono partecipare iscrivendosi all’indirizzo online. Per chi insegna è un appuntamento da non mancare, per vari motivi.
Il primo: non mi pare che ci siano mai stati altri convegni scientifici che considerano la didattica come uno degli elementi costitutivi della ricerca. Semmai, si accettano in coda le applicazioni didattiche dei docenti. Qui la didattica è uno dei vertici del “campo di tensione” delle fonti visive.
Il secondo: questo convegno raccoglie molti studiosi che hanno contribuito alla vita della rivista “Visual History”, diretta da Costanza D’Elia. Una rivista preziosa. Chi non…
a cura di Giuseppe Di Tonto
* Editoriale de "Il Bollettino di Clio", Nuova serie, Numero 15, Giugno 2021
Professore, perché dobbiamo studiare la storia?
E’ una domanda che abbiamo sentito pronunciare spesso nelle aule delle scuole dagli studenti. Essa nascondeva altri interrogativi certamente non retorici: a cosa serve studiare la storia? Ci servirà a qualcosa da adulti nella nostra vita futura?
La domanda, che potrebbe essere proposta come epigrafe di questo numero de Il Bollettino di Clio, ci riporta alla memoria un analogo quesito posto da Marc Bloch nell’introduzione al suo libro Apologia della storia o mestiere di storico. La risposta che lo storico proponeva nel suo libro, diventato un classico della metodologia storiografica, era rivolta ai dotti e agli scolari e tuttavia non ha…
Per uscire dal dibattito fra competenze e conoscenze*
di Claudia Villani
Dalle competenze alle conoscenze, andata e ritorno?
Pare che nelle teorie dell’educazione stia maturando un cambiamento di rotta, rispetto alla filosofia delle competenze che ci ha accompagnato negli ultimi due decenni. Ne è convinto Arthur Chapman, docente di didattica della storia presso l'UCL Institute of Education (University College, London), curatore del volume Knowing History in Schools: Powerful knowledge and the powers of knowledge1.
Chapman, che sviluppa la sua riflessione soprattutto a partire dai “curriculum studies”, sostiene che si sarebbe verificato un vero e proprio knowledge turn sia a livello internazionale (OCSE 20192), sia in Inghilterra (20113). Mentre nel primo decennio del XXI secolo, in…
di Antonio Prampolini
Nel 2011, in occasione delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana inaugurava il portale <treccani.it>, offrendo agli utenti della rete l’accesso libero e gratuito al suo vasto patrimonio culturale accumulato in oltre ottant’anni di attività (l’Istituto era stato fondato nel 1925 per iniziativa dell’industriale e mecenate lombardo Giovanni Treccani e del filosofo Giovanni Gentile). Il portale rientra nel più generale processo di migrazione delle grandi enciclopedie nazionali dalla carta al Web, che ha portato in rete non solo la Treccani, ma anche la Larousse e la Britannica. In Internet, le enciclopedie hanno trovato l’ambiente ideale nel quale poter svolgere e sviluppare al meglio la loro funzione di divulgazione del sapere affiancando o sostituendo una versione digitale a quella tradizionale cartacea. E sempre in Internet, negli anni duemila, sono nate nuove enciclopedie esclusivamente digitali. Tra queste, quella più consultata a livello mondiale è Wikipedia.…
di Antonio Brusa
Si deve al genio di Arnaldo “Bibo” Cecchini l’idea di una rapida enciclopedia sulla città, fatta di video di una decina di minuti: L’ambiente della specie umana. Vi si parla della definizione della città, della sua storia, delle sue ingiustizie, della sostenibilità, della città come luogo di apprendimento e di gioco, o, infine della città come sistema complesso e al tempo stesso fragile. Un’opera che, penso, potrà essere ben utilizzata nella didattica delle materie geo-storico-sociali.
Il mio video parla di storia della città. Qui ne riporto l’abstract. Sintetizzare in dieci minuti la storia della città è sempre un’impresa pericolosa. Lo si può fare da tanti punti di vista, tutti inevitabilmente parziali. Vorrei che il mio aiutasse ad aprire qualche discussione in…
di Giuseppe Sergi
Il medioevo e il VAR
Se persino nel giornalismo calcistico si arriva a scrivere che il mancato ricorso al Video Assistant Referee in alcune competizioni internazionali significa «essere rimasti al medioevo» vuol dire che è il medioevo stesso, in sé, a essere uno stereotipo. Usato persino per un gioco che deve la gran parte delle sue regole attuali alla fine del secolo XIX, risulta altrettanto ingiustificato l’uso frequente dell’aggettivo «medievale» a proposito di matrimoni orientali combinati, lavori agrari imposti per compensi da fame, fedeltà «feudali» nei partiti politici, bande di camorra che taglieggiano gli abitanti di un territorio. È…
di Antonio Prampolini, con una Prefazione di Lucia Boschetti
Il portale Themenportal Europäische Geschichte è una piattaforma digitale open access che si rivolge agli storici e ai docenti con saggi e fonti sulla storia europea dall'inizio dell’età moderna ad oggi.
Con l’obiettivo di favorire una sostanziale innovazione degli studi e delle ricerche nell’ambito della storia economica e sociale, politica e culturale dell’Europa (e, in particolare, dei suoi processi d’integrazione), il Portale propone uno spettro di argomenti e metodi volutamente aperto in una prospettiva transnazionale e multidisciplinare.…
di Luigi Cajani
1. Il modello ottocentesco
La storia insegnata oggi nelle scuole italiane ed europee deriva da un modello creato intorno alla metà del XIX secolo: una storia che raccontava la biografia della Nazione, e che doveva servire a costruire l’identità nazionale. Un vero e proprio instrumentum regni, che gli stati-nazione usavano per formare, attraverso la scuola, il buon patriota.
Questo modello di storia scolastica era sostenuto da una ricerca storica che inseriva le varie storie nazionali in un paradigma eurocentrico fondato sulla marginalizzazione o esclusione delle altre parti del mondo. Leopold von Ranke poteva così intitolare Weltgeschichte la sua opera capitale, che in realtà non si occupava che della storia dell’Europa, giacché riteneva che
possiamo dare scarsa…
di Joan Santacana Mestre
Da qualche decennio ho iniziato a lavorare all’insegnamento/apprendimento della Storia in un nuovo campo, che ho chiamato “Didattica dell’oggetto”. Il motivo è semplice: la mia formazione accademica nel campo dell’archeologia. Per questa disciplina, infatti, è fondamentale saper interrogare gli oggetti.
Uno dei grandi temi in sospeso dell’insegnamento della storia è l’abbeverarsi dalle fonti. La storia viene spesso insegnata nelle scuole e nelle università come un piatto precotto. Sembra che lo storico – o gli insegnanti – lo preparino nella loro cucina e lo studente possa solo mangiarlo o rifiutarlo senza sapere come sia stato cucinato. È per questo motivo che propongo di utilizzare come fonti storiche, degli oggetti concreti.
Siamo circondati da oggetti. Sono…
di Lucia Boschetti
Il termine inglese debate designa una serie di attività alle quali in italiano possiamo riferirci in senso lato con i lemmi “controversia”, “dibattito”, “disputa” e che, applicati all’ambito educativo, designano in senso lato uno confronto argomentato tra diverse posizioni. Questa estensione semantica rende ragione del fatto che i modelli di debate esistenti sono numerosi ed estremamente diversi tra loro, anche perché, a partire dagli anni Novanta e in modo crescente nel XXI secolo, questo metodo è stato applicato all’interno dei percorsi formativi iniziali e in servizio di svariati ambiti. Le competizioni internazionali sono, inoltre, basate su modelli che mirano a sviluppare abilità retoriche e argomentative trasversali, affrontando tematiche di attualità non collegate…
di Antonio Prampolini
Il 14 febbraio 2012, il Ministère de l’Enseignement supérieur et de la Recherche approvava, finanziandolo, il progetto per la creazione del Laboratoire d’excellence "Écrire une Histoire Nouvelle de l'Europe” (LabEx EHNE). Il progetto, che riuniva cinque laboratori di tre università (Parigi I, Parigi IV, Università di Nantes) aveva come obiettivo principale quello di contribuire, promuovendo nuovi studi e ricerche, ad una migliore e più diffusa conoscenza della storia dell’Europa. Una storia che doveva rivolgersi non solo e non tanto agli specialisti del settore, ma ad un pubblico più vasto formato dagli insegnanti e dagli studenti delle scuole francesi e da tutti i cittadini interessati all’argomento.…
di Marco Cecalupo
Nel nostro paese, non esiste una lunga tradizione di debate nelle scuole, solo di recente hanno preso piede iniziative didattiche strutturate. Qui ne descriviamo alcune, cercando di mostrare gli aspetti positivi, ma anche quelli che presentano dei problemi.
I primi dibattiti in Italia
In un manuale per le scuole professionali in adozione un paio di decenni fa, dal titolo Le storie del mondo (Brusa et al., 1999), Antonio Brusa già proponeva per ogni modulo una sezione denominata Problemi da discutere, che declina temi di rilevanza mondiale, regionale o nazionale. Scorrendo l'indice del primo volume, si incontrano argomenti sulla…
di Antonio Brusa
Giuseppe Sergi, mentre Carlo Rovelli ci informa che Sylvie Coyaud è stata citata in giudizio per aver osato denunciare la falsità di un prodotto miracoloso contro non so quale malattia. Sergi, nella sua presentazione - La serietà in tutte le storie - richiama il dovere dello storico di combattere per la verità, una parola che anni di decostruzionismo hanno reso difficile da pronunciare, ma che converrebbe inalberare sui nostri dipartimenti.
La coincidenza è del tutto casuale, ma non per questo è meno significativa. “L’indice dei libri del mese” di aprile pubblica in primo piano un paginone sui falsi storici, curato daInfatti, sta accadendo che la battaglia tende a precipitare dallo scontro delle idee (sale da sempre del progresso scientifico) allo shitstorm…
di Antonio Prampolini
EGO - European History Online è un sito web bilingue (tedesco e inglese) dedicato alla storia dell'Europa moderna e contemporanea. È pubblicato dal Leibniz Institute of European History (Leibniz-Institut für Europäische Geschichte – IEG) di Magonza, e i suoi contenuti (in continua crescita), prodotti da storici e studiosi di diverse discipline e paesi, sono accessibili liberamente in rete dal dicembre del 2010.…