educazione civica

  • Senza storia. L'educazione civica asettica del nuovo esame.

    di Antonio Brusa

    educazione civicaFig. 1. L’educazione civica senza volto. Immagine scelta dall’Apidge per criticare la proposta di LeggeÈ partita la macchina annuale dell’esame, con la sua coda di polemiche alle quali si aggiunge, quest’anno, un buon numero di manifestazioni studentesche. Non ci sono tracce, in queste proteste, di attenzione per la questione dell’educazione civica. Eppure non dovrebbero mancare.

    Nel portale dedicato , il link “esperienze” dà una pagina bianca. Ma al Ministero non dovrebbero mancare notizie su quanto sta succedendo nelle scuole. Dovrebbe già aver avuto sentore della varietà di soluzioni che queste stanno inventando per rispettare il dettato legislativo (introduzione di una nuova materia senza oneri né personale aggiuntivi). Ad un’analisi più accurata potremo individuare buone e cattive pratiche. Al momento, per indicarle, siamo costretti ad adottare questa espressione: “pratiche disparate”.

    Domanda legittima: che senso ha un esame di stato, valido su tutto il territorio nazionale, se questo si basa su “pratiche disparate”?
    Un problema giuridico, prima ancora che didattico, non da poco. Forse è per questo che la Commissione insediata con il “compito di accompagnare l’attuazione della legge n. 92 del 2019” trabocca di esperti di diritto. Ce ne sono quattro nel comitato che dovrà suggerire i percorsi e i temi privilegiati di questa disciplina, ai quali si aggiunge un’avvocata, inserita (?) fra i quattro docenti che, in questo genere di Commissione, dovrebbero controbilanciare la folla di universitari e ministeriali, per portare la voce della scuola e “parlare dal basso”, come si dice.

    La composizione della Commissione è istruttiva. Alla caterva di dirigenti ministeriali e ai quattro dirigenti scolastici, si aggiungono – oltre alle persone succitate, un docente di filosofia morale, uno di pedagogia, uno di fisica ambientale, mentre nel gruppetto di insegnanti riconosco una prof di inglese e una di liceo classico, autrice di un manualetto sulle prove di latino e greco.

    Storia? Niente. A meno di un link su “cittadinanza e storia”, che però dà su una pagina bianca. Niente anche qui. E su quest’assenza, niente proteste, nessun documento delle ormai numerose associazioni storiche italiane, nessun autorevole commentatore che si stracci le vesti dalle pagine di “Repubblica” o del “Corriere della Sera”.

    L’atto di insediamento di questa Commissione è l’ultima fase di un processo di destoricizzazione dell’Educazione Civica, che si sta compiendo nel silenzio irresponsabile di quanti dovrebbero preoccuparsi e intervenire. Lo abbiamo già descritto in numerosi interventi di HL, ai quali rimandiamo.

    SebastianDahl 23 DSF5245 SkolestreikforklimaFig.2 Fridays For Future 25 maggio 2019 www.sebastiandahl.comQui, ricordo in forma schematica che i tre temi, proposti dalle linee guida come costitutivi della disciplina e richiamati dal Ministro nell’atto insediativo – costituzione, ambiente, cittadinanza digitale –, estrapolati dal loro contesto storico perdono di senso e di forza. La nostra Costituzione non è stata partorita da angelici padri costituenti, ma da uomini e donne usciti dalla duplice prova della guerra e della dittatura; l’agenda 20/30, alla quale si fa riferimento per l’educazione ambientale, non è una letterina di buoni propositi, ma un documento inviato a stati, animati da interessi che non sempre coincidono con le aspirazioni del documento. La cittadinanza digitale non è la questione del cyberbullismo e dei siti porno, ma l’enorme problema del governo di reti mondiali, che influiscono pesantemente sulla vita di otto miliardi di persone, al di fuori di un qualsiasi controllo politico.

    Tutto questo – la necessità di governare processi nazionali e politici – ce lo dice la storia. Toglietela di mezzo, e avrete un’educazione civica asettica, per cittadini che eseguono compunti il loro dovere, capaci di porsi (nuove competenze di cittadinanza?) i problemi tecnici, relativi al malfunzionamento delle nostre società. Togliete la storia, e priverete questa educazione civica dell’educazione politica. Un’educazione tragicamente necessaria in questa fase di crisi delle nostre democrazie.
    Non sarebbe, questo, un buon motivo per qualche cenno di protesta?

  • Una scuola che non discute l’Educazione Civica.

    1 Il convegno di Scuola Democratica su "Educazione civica, oltre le regole".

    Giorno 16 novembre 2021, a partire dalle h. 9.45. LINK

    di Antonio Brusa

     

    In quante maniere si fa educazione civica in Italia? Al momento non lo sa nessuno. Spero che il Ministero stia raccogliendo i dati e ce li faccia conoscere. A quel che vedo (un centinaio di curricula di scuole diverse, che grazie a Antonio Prampolini ho potuto esaminare), il modo più diffuso è quello di spalmare la materia su tutte le discipline. Ma c’è chi conserva l’assetto tradizionale, assegnando ai docenti di storia il compito maggiore e chi, soprattutto alle superiori, utilizza a questo scopo i docenti di economia e diritto.

    Tutte le scuole, dunque, impegnate nell’ingegneria degli orari e dei vincoli sindacali. Nessuna, a quello che mi consta che si sta interrogando su alcuni fatti che sono decisivi per capire che cosa si sta facendo e dove la scuola si sta cacciando.

    Il primo è che per la prima volta nella storia della Repubblica, da quando Aldo Moro introdusse l’EC, questa è stata separata dalla storia.

    Il secondo è che l’intero dibattito parlamentare è stato “a-disciplinare”. L’EC, per i nostri eletti, è una materia che si pratica e non si studia. Mariastella Gelmini, che da ministra aveva tirato in ballo la Bibbia Laica, nel dibattito si è spinta ancora avanti, lasciando pensare a un’educazione civica come una sorta di “catechismo laico”, guida per “la vita di ogni giorno” (cit.).

    Il terzo, è che le Linee-guida non sono le tavole della Legge, ma un disperato tentativo di dare intellegibilità a un testo legislativo sgangherato e posticcio (“un minestrone”, a detta di qualche parlamentare, forse in un soprassalto di coscienza).

    2 Ciononostante, vedo le scuole (e tanti insegnanti) che hanno rapidamente trasformato queste modeste basi culturali nel dogma della tripartizione dell’EC: la Costituzione, l’educazione digitale e quella ambientale. E constato che nessuno si chiede che cosa voglia dire la separazione fra storia e EC.

    Bene: basta leggere la legge istitutiva di Aldo Moro, nella quale si parlava di una materia “ibrida”, che coinvolge le scuole come istituzioni, è presente in tutte le discipline, ma “concentrica” con la storia, e in particolare con la storia contemporanea: il momento nel quale si sono create le istituzioni che reggono la nostra vita e (attenzione: il testo è del 1958) e si costruisce la Repubblica sulle rovine della Guerra e del Fascismo. Per Aldo Moro, l’EC è formazione del “cittadino politico”. Staccare la storia dall’EC, significa privarla della sua valenza di formazione politica, e ridurla al ruolo di formatrice del bravo ragazzo, che finalmente non trolleggia, non bulleggia, è inclusivo, non si droga e non inquina. (Ne parlo nell’articolo sul numero speciale di “Scuola Democratica” e nel resoconto che ho pubblicato su hl).

    Quindi i Consigli di istituto sono di fronte ad una scelta strategica del loro piano formativo: vogliono un’EC che vada a ridosso della cronaca nera, così come appare dal desolante dibattito parlamentare che ha partorito questa legge? Oppure vogliono lavorare per formare un cittadino che sappia leggere la valenza politica dei problemi che viviamo e ai quali stiamo andando incontro?

    Provo a rispondere a queste domande al mio solito modo: andando in una scuola e mettendo in pratica alcune idee. Lo sto facendo grazie all’impegno delle insegnanti dell’IC6 di Modena. Un progetto al momento entusiasmante. Ne pubblicheremo i primi esiti su HL.

    Ma di tutto ciò si parla al convegno di Milano, organizzato da Alessandro Cavalli e Nando della Chiesa, con Bruno Losito, Annamaria Ajello, Luciano Benadusi, Ludovico Albert, Milena Santerini e tanti altri. L’incontro è aperto a tutti. A partire dalle 9.45: LINK 

     

    Scarica la LOCANDINA

Questo sito utilizza cookies tecnici e di terze parti per funzionalità quali la condivisione sui social network e/o la visualizzazione di media. Chiudendo questo banner, cliccando in un'area sottostante o accedendo ad un'altra pagina del sito, acconsenti all’uso dei cookie. Se non acconsenti all'utilizzo dei cookie di terze parti, alcune di queste funzionalità potrebbero essere non disponibili.