preistoria

  • PREISTORIA CONTRO STORIA?

    Autore: Susy Cavone


    Un ragionamento didattico su quei luoghi comuni e quelle chiusure mentali, che impediscono alla Preistoria di diventare Storia dell’Umanità.

     

    La Preistoria è Storia

    «Se la storia è regolata dal tempo, non sembra possibile - o quanto meno bisogna discuterne - che vi sia un tempo fuori della storia».

    Con queste parole Giancarlo Susini iniziava il suo intervento Preistoria e Storia durante il XIII° Congresso Internazionale delle Scienze Preistoriche e Protostoriche, tenutosi  a Forlì nel 1996*. Mostrava, poi, come la preistoria applicasse gli identici criteri di studio della ricerca archeologica e che la storia adopera per la ricostruzione degli eventi passati. Nonostante ciò, concludeva «la preistoria risulta pressochè pacificamente considerata come anticamera della storia».

    Da studentessa in Lettere e Filosofia  rimasi colpita da quelle parole. Ascoltavo uno studioso che rivendicava alla Preistoria un riconoscimento epistemologico, mentre nei luoghi della mia formazione universitaria gli esami di preistoria (Paletnologia- Preistoria e protostoria europea- Storia delle civiltà preclassiche) non erano contemplati fra gli esami obbligatori di storia da sostenere. Si trovavano  in elenco fra i complementari o quelli a scelta dello studente. Ciò giustificava le lezioni semideserte, frequentate da una decina di “aspiranti archeologi dell'età della pietra” o “preistorici amatoriali”.

    Erano gli anni '90. Venti anni dopo riuscii a laurearmi, con una tesi proprio sull’insegnamento della Preistoria, nella quale ebbi modo di esaminare una grande quantità di libri di testo1. Ne ricavai la consapevolezza che questa contrapposizione fra storia e preistoria dura ancora oggi. Ancora oggi, per molti insegnanti e editori, la Storia, quella “vera”, è quella legittimata dalle fonti scritte. Lo si vede dai manuali scolastici che intitolano i capitoli relativi alla preistoria con affermazioni didatticamente e storicamente discutibili come: «La storia prima della Storia», «L’alba dell’uomo» e così via. Lo si vede nei media, che spesso veicolano immagini e contenuti fortemente stereotipati. Lo si è visto nei programmi Moratti (2003), che separavano la preistoria dalla storia, confinando la prima in una sorta di limbo giocoso in terza elementare, mentre la “vera storia” comincia in quarta: una pratica che continua imperterrita, nonostante i programmi del 2007 e del 2012 abbiano posto rimedio a quello scempio. Lo si vede nei programmi delle Superiori, promulgati da Gelmini (2011), che eliminano la Preistoria dai contenuti imprescindibili. Un consiglio (uno dei pochi) bellamente seguito da molti istituti, che iniziano lo studio della storia con le società del Vicino Oriente.

    Un possibile straordinario laboratorio formativo

    Eppure quelle fonti materiali (dipinti rupestri, utensili in selce, legno, osso,  reperti ceramici e sepolture), spesso considerate accessorie o meramente illustrative dagli insegnanti, sono dei potenti strumenti di apprendimento storico, in quanto aprono il discente verso infinite possibilità logico-cognitive.

    I “cocci o i sassi” dimostrano la loro funzionalità, ma soprattutto la grande fecondità didattica, se vengono opportunamente interrogati attraverso le logiche processuali della ricerca archeologica che si basano sull’analisi visiva dell’oggetto (Cosa vedo?), sulle ipotesi soggettive/oggettive realizzate attraverso l’analisi dei reperti esaminati (Potrebbe rappresentare....  Aveva quella fisionomia, quindi...), sulla collocazione storica (In che periodo può aver vissuto?), sulla contestualizzazione geografico - ambientale (Come viveva? In quale ambiente? Dove è stato ritrovato? Da quale luogo può provenire?) e sugli aspetti di vita quotidiana (Cosa mangiava? Di cosa si occupava?); fino ai più rarefatti aspetti della vita mentale (che cosa poteva rappresentare? Per costruire questo oggetto, quali algoritmi mentali occorre seguire?).

    Un deludente deposito di stereotipi

    In luogo di potenziare questi aspetti formativi, la divulgazione (e la didattica, conseguentemente) sembrano adagiarsi su conoscenze facili e scontate. Quelle che non disturbano le idee preconcette. E perché farlo, dal momento che la Preistoria occupa uno spazio così residuale, in un campo, come quello delle conoscenze umanistiche, che è peraltro sottoposto a diversi attacchi in campo educativo?

    «La scienza progredisce ma la divulgazione fatica a stare al passo2 » - afferma Cinzia del Maso - e questa mancata simbiosi è estremamente evidente nell’ambito della scienza preistorica. Lo dimostra, per esempio, l’immagine tradizionale (Fig.1) di un’unica, lenta e continua linea di discendenza, nonostante la comunità scientifica abbia consolidato l’immagine del “cespuglio”, ovvero un’evoluzione ramificata e complessa, della quale continuamente si scoprono nuove branche, fra le quali si cominciano a ipotizzare incroci un tempo impensabili.

    Fig.1

     

    La nascita e la divulgazione di questi stereotipi è imputabile anche al mancato bilanciamento fra la ricchezza delle informazioni scientifiche, la loro rapida trasformazione e la relativa rigidità dei sistemi di comunicazione scolastica e no.

    I libri di narrativa che trattano la preistoria, per esempio, spesso oppongono un Paleolitico maschile freddo e sanguinario (Fig. 2) in cui i protagonisti sono bambini dai quattro ai nove anni3  (Fig.3) biondi con gli occhi azzurri e cacciatori in erba, ad un Neolitico femminile, caldo e pacifico (Fig. 4) nel quale solo le bambine4  sembrano popolare i villaggi e svolgono la principale attività quotidiana, la lavorazione dell’argilla.

    Fig.2

     

    Fig.3


                      

                                                                

     

     

     

     

     

     

     

    Fig. 4

    Nella comunicazione mediatica le cose non sembrano molto migliori.

    L’uomo preistorico risulta quasi sempre seminudo e muscoloso, talvolta anche lui biondo naturale dagli occhi azzurri (Fig. 5-6) (come nel film 10.000 B.C.5). E’ un impavido cacciatore. Mangia unicamente carne cruda, armato  di clava. Usa armi non propriamente preistoriche, e non di rado convive con dinosauri, dei quali è di volta in volta amico o nemico. La donna è succube dell’uomo e allo stesso tempo l’oggetto dei suoi desideri. Prosperosa (Fig.7) (come nella pellicola cinematografica degli anni '60 One Million Year BC6 ), dalle forme perfette, indossa abiti preistorici prêt-a porter. Le tocca volentieri la sventura di essere rapita, persino nei videogiochi più recenti.

          

    Fig.5

              

    Fig.6

     

    Fig.7

     

    Manuali poco aggiornati

    D’altro canto, l'analisi di diversi manuali scolastici porta a risultati ugualmente sconfortanti. Qui troviamo, in gran quantità, quegli stereotipi “colti” 7 (come li ha definiti Antonio Brusa), che navigano nella manualistica come relitti di concezioni un tempo scontate, ma successivamente gettate nel cestino dalla comunità scientifica. Molti manuali scolastici recenti rivelano un aggiornamento dei testi fermo a qualche decina di anni fa. Un esempio frequente è il modo con il quale viene definito homo habilis.  "Il nome habilis è dovuto alla capacità di questi individui di costruire strumenti rudimentali di pietra, grezzamente lavorata e scheggiata ad angolo vivo (chiamati choppers)". Così scrive un manuale, che evidentemente ignora come la varietà degli  strumenti (punte, bulini, grattatoi e raschiatoi) realizzati dall’homo habilis e rinvenuti nei maggiori siti archeologici dimostri un’accurata e complessa lavorazione della pietra); e, peggio ancora, sembra ignorare il fatto che anche altre specie, come alcune australopitecine, erano capaci di costruire strumenti.

    Altrove, leggo un esempio riferito al Neolitico:"Nel villaggio le case erano tutte dello stesso tipo e della stessa grandezza…."8 .  Eppure: noi conosciamo planimetrie rettangolari o subellellittiche le cui dimensioni oscillavano dai 7x 4,5m ai 15x 8m (Villaggio di Rendina, Balsignano, Catignano, Casal del Dolce), con densità variabile dai 50 agli  80 mq.).

    In altri manuali trovo che l’homo sapiens proviene dal Medio Oriente; che gli artigiani del ferro sono i primi artigiani specializzati della preistoria e le città rappresentano il simbolo della civiltà umana. La caverna rimane per molti l’unità abitativa principale della preistoria. E’ un luogo che intriga gli autori per il suo carattere misterioso, ma soprattutto per gli inattendibili paralleli storico-etnografici fra popolazioni preistoriche  e tribù odierne, tanto cari alla manualistica di inizio secolo e  che ancora impediscono la diffusione di una visione planetaria di una “Storia dell’umanità”. Occorrebbe chiedersi perché in questi manuali  non si legge per esempio di un Paleolitico della Melanesia. Delle pitture rupestri australiane di 22.000 anni fa e della prima colonizzazione umana dell’America dell’homo sapiens prima di Cristoforo Colombo. Di una domesticazione di animali e piante in Cina, in Messico o nelle Ande peruviane. Del villaggio di Ertebölle (Danimarca) che, già durante il Mesolitico, sperimentava le prime tecniche di fabbricazione delle ceramica.

    Arretratezze e chiusure mentali che impediscono agli allievi e ai professori (purtroppo non solo italiani) di entrare nella storia dell’umanità, attraverso quella porta formidabile che è costituita dalla Preistoria.

    *Ci trovavamo a quel convegno, un folto gruppo di studenti di Preistoria e Didattica della Storia dell’Università di Bari, per una relazione sulla Didattica della Preistoria, nella quale sintetizzavamo i risultati dei lavori del gruppo che diventò poi Historia Ludens.

                                 
    NOTE

    * Ci trovavamo a quel convegno, un folto gruppo di studenti di Preistoria e Didattica della Storia dell’Università di Bari, per una relazione sulla Didattica della Preistoria, nella quale sintetizzavamo i risultati dei lavori del gruppo che diventò poi Historia Ludens.

     

    1. CAVONE T., (2012), La didattica della Preistoria, Facoltà di Lettere, Bari.

    2. DAL MASO C., Il problema del bush . Preistoria, comunicazione e senso comune in L. SARTI, M.TARANTINI (a cura di), Evoluzione, preistoria dell’uomo e società contemporanea, Carocci, Roma,2007,p.157.

    3. KURTÉN B. (2002), La danza della tigre, Muzzio, Padova.
    4. GAY M. (2006), Cropetite, Ecole des Loisirs Edition, Paris.
    5. 10.000 A.C  (WARNER HOME VIDEO 2008),  film d’avventura, regista Emerich Roland, protagonisti Steven Strait e Camilla Belle.
    6. One Million Year BC  (HAMMER FILMS, 1966, Gran Bretagna), celebre commedia degli anni’60 con Raquel Welch come protagonista; Regia di Don Chaffey, remake del 1940 di una commedia hollywoodiana.
    7. BRUSA A. (2007),  David e il Neandertal. Gli stereotipi colti sulla preistoria, in L. SARTI, M. TARANTINI (a cura di), Evoluzione, preistoria dell’uomo e società contemporanea, Carocci, Roma,  pp. 45-63.

    8. R.AIROLDI, R.MORGESE, G.MOROTTI,I favolosi quattro, vol 3, 2006, pag.170.                                          

     

    OPERE CITATE

    AA.VV.,  Il tempo e la memoria,  vol.1, 1989,  pag.34.
    A.D’ITOLLO, L’ombra di Argo, vol 1, 2009,  pag.15.
    BRUSA A. (2007),  David e il Neandertal. Gli stereotipi colti sulla preistoria, in L. SARTI, M. TARANTINI (a cura di), Evoluzione, preistoria dell’uomo e società contemporanea, Carocci, Roma, pp. 45-63.
    BRUSA A.,VENTURA V., IANNONE M., DE BELLIS M.P., PALMIERI C., CAVONE T., Fare e capire. Osservazioni didattiche sull’archeologia sperimentale, in “Abstracts. The Sections of the XIII° Congress U.I.S.P.P”, vol.1, A.B.A.C.O., Forlì (8-14 settembre 1996), pp.550-554.
    DAL MASO C., Il problema del bush . Preistoria, comunicazione e senso comune in L. SARTI, M.TARANTINI (a cura di), Evoluzione, preistoria dell’uomo e società contemporanea, Carocci, Roma,2007,p.157.
    GAY M. (2006), Cropetite, Ecole des Loisirs Edition, Paris.
    KURTÉN B. (2002), La danza della tigre, Muzzio, Padova.
    LEROI GOURHAN A.,  Los Cazadores de la Preistoria,  Orvis, Barcelona, 1985, p.15.
    R.AIROLDI, R.MORGESE, G.MOROTTI, I favolosi quattro, vol 3, 2006, pag.170.SUSINI G. (1996),  Preistoria e storia, in AA.VV., Oltre la pietra. Modelli e tecnologie per capire la storia, in Atti XIII° Congresso U.I.S.P.P., vol.3, A.B.A.C.O.,  Forlì (8-14 settembre 1996), pp. 67-73.
    R.AIROLDI, R.MORGESE, G.MOROTTI, I favolosi quattro, vol 3, 2006, pag.170.

  • The Next Generation. Formazione dei futuri professori di storia

    Autori: Antonio Brusa, Luigi Cajani

    “Invitiamo ogni dipartimento di storia a occuparsi seriamente di didattica”. Questa raccomandazione si trova in apertura del programma The Next Generation of History Teacher, promosso da varie organizzazioni di storici statunitensi, fra cui l’American Historical Association . Da questo programma abbiamo tratto il titolo della rubrica, che dedichiamo a coloro che in questi giorni cominciano a frequentare il TFA, ai nostri colleghi che vi insegneranno, e, oltre a loro, a tutti gli insegnanti che vogliono intraprendere un percorso autonomo di formazione professionale specifica.

    Non conosciamo i programmi, né l’organizzazione dei diversi corsi italiani (speriamo che, a questo proposito, l’indagine avviata dai colleghi della Sisem, ci possa dare buone indicazioni). Le poche analisi di quanto è stato fatto nel passato non ci confortano troppo (A. Zannini, “Mundus”, pp. 14-21 e il dossier sulla formazione dei docenti nei nn. 3 e 4). A parte poche eccezioni, i corsi che formano i futuri insegnanti tendono ad assomigliare troppo ai corsi di laurea normali.

    I colleghi americani la pensano in modo diverso. La prospettiva dell’insegnamento della storia fa parte della preparazione generale universitaria, partendo dalla collaborazione far scuola e università per approfondire la conoscenza reciproca in termini di pratiche didattiche e di problemi da affrontare. La preparazione dei futuri insegnanti deve iniziare durante i corsi universitari, attraverso lo sviluppo del pensiero critico sulla storiografia e attraverso curricoli coerenti e integrati, che diano loro una formazione di base completa e non lacunosa.

    Scopriamo, leggendo questo programma, una sorta di prospettiva ribaltata rispetto a quella italiana. Da noi, il lavoro didattico universitario considera l’insegnamento come fatto accessorio. Non se ne parla, durante i corsi, semmai (e se va bene) lo si farà durante il TFA o in qualche altra struttura apposita (non sappiamo che cosa ci riserva il futuro). Negli Usa, invece, è il contrario. Imparare la storia e pensarla, “come insegnanti di storia” fa bene a tutti gli studenti, anche a quelli che non faranno i docenti di storia,  dicono da quelle parti. Punti di vista diversi, come diversa è la considerazione del mestiere di insegnante. Ma fa piacere che, in qualche angolo della terra, i docenti universitari vengano spinti a “incoraggiare i loro studenti a considerare la prospettiva di diventare professori di storia”.

    La nuova didattica, dicono con nettezza, mette l’accento sul fatto che i futuri docenti debbono sapere “come si fa la storia”, come si costruiscono racconti e argomentazioni storiche. Questo porta a due obiettivi fondamentali del lavoro di formazione iniziale: insegnare differenti interpretazioni e metodi di lavoro storico e organizzare un programma formativo organico e coordinato che eviti “corsi altamente specializzati e separati fra di loro”.

    Una nuova generazione di professori di storia, dicono negli Usa. Historia Ludens incoraggia lettori e studenti in questa direzione. Per questo motivo, ha creato una sezione The Next Generation (piacerà, speriamo, anche a chi non ama Star Trek), nella quale vengono riorganizzati i contenuti già pubblicati in passato, e gli altri materiali che utilizzeremo nei corsi di quest’anno. In questo modo, il materiale pubblicato potrà essere cercato sia attraverso le parole chiave (per esempio: storia medievale, didattica ludica, memoria, ecc), sia attraverso una delle quattro rubriche, che costituiscono questa nuova sezione.

     

    Formazione professionale.

    Tutto ciò che riguarda la cultura professionale del docente di storia. Quindi, la storia dell’insegnamento della storia; il ruolo che questa attività ha nella società; i problemi generali dell’insegnamento storico; il manuale, dal punto di vista storico e strutturale; i programmi, sia quelli italiani, sia nel loro confronto con quelli di altri paesi. Il corredo culturale specifico del docente: storiografia, epistemologia, metodologia. Le nuove interpretazioni storiche, la revisione dei curricoli e dei contenuti dell’insegnamento

    Materiali e strumenti

    modelli di lavoro. Le tecniche per costruire laboratori, studi di caso, percorsi di studio. La didattica ludica, la  didattica sul territorio. Didattica museale e del patrimonio. Proposte di programmazione. Curricoli.

    Pratiche

    Esperienze di insegnamento e proposte di lavoro.

    Storia e società

    Il dibattito sui rapporti fra storia e società. L’uso pubblico della storia. Il rapporto fra storia e memoria. La storia pubblica. I media e la storia.

  • Tutta la Preistoria in rete!

    Autore: Susy Cavone

     

    Ho cominciato a raccogliere i siti per la mia tesi di laurea, sulla Didattica della Preistoria. Poi ho continuato, li ho riorganizzati ed eccoli qua, a disposizione di tutti: professori, studenti e amanti di questa splendida branca della storia.
    Sono debitrice a molti, per questo lavoro. Fra gli altri, a una precedente sitografia, redatta da Mario Iannone, Valentina Sepe e Maria Corallo (ora inI beni culturali: un patrimonio mediato dalla didatticahttp://www.mondimedievali.net/Storiainsegnata/beniculturali.htm).  Spero che i lettori si comportino allo stesso modo: aggiungendo altri siti, che sembrano loro interessanti, o copiando questa stessa sitografia. Basta inviarci l’indirizzo, con il vostro commento.

     

    ARCHEOLOGIA E DISABILITA’                            

    Museo Egizio da toccare. 1984- 2004, storia di un progetto per i portatori di handicap visivo - Elvira D'Amicone: è la descrizione di un progetto per i portatori di handicap visivo nel Museo Egizio di Torino, realizzato da Elvira D’Amicone; presenta una ricca bibliografia di approfondimento.

    http://www.comune.torino.it/museiscuola/esperienze/index.shtml: sito del C.E.S.M.A.P.(Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica) di Pinerolo (Torino) che realizza per le scuole primarie di primo e secondo grado laboratori di preistoria, anche per diversamente abili. E’ possibile scaricare schede e pdf  dei diversi progetti didattici e delle esperienze realizzate dai discenti, nei quali viene approfondita la funzione del museo nella società dell’apprendimento continuo.

    http://tuttiabordo-dislessia.blogspot.com: portale che raccoglie risorse online sul web, software didattici free, news sulla scuola e sulla dislessia.  Ha inoltre realizzato una presentazione a  fumetti animati della preistoria per dislessici.

     

    ARCHEOLOGIA PREISTORICA

    http://www.iipp.it: l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria offre un sito strettamente scientifico ed estremamente ricco, necessario riferimento per chi si occupa di archeologia preistorica e protostorica. Si consiglia di consultare la bibliografia e la fototeca del sito. Non possiede però un settore rivolto alle scuole; tutti i progetti sono per gli “addetti al lavoro”.

    http://www.tautavel.culture.gouv.fr/: corredato di un’ottima bibliografia, il sito offre un’ottima spiegazione circa la vita dell’uomo di Tautavel in ogni suo aspetto, con particolare riferimento all’ambiente che lo circondava. Contiene un gioco interattivo sull’evoluzione umana con annessa tecnologia di riferimento e schede esplicative.

    http://www.truelles-pixels.mom.fr/:  attraverso la storia di un reperto archeologico, il giocattolo di un bambino del passato (Le bèlier d’Antaka), il sito racconta ai giovani e al grande pubblico il metodo e la tecnica dello scavo archeologico, partendo dal  lavoro della missione archeologica francese realizzata a Mahastan (Bangladesh), per scoprire la civiltà locale di alcuni secoli prima di Cristo e vivere in prima persona uno scavo archeologico.  La cornice è attraente e l’impostazione è fortemente interattiva (suoni, animazioni, giochi, test...).

    http://xoomer.virgilio.it/egnazia: sito ufficiale del Museo e del Parco Archeologico di Egnazia. Contiene informazioni circa la sezione dedicata alle teche del museo ed un percorso fra le emergenze archeologiche presenti nel parco. Alcune pagine sono dedicate alla campagna di scavo iniziata nel 2001 relativa al sito. Non prevede pagine didattiche ma solo un’attività didattica  laboratoriale Una giornata di Gaio ad Egnatia, curata dall’ Associazione Culturale Historia Ludens.


    ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE

    http://www.archeologiasperimentale.it
    http://www.archeologiasperimentale.it/link_archeologia.htm:  sono solo alcuni dei siti  di archeologia sperimentale presenti su web, che permettono ai naviganti di seguire passo per passo, attraverso dei video, la realizzazione sperimentale di molti oggetti e utensili  preistorici come bulini e fischietti ricavati da una  falange di cervo, tecniche di scheggiatura e accensione del fuoco, ecc…

    htpp//www.archeolink.com/: il sito si occupa di divulgare informazioni pratiche e teoriche sull’archeologia sperimentale. Organizza attività interattive per adulti e bambini. Sul sito sono  presenti la documentazione relativa alle attività svolte nei laboratori scolastici nazionali, una raccolta di documenti da scaricare e una galleria fotografica.

    http://www.indire.it/content/index: in questo sito si possono consultare numerosissimi progetti didattici relativi all’archeologia sperimentale e alla didattica museale. è possibile scaricare alcuni allegati o proporre on line all’IRRE della propria regione un’attività realizzata dalla propria scuola che sarà poi valutata da INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione per l’Innovazione e la Ricerca Educativa).

    http://webtiscali.it/visabù/: in questo sito è possibile visionare il restauro di reperti archeologici e le  riproduzioni sperimentali di ceramiche di epoca nuragica, fenicia, punica e romana trovati durante gli scavi nei siti di tutta la Sardegna. Oltre ai vari askos, vasi, piatti e alle diverse ciotole decorate, vengono riprodotti  anche monili e collane che un tempo erano il corredo di  donne e di guerrieri nuragici.

     

    ARTE PREISTORICA

    http://www.arachnis.asso.fr/dordogne/viecult/musees/eyzies/msnpreh0.htm: ottimo sito dal punto di vista scientifico per la comprensione dell’arte preistorica; prevede un apparato tecnico circa le esecuzioni dei dipinti rupestri. Le indicazioni bibliografiche sono ampie e ben strutturate per la realizzazione di  ricerche e  progetti  didattici .

    http://www.france-voyage.com/francia-guida/grotta-pech-merle-853.htm: ottimo sito per la comprensione dell’arte preistorica francese di Pech Merl, perché prevede una visita virtuale tra le immagini dei dipinti delle grotte, dei quali sono scaricabili ottime foto. Nel museo è presente un settore molto ampio dedicato alla didattica che propone filmati, esposizioni ed un atelier pedagogico molto interessante sull’arte e sul pensiero dell’uomo, dal Paleolitico al Neolitico.(vedi anchehttp://scano.altervista.org/principale/preistarte/paleolitico/paleolitico.htm)

    htpp://www.archart.it/:  archivio on line con migliaia di foto e immagini circa l’arte preistorica, antica e l’archeologia,  ad accesso gratuito.

    http://www.ask.com/Arte+Preistorica/: è il nuovo portale dal respiro internazionale interamente dedicato all’arte rupestre. Contiene infatti numerosi articoli (in diverse lingue), e-book, forum, e lavori didattico-artistici ispirati a tale tipologia d’arte preistorica.

    http://www.lascaux.culture.fr/#/fr/02_00.xml: il sito permette di visitare virtualmente la grotta di Lascaux e di osservare da vicino i dipinti rupestri. Interessante è la parte relativa all’arte parietale nella quale vengono illustrate e spiegate le materie prime, le tematiche, le tecniche e le prospettive dei dipinti esaminati. Contiene una lunga bibliografia e una dettagliata  cronologia dell’arte parietale, indispensabile per ricerche didattiche.

    http://www.rupestre.net/orme/: sitio della Coop. Arch. “Le orme dell’uomo” operante nel settore dell’archeologia rupestre preistorica in Valcamonica. E’ possibile visionare i vari progetti didattici realizzati direttamente a scuola (i laboratori Arte rupestre e didattica, Tracce degli antichi Camuni. arte rupestre). Organizza inoltre campi scuola settimanali per ragazzi di età minima di  16 anni, visite guidate che variano da mezza giornata a due per i più piccoli, lezioni, percorsi didattici, galleria d’arte preistorica virtuale, dirette a scuole di ogni ordine e grado. È possibile scaricare i pdf dell’esperienze citate. (vedi anche http://www.rupestre.net/tracce/12/artdid.html ).


    DIDATTICA MUSEALE

    http://www.archecoop.it: in questo sito la Cooperativa “Archè” di Macerata  espone nella sezione Musei, alla voce “Didattica”, descrizioni sintetiche dei laboratori d’archeologia realizzati per diversi musei delle Marche.

    http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/mostre/monterenzio_didanew.htm: sito del Museo Archeologico “Luigi Frantini” di Monterenzio (Bologna) che  realizza percorsi didattici in correlazione al programma scolastico. All’interno di tali percorsi sono realizzati laboratori  sperimentali relativi alla scheggiatura della selce, alla realizzazione di oggetti ceramici e di una fibula celtica, alla lavorazione a sbalzo su lastre di rame,  alla realizzazione e fabbricazione dei tessuti con l’ausilio di piccoli telai a cornice e alla simulazione di uno scavo archeologico relativo a sepolture esemplificative dei riti funerari in uso a Monte Bibele. E’ possibile scaricare il depliant del museo.

    http://www.archeopg.arti.beniculturali.it/index.php?it/142/archeodidattica: è il sito di Archeodidattica, promosso dalla Sopraintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria,  gestito da personale specializzato in archeologia con esperienza nella didattica museale. Propone attività scientifiche e ludiche della durata di due ore (Piccoli archeologi alla scoperta dell’ antenato preistorico, Indovina come si viveva nell’antico Egitto) e una visita al “museo virtuale” (Viaggio nel tempo: l’antico Egitto), corredata di gioco didattico e legate al mondo dell’archeologia e della storia antica. Tali attività  si possono svolgere sia nelle sedi scolastiche sia presso il Museo Archeologico Nazionale di Perugia.

    www.assodidatticamuseale.it:  sito dell’A.D.M. (Associazione Didattica Museale), responsabile del Dipartimento dei Servizi Educativi del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, che offre al pubblico servizi didattici  come i Laboratori mobili, laboratori didattici che vengono portati direttamente in aula sulla scìa dell’esperienza francese del Museo-bus1, il Paleolab: laboratorio di Paleontologia, il Laboratorio didattico di Scienze della Terra, il Biolab: laboratorio didattico di Scienze della Vita e il Parco della Preistoria.

    http://www.comune.empoli.fi.it/citta/turismo/EmpoliPercorsi08.pdf: sito del Museo Civico di Paleontologia d’Empoli il quale  ha realizzato il progetto permanente Museo per la scuola che prevede vari itinerari storico-scientifici. Interessanti per quanto riguarda la preistoria l’itinerario relativo ai fossili, attraverso il quale  vengono delineate le principali  tappe dell’evoluzione della vita sulla terra,  e l’itinerario relativo alla comparsa e l’evoluzione del genere umano e alla sua colonizzazione del nostro territorio. Ogni itinerario prevede l’associazione di due percorsi.

    http://www.comune.torino.it/museiscuola/esperienze/index.shtml: sito del C.E.S.M.A.P. ( Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica ) di Pinerolo (Torino) che realizza per le scuole primarie di primo e secondo grado laboratori di preistoria. E’ possibile scaricare schede e pdf  dei diversi progetti didattici e delle esperienze realizzate dai discenti, nei quali viene approfondita la funzione del museo nella società dell’apprendimento continuo.

    http://www.icom-italia.org: il sito dell’International Council of Museums (Comitato Nazionale Italiano) permette di aggiornarsi sulle iniziative proposte da molti musei e di accedere ad un’ampia sitografia e alla rivista dei musei.

    http://www.indire.it/content/index: in questo sito si possono consultare numerosissimi progetti didattici relativi all’archeologia sperimentale e alla didattica museale.. è possibile scaricare alcuni allegati o proporre on line all’IRRE della propria regione un’attività realizzata dalla propria scuola che sarà poi valutata da INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione per l’Innovazione e la Ricerca Educativa).

    htpp//liast.it/: sito ufficiale del Laboratorio di Archeologia Sperimentale di Torino che svolge attività laboratoriale e corsi di aggiornamento per docenti interessati alle attività di archeologia didattica.

    http://www.mtsn.tn.it/perlascuola/libretti/il_Museo_per_la_Scuola_2010-11_Primaria_e_Secondaria_I_grado.pdf: sito del Museo Tridentino di Storia e Scienze naturali di  Trento che realizza progetti e percorsi didattici sperimentali permanenti rivolti ad  analizzare tutti gli aspetti delle culture preistoriche partendo dalle riproduzioni degli  oggetti  quotidiani del Mesolitico e Neolitico. La Sezione didattica del museo offre inoltre ai docenti innumerevoli servizi: una consulenza didattica diretta sul posto o attraverso la posta elettronica; corsi d’aggiornamento per docenti; possibilità di adesione a progetti di ricerca della didattica basati sull’apprendimento attivo, sulla ricerca-azione e sulla sperimentazione; possibilità di creare una pagina a disposizione della scuola sul sito del Museo dove pubblicare la documentazione relativa a progetti didattici speciali e/o co-progettati. Da qualche anno il museo ospita un  Museo itinerante che sviluppa  due percorsi2 di preistoria, differenti per la scuola primaria e secondaria.

    http://www.museodelterritorio.biella.it/: sito del Museo del territorio biellese. Ospita una sezione dedicata alla Paleontologia e due  sezioni archeologiche: la sezione egizia, incentrata sulla figura e sugli scavi  di Schiaparelli  e la sezione d’archeologia del territorio contenente reperti dalla preistoria all’età medievale. Tali sezioni realizzano diverse attività didattiche fondate su un’ eguale metodologia: analisi dei  reperti esposti e  sperimentazione laboratoriale. I laboratori didattici permanenti  sono rivolti ai discenti della scuola dell’infanzia  (L’incredibile storia di Cropetite) scuole  primaria e secondaria di primo e secondo grado (L’intreccio e la tessitura, La nascita della metallurgia,  La pittura degli Egizi, La moneta e il commercio dei Romani, La cosmesi dei Romani, La casa e l’edilizia romana). Il  Museo realizza inoltre il progetto speciale Il Museo a  scuola, la scuola in Museo, per le scuole di ogni ordine e grado.

    http://www.museionline.it: portale dedicato ai musei italiani e alle loro sezioni didattiche.

    http://www.pigorini.arti.beniculturali.it: sito del Museo Preistorico ed Etnografico Pigorini. Oltre ad esporre l’attività museale, il sito offre una sezione educativa dedicata alle attività svolte dalle scuole all’interno del museo.

    www.prehistoiregrandpressigny.fr/: è il sito del Museo della Preistoria di Grand Pressigny, corredato di una pagina dedicata all’archeologia di laboratorio e di una pagina di archeo-giochi per i più piccini, dal Paleolitico all’Età del bronzo.

    http://www.sistemamusei.ra.it/main/index: attraverso questo indirizzo si accede al Sistema Museale della Provincia di Ravenna che offre pagine web interessanti come quelle relative ai laboratori didattici. Nel sito è possibile consultare un’accurata bibliografia, divisa per sezioni, sulle pubblicazioni di didattica curate dai musei della provincia, o cliccare su giochi didattici e accedere alle descrizioni di 13 interessanti giochi realizzati all’interno dei musei emiliani. Tra le attività caratterizzanti del Sistema Museale c’è l’ideazione e pubblicazione di molteplici prodotti editoriali (la guida alle attività didattiche realizzate nei musei italiani A spasso per i musei, il notiziario quadrimestrale Museo in-forma,  la collana di Monografie sui singoli musei, la collana Quaderni di didattica museale,  la collana I quaderni del Laboratorio, la collana di guide a fumetti I misteri dei musei,  la collana Quaderni del Progetto Beni Culturali e il Laboratorio Provinciale per la Didattica Museale) finalizzati a promuovere in maniera continuativa ed aggiornata i musei del Sistema. Offre al cittadino servizi on line come le visite virtuali in 3D ai musei , la consultazione di cataloghi, la prenotazione e il pagamento delle visite guidate e dei laboratori didattici.

     

    LABORATORI D’ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE

    http://www.archea.info/: sito della Coop. “Archea”di Bene Viagenna (Cuneo), che realizza percorsi didattici attraverso i quali gli studenti, di ogni ordine e grado scolastico, possono rivivere in prima persona le attività quotidiane, i cambiamenti dello stile di vita e gli adattamenti all’ambiente, messi in pratica dagli uomini preistorici dell’uomo preistorico. Infatti ha ricreato  un villaggio in cui gli ospiti visitano le ricostruzioni fedeli di capanne del Paleolitico, Neolitico ed Età dei Metalli,  realizzate con le stesse tecniche e gli stessi materiali di quelle originali. Inoltre realizza laboratori di simulazione, di scavo in una sepoltura Neolitica, di pittura parietale con ocra e pece, di macinazione dei cereali, di accensione del fuoco e tessitura con tecniche preistoriche.

    http://www.archeologiadidattica.it/aries/: sito curato dalla Coop. “Aries” di  Pavone Canavese (Torino) nel quale è possibile visionare tutti i laboratori  didattici di archeologia, realizzati nelle scuole di ogni ordine e grado, regionali e nazionali. Della Regione Puglia sono presenti solo i laboratori realizzati nella provincia di Lecce. 

    http://www.archeonauti.it/: sito dell’Ass. Cult. “Archeonauti” di Udine, che si occupa di ideare, gestire e realizzare Laboratori Didattici di Archeologia Sperimentale attraverso l’utilizzo di materiali e strumenti il più simile possibili a quelli originali. I laboratori sono tenuti al Centro Visite Storico - Archeologico di Sammardenchia (UD) e nelle scuole, oltre che presso gruppi, associazioni e privati. Attraverso visite didattiche guidate agli spazi espositivi del Centro e i  laboratori didattici di archeologia sperimentale è possibile scoprire la preistoria e la protostoria locale.

    http://www.cesq.it/progetti_didattici_CeSQ_2010_2011.pdf: sito del C.E.S.Q. (Centro studi sul Quaternario Onlus) di Sansepolcro (Arezzo) che  organizza diversi  laboratori  sperimentali di Preistoria, Archeologia, Scienze Naturali, Educazione Artistica e Musicale per le scuole dell’infanzia primaria e secondaria e campi -scuola. I percorsi  didattici proposti permettono di scegliere numerosi laboratori teorico-pratici strutturati in modo da catturare l’attenzione dei partecipanti attraverso la manipolazione diretta dei materiali.

    http://www.rupestre.net/orme/: sito della Coop. Arch. “Le orme dell’uomo” operante nel settore dell’archeologia rupestre preistorica in Valcamonica. E’ possibile visionare i vari progetti didattici realizzati direttamente a scuola (i laboratori Arte rupestre e didattica, Tracce degli antichi Camuni. Sui sentieri dell’arte rupestre). Organizza inoltre campi scuola settimanali per ragazzi di età minima di  16 anni, visite guidate che variano da mezza giornata a due per i più piccoli, lezioni, percorsi didattici, galleria d’arte preistorica virtuale, dirette a scuole di ogni ordine e grado. È possibile scaricare i pdf dell’esperienze citate.


    PARCHI ARCHEOLOGICI

    www.archeopark.net/: lo scopo del sito è quello di far rivivere al navigante la preistoria attraverso la scoperta della civiltà degli antichi Camuni e delle genti padane ed alpine nel corso di 15.000 anni.

    http://www.ctnet.it/museo/cetona/parco

    http://www.mtsn.tn.it/rete/default.asp

    http://www.parcomontale.it

    http://www.rupestre.net.valcamonica.html

    http://www.suedtirol-it.com/valsenales/archeoparc.htm

    http://www.marcadoc.com/parco-archeologico-livelet/

    sono solo alcuni dei numerosi siti relativi ai parchi archeologici (in ordine sitografico: Parco Archeologico-Naturalistico del Monte Cetona (Siena); Museo delle Palafitte del Lago di Ledro (Trento); Parco Archeologico e Museo all’aperto della Terramara di Montale (Modena); Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, Valcamonica (Brescia); Archeoparco di Val Senales (Bolzano); Parco Archeologico Didattico del Livelet - Revine (Treviso)), dotati d’aree didattiche e spazi dedicati a una vera e propria ricostruzione dei diversi ambienti di vita sociale tipici del Neolitico, delll’Eta’ del Rame e dell’Eta’ del Bronzo. Nei laboratori all’aperto si sviluppano attività didattiche d’archeologia sperimentale relative ai diversi periodi della preistoria, oltre alla simulazione di uno scavo archeologico.

    http://xoomer.virgilio.it/egnazia: sito ufficiale del Museo e del Parco Archeologico di Egnazia.

     

    PREISTORIA IN 3D

    http://www.archeopg.arti.beniculturali.it/index.php?it/142/archeodidattica: in questo sito d’archeodidattica, promosso dalla Sopraintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, è possibile realizzare una  visita (corredata di gioco didattico) al “museo virtuale” relativa alla popolazione dell’antico Egitto.

    http://www.france-voyage.com/francia-guida/grotta-pech-merle-853.htm: ottimo sito per la comprensione dell’arte preistorica francese di Pech - Merl, perché prevede una visita virtuale tra le immagini dei dipinti delle grotte, dei quali sono scaricabili ottime foto.

    http://www.lascaux.culture.fr/#/fr/02_00.xml: il sito permette facilmente di visitare virtualmente la grotta di Lascaux e di osservare da vicino i dipinti rupestri.

    http://www.rupestre.net/orme/: nel sito è possibile visionare sito una galleria d’arte preistorica virtuale, realizzata all’interno di un percorso laboratoriale dalla Coop. Arch. “Le orme dell’uomo” operante nel settore dell’archeologia rupestre preistorica in Valcamonica.

    http://www.sistemamusei.ra.it/main/index: è il sito del Sistema Museale della Provincia di Ravenna  che offre al cittadino  vari servizi on line come le visite virtuali in 3D ai musei nazionali.

    http://virtualmuseumiraq.cnr.it/: su iniziativa del CNR e del Ministero degli Affari Esteri, il sito  propone una visita virtuale storico-interattiva al Museo Nazionale di Baghdad, partendo dalla preistoria fino ad arrivare all’età islamica, attraverso le principali risorse e meraviglie dell’antica Mesopotamia. Avvalendosi di ricostruzioni, filmati, musiche, il museo virtuale presenta oggetti/simbolo delle numerose culture ed epoche storiche in maniera così accattivante da interessare nel contempo appassionati archeologi e semplici curiosi.

     

    PREISTORIA MULTIMEDIALE

    http://www.gaudio.org/lezioni/storia/preistoria/preistoria.htm: sito relativo ad audio-lezioni  disponibili in formato mp3 e wma sulla preistoria, realizzate dal prof. Gaudio,  destinate ai discenti ma  non solo. Tali audio lezioni ( Dai primati agli ominidi, Il Paleolitico, Sepolture eArte nel paleolitico, Il Mesolitico, Il Neolitico,  La preistoria dell'Italia comprese origini, Lingua, politica e società degli Etruschi,  La metallurgia: dal Neolitico all'età del rame,  La nascita delle città) realizzate dal docente, possono rappresentare  solo un approfondimento di studio per chiunque ne  avesse bisogno di integrazioni scolastiche o  per risvegliare l’attenzione di coloro che ritengono noiose le lezioni scolastiche e le pagine dei manuali.

    http://www.glossari.it/glossariopreistoria.html: glossario informatico di preistoria, fondamentale nelle attività di ricerca archeologica e didattica della preistoria, utilizzabile per la spiegazione dei termini tecnici relativi all’archeologia preistorica.

    www.lavagnataquotidiana.org/p/didattica-dellarcheologia.html: blog ideato da Anna Rita Vizzari   ( docente  di scuola Secondaria di 1° Grado “A. Gramsci” di Sestu - CA) in cui vengono forniti ai colleghi informazioni e materiali utili sulle cosiddette “nuove tecnologie” in generale e circa i materiali di altra natura adattabili a una didattica con la LIM, segnalando solo strumenti e risorse, senza effettuare riflessioni didattiche. E’ possibile scaricare un ebook gratuito circa le esperienze legate alla Didattica Laboratoriale dell’Archeologia (Laboratorio di Archeologia, creazione e cura del blog: laboratorioarcheologia.blogspot.com, contenente suggerimenti, materiali e link utili) e di Didattica virtuale dell’Archeologia, che ha previsto l’allestimento di uno scenario virtuale archeologico su Second Learning World e  la creazione di un canale video intitolato Archeologia e Storia nei mondi virtuali.

    http://www.skuola.net.it: sito di Scuola.net, il portale della scuola che si occupa di fornire kit didattici, lezioni, articoli, appunti, mappe concettuali e percorsi didattici su molti argomenti fra cui la preistoria (http://www.skuola.net/storia/appunti-preistoria/preistoria.html).

    http://www.soundcenter.it/preistoria.htm: sito di musica preistorica sperimentale  gestito da il  “Centro del Suono”, che presenta un centinaio d’oggetti quotidiani della preistoria come pietre, conchiglie, ossi e corni e dimostra sperimentalmente come possano diventare percussioni, fischietti trombe, ance, archi e rombi. Offre anche  informazioni sui brani musicali a tema preistorico, realizzati dallo stesso centro musicale,  come il brano Altamira, del quale è possibile un ascolto direttamente dal sito.

     

    TESTATE GIORNALISTICHE ON LINE

    http://www.archaeogate.org/ sito di Archaeogate, il portale italiano di  Archeologia Subacquea, Archeologia Classica, I.I.C.E., Egittologia, Antichità classiche e papirologia. Offre informazioni aggiornate su università, libri, progetti di ricerca e  scavi.

    www.archeologiaviva.it/: sito di ArcheologiaViva, rivista italiana di divulgazione archeologica. Offre informazioni su mostre, convegni ed eventi  presenti sul territorio nazionale e internazionale.Contiene inoltre segnalazioni relative a scavi archeologici e a corsi d’archeologia.

    http://www.archeomedia.net: rivista di aggiornamento sulle novità archeologiche ad abbonamento gratuito. Offre numerosi servizi: lezioni di argomento storico-archeologico per istituzioni e scuole; informazioni tecniche circa l’accompagnamento presso musei e aree archeologiche; ideazione e realizzazione di sussidi audiovisivi; prestazione di attività didattiche finalizzate alla divulgazione e alla pubblica fruizione del patrimonio archeologico e culturale.

    www.archeorivista.it: sito di Antika, rivista online e gratuita su archeologia, storia e arte antica.Offre informazioni e notizie su scoperte, scavi, libri, convegni, restauri e tutto quello che riguarda il degrado archeologico. Contiene una guida online gratuita su archeologia, storia e arte antica e  centinaia di schede e articoli su eventi, luoghi, personaggi e miti,  scritte da archeologi,  antropologi e scienziati.

    http://www.ask.com/Arte+Preistorica/: è il nuovo portale dal respiro internazionale interamente dedicato all’arte rupestre. Contiene infatti numerosi articoli (in diverse lingue), e-book, forum, e lavori didattico-artistici ispirati a tale tipologia d’arte preistorica.

    http://www.positanonews.it/categorie/9/news_costiera_amalfitana.html: sito di Positanonews, testata giornalistica online. Pubblica notizie, informazioni, eventi su Positano, Costiera Amalfitana e Penisola Sorrentina; sono inclusi temi e iniziative archeologiche. Ha pubblicato nel 2010 la ricerca di Michele Pappacoda:  La preistoria e gli uomini primitivi, dimostrando un vivo interesse per l’archeologia preistorica.

    www.romarcheomagazine.com/: sito di RomaArcheoMagazine,  Rivista di archeologia online sulla città di  Roma e sulla storia dell’Impero Romano.

    http://www.rupestre.net/tracce/12/artdid.html: sito di Tracce, rivista ufficiale di arte rupestre in Italia. Recentemente ha pubblicato i risultati ottenuti dalle  esperienze didattiche  condotte  nel  Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane.

    www.sardegnattiva.it/associazioniculturali.htm

    www.bcxt.it/index.php/grand-tour/itinerari-culturali/sardegna/115-archeosardegna-con-la-scuola: siti di “ArcheoSardegna.com, il portale italiano che propone informazioni sull’archeologia e sulla preistoria  della Sardegna: un viaggio tra nuraghi, tombe dei giganti, dolmen, menhir, domus de janas, templi, attraversando le civiltà nuragica, punica, fenicia e romana che ne hanno segnato la storia.

    http://mysterium.blogosfere.it/tag/preistoria/4: sito di MysteriumBlogosfere, portale italiano che si interessa dei misteri irrisolti fra cui quelli relativi alle scoperte dell’archeologia preistorica.

     

     

    Note:

    1. Il Museo-bus, assieme al Museo in valigia,  sono  progetti interscolastici inaugurati il 5 maggio 1980 dai Ministri dell’Educazione Nazionale e della Comunità Francese e Belga. Tuttora realizzati nelle scuole francesi e belga, in questi progetti le classi  vengono raggiunte direttamente a scuola dall’équipe museale, munita di valigia didattica o bus, nei quali  sono contenuti calchi di ominidi, manufatti delle varie tipologie ceramiche e litiche, faune fossili, tutti destinati alla manipolazione da parte dei bambini e utili all’illustrazione didattica sia delle fasi della preistoria che delle discipline che concorrono all’interpretazione dei dati di scavo. Sia il museo-valigia che il museo-bus presentano uguale itinerario didattico: a) una guida introduttiva presenta la metodologia che verrà utilizzata per realizzare il laboratorio;  b) la classe viene  divisa in gruppi di tre bambini ciascuno; c) ogni gruppo ha  vari strumenti didattici con cui lavorare (un fascicolo relativo ad un periodo preistorico, contenente esercizi per sviluppare un lavoro autonomo, scoprire gli oggetti, manipolarli, analizzarli, fare una relazione da mostrare  agli altri gruppi; schede guida su come riconoscere gli oggetti e classificarli con targhette; descrizione degli oggetti in base alle caratteristiche; glossario; utilizzo di una linea del tempo e di una carta  geografica della  nazione; esercizi d’analisi e riflessione sui reperti, dopo la manipolazione, per stabilire la fruizione in base alla materia prima e in base alla  scoperta attraverso la sperimentazione e  fabbricazione di vasi o utensili litici; questionari a scelta multipla (vero/falso); dizionario su cui realizzare ricerche di termini tecnici; disegni da scoprire e sintesi parziali come punti di riferimento per la sintesi generale. Questi progetti  hanno il compito d’attirare l’attenzione dei ragazzi  verso i reperti e di  suscitare l’invito alla scoperta come strumento di decentramento. Lo scopo didattico di tali progetti è quello di iniziare i bambini al rispetto dei reperti e ad un’analisi profonda degli oggetti attraverso la loro manipolazione. Il loro successo a livello nazionale scaturisce dalla possibilità di essere utilizzati  rispettando i programmi degli insegnanti, perché s'integrano perfettamente con l’orario scolastico e possono essere svolti in qualsiasi momento dell’anno scolastico; inoltre  possono rimanere anche quindici giorni in una scuola. Cfr  AA.VV. Sciences de l’homme et de son environnement, in “Cahiers de Clio”, Centre de la Pédagogie de l’Histoire et des Sciences de l’homme,  N° 63,1980; TOGNI R., Ringiovanire il museo: qualche motivata provocazione. Incontri con Munari: museo ‘inventato’ Museo del bambino. Museo“famigliare”. Museo tenda, bus, valigia, Centro Di, 2000, pp. 26-37, in Atti del convegno “Munari arte come didattica”, Faenza, 1999.
    2. Il primo, per i più piccoli, prevede uno spettacolo teatrale e giochi d’animazione corporea per ripercorrere la vita di Ljiuba, bambina del Paleolitico. Il secondo,  per i più grandi, prevede un approfondimento della preistoria, che si sviluppa attraverso una serie d’esperienze interattive e creative, con contenuti di storia e archeologia preistorica (limitato però alle scoperte del Riparo Dalmieri), attraverso cui i ragazzi analizzano e formulano ipotesi sul mondo preistorico.
  • Un milione d’anni fa, in libreria

    Autore: Susy Cavone

     

    Proposte per una bibliografia ragionata di preistoria (e anche di altri periodi)


    Se avete voglia di cercare in una libreria un libro di preistoria per bambini o ragazzi, che sia affascinante e al tempo stesso istruttivo, probabilmente vi imbatterete in un nugolo di letture, tutte con trame fra loro molto simili. Pagina dopo pagina, incontrerete giovani cacciatori chiamati a superare prove durissime per rinforzarsi nello spirito e nel corpo, ragazzi dell’era moderna improvvisamente catapultati in una preistoria animata da mamme  neandertaliane, dinosauri imbranati o da adottare e tigri con  denti a sciabola da evitare. Talvolta, insieme ai protagonisti, dovrete persino risolvere gialli preistorici, assassinii paleolitici o frequentare la scuola dei mammuth1.
    Ho fatto una selezione di questi testi, cercando quelli che uniscono la piacevolezza all’affidabilità e ne propongo un elenco, ordinato secondo l’età dell’utenza alla quale sono destinati.

     

     

    Titolo: La preistoria (a piccoli passi)

    Autore: Colette Swinnen

    Editore: Motta Junior

    Collana: A piccoli passi

    Data di Pubblicazione: 2009

    Età di lettura: da 7 anni.

    Dalla comparsa del primo uomo sulla Terra sono trascorsi milioni di anni, eppure i nostri antenati preistorici hanno sempre appassionato gli scienziati. A partire dal secolo scorso, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie e di metodi di ricerca e classificazioni sempre più sofisticati, sono state realizzate scoperte molto importanti. Il lavoro degli studiosi della preistoria è quello di ricostruire le tappe di questa lunga evoluzione. Il testo non propone risposte ma spunti di riflessione su vari argomenti relativi alla preistoria.

     

     

    Titolo: Raccontare la preistoria

    Autore: Lando Landi

    Editore: Carocci

    Collana: Scuolafacendo. Tascabili

    Data di Pubblicazione: 2005

    Età di lettura: da 8 anni

    La preistoria dell’uomo con rigore scientifico, rimuovendo i più grossolani luoghi comuni spesso presenti in molti libri divulgativi sull’argomento. Il testo contiene schede-lavoro attraverso le quali il piccolo lettore, ma anche il genitore, può costruire un propulsore, un arco e un’accetta preistorica; può riprodurre le pitture rupestri preparando i colori con terre ed altri elementi naturali.
    È possibile allestire a scuola un laboratorio di ceramica neolitica? L’autore offre spunti di riflessione sull’insegnamento della storia nella scuola primaria partendo dalla riforma attuale.

     

     

    Titolo: La storia di Hula. Un’ avventura nella preistoria

    Autore: Lando Landi

    Editore: Junior

    Collana: Quaderni di cooperazione educativa

    Data di Pubblicazione: 2009

    Età di lettura: 8 anni

    Hula aveva circa nove anni. Era biondo con gli occhi chiari, piuttosto alto per la sua età  ma, forse, un po’ troppo magro. Come gli altri indossava una casacca senza maniche e pantaloni di morbida pelle di renna che gli arrivavano al polpaccio. Ai piedi aveva mocassini di cuoio di bisonte. A tracolla portava una borsa di pelle di cervo….
    Il racconto procede secondo i canoni della narrativa d’avventura. L’originalità del lavoro di Landi sta nella costruzione programmaticamente ed esplicitamente didattica dell’intero libro, e nella proposta di costruire, per esempio, un’accetta come quella di Hula o una borsa di pelle o una tenda dei cacciatori nomadi. Contiene CD-ROM.

     

     

    Titolo: Vedere, toccare, ascoltare. L’insegnamento della storia attraverso le fonti

    Autore: Hilda Girardet

    Editore: Carocci

    Collana: Scuolafacendo. Tascabili

    Data di Pubblicazione: 2004

    Età di lettura: da 9 anni

    Il lavoro sulle fonti costituisce una risorsa essenziale per l’apprendimento storico dei ragazzi. Interpretare un documento, osservare una fotografia, sperimentare attività di ricerca diretta, intervistando un testimone o analizzando un paesaggio, Le fonti sono oggi sempre più spesso visive o sonore, materiali o multimediali; possono diventare contesti significativi per la costruzione delle conoscenze storiche. Quali sono allora le procedure da adottare per analizzarle? Il libro illustra, attraverso esempi e casi concreti, le principali strategie messe in atto da ragazzi che lavorano con diversi tipi di fonti (Documenti, testi, racconti per ricostruire la storia -Le fonti visive: pitture rupestri,dipinti, fotografie - Paesaggi e reperti: le fonti materiali) e suggerisce agli insegnanti attività motivanti ed efficaci.

     

    Titolo: Il più grande uomo scimmia del Pleistocene

    Autore: Roy Lewis

    Traduttore: C. Brera

    Editore: Adelphi

    Collana: Gli Adelphi

    Data di Pubblicazione: 2001

    Età di lettura: 10 anni

    Edward è il protagonista ed il capobranco di un gruppo di ominidi che vive in una zona dell’Africa centrale, presumibilmente nell’odierna Uganda.  E’ un brillante inventore. Per la sua brillante intelligenza può essere considerato il Leonardo da Vinci della sua epoca. Tra le sue varie scoperte si annoverano il fuoco e  la dieta onnivora. Dopo l’insediamento nei nuovi territori, inventa l’arco. Edward mostra al figlio Ernest la sua ultima invenzione. Ernest e gli altri figli, però, decidono di ucciderlo per evitare che anche questa invenzione venga divulgata, perdendo così la supremazia sulle altre orde. Lo fanno usando la sua arma, simulando un incidente. Lo stile umoristico assicura il divertimento del lettore.

     

     

    Titolo: Io e gli antichi. La storia vista da un ragazzo

    Autore: Sauro Marianelli

    Editore: Fabbri Bompiani

    Collana: Nuvole

    Data di Pubblicazione:1993

    Età di lettura: da 10 anni

    Con questo libro insolito, dove le illustrazioni intercalano la narrazione diventandone parte integrale, il lettore ripercorre con lo spirito di un ragazzo la storia dai primordi fino all’Impero Romano. Ha così modo di appassionarsi ai costumi degli antichi di un passato lontano, reso vicino dal continuo gioco della messa a confronto tra ieri e oggi.

     

    Titolo:  Storie della preistoria

    Autore: Alberto Moravia

    Editore: Bompiani

    Collana: Tascabili

    Data di Pubblicazione: 1982

    Età di lettura: 11 anni

    Moravia narra le avventure e disavventure di una grande folla di animali umanizzati, o meglio di uomini che si nascondono dietro una maschera animalesca. Ma le sue storie, libere da schematismi e da certezze usurate dal tempo, si propongono efficaci, più spesso esilaranti, per una lettura accattivante e per un’interpretazione autonoma e personalissima.

     

    Titolo:  Alla ricerca del primo uomo : storia e storie di Mary Leakey

    Autore: Cristiana Pulcinelli

    Editore: Editoriale Scienza

    Collana: Donne nella scienza

    Data di Pubblicazione: 2008

    Età di lettura:  da 11 anni

    Scavare, setacciare, raccogliere, ricomporre. La vita della scienziata Mary Leakey che operò scoperte fondamentali per individuare l’Africa quale culla dell’homo sapiens, attraverso la sua passione per l’archeologia e la paleontologia.

     

    Titolo:  Nella preistoria

    Autore: Andrea Dué

    Editore: Jaca Book

    Collana: Atlanti storici dell’uomo e dell’ambiente

    Data di Pubblicazione: 1997

    Età di lettura:  11-14 anni

    Il testo parte dall’origine della materia e la sua evoluzione, per continuare trattando la preistoria attraverso macrotemi (L’evoluzione e le grandi estinzioni -  L'evoluzione verso l'uomo-  La scoperta del fuoco-  L’adattamento a clima e glaciazioni -  L’arte preistorica- Le fonti alimentari - La sedentarizzazione e i mutamenti del Neolitico-  I megaliti-  Il controllo delle acque-  La nascita delle città urbane). Privilegia il punto di vista del rapporto fra gli umani e l’ambiente.

     

    Titolo:  Verso l’antichità

    Autore: Andrea Dué

    Editore: Jaca Book

    Collana: Atlanti storici dell’uomo e dell’ambiente

    Data di Pubblicazione: 1999

    Età di lettura:  11-14 anni

    Parte dal preistorico e termina con il Medioevo. La preistoria viene ricostruita attraverso le fonti materiali (L’ossidiana, il rame e l’ambra). In una prospettiva decisamente mondiale, racconta la conquista del Pacifico, lo sviluppo del Neolitico in Cina, la rivoluzione del paesaggio, gli ambienti e  l’adattamento degli uomini alla natura nelle Americhe, gli scambi culturali e  le civiltà dei popoli alpini.

     

     

    Titolo: La vita meravigliosa. I fossili di Burgess e la natura della storia

    Autore: Stephen J. Gould

    Traduttore: L. Sosio

    Editore: Feltrinelli

    Collana: Universale economica

    Data di Pubblicazione: 2007

    Età di lettura: 12 anni/ adulti

    Nel 1909 il paleontologo americano Charles Doolittle Walcott scopre uno dei più preziosi giacimenti fossiliferi del mondo. Gli argilloscisti di Burgess diventano per ottant’anni i protagonisti di una vicenda scientifica destinata a scardinare i capisaldi classici dell’evoluzionismo. Attraverso i fossili di Burgess infatti emerge l’ipotesi dell’evoluzione umana come una serie improbabile di eventi, dai quali affiorano un mondo e una storia segreti che hanno del meraviglioso. Alla meraviglia di fronte agli episodi apparentemente trascurabili dell’esistenza e della vita in senso lato,  Stephen Jay Gould consacra questo straordinario testo di divulgazione scientifica.

     

    Titolo: Il bambino e la storia

    Autore: Lando Landi

    Editore: Carocci

    Collana: Biblioteca di testi e studi

    Data di Pubblicazione: 1999

    Età di lettura:  adulti

    Viene incontro alle esigenze degli insegnanti che sono chiamati a insegnare storia nella scuola primaria di primo grado. Nel testo l’autore esamina le richieste dei programmi scolastici allora vigenti e le correnti storiografiche cui fanno riferimento; analizza alcuni problemi metodologici e didattici. In particolare questo libro aiuta l’insegnante a capire come avviare i bambini del primo ciclo allo studio della storia; vengono date indicazioni relative a quali contenuti dare a livello elementare ed illustra i processi operativi per preparare il necessario materiale didattico.

     

     

    Titolo: Esercitarsi in storia: giochi e attività di ricerca e di problem-solving per consolidare gli apprendimenti disciplinari

    Autore: Carlo Scataglini

    Editore: Centro studi Erickson

    Collana: I materiali

    Data di Pubblicazione: 2004

    Età di lettura:  adulti

    Lo studio della storia per gli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado rappresenta un momento formativo molto importante. Purtroppo questa disciplina viene spesso vista come una materia pesante e noiosa, con solo molte informazioni da ricordare. Il testo stimola uno studio attivo e significativo. Le oltre 100 schede del volume, divise in sei sezioni corrispondenti ad altrettante epoche storiche (Il tempo della storia, la Preistoria, l‘Età antica, il Medioevo, l’Età moderna e l’Età contemporanea), propongono quindi un’attività di consolidamento degli apprendimenti attraverso la riflessione e la partecipazione attiva dell’alunno, le comparazioni spazio-temporali degli avvenimenti passati, le ricerche storiche, utilizzando le fonti più diverse e varie attività di problem - solving e di ragionamento.

     

     

    Titolo: Insegnare la storia ai bambini

    Autore: Lando Landi

    Editore: Caroccio

    Collana: Le bussole

    Data di Pubblicazione: 2006

    Età di lettura: adulti

    Affronta la problematica dell’insegnamento della storia nella scuola primaria di primo grado con suggerimenti e spunti anche per la scuola dell’infanzia e la secondaria inferiore. Proprio sul piano metodologico, nell’ottica del costruttivismo, il libro prende in esame l’organizzazione, gli obiettivi e le finalità del laboratorio di storia per il quale propone nuove prospettive e attività diverse, fornendo materiale didattico fruibile anche on line.

     

     

    Titolo: Didattica della storia. Manuale per la formazione degli insegnanti

    Autori: Walter Panciera, Andrea Zannini

    Editore: Mondadori Education

    Collana: Sintesi

    Data di Pubblicazione: 2006

    Età di lettura: adulti

    Questo manuale è uno strumento di studio agile e completo, appositamente concepito per l’insegnamento della didattica della storia nei corsi di laurea per i docenti di scuola primaria e nelle scuole di specializzazione per gli insegnanti della scuola secondaria. Parte dalla riflessione sulle finalità, i fondamenti e i problemi della disciplina della didattica della storia e i relativi contenuti da trasformare in efficaci azioni didattiche.

     

    Titolo: È tutta un’altra storia

    Autore: Lando Landi

    Editore: Carocci

    Collana: Scuolafacendo Tascabili

    Data di Pubblicazione: 2008

    Età di lettura: adulti

    L’obiettivo dell’insegnamento della storia non è solo trasmettere conoscenze sul passato. Per conseguire obiettivi educativi più ambiziosi sono necessarie scelte metodologiche capaci di suscitare l’interesse dei ragazzi coinvolgendoli in attività che stimolino la loro fantasia e la loro creatività, li abituino alla discussione costruttiva e alla collaborazione democratica.
    Il libro affronta un tema molto dibattuto ormai da qualche anno: il Laboratorio Didattico. Dove realizzarlo e come attrezzarlo? Quali attività svolgervi ? Quali utili sviluppi interdisciplinari può avere? A queste e ad altre domande il testo cerca di dare appropriate risposte, in larga misura operative.

     

    Titolo:  Giochi…amo con la storia: Scuola primaria: giochi e attività per imparare con un approccio logico-divertente

    Autore: Claudio Ripamonti

    Editore: Centro studi Erickson

    Collana: Software didattico

    Data di Pubblicazione: 2010

    Età di lettura:  adulti

    Il libro è  il primo di una serie di volumi, ciascuno dedicato a una diversa materia di studio nella scuola primaria di primo grado . Ogni libro contiene decine di giochi a tema, organizzati cronologicamente sulla base dei programmi ministeriali. L’obiettivo delle attività proposte è quello di invogliare i bambini al ripasso semplice, veloce e accattivante dei contenuti studiati a scuola, attraverso proposte di gioco-approfondimento e un approccio logico-divertente che favorisce la partecipazione attiva di chi impara. Questo volume presenta giochi di familiarizzazione con i concetti di tempo e cronologia, giochi relativi al tempo e alle varie epoche e civiltà antiche. Il software Dalla Preistoria alla caduta dell'Impero Romano propone più di 100 attività e  giochi interattivi. Il CD-ROM contiene inoltre una cartella di materiali (tratti dal software) pensati per essere utilizzati sulla lavagna interattiva multimediale (LIM).

     

    Titolo:  Piccole storie 1 - Giochi e racconti di preistoria per la primaria e la scuola dell’infanzia

    Autore: Antonio Brusa

    Editore: La Meridiana

    Collana: Didattico-ludica “P come gioco”

    Data di Pubblicazione: 2012

    Età di lettura:  adulti

    Interamente dedicato alla preistoria, è il primo libro di una serie che ripercorrerà, nei prossimi volumi in uscita, le diverse epoche storiche, offrendo ai docenti gli strumenti ludico-didattici per addentrarsi nella storia andando oltre gli stereotipi tradizionali  e muovendo gli studenti dal proprio stato a-problematico verso la disciplina ad un “racconto problematico” del passato, che insegni anche a interrogarsi sul presente. Questo libro suggerisce come insegnare la storia del passato, non solo coinvolgendo i bambini, ma soprattutto fornendo loro gli strumenti del metodo scientifico  attraverso situazioni e esperienze di gioco storico (il libro ne propone 8 e altri ancora). Ogni gioco è dedicato ad una questione storica, di quelle che la programmazione scolastica prevede.

     

    Note:

    1. Cfr Guarnieri R., Koor dei mammuth, San Paolo,Milano; 2005; Scieszka J., Mamma Neanderthal, Mondadori, Milano; 2003;  Martin O., Disastrosi dinosauri, Salani, Firenze; 2001;  Grant J., Le avventure di Pokonaso, Piccoli, Torino; 2003;  Osborne M.P., Tramonto con la tigre dai denti a sciabola, Piemme, Milano; 2000;  Recami F., Assassinio nel Paleolitico, Salani-Le Monnier, Milano; 2000;  NERI M., Il destino di Bacmor. Giallo preistorico alle palafitte di Ledro, Mondadori, Milano; 1997; Layton N., La scuola dei mammuth. Pericolo umani!, Einaudi Ragazzi, Trieste, 2008.
  • Una dieta di bufale. La storia pubblica dell’alimentazione preistorica.

    Autore: Antonio Brusa

    Mandrie di bufale digitali

     

     
    Fig.1Butac.it(Bufale Un Tanto Al Chilo) offre una ricca sezione sulle bufale alimentari


    Può bastare un articolo spiritoso, informato, affidabile e comprensibilissimo, a mettere fuori causa delle pseudo conoscenze circolanti in rete? No. Nemmeno se si tratta del testo sull’alimentazione preistorica, che Joan Santacana Mestre ha dato a noi, di Historia Ludens, e che Susy Cavone ha tradotto. Le bufale, come sappiamo ormai da una buona messe di indagini, di “articoli-che-spiegano-tutto-sulle-bufale”, e perfino da un’edizione speciale (per quanto apocrifa: ma siamo in tema) del Manuale delle Giovani Marmotte, sono prede sfuggenti. Se ne vanno per strade digitali che le smentite non battono, e galoppano per praterie che l’informazione scientifica non riuscirà mai a controllare. Quindi, non ho alcun dubbio che la grande maggioranza degli internauti continuerà a leggere e a rimettere in circolazione le sciocchezze sulla carne cruda che i nostri antenati strappavano a morsi, o sulla vita spartana che conducevano. E allora, perché pubblicare in rete queste smentite? E per quanto riguarda i miei studi (e di tanti miei colleghi): perché dannarsi l’anima per smontare gli stereotipi sul medioevo e, più in genere, nell’insegnamento della storia? (per gli stereotipi sulla preistoria, si può vedere comunque il mio Davide e il Neandertal).

    Un motivo c’è. Non riguarda tanto i problemi dell’affidabilità della rete, ma è certamente interessante per chi insegna: quello di creare o segnalare circuiti di sicurezza, nei quali trovare notizie affidabili. E, dentro questi, aprire degli spiragli per la loro corretta utilizzazione a scuola (nella speranza di un mitico web 3.0, paradiso della buona conoscenza online). Da questo punto di vista, l’articolo di Joan è funzionale. Chiaro e ben illustrato. Può essere letto direttamente dagli allievi. Va inserito, credo, in una efficace cornice di significato, per essere pienamente valorizzato. E questa cornice può essere quella della comunicazione storica diffusa, o della storia pubblica, come dobbiamo imparare a dire. Quindi, non lo vedrei soltanto come uno strumento per far bene un argomento specifico, riguardante oltretutto un periodo storico che sempre di meno si studia a scuola, ma come un momento laboratoriale, nel quale si mettono a confronto conoscenze scientifiche e conoscenze pubbliche sul passato.

    Insomma, se non possiamo educare la rete, possiamo insegnare a qualche ragazzo a muoversi criticamente dentro di essa.

     

    Qualche certezza sull’alimentazione preistorica
    Ho l’impressione che l’articolo di Santacana aumenterebbe, per così dire, la sua forza dimostrativa se lo facessimo seguire da un rapido sondaggio in rete. Un conto è discutere le sciocchezze, un altro allenarsi a scovarle. Insomma, cacciare le bufale può essere divertente e utile, una volta muniti delle armi adeguate. E, come spero di dimostrare alla fine, può diventare l’occasione per discutere di aspetti profondi della nostra società.

     

     
    Fig. 2. La cucina preistorica secondo John Xien (da Santacana Mestre)

     

    Prima di partire per la nostra caccia, fissiamo tre concetti dal lavoro di Santacana:


    -    I preistorici cucinavano. Quindi, non solo NON mangiavano la carne cruda, ma nemmeno si limitavano a “cuocerla” o a arrostirla allo spiedo. Ergaster usava il fuoco da almeno 500 mila anni. Avevano una conoscenza di vegetali commestibili che oggi nemmeno un erborista professionale. Recuperava carni di ogni tipo, frutti, semi e insetti. Non vuoi che qualcuno non abbia cominciato a mescolare mettere insieme questo e quello: e, quindi, a “cucinare”?

    -    I preistorici erano onnivori. Come noi, d’altra parte. Questo lo sappiamo, è scritto nei libri di scuola ormai da molto tempo. Però poi prende il sopravvento l’immagine del bruto che azzanna, e ci attestiamo sul concetto che divoravano carne, e carne cruda.

    -    La preistoria non è sempre uguale. E’ lunga, lunghissima, e non è una, ma tante a seconda delle regioni. E’ legittimo presumere che in alcuni momenti e in alcuni luoghi le cose andassero bene e in altri malissimo. Santacana si sofferma su un periodo del paleolitico finale della penisola iberica, nel quale una popolazione umana piuttosto rada ha potuto usufruire di selvaggina abbondante, catturata con tecniche di caccia evolute. Un periodo di alcune migliaia di anni. Più duraturo, ricordiamolo, dell’intera storia manualistica messa insieme. Ma le cose non andarono sempre in questo modo. La preistoria, dobbiamo immaginarla come un enorme contenitore di periodi lunghissimi, nei quali le diete si alternarono, con prevalenza ora di questo ora di quel complesso di alimenti, a seconda delle variazioni climatiche e degli ambienti diversi nei quali gli umani si insediarono.

     

    Alimentazione preistorica in rete
    Una piacevole scoperta è che la voce “alimentazione preistorica” seleziona siti in genere interessanti. Il nostro cacciatore di bufale ne resterebbe alquanto deluso. Alcuni siti sono apprezzabili, come Incisioni rupestri, dove Maurilio Grassi, del centro Camuno di Studi Preistorici, descrive metodi e risultati della ricerca preistorica, non solo limitati all’ambiente alpino. Altri articoli sono accettabili: perfino quello firmato dal “Gran cazzaro”, pubblicato su The corner, è abbastanza corretto, per quanto si lasci scappare (forse a giustificazione del nickname) che l’incarico di sezionare la carne delle carogne, presso gli Australopitechi, era attribuito alle femmine.

    Un invito a guardarsi dalle diete vegane e, soprattutto, il sito di Michel Montignac, inventore del metodo alimentare omonimo, ci introducono nella vasta schiera di quelli che mettono in rete notizie per uno scopo commerciale. Nel nostro caso, per propagandare una dieta. Montignac propone una sintesi storica, che dichiara di far riferimento all’opera collettiva curata da Jean Louis Flandrin e Massimo Montanari (Histoire de l’alimentation, Fayard, Parigi 1996). E’ abbastanza precisa, con alcune notazioni amene, come il fatto che il legionario romano, essendo male alimentato, tendeva alla pinguedine, ma la sua “pesantezza” era una qualità che gli serviva per “resistere ai colpi dei nemici”, mentre, se l’impero voleva guerrieri agili, si rivolgeva ai germani.ù

     

     
    Fig. 3 Quintilius Goldenslumbus, il centurione di Goscinny e Uderzo, esemplificherebbe bene le conseguenze della dieta romana secondo Montignac.

     

    Apre la galleria dei video quello molto divertente, realizzato per un’istallazione al palazzo reale di Monza, in occasione di Expo 2015, nel quale,disposti su un grande tavolo rettangolare, fanno bella mostra di sé i cibi connotativi delle varie epoche storiche, impiattati come da chef stellati; ma subito dopo,  Anna Martellato, tracciando la storia dell’alimentazione in un video peraltro gradevolissimo, inizia col piede sbagliato, dichiarando che i più antichi uomini della preistoria si cibavano di bacche, frutta, uova e piccoli animali, i quali ultimi,però – sfortunatamente per l’autrice - sono un’acquisizione più recente della dieta umana, come ci ha spiegato Guido Chelazzi, nella sua Impronta originale (Einaudi 2013).Quindi, la galleria dei video si trasforma in una degli orrori, a partire da quelli che si affannano a propagandare in rete il miracoloso metodo nutrizionale “Kousmine”, in curiosa contraddizione con la ripetuta raccomandazione di “tenerlo nascosto alle case farmaceutiche”.

     

    La dieta preistorica è tutta un’altra cosa
    In buona sostanza, tuttavia,la voce “alimentazione preistorica” seleziona siti più o meno dignitosi, almeno dal punto di vista della correttezza scientifica. Il quadro cambia totalmente se digitiamo un’altra voce. “Dieta preistorica” squaderna un panorama totalmente diverso. Tra le prime venti ricorrenze, appena un paio sono di tipo informativo, e anche la relativa voce di Wikipedia, caso insolito nelle mie ricerche in rete, occupa a stento il ventesimo posto. Tutte le altre ricorrenze sono un inno alla “dieta preistorica”.

    In che cosa consiste questa dieta? Lo ricavo da un’intervista di qualche anno fa (2011) di Adelaide Pierucci, pubblicata da “Lettera43.it”, che si propone come imparziale, dal momento che le dichiarazioni di una dottoressa bolognese, grande sostenitrice di questa dieta, sono bilanciate dall’intervento di un suo collega fermamente contrario. La dottoressa centra il cuore del problema. Spiega, infatti, che questa disciplina alimentare – che lei ha ribattezzato con poca perspicuità storica “la dieta dei cavernicoli” - è basata sulla storia. Afferma: “Il dettame, infatti, è tutto là: basta pensare ai nostri avi, anzi risalire agli inizi della specie. Per circa due milioni di anni (fino alla scoperta dell'agricoltura), l'uomo non ha tritato grano e munto vacche. Ma si è cibato solo di cacciagione, bacche, bulbi e radici: era quella la sua alimentazione”. In una “dieta del cavernicolo tipo”, dunque, “la carne è meglio mangiarla cruda, perché dà energia” – è sempre la nostra dottoressa che parla - e quindi, al massimo si può concedere “una bistecca al sangue insaporita con un fungo cotto, pollo e radicchio, carne ai ferri con una noce”.

    La dottoressa ci sta spiegando che la storia è la base scientifica della sua dieta. Praticamente, demanda agli storici il compito di validare le sue teorie alimentari. Ed è quello che facciamo volentieri.

    Per la verità, a dare il primo colpo alla sua ricostruzione del passato, interviene, già in quell’articolo, il suo collega, quando fa notare come la carne che troviamo oggi in macelleria non sia la medesima che centomila anni fa i nostri antenati rosolavano allo spiedo: “Gli acidi grassi essenziali degli animali preistorici non esistono più. E il pesce ora viene per lo più coltivato e imbottito di antibiotici. Senza contare che il cacciatore non mangiava tutti i giorni. Non è vero, poi, che l'alimentazione di un tempo non prevedeva carboidrati: si faceva vasta incetta di semi germogliati”.

    Da storici, non possiamo che confermare. L’animale domesticato è diverso da quello selvaggio. Le pecore, le mucche, le capre e i maiali che allietano il nostro desco sono stati “creati” dall’uomo. Ottomila anni fa non esistevano. E, per quanto riguarda i volatili da cortile (dalle galline al tacchino), che sono spesso consigliati come carni esemplari per le diete, la loro domesticazione è ancora più recente (probabilmente a partire da 3/4 mila anni fa). Se i sostenitori della paleodieta affermano che i cereali fanno male, perché il nostro organismo non si è ancora abituato al loro consumo, a maggior ragione dovrebbero metterci in guardia dalla carne degli animali domestici, dal momento che “esistono” da molto meno tempo.

    D’altra parte, è vero che i cereali e i legumi sono diversi dai loro confratelli selvatici. Ma questo vale per tutti i vegetali domesticati: siano essi frutti (il fico fu probabilmente il primo ad essere domesticato 15 mila anni fa, e a seguire vennero gli altri, domesticati a volte ben dopo i cereali) o i bulbi, come le cipolle e l’aglio, e le verdure.

    «Giusta, perché dettata dalla natura», afferma la dietologa. A rigore, allora, non dovremmo mangiare quasi niente, perché quasi tutto ciò che vediamo sulla nostra tavola è frutto di un lavoro di domesticazione, iniziato migliaia di anni fa (e che continua, con i metodi e le conoscenze che abbiamo nel frattempo elaborato).

    La paleodieta storicamente accertata contemplava, in una scelta piuttosto ricca e varia, anche i semi. E fra questi, vi erano i cereali selvatici. I semi sono nutrienti magnifici e, per giunta, possono essere più facilmente conservati della carne e della frutta. Perché non pensare che sapiens li raccogliesse, magari per servirsene nei periodi di magra? E perché non pensare che li tostasse, per vedere se, cotti, diventavano buoni esattamente come la carne? O li consumasse macerati o in qualche combinazione con altri alimenti? Proprio per questo, i gruppi umani preferivano insediarsi presso i campi spontanei di queste piante preziosissime. E questo già da millenni prima che a qualcuno venisse in testa di seminarli, di macinarli, di impastarne la farina e trasformarla in pane.

     

    Darwin o Mitridate?
    Alla stramba idea della“dieta dei cavernicoli” è associata un’altrettanto strana concezione dell’adattamento. Un’autentica misconoscenza. Perché, infatti, la dottoressa sostiene che l’uomo non “ha fatto in tempo” a adattarsi ai cereali, e invece “ha fatto in tempo” a adattarsi alla carne? E’ evidente che confonde adattamento con assuefazione: poco per volta, anno dopo anno, un cibo che prima ti faceva male, poi lo riesci a digerire in modo efficace. Ci sta raccontando, la dottoressa, che, qualche migliaio di anni prima di Mitridate - quel re diffidentissimo, che tentò di abituarsi al veleno assumendolo a piccole dosi - i preistorici si adattarono ai cibi dannosi, piluccandoli con precauzione. Un adattamento per mitridatizzazione, dovremmo concludere sorridendo, per non chiamare in causa i residui di un lamarckismo ingenuo. E lasciando aperta la domanda delle cento pistole, alla quale, immagino, solo i paleodietologi più arditi oseranno rispondere: “quanto tempo ci vuole perché l’organismo umano si adatti a un certo alimento?”

    Ma in rete abbondano i coraggiosi. Eccone un esponente che dottoreggia: “Secondo questi principi di medicina evolutiva, il corredo genetico dell'uomo moderno sarebbe oggi perfettamente adattato alla dieta del Paleolitico, utilizzata durante oltre 2 milioni di anni, mentre si troverebbe ancora agli albori, dopo soli 10.000 anni, del mutamento genetico necessario per il consumo dei prodotti agricoli. In conseguenza, pur senza ripudiare aprioristicamente il consumo dei prodotti agricoli, la dieta ideale per il mantenimento della salute sarebbe quella che più si avvicina a quella ancestrale”.

    Due milioni è sufficiente, 10 mila è poco? La public history alimentare ci sorprende col suo nuovo “evoluzionismo a spanne”. Tuttavia, non è solo questione di misure date alla buona. Il fatto è che le mutazioni non avvengono “poco per volta” e perciò non esiste un "tempo giusto" per l'adattamento. Per esempio, la nostra colonna vertebrale, così come molte articolazioni, non si sono ben adattate all'andamento bipede. Ricordano ancora, per così dire, il tempo della quadrupedia, di oltre due milioni di anni fa, Per contro, Il caso del latte e della lattasi ci mostra che mutazioni decisive avvennero appena 10 mila anni or sono. Ce lo racconta  Dario Bressanini, un collaboratore di “Le Scienze”. Circa diecimila anni fa, scrive lo studioso, gli uomini cominciarono a nutrirsi di derivati del latte, come lo yoghurt (questo sembra certo, prima di berlo direttamente). Questa nuova possibilità alimentare venne data da una mutazione casuale, un enzima presente in alcuni individui. Non siamo sicuri dei motivi per i quali questa avvenne. Però,accadde allora, e da quel momento alcuni gruppi umani poterono nutrirsi di latte e latticini, e altri no.

    Oggi la mappa della diffusione dell’enzima mostra regioni abitate da popolazioni geneticamente diverse. Ne dobbiamo dedurre che in Europa esistono uomini “artificiali”, o che nella Cina meridionale esiste un’umanità più “naturale”?


     
    Fig. 3. Mappa della diffusione dell’enzima che consente la digestione di latte e latticini

     

    E’ l’evoluzione, dunque, o meglio la coevoluzione fra umani, animali e vegetali, questa grande sconosciuta ai paleodietologi, che andrebbe studiata bene a scuola, per mettere gli allievi in grado di far fronte a questa, come ad altre misconoscenze alimentari che inondano la rete. E le cui scoperte recenti, come  conclude Bressanini, avrebbero addirittura “deliziato” Darwin, che “chissà, forse avrebbe brindato con un bicchiere di latte”.

     

     
    Fig.4.  Un video delProject Invictusaiuta a passare dalle conoscenze approssimative di fruttariani, vegani e paleodietisti alla conoscenza dell’evoluzione, con il consiglio finale di leggere qualche buon libro sull’argomento.

     

    A caccia di bufale!
    Partiamo da un mesto esperimento televisivo, diffuso da Melanzane al cioccolato, durante il quale a tre povere donne, colpevoli di eccesso di colesterolo, hanno fatto ingurgitare chili e chili di frutta e verdura cruda “(carote, meloni, zucche, broccoli, mango, ecc.), cioè quello che mangiavano i nostri antenati”, con l’unica concessione di assaggiare “un’oliva in salamoia”, che, insieme col mango, è una nota delizia del paleolitico. Felici come siamo per aver appreso, dallo stesso sito, della riuscita dell’esperimento, tuttavia non possiamo non far rilevare come la dietologia preistorica sia in realtà lacerata da due scuole di pensiero.

     

    Una carnivora e una di ispirazione sicuramente vegana.


    Alessandra Mallarino sembra incaricarsi del tentativo di conciliarle, dalle pagine di Amando.it, un sito online autorevole, dal momento che dichiara oltre 10 milioni di lettori unici l’anno. Nel suo Dieta preistorica e evoluzione spiega che gli ominidi dapprima furono prevalentemente vegetariani, poi, con la scoperta del fuoco, privilegiarono l’alimentazione proteinica, e dunque le carni. L’autrice scende nel dettaglio. “Nei “piatti” degli ominidi la carne derivava anche da animali molto grossi e spesso molto aggressivi, tra i più temibili i coccodrilli, ma anche ippopotami, che tanto mansueti in realtà non sono, fino alle rumorose scimmie, e ancora a diversi tipi di rettili che oggi non esistono più ma di cui sono rimasti fossili o ossa” (non oso pensare a quali rettili si possa riferire).

    Poi, si lancia anche lei in una teorizzazione evoluzionista ad uso degli ignari. Scrive, infatti, che questa alimentazione “contribuì fortemente all’aumento volumetrico e del numero totale delle cellule del cervello”. Una frase che, pur nel suo incerto italiano, ci vorrebbe far intendere che il cervello, irrobustito dall’alimentazione carnea, costrinse la scatola cranica ad allargarsi. Nel corso dei millenni, naturalmente, millimetro dopo millimetro.

     

     
    Fig. 5. Le vere ragazze mangiano carne di dinosauro, secondo la Gender paleodietology

     

    Dai principi alle ricette. Un vantaggio indubbio della paleodieta consiste nell’eliminazione delle fastidiosissime tabelle caloriche. Basta seguire i saggi consigli che ci vengono dalla preistoria. E, dunque, ecco un paleomenu, dove avete libertà di caccia alle bufale: “A colazione mangia un frutto – magari un’arancia – del salmone affumicato e qualche noce. A pranzo consuma della fesa di tacchino condita con mandorle e lamponi. Sempre a pranzo, non far mai mancare un’insalatona mista con olio d’oliva e succo di limone. A cena opta per scaloppine di vitello con verdura a scelta – anche cotta – melone bianco e semi di girasole. Non sono previsti spuntini, ma se hai fame puoi mangiare delle piccole porzioni di proteine a metà pomeriggio – per esempio due fettine di prosciutto crudo. Sono tutte ricette semplici da realizzare, ispirate alla dieta dei nostri antenati che non avevano grandi mezzi per cucinare!”

     

    Sani, forse belli, ma soprattutto primitivi
    “Marie Claire”lo proclama a gran voce alle sue lettrici. L’uomo preistorico era “atletico, forte e muscoloso”. Tutti? Forse no, se ricordiamo certe raffigurazioni del tempo, come le cosiddette “veneri paleolitiche”. Il dubbio deve essere venuto a qualche adepto e se ne deve essere discusso in rete, se su questo argomento è sceso in campo persino il guru della paleodieta, Loren Cordain. Nel suo blog (dove risponde personalmente alle domande dei seguaci) ammette che queste veneri non “sono affatto un buon esempio di correttezza degli indici di massa grassa”.  E’ uno studioso, però, e ha buon gioco nel richiamare la funzione cultuale e simbolica di quelle statuette.

    E’ vero. Ma questo non toglie che quegli uomini ebbero degli esempi reali ai quali riferirsi, per scolpire seni, natiche e ventri prominenti. Insomma: se non è lecito dedurre dalla Venere di Willendorf che le donne preistoriche fossero tutte in sovrappeso, allo stesso modo non è consentito sostenere che erano tutte slanciate e magre, come la meravigliosa Raquel Welch di Un milione di anni fa.


    Diversa nei tempi e negli spazi, la preistoria fu diversa anche negli individui.

     

     
    Fig. 6 Atletico e muscoloso, l’uomo preistorico non doveva eccedere in bellezza, secondo“Marie Claire”

     

    A compensare una bellezza dubbia, intervengono le qualità morali, che, sempre secondo la rivista online, distanziano l’uomo preistorico da quello odierno. “La differenza rispetto ad oggi è che quegli uomini dovevano faticare per avere ciò di cui sfamarsi e non prendevano mai più di quello di cui avevano necessità”. E’ dopo, quindi, con la vita facile del mondo civile, quello nato “dopo l’agricoltura”, che l’uomo è diventato avido, grasso, pigro e soggetto, per di più, agli attacchi cardiaci. In quel “dopo” c’è tutto. C’è il disagio della nostra società e la ricerca della fuga salvifica in un passato mitico. Non è solo ipocalorica, la dieta preistorica, leggiamo nell’esergo dell’articolo, ma è anche “ecosostenibile”. Qual è la rispondenza con la realtà di queste affermazioni? Le società post-neolitiche furono società facili e dell’abbondanza? Una dieta interamente carnea è anche ecosostenibile?

    Le più che ovvie risposte negative ci fanno sicuri di un fatto: il successo di questa dieta non dipende dalla sua aderenza, più o meno fantasiosa, alla realtà storica, ma da un bisogno di semplicità sempre più diffuso e insopprimibile, in una società troppo complessa, come la nostra. Non è solo questione di rete. Questi sono miti, per quanto fabbricati con materiali scientifici. Con loro, temo che la filologia abbia le armi spuntate. Ben prima del web, fin dai tempi di Socrate.

  • Una lezione di didattica della storia, con sorpresa finale

    di Antonio Brusa

    Parlo con Jaume Casanyes, il giovane assessore alla cultura di Cunit, un paesino di poco più di diecimila abitanti sulla Costa Dorata, in Catalogna. Jaume ha studiato Storia a Barcellona, si è specializzato in Geografia a Bologna, dove, fra l’altro, ha imparato didattica della storia da Ivo Mattozzi. Un’amministrazione piena di debiti, mi dice. Ma non per questo rinuncia ai suoi progetti culturali. Fra questi, una magnifica Biblioteca per ragazzi, e, al piano inferiore di questa, la scuola di recupero per studenti a rischio, nel cui giardino ha promosso la costruzione di un piccolo parco archeologico.

    Oggi fanno lezione di didattica a una giovane archeologa. Sarà una delle operatrici che lavoreranno in questo parco. C’è la direttrice della biblioteca, Joan Santacana Mestre, l’archeologo, degli operatori culturali e Felix, uno straordinario fabbricante di repliche di oggetti preistorici. Mi aggrego al gruppo e osservo.

    La tenda neolitica

    Ecco il primo atelier. Costruire una tenda neolitica. Da un contenitore (a prova di vandalismo) si tirano fuori i pali, le corde e le pelli. Due cerchi di pietra, pavimentati di ciottoli, sono già pronti nel prato. Provano a montare la tenda. Ogni fase è un problema da risolvere. Non ci avevo mai pensato (e nemmeno voi, immagino): come si fa a legare la cima di pali, alti quattro metri, in un mondo in cui non ci sono scale? E, una volta risolto questo problema, e montata l’armatura di legno, come si fa a ricoprirla di pelli, in modo che non cadano e stiano ben ferme? Ogni passo rivedi le tue idee sulle attività del neolitico: quanta riflessione, e conseguentemente, quanta cultura richiesero, uno alla fine è obbligato ad ammettere.

    Ci vogliono ottanta pelli, per ricoprire una capanna, piccola come questa. Un gregge, praticamente. Non era un bene a disposizione di tutti: ecco un altro argomento che converrà discutere con i ragazzi.

    Approntata la tenda, Joan Santacana Mestre mostra le stoviglie. Ne spiega brevemente la composizione (sono repliche di ceramica cardiale), poi pone il problema: come si usano? In breve, si capisce perché hanno il fondo rotondo (non ci sono tavole imbandite nel neolitico), come mangiavano i cibi liquidi non avendo a disposizione cucchiai (quei pochi servivano per mescolare i brodi), come si usavano le olle e le ciotole. Spiega come questi oggetti permettano di parlare delle società nomadiche pastorali e di capire la differenza fra queste e quelle cacciatrici.

    Si calcolano i tempi. Per montare la tenda ci vuole un’oretta. La lezione prende una mezz’ora, e un’altra mezz’ora se ne va per provare altri strumenti, come falcetti, zappe e asce. Poi, si calcola il tempo di smontaggio. Orologio alla mano, tutto dura tre ore.

    Scavare una tomba

    Andiamo verso gli altri contenitori, che ricoprono due tombe, una maschile e una femminile. E ce n’è un terzo a sorpresa. Si insegna a usare il primo. Facendo scorrere la protezione antivandalismo, appare una tomba, ricoperta di lastre di pietra. Si scava con la cazzuola e le mani. Ecco un cranio. Santacana insegna l’essenziale: come si capisce il sesso e l’età, per esempio. La cosa si fa interessante, e lo dimostra il fatto che il capannello si è arricchito di ragazzi, che passavano di lì e si sono incuriositi. Fanno anche loro domande, insieme alla nostra “archeologa-che-impara-la-didattica”.

    Si passa infine al contenitore a sorpresa. È una fossa con sassi e legna bruciata. Che cosa mai potrà essere? Una tomba a incinerazione? Un resto di un incendio? Ogni ipotesi viene discussa, fino ad arrivare a quella più accreditata: si tratta di un forno da cottura, come se ne trovano oggi in Indonesia. Si mette il cibo, lo si ricopre di foglie, e su queste si accende il fuoco.

    Si calcolano i tempi (un’ora per tomba) e si ripassano le sequenze operative, si discutono le possibili reazioni dei ragazzi.

    Un imprevisto poco neolitico

    L’assessore non ci ha mollato per un istante. Stiamo lavorando sodo dalla mattina. Non potremo fare i due altri esperimenti, sulla stele e sul forno. Non c’è più tempo, purtroppo. Ora, però, se, a questo punto, vi siete convinti che vi sto descrivendo una scena di armonia didattica, in una cittadina dove un bravo assessore alla cultura fa il suo dovere, leggete il rigo seguente, e cambierete idea.

    Un signore, che portava il cane a spasso lì vicino, lo lascia nel prato e si precipita verso di noi. Grida: “Robo, eso es un robo!” “E’ un furto, questo è un furto!” Aggiunge, sempre ad alta voce, che lui paga le tasse e non sopporta che vengano usate per queste sciocchezze. Urla che ci sono dei disoccupati a Cunit, che avrebbero bisogno di quei soldi, così malamente investiti nel parco. Conclude con l’invito a vergognarci. Gira le spalle e se ne va a passo svelto.

    Rimaniamo tutti di sasso. C’è chi dice che è un pazzo. Io osservo che, in ogni caso, ha pronunciato frasi che sentiamo quotidianamente, almeno in Italia. Con la cultura non si mangia, disse un ministro, un giorno. In forme educate, era più o meno lo stesso concetto. Vero, fa l’assessore. C’è un dieci per cento, qui, che sarebbe d’accordo con quel signore.

    Abbiamo parlato tutta la mattina della cultura dei neolitici, e ora viene il nostro turno. Qual è la cultura dei nostri tempi e delle nostre società? Ecco un bel problema da lasciare ai posteri (nel caso non riuscissimo a risolverlo).

    Nel suo sito fb, l’assessore riporta quello che gli disse un suo amico, quando cominciò la sua attività politica: “prima di cambiare il mondo, vedi di cambiare il tuo paese”.

    Auguri, Jaume (e anche a tutti noi).

    Foto1

    Foto 1. Il parco archeologico. In primo piano il forno. Sullo sfondo i contenitori antivandalismo di due repliche di tombe neolitiche, sulla sinistra il lungo contenitore dei pali per la tenda.

    Foto2

    Foto 2. L’archeologa impara a legare i pali. Si vede il pavimento della tenda, ricoperto di ciottoli

    Foto3

    Foto 3. Si montano le pelli di capra

    Foto4

    Foto 4. La lezione col vasellame neolitico

    Foto5

    Foto 5. La replica della tomba maschile

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