di Antonio Prampolini
Fig.1: “Allegoria della guerra” di Aleksander Mikhalchyk FonteLa guerra occupa una posizione centrale nella storia e nella memoria dell’umanità. Internet è lo specchio di questa centralità. Chi voglia studiarla oggi, in generale e in particolare i conflitti del secolo scorso e del tempo presente, non può esimersi dall’esplorare le sue innumerevoli risorse.
Digitando la parola “guerra” nel campo di testo di Google, appare un lunghissimo ed eterogeneo elenco di pagine web (testi, immagini, video). Sono le pagine che contengono la parola “guerra”. Google le indicizza in modo automatico, impiegando algoritmi che determinano la loro posizione, sulla base del principio che le pagine che presentano un maggior numero di link esterni (di citazioni da parte di altre pagine/siti) sono da considerarsi come le più rilevanti. Questo meccanismo di selezione puramente quantitativo è integrato da Google con un criterio di valutazione, sempre automatico, che assegna ai link un peso diverso a seconda della loro provenienza.
Avendo digitato la parola “guerra”, l’elenco segnala le pagine web in lingua italiana. Tra queste, troviamo ai primi posti le voci enciclopediche di Wikipedia e della Treccani. Ma, oltre a queste, potremo vedere immagini e altri tipi di documentazione.
Voci enciclopediche
Fig.2: logo di Wikipedia edizione in lingua italiana FonteWikipedia
La voce Guerra dell’edizione italiana di Wikipedia, dopo averla definita come: «fenomeno sociale che ha il suo tratto distintivo nella violenza armata posta in essere fra gruppi organizzati», presenta al lettore-visitatore una descrizione sintetica delle varie tipologie di conflitti (in base all'estensione territoriale, ai soggetti coinvolti, ai mezzi impiegati, alla soggettività internazionale dei contendenti) ed una breve elencazione dei diversi aspetti (antropologici, etici, economici) che li caratterizzano.
La voce Guerra permette di accedere alle voci delle principali edizioni linguistiche di Wikipedia. Tra queste, in particolare, quella inglese (War), francese (Guerre) e tedesca (Krieg); voci che esprimono tradizioni nazionali più ricche e consolidate di interessi e studi di storia militare rispetto a quella italiana.
Tra gli Altri progetti, viene segnalato il grande archivio di immagini sulla guerra di Wikimedia Commons (Category:War)1.
Al tema della guerra Wikipedia riserva anche uno specifico Portale che consiste in una pagina di accesso alle numerose voci dell'enciclopedia sui conflitti del passato e del presente. Il portale Guerra si rivolge, pertanto, ai lettori-visitatori con una duplice funzione. La prima è quella di indirizzarli, mediante un'opportuna evidenziazione grafica, verso quelle voci che i contributori dell’enciclopedia open access ritengono possano interessare maggiormente i lettori. La seconda è quella di favorire una consultazione più sistematica e consapevole, meno legata alla spontaneità della ricerca libera per parole e alla casualità del ritrovamento attraverso i rimandi ipertestuali. A tal fine, il Portale mostra la struttura ad albero delle categorie e sottocategorie che raggruppano le diverse voci enciclopediche attinenti al tema della guerra (eventi bellici, armamenti, militari, ecc.), grazie alle quali il lettore-visitatore del sito può selezionare quelle che più lo interessano (Categoria:Militari, Categoria:Scienze militari). Il portale Guerra segnala inoltre i portali tematici collegati; tra questi: Guerre napoleoniche, Grande Guerra, Seconda guerra mondiale, Guerra fredda.
Fig.3: logo del portale della Treccani FonteTreccani
Dal sito web della Treccani si può accedere alle voci sulla guerra nelle diverse pubblicazioni enciclopediche dell’istituto.
L’Enciclopedia on line affronta il tema con una voce redazionale che sottolinea come la Guerra nel suo significato tradizionale di «conflitto armato tra due o più comunità politiche in vario modo strutturate e sovrane (città-Stato, imperi, Stati)» si distingue dalla guerra civile, che coinvolge gruppi appartenenti a una medesima entità politica, dalla guerra coloniale e dalla guerra di liberazione nazionale in cui si confrontano in modo asimmetrico attori politici e militari di diversa natura e forza.
La voce si articola in quattro capitoli:
1. La guerra fra stati
2. La guerra nel diritto internazionale
3. La guerra nelle società di interesse etnologico
4. La guerra non convenzionale
L’Enciclopedia del Novecento (III Supplemento, 2004) dedica alla Guerra una voce autoriale, scritta da Marco Cesa, che si focalizza sulle conseguenze dopo la Seconda guerra mondiale della “deterrenza nucleare” nei rapporti geopolitici internazionali tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, sui conflitti “convenzionali” e sulle guerre civili della seconda metà del Novecento. La voce è suddivisa in cinque capitoli:
1.Le armi di distruzione di massa
2. Le guerre convenzionali
3. Le guerre civili e l'intervento umanitario
4. L'obsolescenza della guerra?
5. Le guerre del futuro
Anche l’Enciclopedia dei Ragazzi (2005) contiene una voce sulla Guerra a firma Antonio Menniti Ippolito che prende in esame l’evoluzione dell’arte militare nel corso della lunga storia dell’umanità:
1. Organizzazione militare
2. La potenza persiana sconfitta dai Greci
3. Alessandro il Grande
4. Navi da guerra e altre innovazioni
5. Nuovi grandi protagonisti
6. L’esercito romano in età repubblicana e imperiale
7. Invenzioni che rivoluzionano l’arte della guerra
8. Un’altra rivoluzione: la polvere da sparo
9. Cannoni e armi da fuoco
10. La guerra dei Trent’anni e i nuovi equilibri
11. Gli eserciti nazionali
12. Un nuovo tipo di guerre
13. Motivi di guerra
14. Nomi nuovi per distruzioni già viste
Nell’Enciclopedia Italiana (VII Appendice - 2007) la voce Guerraè stata scritta da Virgilio Ilari. L’autore evidenzia come il concetto tradizionale di guerra, intesa quale «conflitto armato tra Stati», è contraddetto dai conflitti interni o tra soggetti politici diversi dallo Stato, divenuti sempre più frequenti dopo il 1945, nonché dall'uso, virtuale o indiretto, della forza militare e di forze non militari, che ha caratterizzato la Guerra fredda. La voce è così articolata in capitoli:
1. La fine della guerra fredda e la vittoria dell'Occidente
2. Il fardello della vittoria
3. La scomparsa della guerra
4. La criminalizzazione della resistenza
5. La supremazia militare americana
6. Gli ausiliari europei
7. I conflitti 'identitari' o di convivenza
8. La guerra santa contro il Grande Satana americano
9. La 'guerra al terrore'
Il Lessico del XXI Secolo(2012), nel definire il concetto di Guerra, introduce la distinzione tra guerre a bassa intensità e guerre asimmetriche. Le prime sono associate alla fine della Guerra fredda e le seconde agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 alle Torri gemelle e al Pentagono. Con la fine della Guerra fredda e la dissoluzione dell’assetto bipolare esplodono in diverse aree del mondo delle guerre locali che erano rimaste latenti nella logica della contrapposizione dei blocchi. Con gli attacchi terroristici dell’11 settembre la risposta militare degli Stati Uniti (caratterizzata dal ricorso a tecnologie molto avanzate, come sistemi satellitari e armi ad alta precisione) segna l’affermazione di una dinamica unipolare basata sulla indiscussa superiorità americana e sull’individuazione di un nemico comune: il terrorismo.
Dall’indice generale delle enciclopedie Treccani, digitando la parola Guerra, è possibile accedere a numerose voci sulle diverse tipologie di conflitti, su specifici aspetti della guerra o su singoli eventi bellici2. Tra queste segnaliamo: Guerra mondiale, Prima guerra mondiale, Seconda guerra mondiale, Guerra fredda, Guerra nucleare, Guerra civile, Economia di guerra, Arte della guerra.
Fonti iconografiche
Fig.4: logo di Google Images FonteLe fotografie
Nella categoria Immagini le fotografie vengono mostrate da Google affiancate le une alle altre, senza rispettare alcun criterio ordinativo, cronologico o tematico, e prive di adeguate didascalie. Esse formano, così, un unico grande mosaico le cui tessere sono costituite dalle immagini delle guerre che hanno attraversato la storia dell'umanità negli ultimi centosettant’anni. Un mosaico inquietante, capace però di suscitare l'interesse degli internauti, di catturarne l'attenzione, e dove è possibile trovare:
- le fotografie della sistematica distruzione delle città ucraine da parte delle forze armate della Russia di Putin accanto a quelle scattate in Crimea nel 1855 da Roger Fenton, dove la guerra veniva rappresentata, per rassicurare il pubblico inglese del tempo, come «una dignitosa scampagnata per soli uomini»3;
- le immagini delle violenze subite dai civili nell'interminabile guerra che ha insanguinato il Vietnam dal 1960 al 1975 accostate a quelle “eroiche” dello sbarco alleato in Normandia nel giugno del 1944 (famose le istantanee di Robert Capa sul “D-day”);
- le fotografie dell'orrore scattate al momento della liberazione, tra il gennaio e il maggio del 1945, nei campi di concentramento nazisti di Auschwitz, Bergen-Belsen, Buchenwald e Dachau, inframezzate a quelle festanti delle sfilate degli eserciti vincitori al termine della Seconda guerra mondiale, a Parigi come a Londra, a Mosca come a New York;
- le vedute “lunari” dei campi di battaglia della Prima guerra mondiale, solcati da trincee, disseminati di crateri e cadaveri, mescolate alle immagini ufficiali della guerra tecnologica (dell'applicazione su vasta scala, in ambito militare, dell'elettronica, dell'impiego delle armi cosiddette “intelligenti”), apparentemente senza vittime, condotta dagli Stati Uniti d’America e dall'Occidente industrializzato contro l'Iraq di Saddam Hussein nella prima e nella seconda Guerra del Golfo (1990-1991, 2003-2011).
È interessante notare come tra le immagini delle guerre più recenti, che circolano innumerevoli in rete, prevalgono le fotografie prodotte non da fotografi professionisti accreditati ma da soldati semplici che partecipano ai conflitti armati e da civili, testimoni loro malgrado delle terribili conseguenze delle azioni belliche.
Con il terzo millennio l'iconografia della guerra è entrata, a pieno titolo, nell'era digitale. Oggi, l'occhio fotografico della guerra coincide con «l'occhio comune digitale», quello del videofonino e di Internet4.
Fig.6: logo di Google Video FonteI video
La categoria Video di Google, al pari di quella delle Immagini, ha conosciuto e conosce un'inarrestabile espansione, misurata sia in termini di pubblicazioni (caricamenti) in Rete che di accessi (visualizzazioni) da parte degli utenti. Sempre con la parola Guerra, il motore di ricerca segnala, in questa categoria: brani di trasmissioni televisive dedicate ai conflitti di ieri e di oggi; registrazioni audiovisive (che riguardano il nostro presente) di operazioni militari, di scontri a fuoco, di atti di violenza fisica e morale verso i “nemici”; montaggi di immagini varie di argomento bellico; spezzoni di film di genere (sia fiction che documentari); giochi di guerra basati su fatti storici o con ambientazioni di pura fantasia.
Google mostra i Video, distribuiti in pagine successive (ciascuna ne contiene, di regola, dieci), mediante immagini copertina estratte dai video a cui si riferiscono, accompagnate da alcune note informative che comprendono: il titolo, l'indirizzo del sito web, la data di pubblicazione, la durata del video. Dopo averne selezionato uno, l'internauta può leggere i testi associati alle immagini. Per ogni video, Google ne propone molti altri di contenuto similare (o che tali dovrebbero essere), agevolando così, attraverso i link di collegamento, una interessante navigazione reticolare in cui è però facile perdersi.
Qualche doverosa avvertenza finale
Come si vede, c’è una gran messe di dati e immagini da sfruttare. Ma con giudizio. Nel Web, le guerre di ieri e quelle di oggi vengono per lo più affrontate allo stesso modo e messe sullo stesso piano. Gli “eventi del giorno” trovano un'immediata trattazione ed entrano così, all'istante, nella storia. Una “storia attualizzata”, che la Rete, nella maggior parte dei casi, riduce ad una semplice cronaca dei fatti, ad un flusso continuo di immagini e notizie giornalistiche, ad un esercizio frammentario di memorie, testimonianze, interessi e passioni, a cui difficilmente corrisponde una ricostruzione analitica degli accadimenti e meno che mai una riflessione critica sugli stessi e una loro interpretazione unitaria alla luce dei grandi processi della storia. Gli eventi del passato sono assimilati a quelli del presente; un presente “atomizzato” che s'impone come paradigma esistenziale e modello euristico5.
Ci mette in guardia Giancarlo Mola:
«La guerra vista dalla rete è soprattutto un trionfo della multimedialità e dell'interattività […]. Il ragno digitale ha ormai esteso la tela grande quanto il mondo intorno [agli eventi bellici]. Il navigante ci si arrampica sempre più freneticamente. Ha voglia di vedere, sentire, leggere, capire. A fine giornata è però pervaso da una sensazione strana. Che tutto sia rimasto un gioco di colori, suoni, immagini, codici html, una specie di videogame a cui ha assistito per una giornata intera. Che lui stesso sia rimasto impigliato nella ragnatela come una mosca. La guerra, quella vera, è un'altra cosa. Maledettamente più seria»6.
Note
1 Per un approfondimento su Wikimedia Commons: Antonio Prampolini, Le guerre del Novecento nelle foto. L’uso didattico di Wikimedia Commons, in «Historia Ludens», 11/11/2021.
2 Per un approfondimento sulle voci della Treccani dedicate alla Prima guerra mondiale: Antonio Prampolini, Il portale “treccani.it” e la storia online: una ricerca sulla Prima guerra mondiale, in «Historia Ludens», 18/05/2021.
3 Susan Sontag, Davanti al dolore degli altri, Milano, Mondadori, 2006, pp. 47-49.
4 Giovanni Fiorentino, L'occhio che uccide. La fotografia e la guerra: immaginario, torture, orrori, Roma, Meltemi, 2004.
5 Giancarlo Monina, La storia irretita. “Crisi della storia” e tecnologie di rete, in «Parole chiave», 2005, n. 34, pp. 127-146.
6 Giancarlo Mola, La guerra vista dalla rete, articolo pubblicato il 02/04/1999 sul sito
http://www.caffeeuropa.it/attualita/27guerra.html