Risorgimento

  • Facciamo l’Italia!

    Autore: Laura Gussago

    Gioco sul Risorgimento

    Introduzione

    Bezzecca, scuola media. Forse non c’era luogo più adatto, per inventare questo gioco, che nasce da un adattamento de “Gli imperatori sfigati” (che troverete su HL) e riguarda le teorie politiche alla vigilia del Risorgimento. E’ un gioco realizzato con informazioni fornite dal manuale in adozione. Perciò, lo considero una bella dimostrazione di “didattica povera”. I materiali che si hanno, due ore in classe, un po’ di tecnica ludica, e il gioco è fatto.

    Le fasi dell’attività sono quelle descritte su HL. Qui le richiamo brevemente. Si scelgono – segretamente - i ragazzi e le ragazze che devono impersonare i protagonisti (sono cinque: Gioberti, Balbo, D’Azeglio, Cattaneo e Mazzini). Si passano loro le biografie che reciteranno. Basta farlo il giorno prima (a me è capitato di farlo anche un quarto d’ora prima). Non le devono imparare a memoria. Possono recitare guardando il testo. Devono solo metterci un po’ di passione intepretativa. E, ovviamente, non dovranno parlarne coi compagni.

    Il gioco viene introdotto dal prof, che sceglierà per sé la parte dello storico, del cronista o dell’intervistatore (quella che gli viene meglio). Una presentazione rapida (Oggi non siete la seconda A, siete un gruppo di simpatizzanti dell’Unità d’Italia, vi siete incontrati di nascosto in una villa di campagna. E’ un momento decisivo, perché dovete decidere come si farà l’Unità d’Italia). I ragazzi-attori sono mescolati nel pubblico. Nessuno sa chi siano. Perciò, quando voi chiederete  se c’è qualcuno che vuole parlare, si alzerà per primo Vincenzo Gioberti. Gli altri si alzeranno nell’ordine che avrete concordato in precedenza, suscitando un po’ di sopresa nella classe.

    Il ragazzo, o la ragazza si presenta e fa la sua proposta. Se si inceppa, voi lo indirizzate con domande o integrazioni (“mi hanno detto che”, “mi conferma quello che ho sentito”, “ho letto che”, “i suoi nemici sostengono”, “il governo austriaco ha fatto sapere”). E’ importante dare del “lei” e usare un tono formale. Quando l’allievo ha finito, sollecitate qualcun altro a intervenire. Si alzerà Cesare Balbo e via di seguito gli altri.

    Alla fine si apre la discussione. Può essere semplicemente una dichiarazione individuale di voto. Oppure, si può chiedere alla classe di dividersi in gruppi, di concordare una dichiarazione e di leggerla. Un semplice lavoro di sintesi (una tabella, per esempio) può chiudere l’unità di lavoro. Sarà, infine, il caso di prendere nota dei termini che vi sembreranno meritevoli di una spiegazione successiva, come confederazione, federazione,  ecc.

    Di seguito troverete le biografie da consegnare agli allievi, e un piccolo identikit di caratteri, ai quali l’attore o l’attrice potrebbero ispirarsi. E’ solo un suggerimento, ma potrebbe servire a dare un pizzico di humor alla rappresentazione. Per i più esperti, potrà anche essere un momento per concordare, con gli allievi, il carattere del personaggio, e modificarlo a piacimento. Nella realizzazione, poi, consiglio di dare uno sguardo al proprio manuale, e modificare i testi, in modo da far interagire il gioco con  ciò che dovranno studiare. E dove scopriranno come sono andate effettivamente le cose.Ovviamente, non sono  necessari travestimenti e parrucche, ma se un allievo o un’allieva tirassero fuori all’ultimo momento un paio di lunettes, o si mettesse un paio di baffi, farebbe il suo effetto. (HL)

     

    I materiali del gioco

     

    1.    Vincenzo Gioberti

    Veramente, sono un prete, non un politico. Ma amo troppo l’Italia e voglio dare una  mano per costruirla. Mi chiamo Vincenzo Gioberti. Ecco quello che ho pensato: noi italiani siamo deboli, perché siamo spezzettati in tanti stati. Siamo molto diversi uno dall’altro: la lingua, le usanze, le città, i governanti. Solo una cosa è comune: la fede!

    Basta con le lotte, vi dico. Possiamo creare l’Unità d’Italia in modo pacifico. Facciamo una Confederazione, nella quale ogni Stato conserverà il suo governo. Ognuno resterà al suo posto, così sarà contento. Ma a capo ci sarà il Papa. Lui sarà la nostra guida. Solo il Pontefice può tenere insieme tanti popoli, così diversi e litigiosi. Ma se volete saperne di più, allora leggetevi il mio libro Del Primato morale e civile degli italiani, e vi convincerete.

     

    2.    Cesare Balbo

    Io sono Cesare Balbo. Uno storico e un nobile. Anch’io ho scritto un libro. Si chiama Le speranze degli Italiani. E vi consiglio i non essere così ingenui, come sostiene Gioberti. Solo un prete può pensare che l’Austria acconsentirebbe alla creazione di una Confederazione guidata dal papa. Lascerebbe i suoi possedimenti così, senza dire E SENZA FARE nulla?

    Statemi a sentire bene. Ci sono solo due possibilità: o l’Austria accetta di entrare nella Confederazione, e allora continuerebbe a spadroneggiare come prima; oppure decide di restarne fuori. Ma allora, senza il Lombardo- Veneto, che sono le regioni che ora essa possiede, che Italia unita sarebbe?

    Cari miei, svegliatevi! L’Austria non se ne andrà mai, se non con la forza. E, per piacere, basta con questi “moti” che non servono a nulla. Qui ci vuole la guerra. E chi ha un esercito per combatterla? Solo i Savoia! Carlo Alberto, il re di Sardegna e del Piemonte: lui solo può essere il promotore di questa Confederazione.

     

    3.    Massimo D’Azeglio

    Sono perfettamente d’accordo! Ci vuole la guerra contro l’Austria e la sua arroganza. Io sono un artista. Sono Massimo d’Azeglio, scrivo libri e dipingo quadri. E’ vero che sono torinese. Ma questa cosa l’hanno capita tutti ormai: Il Piemonte è l’unica forza militare in grado di scacciare l’Austria!

    Vi dico chiaramente: ci vuole una Confederazione, ma deve essere governata da un re vero, non da un papa. L’Italia deve essere uno stato solo. Basta con le divisioni. Viva l’Italia unita e monarchica!

     

    4.    Carlo Cattaneo

    Parlate di eserciti, di sovrani, di papi: ma il popolo? Dove mettete il popolo?

    Anche il popolo deve partecipare! Non può essere lasciato fuori!

    Voi pensate che l’unificazione italiana sia un opera da affidare alla buona volontà dei sovrani? Non è così. La lotta contro i dominatori stranieri deve essere condotta da tutto il popolo! Ma come può il popolo ribellarsi, se vive nella miseria più nera?

    Deve avere un grande obiettivo. La repubblica. Così, il popolo sarà libero e avrà il potere nelle sue mani. Ascoltatemi:  l’Italia non deve essere governata da un re, ma deve essere repubblicana!

    Sono Carlo Cattaneo, professore e rivoluzionario. E so che Giuseppe Mazzini sarà d’accordo con me!

     

    5.    Giuseppe Mazzini

    Voi mi conoscete. Sono un politico, uno di quelli che faceva “i moti”, che d’Azeglio dice che sono inutili. Sono Giuseppe Mazzini. Ho fatto il carbonaro, poi ho fondato la Giovane Italia, perché credo che il programma politico non deve essere segreto (come dicevano i carbonari) ma deve essere conosciuto da tutti.
    Contadini, operai e artigiani capiranno tutti che la lotta politica significa anche la rivoluzione per migliorare le condizioni di vita. Non è solo conquista della libertà e dell’Unità.

    Il re non è il padrone dello Stato. Io voglio una Repubblica, perché questa è la sola forma di governo nella quale tutti sono uguali. Ma anche la borghesia e i ricchi saranno d’accordo! Perché solo l’unificazione italiana può garantire la possibilità di far circolare le merci su tutta la penisola, senza pagare dazi, ogni volta che si entra in un nuovo staterello.

    Tutti, dunque, devono essere d’accordo: i poveri, perché la Repubblica considera tutti uguali, e i ricchi, perché lo stato unitario permetterà agli imprenditori di accrescere le proprie ricchezze.

     

    Identikit (suggerimenti)

    A.    Sorride sempre mentre parla. Un tono dolce, insinuante. Non alza la voce. Tiene gli occhi bassi e le  mani al petto
    B.    Impettito. Voce stentorea. Pieno di sé. Si guarda intorno mentre parla. Pause a effetto.
    C.    Gentile. Magari con la r arrotata. Agita la mano come se fosse un ventaglio. Un po’ snob.
    D.    Serio e deciso. Sa quello che vuole. Non alza la voce. Guarda negli occhi le persone.
    E.    Parla come un profeta. Tono appassionato. Voce alta. Agita le braccia e guarda spesso in alto.

  • La storia alla radio: i podcast di storia della Rai. Da Napoleone al Muro di Berlino

    di Antonio Prampolini

    La storia non solo possiamo “leggerla” sui libri, le riviste e i giornali (in formato cartaceo o digitale), “guardarla” al cinema, alla televisione o sui video, che circolano numerosi in Internet, ma possiamo anche “ascoltarla” nelle registrazioni audio.

    Nei podcast, come ha osservato acutamente Enrica Salvatori, sottolineandone le potenzialità, «la narrazione storica viene “recitata”, riportata alla dimensione uditiva, che in quanto tale ha stili, effetti speciali, pause e ritmi suoi propri» funzionali ad una comunicazione più partecipata e coinvolgente dei contenuti.

  • La storia contemporanea nella Biblioteca digitale della Fondazione Feltrinelli

    di Antonio Prampolini

    Una biblioteca per tutti

    Biblioteca della Fondazione Feltrinelli1. Biblioteca della Fondazione Feltrinelli (Fonte)

    La digitalizzazione del patrimonio archivistico e bibliografico è un processo in forte crescita, che da anni coinvolge anche in Italia sia istituzioni pubbliche che private, la cui indubbia utilità al fine di una più agevole fruizione è stata evidenziata dalle recenti misure di lock down.

    La Fondazione Giangiacomo Feltrinelli è in prima fila in questo processo di digitalizzazione, e sul proprio sito, <https://fondazionefeltrinelli.it/>, offre agli utenti della rete, e in particolare agli insegnanti e agli studenti delle scuole italiane, una ricca documentazione sulla storia contemporanea, di grande interesse sia dal punto di vista divulgativo che didattico.

    Con la Biblioteca digitale la Fondazione permette di accedere a porzioni crescenti del proprio vasto patrimonio, proponendo percorsi di lettura collegati a specifici progetti di ricerca; ad oggi:

    Il Risorgimento e la costruzione dell’Italia

    La storia del Risorgimento italiano viene affrontata attraverso cinque percorsi di lettura:

    Camillo Benso di Cavour2. Camillo Benso di Cavour (1810-1861) – ritratto di Francesco Hayez (Fonte) Carlo Cattaneo3. Carlo Cattaneo (1801-1869) - xilografia (Fonte)

    Al centro del primo percorso, Diventare nazione (I linguaggi dell’identità nazionale), la nascita e la definizione dell’identità nazionale tra fine Settecento e gli anni Settanta dell’Ottocento nei diversi scenari politici e sociali del Risorgimento italiano, per evidenziare la specificità dei loro linguaggi: la comunicazione pubblica, la cultura popolare, la Chiesa cattolica e i sostenitori del suo primato, l’esperienza dell’esilio, la cultura politica di Cavour e quella di Felice Cavallotti. Il percorso propone in formato pdf la scansione di 85 documenti a stampa, tra cui: Silvio Pellico, Dei doveri degli uomini,1834; Vincenzo Gioberti, Il gesuita moderno, 1846-1847; Massimo D’Azeglio, Proposta d’un programma per l’opinione nazionale italiana, 1847; Giuseppe Mazzini, La rivoluzione italiana, 1851 e La questione italiana e i repubblicani, 1861; Cavour, Discorsi alla Camera dei deputati e al Senato del regno, 1860-1861; Felice Cavallotti, Opere,1881-1885.

    Tema del secondo percorso, Costruire la nazione (Gli economisti nell’Italia Risorgimentale), è il “modello di sviluppo” indagato attraverso testi in cui il dibattito sul progetto politico e la discussione sulle questioni economiche s’intrecciano in un’unica riflessione. Tra i 55 testi digitalizzati, segnaliamo: Antonio Scialoja, I principi dell’economia sociale, 1840 e Carestia e governo, 1853; Nicolò Tommaseo, Delle nuove speranze d’Italia: presentimenti,1848; Stefano Jacini, Gli interessi cremonesi e lombardi nella questione delle strade ferrate, 1856; Cavour, Ouvrages politiques-economiques, 1858; Francesco Ferrara, La tassa sul macinato: dev’ella abolirsi, mantenersi o riformarsi? Considerazioni, 1871; Quintino Sella, Sulla discussione del progetto di legge per modificazioni della legge sulla tassa del macinato, 1878; Carlo Cattaneo, Proemi e considerazioni, in Scritti politici ed epistolario, 1892 – 1901.

    Stefano Jacini4. Stefano Jacini (1826-1891) - ritratto (Fonte) Luigi Luzzatti5. Luigi Luzzatti (1841-1927) - foto (Fonte)

    Nei documenti (187) del terzo percorso, Essere italiani (Conoscenza e sviluppo economico), ritorna la riflessione sull’organizzazione dell’economia, sulla conoscenza del territorio, sulla costruzione del mercato nazionale. Tra questi segnaliamo: Melchiorre Gioia, Nuovo prospetto delle scienze economiche, 1815-17; Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi, Histoire des républiques italiennes du Moyen-âge, 1818; Cosimo Ridolfi, D'alcune osservazioni economico agrarie relative all'Italia superiore, 1829 e Considerazioni sull'industria e specialmente sull'agricoltura, 1834; Gino Capponi, Sui vantaggi e svantaggi sì morali che economici del sistema di mezzeria, 1833; Carlo Cattaneo, Sismondo de' Sismondi, 1842; Marco Minghetti, Della proprietà rurale e dei patti fra il padrone ed il lavoratore, 1842-44; Carlo Berti Pichat, Della inopportunità di un codice agrario, 1847-48; Angelo Marescotti, Sugli economisti italiani del nostro secolo, 1853; Stefano Jacini, La proprietà fondiaria e le popolazioni agricole in Lombardia : studj economici, 1856 e Sulle opere pubbliche d'Italia nel loro rapporto collo stato, 1869.

    Anna Maria Mozzoni6. Anna Maria Mozzoni (1837-1920) - foto (Fonte)

    Il quarto percorso, Fare gli italiani (Politica e società da Garibaldi al mutualismo), è dedicato ai nodi strutturali della società civile in Italia: i processi di auto-organizzazione, di tutela e di mutualismo, che riguardano il mondo del lavoro, l’emergere della questione meridionale. I documenti sono 113; tra questi: Ottavio Gigli, Scuole per il povero fondate e mantenute dalla famiglia Borghese: relazione, 1845; Leone Carpi, Del credito agrario e fondiario e delle casse di risparmio, lavoro e sussidi, 1854; Ignazio Cantù, Uno per tutti e tutti per uno: mutualità e cooperazione: libro pel popolo, 1871; Gustavo Strafforello, La quistione sociale ovvero capitale e lavoro: ammaestramenti e consigli agli operai, 1872; Giustino Fortunato, Le società cooperative di credito, 1877; Luigi Luzzatti, Previdenza libera e previdenza legale: studi, 1882; Francesco De Luca, I fasci e la questione siciliana, 1894; Sebastiano Cammareri Scurti, Il problema agrario Siciliano e la nazionalizzazione della terra. Volume 1, La lotta di classe in Sicilia, 1896.

    Nel quinto percorso, Gli “altri italiani” (Anarchici, socialisti, cattolici e cultura popolare), sono inclusi cinque documenti: Anna Maria Mozzoni, La questione della emancipazione della donna, 1871 e Del voto politico delle donne, 1877; Associazione internazionale dei lavoratori: Federazione italiana, Programma e regolamento della Federazione italiana della Associazione internazionale dei lavoratori, 1872; Tito Zanardelli, Discorso pronunziato al Secondo Congresso regionale italiano dell'Associazione internazionale dei lavoratori, 1873; Francesco Ivrea, Il Comune e la sua funzione sociale, 1902.

    La Grande Guerra

    Sulla storia della Grande Guerra (La Grande Trasformazione 1914-1918) il sito propone otto percorsi di lettura per indagare, con l’accesso diretto alle fonti, le premesse e le conseguenze politiche, economiche e sociali, ideologiche e culturali di quel tragico evento epocale che segna l’avvio del “secolo breve”:

    Cesare Battisti7. Cesare Battisti (1875-1916) - foto (Fonte) Woodrow Wilson8. Woodrow Wilson (1856-1924) - foto (Fonte)

    Il primo percorso, Patria (Identità, confini, nazioni), vuole indagare l’intreccio tra patriottismo e nazionalismo attraverso opere di scrittori e artisti, economisti e giuristi, geografi, giornalisti, politici e militari all’inizio e nel corso della Prima guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi. Le opere sono 89, e tra queste segnaliamo: Alfredo Rocco, Che cosa è il nazionalismo e cosa vogliono i nazionalisti, 1914; Filippo Carli, Le basi economiche della guerra, 1914; Cesare Battisti, Al parlamento austriaco e al popolo italiano, 1915; Luigi Einaudi, Preparazione morale e preparazione finanziaria, 1915; Maffeo Pantaleoni, Tra le incognite. Problemi suggeriti dalla guerra, 1917; Gabriele D’Annunzio, La riscossa, 1918 e Lettera ai Dalmati, 1919; Scipio Slataper, Il mio Carso, 1920; Benito Mussolini, Il mio diario di guerra (1915-1917), 1923; Filippo Tommaso Marinetti, Futurismo e fascismo, 1924.

    Tema del secondo percorso, Cittadini del mondo (Tra le nazioni e l’Europa), è il Vecchio Continente come sistema politico, come spazio intellettuale, come luogo del diritto, al centro delle grandi trasformazioni della modernità. Tra i 62 documenti che formano il percorso: Norman Angell, La grande illusione. Studio sulla potenza militare in rapporto alla prosperità delle nazioni, 1913 e La guerra e la natura umana, 1916; Arcangelo Ghisleri, La guerra e il diritto delle genti secondo la tradizione italiana, 1913; Romain Rolland, Al di sopra della mischia, 1916; Guglielmo Ferrero, La vecchia Europa e la nuova, 1918; Woodrow Wilson, La nuova libertà. Invito di liberazione alle generose forze di un popolo, 1919; Curzio Malaparte, L’Europa vivente, 1923.

    Antonio Salandra9. Antonio Salandra (1853-1931) - foto (Fonte) Cantieri navali Orlando10. Cantieri navali Orlando (Livorno), 1917 - foto (Fonte)

    I testi (72) del terzo percorso, Mobilitazione (Tutti in guerra, nessuno escluso), aiutano a ricomporre, nei suoi molteplici aspetti, il complesso quadro della mobilitazione totale. Tra questi: Benito Mussolini, La guerra per la libertà e per la fine della guerra. Lettera ai socialisti d'Italia, 1914; Antonio Salandra, "La nostra guerra è santa", 1915; Ugo Ojetti, L'Italia e la civiltà tedesca, 1915; Gaetano Salvemini, Guerra o neutralità?, 1915; Sidney Sonnino, Discorsi per la guerra, 1922; Luigi Einaudi, La condotta economica e gli effetti sociali della guerra italiana, 1933.

    Il quarto percorso, Industria (Produrre per la Grande Guerra), approfondisce gli aspetti economico-finanziari della guerra e, in particolare, il ruolo determinante dell’industria come “fabbrica della modernità”. I documenti che ne fanno parte sono 58; tra questi: Federico Chessa, Costo economico e costo finanziario della guerra, 1920; Felice Vinci, Come migliorare l'organizzazione del lavoro nelle nostre industrie, 1920; Umberto Ricci, Il fallimento della politica annonaria, 1925; Vincenzo Nitti, Saggio di scienza della produzione industriale, 1926.

    Le delegazioni degli stati belligeranti riunite a Versailles11. L’Asino, 1915 – copertina del periodico (Fonte) L’Asino, 1915 – copertina del periodico12. Le delegazioni degli stati belligeranti riunite a Versailles per la firma dei Trattati di Pace (28/06/1919) (Fonte)

    Nel quinto percorso, Periodici (La guerra di carta), vengono proposti alcuni seriali italiani ed europei, a cavallo tra la Grande guerra e il primo dopoguerra, che hanno influito sulla formazione dell’opinione pubblica. Tra questi, segnaliamo: L’Asino, 1912-1916; La Voce, 1914-1916; Il Secolo XX, 1915-1918; Guerra alla guerra, 1913-1918; Critica sociale, 1911-1926; Der Kampf, 1909-1918; Die Gesellschaft, 1924-1933; Europe, 1923-1936.

    Il sesto percorso, Movimenti politici (I partiti nella Grande Guerra), e il settimo, Musica (Le note della Grande Guerra), rinviano rispettivamente ai documenti messi a disposizione sui loro siti dalla Fondazione Gramsci e dalla Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

    L’ottavo percorso, Guerra senza fine (Le ferite del primo dopoguerra), è dedicato alle grandi trasformazioni prodotte o accelerate dalla guerra e dalla pace di Versailles. Tra i 67 documenti del percorso segnaliamo: Augusto Graziani, La guerra e le leggi economiche, 1916; Luciano De Feo, La lotta economica del dopoguerra, 1917; Antonio De Viti De Marco, Problemi del dopo guerra, 1919; Umberto Zanotti-Bianco e Andrea Caffi, La pace di Versailles: note e documenti, 1919; Luigi Einaudi, Il problema della finanza post-bellica, 1919; John Maynard Keynes, Le conseguenze economiche della pace, 1920.

    La Rivoluzione d’Ottobre

    In occasione del centenario della Rivoluzione d’Ottobre (1917-2017), la Fondazione Feltrinelli ha pubblicato sul proprio sito una selezione della sua nutrita collezione di documenti (monografie e manifesti) sulla storia della Russia sovietica, Oltre il confine (La Rivoluzione d’Ottobre). Tre sono i percorsi tematici proposti:

    Vladimir Ilʹič Lenin13. Vladimir Ilʹič Lenin, ottobre 2018 - foto (Fonte) Costruzione della centrale idroelettrica14. Costruzione della centrale idroelettrica Dnieper nel 1931 - foto (Fonte)

    Nel primo percorso, Idee (L’innesco della Rivoluzione), figurano testi che ruotano attorno alle idee alla base dell’evento rivoluzionario e manifesti che raffigurano il popolo insorto contro l’oppressione zarista e le strutture sociali tradizionali.

    Tra le monografie del percorso segnaliamo: Romain Rolland, Al di sopra della mischia, 1916; Vladimir Ilʹič Lenin, Documenti storici della rivoluzione, 1918 e L'opera di ricostruzione dei Soviet, 1919; Rosa Luxemburg, La rivoluzione russa, 1922; John Reed, Dieci giorni che sconvolsero il mondo, 1930; Aleksandr Kerenskij, La rivoluzione russa, 1932.

    Il secondo percorso tematico (Economia (Modernizzazione dall’alto)) è dedicato al processo di edificazione di un nuovo sistema economico: una industrializzazione forzata dagli alti costi sociali. I testi del percorso documentano la profonda trasformazione della società sovietica; tra questi: L'opera economica, politica e sociale dei Soviet di Russia, 1919; Ettore Lo Gatto, URSS 1931: vita quotidiana, piano quinquennale, 1932; Rita Montagnana, Che cosa è il Kolcos?, 1945; Ja. Lugantsev, La pianificazione dell'Unione Sovietica, 1962.

    Manifesto di propaganda15. Manifesto di propaganda di Denisovskij N. (Fonte)

    Tema del terzo percorso (Propaganda (Educare la collettività) è l’utilizzo della propaganda come strumento per promuovere l’ideologia comunista e “moralizzare” le masse. Tra le monografie: Gustave Le Bon, Psicologia delle folle, 1927; Lenin and Stalin on propaganda, 1942; Angelo Tasca, Politica russa e propaganda comunista, 1957.

    Le opere qui segnalate sono solo una parte delle numerose risorse offerte dalla Biblioteca digitale della Fondazione Feltrinelli sui temi del Risorgimento, della Prima guerra mondiale e della Rivoluzione russa del 1917. Scopo della presente sitografia è quello di informare gli utenti della rete, e in particolare gli insegnanti e gli studenti, dell’esistenza di tali risorse, invitandoli ad accedere direttamente al sito della fondazione.

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