Bari, 17 gennaio

Questioni per l’insegnamento.

 
Vercingetorige che si arrende (1886) di Paul-Henri Motte, Museo di Le Puy-en-Velay

 

Lione è una città bellissima, meritevole di una visita. Anche perché il 19/20 maggio di quest’anno vi si svolgerà un convegno sulle concezioni storiche degli studenti, che non mancherà di interessare qualche lettore di HL. Ne riporto, in traduzione letterale, la presentazione, che attualmente sta circolando fra scuole e studiosi di area francofona. HL farà di tutto per avere in anteprima qualche relazione.

Il racconto storico è associato alla volontà politica di farne uno strumento per una politica nazionale, e (o in alternativa) un sostegno alle rivendicazioni minoritarie. Dal canto suo, la scuola ha trovato un punto di riferimento nel lavoro degli storici, e, dunque, cerca di ri-valorizzare il racconto, ma come mezzo per l’apprendimento della storia.

Il racconto, a sua volta, prende forme diverse a seconda del mezzo, delle intenzioni e degli usi sociali. La questione della narrazione storica è ancora uno dei temi del dibattito pubblico, sulla difficoltà di costruire un sentimento di appartenenza in una società frammentata.

La Scuola, in generale, e l’insegnamento storico in particolare, sono messi volentieri all’indice, come incapaci di contribuire alle attese de politici e dei gruppi sociali in cerca di un riconoscimento. Queste critiche si basano sull’idea di una trasmissione verticale e discendente dei saperi storici, che condurrebbero in fin dei conti a fondare un racconto storico comune, tale da favorire il “vivere insieme”.

Questo progetto di ricerca pluridisciplinare e internazionale (Germania, Catalogna, Francia, Québec, Svizzera) allestito dal laboratorio Education, Cultures, Politiques (ECP) con il sostegno dell’Istituto di ricerche formative dell’Università di Lione, ha rovesciato la questione, raccogliendo i racconti elaborati dagli allievi della scuola primaria, secondaria e superiore dei diversi paesi. La ricerca vuole identificare le modalità, le forme, le produzioni, le origini di una memoria storica che fa “senso comune” nei racconti degli allievi, senza tener conto della loro valutazione scolastica.

I risultati di questo lavoro lasciano intravedere l’esistenza di una forma di racconto storico largamente reinterpretato, nei tempi e negli spazi, a causa di influenze diverse (contesto, territorio, variabili sociali); e tuttavia con degli elementi convergenti, che testimoniano una sorta di “costruzione dal basso”. Lo si vede, ad esempio, nei 5883 racconti francesi, analizzati in questa ricerca.

Gli studiosi, una trentina circa, presenteranno i risultati del loro lavoro, organizzati in diverse sessioni: sui rapporti fra coscienza storica e coscienza politica; sulla struttura della narrazione storica (eroi, battaglie, luoghi, religione, miti); sull’origine delle convinzioni manifestate dagli allievi.

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