
Autore: Antonio Brusa
Introduzione
Abbiamo lavorato un anno intero, ad Alessandria, sul tema delle migrazioni. Un bel gruppo di scuole, organizzate dall’Isral (Istituto per la storia della resistenza di Alessandria), guidato da Luciana Ziruolo. Il materiale, composto da alcune riflessioni storico-pedagogiche, dallo studio di caso, provato in decine di classi, e dalle valutazioni sulla sua efficacia, è stato pubblicato in volumetto: Didattica. Storia. Intercultura. Una sperimentazione nella provincia di Alessandria (Falsopiano, Alessandria 2015). Qui ne riporto il mio contributo, con alcune modifiche, in modo che – insieme agli altri articoli su questo argomento pubblicati su HL – il docente abbia a sua disposizione un panorama ampio della questione, dagli aspetti teorici, come in…

Giuseppe Losapio
Cronaca di una visita al castello che non c'è. Il turismo parastorico in Puglia e Castel del Monte
Fot. 1 Le scolaresche sono abituali frequentatrici di Castel del Monte
Il cavallo bianco di Garibaldi.
Che cosa è Castel del Monte, la fortezza che si erge sulle alture murgiane andriesi e che appare sulle monete da un centesimo di euro? Domanda retorica: è un castello. E' come quel gioco di parole che si faceva da bambini in cui si chiedeva ai più piccoli di che colore fosse il cavallo bianco di Garibaldi, e notavi la veloce sensazione di smarrimento negli occhi dei malcapitati che si riprendevano subito dall'innocente tranello. Eppure questo gioco linguistico, che da bambini ci faceva tanto ridere, diventa seria, quando parliamo di Castel del Monte,…

Non sono buoni i rapporti tra il sistema delle comunicazioni e il sapere storico: stereotipi, abusi della storia, invenzione delle tradizioni. Uno storytelling che diventa il mezzo per narcotizzare un pubblico di fruitori/elettori, che contrasta con i principi della ricerca storica.
Il quadro non è bello. Ma è proprio questa la sfida del coraggioso gruppo di storici che ha organizzato questo master, nel quale si apprendono a criticare e decostruire i messaggi, ma anche a utilizzare le tecniche comunicative per costruirne di affidabili e capaci di far pensare.
http://www.novecento.org/…/comunicare-la-storia-al-tempo-d…/

Esce l’ennesima graduatoria delle Università italiane. Hanno questo in comune. C’è un gruppetto di testa, di Università del Nord che, come in una gara di ciclismo, lottano per il primo posto. Segue il gran mischione del gruppo. In coda arrancano una decina di Università meridionali, che si alternano come nel gruppo di testa, solo che si contendono, ahimé, la maglia nera.
Le classifiche si basano sui due indicatori generali, la ricerca e la didattica. Per il primo valgono le pubblicazioni, le partecipazioni a progetti internazionali e tanto altro, che qui non metto in discussione. Per la didattica – parlo della “didattica universitaria” - valgono qualità come “l’attrattività da altre regioni”; “l’occupazione post laurea”; “l’ammontare delle tasse” e tante altre…

Autore: Antonio Brusa
I duchi di Borgogna e le loro signore. Diversi per l’abbigliamento, pescano in pace nello stesso fiume
Fiandre medievali e Belgio moderno
“Quando i giornalisti o i politici dicono che un fenomeno è “medievale” capiamo subito che vogliono darne una connotazione negativa. Essere medievale, infatti, è “essere indietro con i tempi”, ma non nel senso tranquillizzante del vintage o del retro. “Medievale” vuol dire “ignorante”, con tutto ciò che a questo aggettivo è connesso: l’intolleranza, la sporcizia, la superstizione. Un concetto come “multiculturalismo medievale”, perciò, sembra in contraddizione con l’idea che tutti abbiamo di medioevo”.
E’ proprio questo lo stereotipo che viene sfatato da Adrian Armstrong, nelle pagine di “History Today”, rivista…

Improvvisamentetutti si sono ricordati di Leonida, di Teseo e di Cassandra in uno “scialo ginnasiale di ricorsi al repertorio greco”, nel quale, sostiene Adriano Sofri, nessuno si è tirato indietro. Non lo ha fatto nemmeno il suo direttore, Ezio Mauro, che, proprio il giorno dopo questa folgorante battuta, si è abbandonato al paragone con Telemaco, i Proci e Ulisse, che per qualche misteriosa ragione dovrebbe farci capire qualcosa di più del conflitto fra Tzipras e la Troika (i due articoli sono apparsi rispettivamente il 6 e il 7 luglio, su “Repubblica”: le citazioni alle pp. 13 e 25).
Sofri suggerisce che si tratti dell’effetto di un linguaggio intriso di cultura greca, ormai assimilato sia dagli avversari di Tzipras, freddi sostenitori della tecnica economica e finanziaria (la…

Qualche tempo fa ho letto un post di un'amica, dalla Boutique de l'Histoire. Ci sono andato stamattina. Chiusa. Trasferita alla libreria L'Harmattan, lì vicino.
Peccato. Ci trovavo ben organizzati, per età, per argomenti e per luoghi, un sacco di libri. Nella nuova sede, la Storia occupa una piccola stanza, nel sottosuolo. Poca roba. Il resto è disperso in una quantità di voci di "scienze sociali". In realtà, la vecchia Boutique non è quella che ha chiuso, ma era in un'altra sede, sempre lì vicino. Ora vi vendono libri di ogni parte del mondo, ma, anche qui, non organizzati "storicamente". Quindi è difficilissimo, per uno storico, farsi una "visita di piacere", come mi capitava fino a poco tempo fa.
La gestiva una coppia di origine italiana, non ricordo più come si chiamavano (Girella o…

Il dibattito sulla vicenda greca di nuovo richiama in causa la storia e gli storici. Il tema, ovvio, è la democrazia. Può la Grecia, culla della democrazia, essere fuori dall'Europa? E' l'argomento che rimbalza dal parlamento alle prime pagine dei media.
Non voglio toccare la questione se sia giusto o meno che la Grecia faccia il referendum, la politica di Tzipras e quella di Merkel, né se la Grecia possa o non possa stare in Europa. Vorrei attirare l'attenzione sul fatto che "essere culla di qualcuno" è un modo di dire che appartiene a una visione genealogica della storia (o delle storie), che abbiamo abbandonato da un pezzo, perché nessuno al mondo è la culla di qualcun altro; sul fatto che è ingiusto trasformare un popolo, con tutti i suoi problemi, in un simbolo utilizzato da altre…

Quando i sovietici installarono i missili SS20 e gli Usa i Pershing, avemmo tutti paura. Erano "armi di teatro" si diceva. Cioè potevano essere usati senza scatenare una Mutua Distruzione Assicurata (MAD), cosa che aveva trattenuto le superpotenze di allora dall'usare le bombe all'idrogeno. Naturalmente non ci credette nessuno, nemmeno in Italia, dove notoriamente siamo di bocca buona, anche perché i Pershing li avevano piazzati proprio qui. Era il 1984. Non so più a quante manifestazioni per la pace partecipai (io e tantissimi altri, di tanti orientamenti politici) e quanti documenti firmammo; ma ricordo che ogni notte, andando a letto, provavo un certo senso di angoscia.
Il fatto era che i tg avevano parlato dell' "Orologio dell'Apocalisse", il Doomsday Clock, che certi scienziati…

Autore: Antonio Brusa
C’è un posto nel Caucaso, un fazzoletto di terra col nome difficile Makhachkala, dove convivono quaranta etnie. Ogni giorno c’è un attentato, di qualcuno contro qualcun altro. Poco lontano c’è l’Ingushezia, il “luogo meno sicuro al mondo”, direbbe un’agenzia turistica, dove si ammazza per liberarsi dalla Russa, e dove la polizia russa ammazza a caso, di notte, tirandoti giù dal letto. Verso Est c’è il Kyrghizstan, una delle tante frontiere dove genti di etnia diversa si sono sparate per le strade. In Ucraina i bambini degli uccisi vengono adottati dalle famiglie sopravvissute. Aumentano i morti, queste famiglie crescono. Li chiamano “anime congelate”.
Scappare. Ma dove? Nella periferia di Mosca sono confinati gli immigrati, quelli che fuggono dai resti dell’impero…

Da mercoledì 29 a venerdi 31 luglio si svolgeranno l’Aquileia Archeofest e l’Aquileia Film Festival, due iniziative congiunte ideate con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio archeologico dell’area di Aquileia e del Friuli Venezia Giulia in generale attraverso un programma di incontri sull’economia della cultura, proiezioni di capolavori della produzione internazionale del cinema archeologico, nonché visite guidate nelle aree di scavo. La manifestazione viene concepita con un’attenzione particolare al coinvolgimento dei giovani studenti degli istituti scientifici e tecnici, delle Università italiane e straniere, ai quali la manifestazione intende offrire un’occasione di incontro, scambio e formazione, attraverso il dibattito attivo sui temi del Festival. Per questo…

Autore: Antonio Brusa
Il fatto e l’immagine
Avevo notato questa foto cercando in rete materiali sul genocidio degli armeni. Una didascalia scarna ne esaltava l’atrocità: “Una fila di ragazze cristiane, nude, crocifisse”. A file of naked crucified Christian girls. Oltre alla sua efferatezza, però, alcuni particolari mi avevano dissuaso dall’adoperarla nelle mie lezioni sulle immagini e la guerra. Il fatto che le croci testimoniassero un lavoro di falegnameria (il braccio è a incastro), difficilmente conciliabile con i patiboli affrettati, che vediamo in altre fonti fotografiche di quello sterminio; il fatto che le pose delle ragazze richiamassero quelle “artistiche” dei crocifissi, con la precauzione dei capelli che coprono le nudità; la scenografia stessa della foto, ben centrata con la…

Intervista a Charles Heimberg
Autore: Antonio Brusa
Charles Heimberg insegna Didattica della storia e della cittadinanza all’Università di Ginevra ed è, al tempo stesso, il direttore del programma formativo dei docenti della secondaria di questo cantone. Lo incontro in occasione di Construire la paix, un festival di storia organizzato dall’Università della città, e ne approfitto per chiedergli notizie sulla formazione dei prof e sul loro reclutamento. Due temi che in Italia (come tutti sanno) sono oggetto di polemiche e di discussioni parlamentari. Il primo – la formazione dei docenti - alla Commissione cultura del Senato; il secondo – la Buona scuola – alla Camera. E’ vero: Ginevra è una realtà molto piccola, rispetto all’Italia. Ma forse proprio per questo si vede meglio l’effetto e…

Il 13, 14 e 15 maggio a Milano, crociera Alta di Giurisprudenza, si parlerà di "Immagini e guerre contemporanee. Stereotipi, rimozioni e chance". Il convegno è organizzato in collaborazione dal Dipartimento di filosofia dell'Università di Milano e l'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI)
Qui la locandina del programma

Autore: Antonio Brusa
Introduzione
Troppo spesso, quando si parla di “memoria collettiva”, si accetta il gioco asfittico imposto dalla politica e del talk show. Ci sfugge la storia complessa di questo costrutto. Ci sfugge la sua geografia, altrettanto complessa. Questa nostra incapacità ci impedisce di cogliere la portata dell’immane conflitto memoriale che l’avvento della globalizzazione ha scatenato nel mondo: il nostro rapporto con la modernità. Di noi uomini e donne del XXI secolo, occidentali e no. Dentro questa grande contesa, si situano i conflitti e i problemi memoriali locali (come quello italiano) e circoscritti, come quello che ci pone di fronte ai fatti tragici della Seconda guerra mondiale. Questo conflitto, lo anticipava negli anni ’70 Jacques Le Goff, richiede allo…

Autore: Antonio Brusa
La provocazione didattica di Romana Scandolari
La bambina prende il disco di terracotta e ci guarda dentro. L’adulto, di fronte a lei, ne prende due e li usa come occhiali. C’è in questo dialogo di gesti una rivoluzione didattica: piccola o grande, dipenderà dalle vostre convinzioni sulla storia e sul suo insegnamento. La bambina maneggia il reperto. Ne sente l’odore, il peso, la rugosità. Immagina a cosa possa servire. L’idea che le è venuta in testa le sembra divertente. L’adulto la lascia giocare, non corregge la sua ipotesi, ma intuisce il filo del suo pensiero e rilancia: “magari sono degli occhiali. Allora prendine due”. Sorride anche lui. Giocano.
Rivoluzione? Nessun dubbio, per me, educato a un rapporto con il passato, nel quale…


Autore: Mario Spagnoletti
Fatti storici e giuridici
Con il riassetto politico-diplomatico consegnato nel Trattato di Losanna firmato tra la Turchia e le Potenze dell’Intesa nel luglio del 1923, il conseguente rafforzamento della nuova e indipendente Repubblica di Turchia e l’esaurirsi della vendetta armena contro i principali responsabili del genocidio riparati all’estero, sull’intera vicenda dello sterminio del popolo armeno calò - come è noto- una pesante coltre di silenzio destinata a protrarsi per decenni. Solo con la crescente attenzione germinata nel secondo dopoguerra nei confronti della Endlösung, pianificata dalla Germania nazista contro il popolo ebraico, il caso armeno ritornerà all’attenzione della pubblica opinione e della storiografia, qualificandosi come il primo…

Autore: Antonio Brusa
Il mare e il “tempo profondo”
Che i tempi potessero essere profondi, gli storici lo hanno appreso dalla lezione di Braudel. Quei tempi così particolari, infatti, nacquero dal suo linguaggio metaforico, dove anche la storia, che nello storicismo tradizionale era sempre stata immaginata come un fiume, si trasformava in mare. In questa larga distesa d’acqua, gli eventi, i personaggi, le cause e gli effetti, che tumultuosamente si inseguivano in quel fiume storicista, trovavano un loro comodo posto, razionale e cartesiano. In superficie quelli di durata brevissima, gli eventi; qualche decina di metri più sotto, le grandi correnti (i processi economici, le durate istituzionali). Più giù, nel profondo, i tempi immobili delle mentalità e del rapporto con l’ambiente.…

Il 14 aprile 2015 presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli si terrà la tavola rotonda Storia e storie nelle aule italiane: saperi e linguaggi umanistici nella riforma dell’istruzione.
L’incontro, che riunisce Università, stampa ed editoria, intende interrogarsi sulla crisi d'identità che negli ultimi anni sta investendo le discipline umanistiche, e promuovere una riflessione sul ruolo che queste possono e devono avere nell’attuale riforma dell’istruzione, e più in generale come strumento strategico per la costruzione del tessuto civico e culturale delle società contemporanee.
Maria Pia Donato (Università di Cagliari e CNRS), Armando Massarenti (Ilsole24ore), Tomaso Montanari (Università di Napoli Federico II), Mariella Pandolfi (Università di Montreal), Florindo Rubbettino…

“Un gruppo di ragazzi esce dal campo di Birkenau. Un membro della nostra squadra è con loro. Nota che alcuni temporeggiano prima di salire sul treno, per finire la sigaretta. Condividono le impressioni. «Non riesco neanche a immaginare come si potesse sopravvivere in un posto così», dice uno.
«Nemmeno io, è incredibile di cosa sono stati capaci gli uomini », sussurra un altro.
«Io, al posto dei deportati mi sarei ribellato già durante il viaggio; avrei preso a spallate quel vagone fino a sfondarlo e sarei scappato», afferma il primo.
«Ma erano vagoni adibiti al trasporto di animali! Mica ce l’avresti fatta! Su quelli ci trasportavano i cavalli… o i tori. Neanche i tori riuscirebbero a romperli.»
«Ah, neanche i tori?! E certo che i tori sono forti… Oh, pensa che l’anno scorso sono…