Guerra Fredda

  • La Guerra fredda ritorna sulla scena mondiale. Sitografia didattica.

    di Antonio Prampolini

     

     

    Indice

    1. L'attualità della Guerra fredda

    2. Lo Student Center dell'Enciclopædia Britannica

    3. Le risorse didattiche sulla Guerra fredda

     

    GUERRA FREDDA ENCICLOPEDIA BRITANNICA IMMAGINE 1Fig.1: Raffigurazione simbolica della Guerra fredda Fonte1. L'attualità della Guerra Fredda

    Il riferimento alla Guerra fredda è oggi sempre più ricorrente nell’interpretazione della crisi ucraina da parte dei media occidentali (stampa, televisione, internet), e il linguaggio della guerra fredda è ritornato nelle parole di molti protagonisti della politica internazionale.1
    I giornalisti e gli studiosi di geopolitica parlano di “Seconda guerra fredda” per definire lo stato dei rapporti tra l’America, con i suoi alleati europei, e la Russia di Putin dopo l’aggressione russa dell’Ucraina. Una definizione che richiede che si conoscano le relazioni Est-Ovest nella seconda metà del Novecento, per potere individuare le analogie e le differenze tra la situazione di ieri e quella di oggi.
    Come ha osservato acutamente Carlo Galli: la “Prima guerra fredda” era stata combattuta in un clima di paura per la minaccia nucleare ma anche di «fiducia nel progresso e nelle risorse di sviluppo sociale che ciascuno dei due mondi [quello capitalista e quello comunista] attribuiva a sé stesso», mentre la “Seconda guerra fredda” si presenta «nel segno dell’incertezza, come un momento particolarmente intenso del disordine che caratterizza la fine della globalizzazione».2

    In rete sono numerose le fonti a cui accedere per intraprendere un percorso conoscitivo sulla Guerra fredda. Di seguito prenderemo in esame l’Enciclopædia Britannica come opera di consultazione che propone un interessante uso didattico dei propri contenuti storici.3

    GUERRA FREDDA ENCICLOPEDIA BRITANNICA IMMAGINE 2Fig.2: Logo dello Student Center dell’Enciclopædia Britannica Fonte2. Lo Student Center dell’Enciclopædia Britannica

    La Britannica ha creato uno Student Center che si rivolge al mondo della scuola (americano e non solo) selezionando ed integrando le voci enciclopediche dedicate ad argomenti specifici. E tra questi, in particolare, trova posto la storia, così suddivisa: Storia degli Stati Uniti (United States History), Storia del mondo (World History), Storia antica(Ancient History: Significant Places and Institutions of Ancient Rome; Key People and Enemies of Rome; Ancient Rome; Ancient Cities Videos: Rome, Paestum, The Acropolis and The Parthenon).

    Gi argomenti vengono trattati utilizzando testi di facile comprensione e immagini (Historic Image Galleries, Educational Student Videos), nella consapevolezza che la multimedialità può svolgere una funzione importante nell’apprendimento della storia da parte degli studenti. Numerose sono le infografiche: mappe, tabelle, linee del tempo (Educational Infographic Series) e le registrazioni audio (Podcasts) al fine di vivacizzare le narrazioni. Per mettere alla prova le conoscenze degli studenti vengono proposti divertenti quiz su temi specifici (History Quizzes).

     

     

     

    GUERRA FREDDA ENCICLOPEDIA BRITANNICA IMMAGINE 3Fig.3: Composizione di immagini relative ad alcuni eventi della Guerra fredda Fonte3. Le risorse didattiche sulla Guerra fredda

    Lo Student Center dell’Enciclopædia Britannica affronta la Storia del mondo (World History) limitandola al Novecento e suddividendola in quattro grandi aree tematiche: Prima guerra mondiale (World War I), Seconda guerra mondiale (World War II), Guerra del Vietnam (Vietnam War), Guerra fredda (Cold War).
    Alla storia della Guerra fredda sono dedicati diversi capitoli: Introduzione (Introduction), Eventi principali (Major Events), Alleanze e Lider (Alliances & Leaders), Paura rossa (Red Scare), Guerra nucleare e controllo degli armamenti (Nuclear War & Arms Control), Competizione (Competition), Politiche e propaganda (Policies & Propaganda).

     

    Introduzione (Introduction)

    Nell’Introduzione troviamo una sintesi delle origini storiche della Guerra fredda: la crisi, alla fine della Seconda guerra mondiale, della difficile alleanza che aveva unito nella lotta contro la Germania nazista gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Unione Sovietica; l’imposizione di regimi comunisti da parte dell’URSS nell’Europa orientale; la nascita nel 1949 della Repubblica popolare cinese, in seguito alla vittoria dei comunisti nella guerra civile con i nazionalisti di Chiang Kai-shek, che aggiungeva la Cina al blocco sovietico; la creazione di alleanze militari contrapposte (NATO e Patto di Varsavia).

    Per approfondimenti, il capitolo iniziale rinvia alle voci enciclopediche: Cortina Di Ferro (Iron Curtain), Muro di Berlino (Berlin Wall), Comunismo (Communism), Terzo mondo (Third World), Superpotenza (Superpower).

    Le Guerre calde. A volte i nemici della Guerra fredda si affrontavano tramite sostituti in conflitti armati locali-regionali. Tuttavia ci furono delle eccezioni. Nella Guerra di Corea, gli Stati Uniti e i loro alleati, operando sotto la bandiera delle Nazioni Unite, si impegnarono direttamente in una “guerra calda" con uno dei giganti comunisti (la Cina). In questo caso la Corea del Nord fu rifornita e consigliata dall'Unione Sovietica mentre le forze armate della Repubblica popolare cinese si unirono ai combattenti nord-coreani. Così pure nella Guerra del Vietnam, dove gli Stati Uniti intervennero direttamente nel conflitto, alleati dei sudvietnamiti, contro il Vietnam del Nord comunista, sostenuto dalla Cina e dall'Unione Sovietica. A ruoli invertiti nell’invasione sovietica dell’Afghanistan, dove gli americani appoggiarono i mujaheddin (i guerriglieri mussulmani anticomunisti).

     

    Eventi principali (Major Events)

    Tra gli Eventi principali della Guerra fredda vengono indicati in ordine cronologico:

    - il Blocco di Berlino (Berlin blockade), ovvero il blocco, a partire dal giugno 1948 e fino al maggio 1949, da parte dell’Unione Sovietica dei collegamenti ferroviari, stradali e idrici tra Berlino Est (controllata dai russi) e Berlino Ovest (controllata dagli anglo-franco-americani);

    - la Crisi di Suez (Suez Crisis), luglio 1956 – marzo 1957: la nazionalizzazione del Canale di Suez, di proprietà di una compagnia franco-britannica, da parte del presidente egiziano Nasser e il conseguente intervento militare di Francia e Regno Unito, insieme a Israele, nel tentativo di riprendere il controllo del canale e di deporre Nasser;

    - la Rivoluzione ungherese(Hungarian Revolution), ottobre – novembre 1956: il tentativo del premier riformista ungherese Imre Nagy di uscire dal Patto di Varsavia e di riformare in senso liberale il regime comunista, represso nel sangue dall’intervento militare sovietico;

    - l’Incidente dell’aereo spia americano U2(U-2 Incident), maggio 1960: l’abbattimento dell’aereo pilotato da Frances Gary Powers durante un volo di ricognizione sul territorio dell’URSS;

    - l’Invasione della Baia dei Porci (Bay of Pigs invasion), aprile 1961: il tentativo, fallito, organizzato dalla CIA, di invadere Cuba inviando sull’isola caraibica esuli cubani armati in attesa di una rivolta popolare di massa contro il regime comunista di Fidel Castro;

    - la Crisi di Berlino del 1961 (Berlin crisis of 1961): l’isolamento della parte occidentale della città e la costruzione di un muro di separazione in seguito al rifiuto degli Stati Uniti e alleati (Regno Unito e Francia) di rinunciare alla loro occupazione di Berlino;

    - la Crisi dei missili cubani, ottobre 1962: in seguito alla costruzione da parte dei russi di siti missilistici a Cuba, il presidente degli Stati Uniti John Kennedy ordina il blocco navale dell’isola caraibica per ottenere la rimozione dei missili sovietici;

    - la Primavera di Praga (Prague Spring), 1968: tentativo del segretario del Partito Comunista Cecoslovacco Alexander Dubček di riformare in senso liberale e democratico il regime comunista d’impronta staliniana e conseguente intervento delle forze armate sovietiche e del Patto di Varsavia per impedire la realizzazione di un “socialismo dal volto umano”;

    - l’Ascesa di Solidarność (The Rise of Solidarity): fondato nel settembre 1980, il sindacato polacco Solidarność è stato il primo sindacato indipendente in un paese del blocco sovietico. Soppresso dal governo polacco nel dicembre 1981, sotto la guida di Lech Waƚᶒsa è riemerso nel 1989 per diventare il primo movimento di opposizione a partecipare a libere elezioni nel blocco sovietico dagli anni '40;

    - l’Incidente Di Piazza Tienanmen (Tiananmen Square Incident): la manifestazione di protesta a Pechino per una svolta democratica del regime comunista cinese repressa violentemente dal governo nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989;

    - il Crollo dell’Unione Sovietica(Collapse of the Soviet Union): le riforme della “perestrojka” e della "glasnost” introdotte in Unione Sovietica a metà degli anni '80 da Mikhail Gorbaciov hanno creato un conflitto tra il vecchio e il nuovo ordine che è culminato in un fallito colpo di stato dei sostenitori della linea dura del Partito Comunista nell'agosto 1990, contrastato in parte da Boris Yeltsin. Successivamente le ambizioni sovrane delle repubbliche costituenti l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) portarono allo scioglimento ufficiale dell'unione nel dicembre 1991.

     

    • Alleanze e Leader (Alliances & Leaders):

    - Alleanze

    Al blocco sovietico dei settori occidentali di Berlino Ovest nel giugno 1948, gli Stati Uniti risposero con un massiccio ponte aereo che rifornì Berlino Ovest di cibo, medicine e carburante. Il blocco spinse le potenze occidentali ad adottare nuove misure più forti di contrasto all’espansionismo sovietico, inclusa la creazione nell’aprile del 1949 di un’alleanza militare NATO (North Atlantic Treaty Organization). L’Unione Sovietica rispose nel maggio del 1955 con la formazione di una propria alleanza, il Patto di Varsavia (Warsaw Pact). Di fronte all’intensificarsi della Guerra fredda, i paesi del “terzo mondo” intrapresero la via del neutralismo fondando nel 1961 il Movimento dei Non Allineati (NAM);

    - Leader

    Ogni epoca storica ha i suoi leader straordinari e la Guerra fredda non ha fatto eccezione, a cominciare da Joseph Staline Winston Churchill che guidarono l'Unione Sovietica e il Regno Unito, rispettivamente, durante la Seconda guerra mondiale e nei primi anni della “Guerra fredda”. A causa della natura bipolare delle rivalità della Guerra fredda, i leader dell'epoca sono spesso ricordati in coppia, insieme all’avversario. Il leader sovietico Nikita Khruschev e il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy sono per sempre legati dalla crisi dei missili cubani, e il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e il segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica Mikhail Gorbaciov dai ruoli che hanno giocato nel porre fine alla Guerra fredda.

     

    • Paura rossa (Red Scare)

    Con l'intensificarsi della Guerra Fredda negli anni '50, l'anticomunismo pervase la società americana. La ricerca dei “sovversivi” è stata al centro della spietata crociata anticomunista del senatore Joseph McCarthy e lo smascheramento di una minaccia rossa a Hollywood l’obiettivo principale delle indagini della House Un-American Activities Committee (HUAC). Queste indagini, che spesso erano autentiche cacce alle streghe, alla fine scoprirono ben pochi “traditori”. La pratica dello spionaggio (CIA, KGB) era però assai diffusa su entrambi i lati della “cortina di ferro” (Iron Curtain) ed era una fonte inesauribile per la narrativa e la cinematografia del periodo insieme alla minaccia della guerra nucleare.

     

    GUERRA FREDDA ENCICLOPEDIA BRITANNICA IMMAGINE 4Fig.4: Esplosione nucleare a Nagasaki in Giappone, 9 agosto 1945 Fonte• Guerra nucleare e controllo degli armamenti (Nuclear War & Arms Control)

    Il lancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, in Giappone, nell'agosto del 1945, pose fine bruscamente alla Seconda guerra mondiale e cambiò per sempre il panorama delle relazioni internazionali. L'era atomica era iniziata. Durante la guerra, gli Stati Uniti e la Germania avevano gareggiato nell’utilizzo della fissione nucleare al fine di produrre un'arma di ineguagliabile distruttività. Vincendo quella gara, gli Stati Uniti divennero la prima superpotenza del mondo. Uno status privilegiato che presto cessò con l’accesso alla tecnologia nucleare da parte dell'Unione Sovietica. Nel momento in cui due stati potevano ricorrere all’arma nucleare, chiunque avesse pensato di iniziare una guerra utilizzando tale arma avrebbe dovuto d'ora in poi considerare la possibilità di ritorsioni ugualmente distruttive. Lo sviluppo e l'accumulo di armi nucleari sempre più potenti divenne il perno della rivalità tra USA e URSS durante la Guerra fredda.

    Il capitolo segnala diverse voci enciclopediche, tra queste: Atomic Bomb, International Atomic Energy Agency, Treaty on the Non-Proliferation of Nuclear Weapons.

     

    GUERRA FREDDA ENCICLOPEDIA BRITANNICA IMMAGINE 5Fig.5: Francobollo sovietico commemorativo dell’orbita dello Sputnik 1 Fonte• Competizione (Competition)

    - Corsa allo spazio

    La rivalità tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica era totale, nessun campo era escluso. Ciascuna delle due superpotenze cercava di convincere il mondo e il proprio popolo della superiorità delle rispettive società. Non solo la potenza militare, l'integrità ideologica e l'efficienza economica erano oggetto della loro competizione, ma anche la gara per la preminenza tecnologica era di enorme importanza. Di conseguenza, la cosiddetta “corsa allo spazio” (essere il primo a lanciare un essere umano nello spazio e poi a farlo atterrare sulla Luna) aveva un enorme valore simbolico. Il 4 ottobre 1957, il lancio dello Sputnik 1 fu uno shock per la maggior parte degli americani. Prima del lancio, vi era un diffuso scetticismo sulle capacità tecniche dell'URSS di sviluppare sia un sofisticato satellite che un razzo abbastanza potente da metterlo in orbita. La conquista sovietica scosse la fiducia americana ed europea nel deterrente nucleare degli Stati Uniti inaugurando una nuova fase della Guerra fredda.
    Per approfondimenti, il capitolo rinvia alle voci enciclopediche: NASA, Astronaut, Neil Armstrong.

    - Competizione sui campi di gioco

    Negli anni della Guerra fredda ci fu anche un'intensa rivalità atletica tra il blocco sovietico e quello occidentale (Stati Uniti e suoi alleati). Entrambe le parti pubblicizzavano le vittorie sportive come prova della loro superiorità. Il successo dipendeva dall'identificazione e dal reclutamento di atleti, dalle innovazioni nell'allenamento, dai progressi nella medicina e nella psicologia dello sport e dall'investimento di ingenti somme per sostenere questi sistemi sportivi d'élite. Beneficiando di elaborati programmi di medicina sportiva e scienza dello sport, i paesi del blocco sovietico avevano superato le loro controparti occidentali fino a quando le principali nazioni sportive occidentali iniziarono ad adottare programmi simili sponsorizzati dallo stato.

     

    • Politiche e propaganda (Policies & Propaganda)

    La Guerra Fredda è stata una gara strategica e tattica per influenzare la natura dei governi e delle società dei paesi del mondo. Da un lato, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno cercato di diffondere il capitalismo (più o meno democratico); dall'altro, l'Unione Sovietica e la Repubblica popolare cinese hanno tentato di esportare le loro versioni del comunismo. Per fare questo, le superpotenze hanno fornito aiuti militari, materiali, tecnici e finanziari ai paesi che speravano di portare nelle loro sfere di influenza, e ricorso massicciamente agli strumenti della propaganda ideologica. L’obiettivo delle loro agende geopolitiche consisteva nel bloccare l'avanzata delle potenze rivali e intervenire negli affari degli altri paesi per affermare i propri interessi. Molti studi sono stati dedicati al tentativo di comprendere le motivazioni, gli obiettivi e le strategie reciproche e il modo di contrastarle al meglio.

    Per approfondimenti, il capitolo rinvia a diverse voci enciclopediche: Piano Marshall (Marshall Plan), Destalinizzazione (De-Stalinization), Contenimento (Containment), Teoria del dominio (Domino Theory), Dottrina Breznev (Brezhnev Doctrine), Eurocomunismo (Eurocommunism), Distensione (Détente), Ostpolitik, Glasnost, Perestrojka.

     


     

    Note

    1 Sara Lorenzini, Focus Ucraina. Ritorno alla guerra fredda? La Russia e l'uso della storia.

    Carlo Galli, La seconda guerra fredda.

    Sulla storia dell'Enciclopædia Britannica e sulla sua organizzazione editorale, la voce: 

     https://en.wikipedia.org/wiki/Encyclopædia_Britannica.

  • La storia alla radio: i podcast di storia della Rai. Da Napoleone al Muro di Berlino

    di Antonio Prampolini

    La storia non solo possiamo “leggerla” sui libri, le riviste e i giornali (in formato cartaceo o digitale), “guardarla” al cinema, alla televisione o sui video, che circolano numerosi in Internet, ma possiamo anche “ascoltarla” nelle registrazioni audio.

    Nei podcast, come ha osservato acutamente Enrica Salvatori, sottolineandone le potenzialità, «la narrazione storica viene “recitata”, riportata alla dimensione uditiva, che in quanto tale ha stili, effetti speciali, pause e ritmi suoi propri» funzionali ad una comunicazione più partecipata e coinvolgente dei contenuti.

  • Le vignette satiriche raccontano la Guerra fredda. Una fonte didattica online a disposizione degli insegnanti

    di Antonio Prampolini

     

    Indice

    1. L’iconografia della Guerra Fredda

    2. La guida del Center for Slavic, Eurasian and East European Studies

    3. Le vignette satiriche

    3.1 Caratteristiche e uso didattico delle vignette

    3.2 Herblock: il vignettista del “Washington Post”

    3.3 La satira nell’URSS: la rivista “Krokodil”

     

    Origins of Cold War 35 FullFig.1: Herbert, B. (1947, March 13). “I’m here to stay, too.” [Cartoon] Herbert L. Block collection (Library of Congress). Retrieved from the Library of Congress, Fonte. A 1947 Herblock cartoon, copyright The Herb Block Foundation. Fonte21. L'iconografia della Guerra Fredda

    Durante la Guerra Fredda le immagini (dalle fotografie ai film, dai manifesti alle vignette) hanno svolto un ruolo importante nella propaganda degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica1. Riflettevano l’aspro ed esteso confronto-scontro (militare, politico, economico-sociale, scientifico e tecnologico, culturale e ideologico) tra le due superpotenze rivali per l’egemonia del mondo e, allo stesso tempo, plasmavano il modo in cui gli attori politici e le masse lo comprendevano e interpretavano.

    Quella della Guerra Fredda è una iconografia ampia e articolata che rappresenta le fasi diverse del confronto-scontro russo-americano. Dal 1945 agli anni '50, sia le produzioni sovietiche che quelle statunitensi si caratterizzavano per la demonizzazione del “nemico” sulla scena mondiale. Negli anni '60, le immagini riflettevano la crescente paura per i rischi di un’apocalisse nucleare, attribuendo la responsabilità all’una o all’altra delle due superpotenze. Durante gli anni '70, la “distensione” nei rapporti russo-americani attenuò la retorica della Guerra Fredda. Retorica che ritornò ai livelli pre-distensione all’inizio degli anni '80 in seguito all’invasione sovietica dell’Afghanistan e all’elezione di Ronald Reagan alla presidenza degli Stati Uniti, per poi affievolirsi progressivamente per effetto della nuova politica, interna e internazionale, inaugurata da Gorbaciov nella seconda metà degli anni '80, prima della fine dell’URSS (dicembre 1991)2.

     

     

     

    2. La guida del Center for Slavic, Eurasian and East European Studies

    Il Center for Slavic, Eurasian and East European Studies (CSEEES - Università della Carolina del Nord a Chapel Hill), uno dei principali centri di studi geopolitici3, ha realizzato un’interessante guida didattica online alle fonti visive della Guerra Fredda. Una guida che, attingendo alle ricche collezioni digitali della Library of Congress, si rivolge agli insegnanti e agli studenti di storia delle scuole medie e superiori americane (e non solo) proponendo un’ampia gamma di materiali (fotografie, film, manifesti e vignette) che illustrano sia la prospettiva americana che quella russa sulla Guerra Fredda, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale al crollo dell'Unione Sovietica.

    La guida online raggruppa le fonti visive prese in esame in base a:

    • cronologia (decadi: 1940, 1950, 1960, 1970, 1980, 1990);

    • argomenti (Origini della Guerra Fredda, Guerra di Corea, Paura rossa, Muro di Berlino, Guerra del Vietnam, Crisi missilistica di Cuba, Corsa allo spazio, Distensione, Nuova Guerra Fredda, Perestrojka, Fine della Guerra Fredda);

    • tipologia (Vignette, Foto, Manifesti, Film).

    Le diverse tipologie di fonti sono precedute da una breve introduzione sulla loro natura e caratteristiche. Per ogni tipologia (così come per la cronologia e gli argomenti) vengono mostrate le relative immagini; cliccando su ciascuna immagine si accede ad una scheda informativa con i dati identificativi (soggetto/tema, data, autore, giornale/rivista) e per i film: il titolo, il regista, l’anno di produzione, la trama e alcune scene significative.

    La guida, che si rivolge al mondo della scuola, contiene anche alcuni suggerimenti su come utilizzare al meglio le “fonti primarie” (con particolare riferimento alle immagini) nell’insegnamento/apprendimento della storia (il traduttore di Google è sempre a portata di click).

     

    3. Le vignette satiriche

    3.1 Caratteristiche e uso didattico

    Nell’iconografia della Guerra Fredda le vignette satiriche si sono distinte per la loro capacità di influire sull’opinione pubblica, attraverso immagini caricaturali e grottesche, in modo più efficace delle forme di comunicazione puramente verbali4.
    Per questa ragione, la guida didattica dello CSEEES propone un’ampia selezione di vignette realizzate sia da disegnatori americani che sovietici (oltre 360), con lo scopo di sviluppare, nel confronto oppositivo tra le due produzioni, le capacità di analisi e di giudizio dei messaggi e dei relativi contesti politico-ideologici.

    Gli elementi che caratterizzano le vignette satiriche sono l’esagerazione, il simbolismo, l’ironia e le didascalie. Le vignette sono degli “oggetti complessi” che richiedono una lettura analitica. La guida ci ricorda che «quando si guarda una vignetta non ci si deve mai fermare alla superficie, ma occorre andare oltre, analizzando il contesto storico in cui è stata realizzata e le sue finalità»5.

    Lo storico tedesco Ulrich Schnakenberg, che più di altri si è occupato dell’uso didattico delle vignette nell’insegnamento/apprendimento della storia, ha proposto un interessante modello di analisi, dove vengono evidenziate le caratteristiche stilistiche di questo tipo di fonte, le motivazioni al suo utilizzo in classe e le relative difficoltà6.

    Di seguito riprendiamo il suo modello nella versione italiana tratto da Lo studio in classe delle fonti storiche di Francesca Vinciotti, già pubblicato su «Historia Ludens».

     

     vinciotti7Fig.2: Francesca Vinciotti, "Lo studio in classe delle fonti storiche" Fonte

    3.2 Herblock: il vignettista del Washington Post

    Tra gli autori delle vignette selezionati dalla guida didattica dello CSEEES spicca l’americano Herbert L. Block (noto con il nome di Herblock), il principale vignettista del Washington Post, con cui collaborò per un lunghissimo periodo (cinquantacinque anni dal 1946 al 2001)7. Vincitore di quattro premi Pulitzer, la sua produzione abbraccia la Guerra Fredda dalla fine del secondo conflitto mondiale fino al crollo dell’URSS (dicembre 1991). Le sue vignette hanno dimostrato come le immagini, con poche o nessuna parola, erano in grado di raggiungere un pubblico di massa in modo più rapido ed efficace degli articoli di giornale.

    Spirito indipendente e libertario, Block rivolse la sua critica non solo nei confronti della natura totalitaria e repressiva dell’Unione Sovietica e dei paesi della sua area di influenza, ma anche nei confronti della politica interna e internazionale degli Stati Uniti. Tra la fine degli anni Quaranta e la metà degli anni Cinquanta, si oppose con coraggio al senatore McCarthy. Fu lui a coniare il termine “maccartismo” per designare il clima persecutorio nei confronti di coloro che in patria erano ingiustamente ritenuti nemici dell’America e accusati di essere “comunisti” e fiancheggiatori dell’Unione Sovietica. Nei decenni successivi fu un convinto sostenitore degli accordi per la limitazione delle armi nucleari.

    Di seguito, alcune vignette tra le più significative:

     

     SATIRA POLITICA GUERRA FREDDA VIGNETTE LA MICCIA ACCESAFig.3: Il Cremlino illuminato da una miccia come metafora. Il governo sovietico usa le armi in modo aggressivo per dominare il mondo. Herblock, 1° dicembre 1950 - Collezione Herbert L. Block (Biblioteca del Congresso). Fonte

      

    SATIRA POLITICA GUERRA FREDDA VIGNETTE LA MINACCIA DELLE SUPERBOMBEFig.4: “Dormi baby, dormi” I sovietici usano le superbombe per minacciare la pace. Herblock, 25 ottobre 1961 - The Washington Post (Biblioteca del Congresso). Fonte

      

    SATIRA POLITICA GUERRA FREDDA VIGNETTE QUELLI ERANO I BEI VECCHI TEMPIFig.5: Rammarico nel governo degli Stati Uniti per gli sforzi di Gorbaciov. Herblock, 29 ottobre 1985 - Collezione Herbert L. Block (Biblioteca del Congresso). Fonte

     

    SATIRA POLITICA GUERRA FREDDA VIGNETTE LA PARTE FREDDA DELLA GUERRA E FINITAFig.6: "Ho sentito che la parte fredda della guerra fredda è finita". Le scorie nucleari furono uno dei tanti problemi sorti dopo la fine della Guerra Fredda. Herblock, 23 novembre 1990 - The Washington Post (Biblioteca del Congresso). Fonte

     

    3.3 La satira nell’URSS: la rivista Krokodil

    La rivista Krokodil/Crocodile (Крокодил) è stata scelta dalla guida didattica dello CSEEES per rappresentare la produzione sovietica di vignette negli anni della Guerra Fredda. Era la rivista satirica ufficiale dell’URSS e il suo primo numero era uscito nel 1922. Espressione del regime, di cui seguiva ciecamente le direttive sia in politica interna che estera, pubblicava vignette il cui scopo principale era spesso la mistificazione della realtà.
    Come ha osservato acutamente il vignettista russo Mikhail Zlatkovsky:

     

    I lettori [sovietici di Krokodil] consideravano e percepivano le vignette non solo come divertimento, ma anche come messaggi del potere codificati nei disegni. Cercavano di cogliervi i segni di nuove tendenze, di “nuove linee” del partito. [...] Man mano che apparivano nuove tematiche e personaggi nella rivista, cercavano di scoprire le non sempre evidenti e spesso nascoste mutazioni della politica interna ed estera del Paese. È questa, a suo modo, richiedeva una certa abilità di leggere tra le righe, in questo caso “tra le linee del disegno”8.

     

    Le vignette di Krokodil sulla Guerra Fredda, selezionate dalla guida didattica, raffigurano una America capitalista e imperialista che voleva estendere il suo dominio economico e militare sul mondo, e che, in particolare, non si faceva scrupolo di riarmare in chiave antisovietica la Germania occidentale, dopo la comune alleanza contro il nazismo nella Seconda Guerra Mondiale. Una America dove dominavano la violenza e lo sfruttamento della classe operaia, e dove il gigantesco bilancio militare sottraeva risorse ai programmi sociali.

    Di seguito, alcune vignette tra le più significative:

     

    SATIRA POLITICA GUERRA FREDDA VIGNETTE IL MILITARISMO STATUNITENSE IN EUROPAFig.7: “Si preoccupa inutilmente, signora! Lo faccio per la sua sicurezza!” Ganf Iu, gennaio 1958 - Krokodil Digital Archive. Fonte 

     SATIRA POLITICA GUERRA FREDDA VIGNETTE ARMARE LA GERMANIAFig.8: “Armi nucleari con le garanzie americane” Gli Stati Uniti dotano l’esercito tedesco di armi nucleari contro i sovietici. Kukryniksi. gennaio 1966 - Krokodil Digital Archive. Fonte

     

    SATIRA POLITICA GUERRA FREDDA VIGNETTE BILANCIO MILITAREFig.9: Sulla nave: “Bilancio della Difesa” Sulla bottiglia: “Spesa per i bisogni sociali” Il bilancio militare degli Stati Uniti ruba risorse ai programmi sociali. Efimov Boris, aprile 1985 - Krokodil Digital Archive. Fonte

     

    SATIRA POLITICA GUERRA FREDDA VIGNETTE ESPORTAZIONI CULTURALI DEGLI STATI UNITIFig.10: Sul carro: “Esportazioni culturali americane” Sul cartello stradale: “Europa Occidentale” Gli Stati Uniti esportano il loro militarismo e la loro immoralità nell'Europa occidentale con Rambo, i film horror, l'idea della minaccia sovietica e la pornografia. Zhivotov E. e Svetkov, gennaio 1987 - Krokodil Digital Archive. Fonte

     

    Concludendo questo rapido sguardo panoramico sulle vignette della Guerra Fredda, è doveroso sottolineare come l’attenta selezione dei materiali, il confronto oppositivo tra la produzione americana e quella sovietica, le modalità di ricerca proposte (cronologiche e tematiche) fanno della guida dello CSEEES una risorsa importante e un utile strumento didattico da proporre a chi nel mondo della scuola voglia affrontare, ricorrendo alle fonti visive, il tema della della Guerra Fredda: di quel esteso e prolungato conflitto sistemico tra USA e URSS (e i loro alleati), tra capitalismo e comunismo, che ha plasmato la storia della seconda metà del XX secolo.

     


    Note

    1 Sui media e sulla propaganda degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda: la voce nell’edizione in lingua inglese di Wikipedia Culture during the Cold War; l’articolo in Alpha History Propaganda della Guerra Fredda; tesi di laurea di Giacalone Francesca I Mass Media statunitensi e sovietici negli anni della Guerra Fredda - Dipartimento di Scienze Politiche – Cattedra: Storia delle Relazioni Internazionali - LUISS – Anno Accademico 2018/2019.

    2 Sulla Guerra Fredda: la voce nell’edizione in lingua inglese di Wikipedia Cold War; gli articoli tematici sulla Guerra Fredda in Alpha History; Paolo Soddu, Guerra Fredda, in “Storia della civiltà europea” a cura di Umberto Eco (2014); Antonio Prampolini, La Guerra fredda ritorna sulla scena mondiale. Sitografia didattica in «Historia Ludens», 13/11/2022; Konrad H. Jarausch, Christian F. Ostermann, Andreas Etges, The Cold War. Historiography, Memory, Representation, 2017; Joseph Smith, La guerra fredda (1945-1991), il Mulino, Bologna, 2000; Mario Del Pero, La guerra fredda, Carocci, Roma, 2014.

    3 https://cseees.unc.edu/

    4 Sull’importanza delle vignette satiriche nella propaganda politica durante la Guerra Fredda: Pia G. Celozzi Baldelli e Elena Baldassarri, a cura di, La Guerra Fredda nella satira politica Est/Ovest, Aracne, Roma, 2010.

    5 https://coldwar.unc.edu/media/cartoons-comics/

    6 Ulrich Schnakenberg, Developing multiperspectivity trough cartoon analysis: strategies for analysing different views of three watersheds in modern German history, «Teaching History», n. 139 (August, 2010). Dello stesso autore: Die Karikatur im Geschichtsunterricht, Wochenschau Verlag, 2012.

    7 Per informazioni biografiche su Herbert L. Block: https://www.loc.gov/collections/herblock-cartoon-drawings/articles-and-essays/biographical-information/.

    Mikhail Zlatkovsky, La Caricatura politica in Russia dagli Zar alla fine dell’URSS, in «pagina21», 20/01/2023.

  • Un laboratorio storico wiki sul muro di Berlino

    Autore: Laura Paviotti

     

    Questo laboratorio e il gemello sull’emigrazione (di Silvia Furlanetto) provengono dal Tfa di Udine/Trieste, coordinato, per quanto riguarda la storia, da Andrea Zannini. Come vedrete, sono proposte di lavoro che vanno provate e riprovate. Credo che dobbiamo capire quasi tutto della didattica digitale. Interazione immediata fra allievi e docenti, grandi quantità di materiali, materiali di genere diverso, e il mezzo – infine – che invita gli allievi a scrivere, dialogare e collaborare. Queste sono le premesse. Ma non dobbiamo fermarci a queste, altrimenti, finito l’effetto novità, anche questa se ne andrà nella soffitta delle illusioni perdute. (HL)

     

    Indice

    • Lo schema del Lab
    • Punti di partenza : alcuni termini per orientarsi
    • Le fonti : preselezione da parte del docente
    • Le fonti : i video
    • Le fonti : i siti
    • Le fonti : gli articoli di giornale
    • Le fonti : le testimonianze
    • I gruppi
    • L’elaborato finale e il ruolo del docente

     

    Lo schema del laboratorio

     

    Destinatari: classe quinta di scuola secondaria superiore.

    Momento didattico in cui inserire il laboratorio: secondo quadrimestre.

    Tipologia di fonti: articoli di giornale da archivio, testimonianze scritte, video e siti con materiali interattivi, contributi storiografici.

    Tempi: 2 ore nell’aula di informatica per la presentazione dell’ambiente di apprendimento virtuale, l’esposizione del progetto con le relative attività e la suddivisione in gruppi di lavoro. Il resto del percorso può essere svolto in orario extrascolastico, gestendo accuratamente le scadenze di consegna: 3 giorni per il completamento dei link iniziali, 10 giorni per visionare i materiali ed eventualmente aggiungerne di nuovi, 1 settimana per la stesura dell’elaborato finale da parte di ogni gruppo. Al termine del percorso, si possono dedicare 2/3 ore all’esposizione delle relazioni finali.

    Obiettivi. Per la prima fase: stimolare l’interazione di gruppo in un compito di problem solving creativo (sviluppare un’ipotesi; discuterne i punti di forza e di debolezza; inventare la soluzione di un problema che non presuppone una risposta esatta). Per la seconda fase: elaborare un testo narrativo sulla base di documenti storici, assumendo una focalizzazione interna contestualizzata all’epoca e all’ambiente considerati. Per la terza fase: verbalizzare la relazione di un’esperienza, analizzando il processo che ha condotto alle diverse scelte e mettendo in evidenza i punti di forza e di debolezza e le modalità d’interazione e cooperazione. Si attiverà dunque una riflessione metacognitiva sul percorso. L’insegnante dovrà attribuire il ruolo di relatore a un componente di ogni gruppo.

     

    Pagina di partenza: alcuni termini per orientarsi.

     

    Nella home-page l’insegnante dispone parole e immagini per orientare un brainstorming sul periodo interessato: “cortina di ferro”, “guerra fredda”, “perestroika”, “Patto di Varsavia”, “Patto atlantico”, “DDR”, “RFT”, “Vopos”, “Stasi”. Cliccando su di esse, si apre un link che manda alla pagina dove ogni ragazzo può contribuire e condividere le informazioni sull’argomento.

     

     


    Le fonti: preselezione da parte del docente-guida e selezione autonoma.

     

    Dopo aver selezionato i materiali, l’insegnante li suddivide in quattro pagine, sulla base della tipologia delle fonti:

    • video
    • articoli di giornale
    • testimonianze
    • siti

    Ogni link a una fonte è corredato da domande guida, che servono per far nascere la discussione e orientarla. Questa si svolge nella pagina stessa, attraverso la discussion (thread mode) allo scopo di creare una sorta di piazza virtuale, dove ci si confronta, si argomentano le proprie idee e si mettono alla prova le proprie capacità critiche.

    Allo steso tempo, ogni gruppo dispone di una propria pagina, nella quale ciascun partecipante annota le informazioni che considera rilevanti per il compito specifico. Anche la discussione fra i membri del gruppo sulla correttezza e la pertinenza delle annotazioni avviene nella pagina attraverso la discussion: l’idea è quella di sollecitare un modus operandi tipico dei gruppi di ricerca.

    Per facilitare il lavoro dei ragazzi è auspicabile non pubblicare il materiale in un’unica soluzione, perché ci sarebbe il rischio di scoraggiare gli allievi o di farli disperdere in un mare di informazioni.

    Gli studenti, pertanto, dovranno muoversi tra la documentazione per individuare le notizie utili rispetto al loro percorso di ricerca (vedi sotto). Qualsiasi nuova fonte proposta dagli alunni dovrà essere corredata da una scheda di presentazione in cui si discuta la sua attendibilità (vedi schedatura.pdf).

     

    Le fonti: i video

     

    1. Henry Schipper, The Berlin Wall, 2003, da “History Channel”1


    Parte 1
    Domanda guida: “La costruzione del Muro suscita delle reazioni molto diverse: perché?”

    Parte 2
    Domanda guida: “Perché l’”Occidente” non si muove? Quale scopo e quale necessità fanno nascere la retorica del Muro come “barriera protettiva antifascista”?o anticomunista?

    Parte 3
    Domanda guida: “Che significato ha la frase di Kennedy “Ich bin ein Berliner”? Perché la sua visita mette in rilievo le difficoltà di una risoluzione del problema?”

    Parte 4
    Domanda guida: “L’intervento di Schabowski dà origine a un equivoco che contribuisce a portare alla caduta del muro; tuttavia successivamente sarà uno dei pochi a scontare la pena per reati contro i fuggiaschi. Perché questa contraddizione? Che cosa è  realmente successo?”

     

    RIFLESSIONE FINALE : “Il controllo totale non è la soluzione di tutti i problemi. Che ne pensi?”

     


    2. Martin Vaughan Cook, Escape from GDR, 2007 da “Discovery Channel2”2

     

    Parte 1 (in inglese)

    Parte 2

    Parte 3

    Parte 4

    Parte 5

    Parte 6

    Domanda finale: “molti materiali di questi video sono gli stessi del reportage di History Channel, ma ti sembra che siano usati in modo analogo? Il taglio documentaristico è lo stesso? Se no, quale diversa luce getta sugli eventi?”

     

    Le fonti: i siti

     

    Si consiglia di fornirli in un’unica soluzione dopo la visione dei video. Sono di consultazione per ogni gruppo che potrà trovare informazioni-quadro sugli argomenti trattati e una presentazione globale della città. Inoltre, le carte e le ricostruzioni interattive propongono un approccio ludico senza peraltro discostarsi dal rigore storico.

    Il muro di Berlino3
    Mauer Museum4
    Berlin.de: Numeri e fatti5 (interessanti carte interattive)
    La storia del muro dalla costruzione fino al crollo6 

     

    Le fonti: gli articoli di giornale

     

    Consiglierei di fornirli a gruppi di tre, secondo una progressione cronologica che potrebbe aiutare a focalizzare il mutamento (psicologico e di giudizio) dell’opinione pubblica nei riguardi del Muro. Gli ultimi tre articoli sono inoltre corredati da domande che stimolano una riflessione anche sul vissuto personale dell’allievo e sull’attualità

     

    L’opinione pubblica nel 1984

    1. Lucio Caracciolo, I figli del muro, “La Repubblica”, 6 maggio 1984, p. 22

    Domanda guida: “Che ruolo hanno secondo te la voglia di viaggiare (almeno attraverso la letteratura) e l’esotismo nella psicologia dei berlinesi dell’est?”

     

    2. Enrico Filippini, I Muri di Berlino, “La Repubblica”, 10 ottobre 1984, p. 24
    Domanda guida: “Perché Berlino viene definita una città “sperimentale”?”

     

    3. Andrea Tarquini, Oltre il Muro per sfuggire la noia, “La Repubblica, 24 ottobre 1984, p. 14
    Domanda guida: “La tentazione di andarsene non è ancora morta, tra la gente di questo paese, cui pure in fondo non manca gran che; certo molto meno che ai polacchi o ai romeni”: come giustifichi questa affermazione dell’inviato italiano Andrea Tarquini?”

     

    L’opinione pubblica nel 1985

    1. Andrea Tarquini, Speranze dietro il Muro, “La Repubblica”, 13 aprile 1985, p. 13

    Quale immagine delle differenze tra est e ovest ricavi da questo articolo? Ti sembra che cambino rispetto all’inizio della divisione?

     

    2. Silvia Giacomoni, Quel Muro? Un gioiello, “La Repubblica”, 21 marzo 1987, p. 18 (di Silvia Giacomoni)

    Quale immagine delle differenze tra est e ovest ricavi da questo articolo? Ti sembra che cambino rispetto all’inizio della divisione? (Domanda in comune con l’articolo precedente).

     

    3. Bernardo Valli, L’orgoglio di sentirsi tedeschi, “La Repubblica”, 7 febbraio 1986, p. 7 (di Bernardo Valli)

    Che cosa significa secondo te l’affermazione dell’architetto Branzi “si tratta di una cultura vissuta sempre come alla soglia di un avvenimento che non si attua mai”?

     

    L’opinione pubblica nel 1987/1989

    1. Vanna Vannuccini, Ma qual è la vera Berlino, “La Repubblica”, 15 luglio 1987, p. 13

    “La grande maggioranza dei profughi, o degli aspiranti tali, sono gente tra i venti e i quarant' anni, figli dunque del nuovo Stato e della sua cultura, quasi tutti con un livello di educazione superiore, una generazione di tecnici e di intellettuali a cui ogni Stato usa affidare le sue speranze, il suo futuro e la sua sopravvivenza”: come vedi, la “fuga dei cervelli” non è un fenomeno moderno. Che conseguenza ha, anche nel mondo d’oggi?

     

    2. Alberto Cavallari, Ma Gorby avanza a tempo di rock, “La Repubblica”, 25 giugno 1988, p. 1

    La musica come strumento di denuncia in senso lato: esistono esempi ancora oggi?

     

    3. Piero Benetazzo, Cinquecento tedeschi dell’est fuggono dal confine, “La Repubblica”, 20 agosto 1989, p. 12

    In che modo questo articolo del 1989 preannuncia quella che sarà poi la caduta del Muro?

     

    Le fonti: le testimonianze

     

    Possono essere fornite in un unico momento attraverso 3 link che rimandano ai tre sottoraggruppamenti (sull’evento della caduta del Muro, sulla vita a est e a ovest, sui tentativi di fuga oltre il Muro) in modo che siano consultate già in base all’indirizzo della ricerca.

     

    1. Sull’evento della caduta del muro:

    La caduta del muro di Berlino: io c'ero!7 (di  Matteo Quero )

    Giordano Bruno Guerri, per Il Giornale, 2009, mauerspechte.pdf

    Alviani Alessandro, per La Stampa, 2009, testimonianza di Padre Fuhrer sulla manifestazione non violenta che porterà alla caduta del Muro. caduta.pdf

    Maier Charles S., Il crollo. La crisi del comunismo e la fine della Germania est, Il Mulino, Bologna 1999; pp. 345-360: il contesto politico dell’unificazione.

    Darnton Robert, Diario berlinese 1989-1990, Einaudi, Torino, 1992; pp.49-60: dopo il crollo, il Muro visto da est e da ovest; le ragioni dell'evento.

     

    2. Sulla vita nei settori orientale e occidentale di Berlino

    Thomaneck J.K.A, Niven Bill, La Germania dalla divisione all'unificazione, il Mulino, Bologna 2005, pp.57-62 : la retorica politica e i simboli costruiti in modo speculare tra est ed ovest.

    Crescere al confine tra le due Germanie - Intervista a Gunther Schaefer8: Emilio Esbardo intervista Gunther Schaefer per « Il Nuovo Berlinese »

    Rava Enzo, Vita quotidiana drammatica e balorda dietro il Muro di Berlino, Manifestolibri, Roma 2004, pp. 7-13


    3. Sui tentativi di fuga oltre il Muro:

    Il Tunnel della Libertà ideato da Luigi e Mimmo, due studenti italiani a Berlino - Emilio Esbardo intervista Ellen Sesta per « Il Nuovo Berlinese »

    Gelb Norman, Il Muro. Quando a Berlino si giocarono i destini del mondo, Mondadori, Milano 1987; pp.272-4 e pp.326-332

     

    I gruppi

     

    In base ai percorsi di ricerca più adatti a un laboratorio didattico di questo tipo e al numero medio di alunni in una classe, si formano 4 gruppi. La formazione dei gruppi dev’esserepredisposta dall’insegnante, in base alle caratteristiche degli alunni: è bene, infatti, che ci siano competenze e motivazioni diverse, e che la preparazione sia eterogenea all’interno di ogni gruppo.

     

    Gruppo a) Vivere vicini, vivere in due mondi diversi.

    Sottogruppo 1 - Berlinesi orientali

    Sottogruppo 2 - Berlinesi occidentali

     

    Gruppo b) Il Muro: separati d’improvviso.  

    Sottogruppo 1 - Chi progetta il Muro

    Sottogruppo 2 - Chi progetta la fuga oltre il Muro

     

    Il Gruppo (a) cercherà di ricostruire attraverso le fonti  le diverse condizioni di vita nell’est e nell’ovest di Berlino, immedesimandosi in un cittadino dell’epoca.

    Il Gruppo (b) farà uno studio più tecnico del progetto del Muro, dei suoi dispositivi per impedire la fuga e delle modalità utilizzate invece per attraversare quel confine.

     

    L’elaborato finale e il ruolo del  docente

     

    La produzione scritta finale prevede il racconto dell’esperienza (scappare, costruire, vivere), immedesimandosi in un ipotetico cittadino berlinese della seconda metà del ‘900. Per la sua stesura si sfrutterà la possibilità fornita da wiki di scrittura collaborativa: ognuno può aggiungere la sua parte integrandola in un testo unico. I parametri di valutazione terranno conto della correttezza nell’uso della lingua e delle strutture narrative, ma anche nell’uso delle informazioni storiche acquisite durante il percorso.

    La valutazione finale, a livello individuale, terrà conto del monitoraggio dell’interazione sul wiki (sarà necessario giudicare la qualità dei post e può essere uno strumento utile, anche se solo per un rilevamento quantitativo, l’assessment). Per una valutazione di gruppo, invece, si prenderà in esame il prodotto finale di scrittura collaborativa e la relazione davanti alla classe. Quest’ultima dovrà ripercorrere le tappe e le motivazioni che hanno condotto alle scelte fino all’elaborazione del risultato finale, guidando così una riflessione metacognitiva sull’esperienza.

     

    Note

    1. History Channel, ora noto come “History”, è un canale televisivo di divulgazione storica di origine statunitense. Il documentario proposto è stato supervisionato per History dal Dr. Patrick Major, Professor della University of Reading il cui settore d’interesse specifico è la storia della Germania durante la Guerra Fredda.
    2. Discovery Channel è un’emittente televisiva internazionale. Per questo documentario si è fatto riferimento ai principali centri di studio e archivi di Berlino: Berliner Mauer Archiv; The Berlin Hohenschonhausen Memorial; Dokumentationszentrum Bernauer Strasse; Museum of the Wall Haus am Checkpoint Charlie; Normannenstrasse Reserach and Memorial Centre.
    3. Questo sito è editato e gestito da Wolfgang Pruscha originario di Düsseldorf  e laureato all'università di Düsseldorf in letteratura e lingua tedesca e in storia. Ora vive a Villa Vicentina e insegna lingua e letteratura tedesca.
    4. Questo è il sito ufficiale del Museum am Checkpoint Charlie di Berlino.
    5. “Berlin.de” è il sito ufficiale della capitale.
    6. “Il Nuovo Berlinese” è una rivista online di approfondimento culturale su Berlino, fondata nel 2011 da Emilio Esbardo e rivolta a lettori di lingua italiana.
    7. Vd. nota 3
    8. Vd. nota 6

     

Questo sito utilizza cookies tecnici e di terze parti per funzionalità quali la condivisione sui social network e/o la visualizzazione di media. Chiudendo questo banner, cliccando in un'area sottostante o accedendo ad un'altra pagina del sito, acconsenti all’uso dei cookie. Se non acconsenti all'utilizzo dei cookie di terze parti, alcune di queste funzionalità potrebbero essere non disponibili.