Diario di bordo

Cronaca di una visita al castello che non c'è. Il turismo parastorico in Puglia e Castel del Monte.

Giuseppe Losapio

 

Cronaca di una visita al castello che non c'è. Il turismo parastorico in Puglia e Castel del Monte

 

Fot. 1 Le scolaresche sono abituali frequentatrici di Castel del Monte

 

Il cavallo bianco di Garibaldi.

Che cosa è Castel del Monte, la fortezza che si erge sulle alture murgiane andriesi e che appare sulle monete da un centesimo di euro? Domanda retorica: è un castello. E' come quel gioco di parole che si faceva da bambini in cui si chiedeva ai più piccoli di che colore fosse il cavallo bianco di Garibaldi, e notavi la veloce sensazione di smarrimento negli occhi dei malcapitati che si riprendevano subito dall'innocente tranello. Eppure questo gioco linguistico, che da bambini ci faceva tanto ridere, diventa seria, quando parliamo di Castel del Monte,…

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Veramente a Verona si insegna meglio che a Bari? La didattica universitaria e il gatto che si mangia la coda.

Autore: Antonio Brusa

Esce l’ennesima graduatoria delle Università italiane. Hanno questo in comune. C’è un gruppetto di testa, di Università del Nord che, come in una gara di ciclismo, lottano per il primo posto. Segue il gran mischione del gruppo. In coda arrancano una decina di Università meridionali, che si alternano come nel gruppo di testa, solo che si contendono, ahimé, la maglia nera.

Le classifiche si basano sui due indicatori generali, la ricerca e la didattica. Per il primo valgono le pubblicazioni, le partecipazioni a progetti internazionali e tanto altro, che qui non metto in discussione. Per la didattica – parlo della “didattica universitaria” -  valgono qualità come “l’attrattività da altre regioni”; “l’occupazione post laurea”; “l’ammontare delle tasse” e tante altre…

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Chi è veramente Perseo? Qualche riflessione sull’uso pubblico della storia antica.

 
Improvvisamentetutti si sono ricordati di Leonida, di Teseo e di Cassandra in uno “scialo ginnasiale di ricorsi al repertorio greco”, nel quale, sostiene Adriano Sofri, nessuno si è tirato indietro. Non lo ha fatto nemmeno il suo direttore, Ezio Mauro, che, proprio il giorno dopo questa folgorante battuta, si è abbandonato al paragone con Telemaco, i Proci e Ulisse, che per qualche misteriosa ragione dovrebbe farci capire qualcosa di più del conflitto fra Tzipras e la Troika (i due articoli sono apparsi rispettivamente il 6 e il 7 luglio, su “Repubblica”: le citazioni alle pp. 13 e 25).

Sofri suggerisce che si tratti dell’effetto di un linguaggio intriso di cultura greca, ormai assimilato sia dagli avversari di Tzipras, freddi sostenitori della tecnica economica e finanziaria (la…

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La boutique de l'histoire


Qualche tempo fa ho letto un post di un'amica, dalla Boutique de l'Histoire. Ci sono andato stamattina. Chiusa. Trasferita alla libreria L'Harmattan, lì vicino.

Peccato. Ci trovavo ben organizzati, per età, per argomenti e per luoghi, un sacco di libri. Nella nuova sede, la Storia occupa una piccola stanza, nel sottosuolo. Poca roba. Il resto è disperso in una quantità di voci di "scienze sociali". In realtà, la vecchia Boutique non è quella che ha chiuso, ma era in un'altra sede, sempre lì vicino. Ora vi vendono libri di ogni parte del mondo, ma, anche qui, non organizzati "storicamente". Quindi è difficilissimo, per uno storico, farsi una "visita di piacere", come mi capitava fino a poco tempo fa.

La gestiva una coppia di origine italiana, non ricordo più come si chiamavano (Girella o…

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Nessun popolo è una culla

Il dibattito sulla vicenda greca di nuovo richiama in causa la storia e gli storici. Il tema, ovvio, è la democrazia. Può la Grecia, culla della democrazia, essere fuori dall'Europa? E' l'argomento che rimbalza dal parlamento alle prime pagine dei media.

Non voglio toccare la questione se sia giusto o meno che la Grecia faccia il referendum, la politica di Tzipras e quella di Merkel, né se la Grecia possa o non possa stare in Europa. Vorrei attirare l'attenzione sul fatto che "essere culla di qualcuno" è un modo di dire che appartiene a una visione genealogica della storia (o delle storie), che abbiamo abbandonato da un pezzo, perché nessuno al mondo è la culla di qualcun altro; sul fatto che è ingiusto trasformare un popolo, con tutti i suoi problemi, in un simbolo utilizzato da altre…

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