di Luigi Cajani
La storia della moneta è un grande assente nella scuola italiana, ed è un’assenza che pesa. Le monete sono infatti oggetti ricchi di potenzialità per l‘insegnamento della storia, prima di tutto perché sono al centro di molte questioni di storia economica, come il commercio, i prezzi, i metalli preziosi, la finanza pubblica e le teorie economiche, e poi perché contengono riferimenti alla storia politica, non solo a sovrani e altri personaggi di rilievo, come pure ad eventi cruciali come conquiste o cambiamenti di regime, ma anche perché molto spesso sono uno strumento di propaganda del potere per trasmettere la propria autorappresentazione e la propria ideologia.
Tutta la storia in dieci monete
Il libro di Sergio Valzania, Le vie delle monete, (Bologna, il Mulino, 2023), scrittore, saggista, storico e autore radiofonico e televisivo, ha un taglio divulgativo ed è un’utile introduzione per costruire un percorso cronologicamente continuo di storia monetaria europea, attraverso dieci monete di particolare importanza, per durata, diffusione e influenza, dalla dracma ateniese all’euro. In mezzo ad esse ci sono, nell’ordine:
il sesterzio romano,
il denaro carolingio,
il matapan veneziano,
il fiorino di Firenze,
il real de a ocho spagnolo,
la pistola francese,
il tallero di Maria Teresa
il franco germinale di Napoleone.
Di ognuna Valzania ricostruisce ampiamente non solo il contesto economico ma anche il ruolo nelle vicende politiche, e dà dettagli tecnici in abbondanza, ad esempio sui rapporti fra multipli e sottomultipli o sulle falsificazioni. Particolare attenzione egli riserva alla funzione della moneta come strumento di comunicazione di massa: interessanti, a questo proposito, l’analisi dei caratteri religiosi dell’iconografia del matapan e la ricostruzione della vicenda dell’iconografia dell’euro. Il tutto in una narrazione scorrevole e spesso brillante, nella quale compare anche d’Artagnan.
Una fonte affascinante di storia economica
Questo libro presenta dunque una traccia da cui partire per costruire un progetto didattico, sviluppando gli spunti che esso offre e aggiungendo ciò che vi manca per avere un quadro storiografico completo. In primo luogo, allargandone l’orizzonte geografico. Valzania si limita al contesto europeo, scelta giustificata dal fatto che il libro fa parte della collana Ritrovare l’Europa, ma nell’insegnamento è opportuno dare conto, anche se più sinteticamente, della monetazione extraeuropea, in particolare araba, indiana e cinese, per evitare una limitata e distorta visione eurocentrica. In secondo luogo, è necessario approfondire alcuni aspetti trattati nel libro in maniera non sistematica, come il bimetallismo oro-argento, il golden standard e il sistema attuale dei cambi fluttuanti, in seguito alla fine degli accordi di Bretton Woods nel 1971. E infine deve esservi nel corso del programma una regolare attenzione alle questioni delle finanze statali, e non solo alle immancabili bancarotte spagnole e della crisi del ’29. Insomma, è possibile costruire con le monete un filo rosso di storia economica, giovandosi anche del fascino proprio della numismatica.