di Antonio Brusa

Un professore americano chiede sui social di inviargli i meme su Colombo. Dice che gli servono per insegnare storia ai suoi ragazzi. Ho provato a raccoglierne un po’, per vedere che cosa ci raccontano e che cosa ci possiamo apprendere.

 

L'errore geografico

Dato il loro numero, non pretendo di riprodurli tutti. Li divido per categorie, magari del tutto personali. E metto prima quelli che mi hanno fatto sorridere (un meme dovrebbe essere anche ironico, no?). Questi, per me, meriterebbero l’oscar. Eccone due varianti che chiamano in causa rispettivamente Microsoft e Apple

 

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Ma irrompe subito Trump con una delle sue massime: “Se Colombo avesse usato il GPS non saremmo in questo pasticcio”

 

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Gli immigrati illegali

Da Trump alla politica il passo è naturale e coinvolge il tema caldissimo della migrazione. Lo stesso evento viene visto da prospettive opposte: la destra repubblicana e i liberali di sinistra.

 

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Abbattiamo Colombo

Uno dei temi caldi è quello dell’abbattimento dei monumenti. Buttare giù quelli di Colombo sembra diventato uno sport nazionale americano. Qualche volta si cerca di non urtare la sensibilità delle comunità italiane. Ecco, allora, le proposte di sostituzione. Da quelle più serie (mettiamoci un monumento a Leonardo) a quelle irridenti (sostituiamolo con una statua di Giovanni Baccalà). Questa è carina, dai.

 

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Chi fu il primo?

Ma Colombo fu il primo? Ovviamente no, lo sappiamo tutti. Gli scandinavi ne hanno fatto da sempre una malattia, per un Leif Erikson Day che non si fila nessuno. Le contestazioni a Colombo riaccendono le loro speranze. Magari, forzando alquanto la storia: non è affatto vero che i Vikinghi si comportarono pacificamente con le popolazioni indigene.

 

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Colombo e gli indigeni

Gli indigeni, dunque. Molte città e stati stanno sostituendo il Columbus Day con l’Indigenous Day. Molti meme spingono questa sostituzione con una delle figure retoriche più abusate nel discorso pubblico, la reductio ad hitlerum.

 

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Il genocidio e altri crimini

Il paragone è sollecitato dal genocidio. È una delle accuse che più alimenta la furia iconoclastica. I meme su questo tema non si contano. Stupri, assassini, schiavismo e ruberie sono solo un contorno dell'accusa principale. Eccone un paio di esempi che sfruttano una delle immagini più conosciute del genovese. Solo due, perché la maggior parte dei meme insiste proprio sul fatto che Colombo. come afferma una blogger, raccoglitrice anch'essa di meme colombiani, fu "uno dei peggiori assassini di massa della storia"

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Difficile conservare un tono ironico (come vorrebbe il genere meme) quando si parla di crimini così gravi. Quelli che seguono sembrano provarci. Il primo fa riferimento alle code che spesso sopportiamo nei lunghi viaggi e che ci fanno andare fuori di testa. Il secondo dice che se concediamo a Liam Neeson di sparare a vista su tutto ciò che si muove, non è che possiamo tollerarlo anche per Colombo. Se non vi fanno sorridere, lo farà certamente quello di Gru (il “cattivissimo me”), che mette insieme il tema dell’errore di Colombo e quello degli indigeni.

 

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Violenza senza ironia

E ci sono i meme violenti, come l’oggetto che vogliono rappresentare. Eccone due. Uno chiaramente della destra americana, pensato – più che come difesa di Colombo – come accusa alle popolazioni native; l’altro che accomuna Colombo a uno dei più angosciosi assassini americani, quello Stephen Paddock che nel 2017 uccise una sessantina di persone e ne ferì quasi settecento. I veri americani vengono dall’Asia, vi si dice, non possono essere come Colombo e Paddock.

 

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E, per finire, non poteva mancare il virus. “L’orrore di un virus mortale, portato in America da oltreoceano, mi ricorda di augurarti un Felice Columbus Day”. Velenoso.

 

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I meme, una nuova fonte digitale?

Che cosa potranno imparare domani, in quella classe americana, studiando e discutendo questi meme? Poco, se li prenderanno alla lettera. In fondo non fanno che ripetere (e confermare) l’immagine negativa di Colombo, ormai mainstream nel discorso pubblico americano. Meglio studiare un libro serio – direi a quel professore - se il suo scopo fosse quello di approfondire la figura di Colombo.

Potranno imparare molto, invece, se si rifletterà su un tipo di comunicazione che tende a trasformare in slogan problemi di grande complessità. Molto se si osserverà come la violenza politica trasforma facilmente in strumento di offesa quello che potrebbe essere un mezzo ironico, capace di alleggerire le questioni più aspre e permettere, così, di discuterne con calma. Molto se si rifletterà sul fatto che il meme, nato come forma di comunicazione dissacrante e, quindi critica, può mutarsi nel veicolo di nuovi stereotipi.

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