Ludere vuol dire amare, studiare, combattere e impegnarsi. Giocare, anche. Historia ludens. La storia come ci piace insegnarla.
 

Autore: Antonio Brusa


Che cosa c’è che tiene insieme questi argomenti così diversi? Be’, il fatto che sono l’anima dell’ultimo numero di “Mundus”, una rivista di didattica della storia, l’unica esistente in Italia, tanto bella (lo dice chi la sfoglia, non il direttore), quanto sconosciuta: questo lo dice il direttore.

La gran parte degli articoli è concentrata sul medioevo. Si parla della sua influenza sulla moda, ma soprattutto vi sono molte proposte didattiche, fra le quali segnalo il magnifico gioco di Angelo Delli Santi. Si svolge in una città medievale, dopo il Mille. E’ Bari, ma potrebbe essere un qualsiasi altro centro urbano del tempo. Chi gioca, impersona le grandi famiglie che, per svolgere la loro attività (comprare, sposarsi, fare testamento ecc.) hanno bisogno di documenti. Perciò devono darsi da fare con notai e pergamene, con tutto ciò, insomma, che fa la gioia di un diplomatista attuale (o preoccupa lo studente all’esame). I ragazzi apprenderanno il senso e l’uso di una fonte importante, la “carta medievale”, il più delle volte trascurata dalla nostra  manualistica.

Il tema delle Alpi è affrontato in un dossier, curato da Alessandro Cavalli. La corona alpina è esaminata, regione per regione, ma di ognuna di esse si mette in rilievo un tema, di sicuro interesse didattico. Ho trovato (e mostrato agli insegnanti di Trento) che le Alpi sono un deposito didatticamente ricchissimo, che può essere sfruttato dal docente che spiega la preistoria (ad esempio il primo popolamento della Val d’Aosta), o il medioevo (l’insediamento dei Walser o la costituzione delle micro-comunità); l’età moderna, con le sue guerre di religione (le valli valdesi), per arrivare a quella contemporanea, con i paesaggi della Prima guerra mondiale e le questioni di confine, che hanno accompagnato e seguito la tragedia della Seconda.

Infine, la didattica museale. O meglio dei “Piccoli Musei”. L’idea fu di Massimo Tarantini, quando organizzò a Siena l’incontro di una decina di piccole realtà museali italiane. Aveva notato (e poi visitando i siti gli ho dato pienamente ragione) che in questi musei, a volte minuscoli, il personale organizza attività magnifiche. Sopperisce con l’intelligenza didattica alla mancanza della spettacolarità dei grandi musei. E i risultati si vedono, sia nel numero di visitatori (decine di migliaia l’anno: molti di più di tanti siti di pregio italiani) sia nelle idee che, a partire dal loro lavoro, possiamo tradurre in classi e in realtà anche distanti.

Ho avuto, come ho accennato sopra, il piacere di presentare questo numero in una sede eccezionale, il Muse di Trento. E’ andata così bene che vi torneremo (insieme con Romana Scandolari, che lavora appunto in un piccolo museo, quello di Ledro che potete ammirare nella copertina di “Mundus”) per presentare “Il Guinnes dei Primati”, un gioco che vede in competizione uomini e scimmie, per scoprire chi ha dato vita al processo evolutivo migliore (ne parleremo). Il 19 novembre la presento a Torino, grazie alla disponibilità del Cidi, insieme con Giuseppe Sergi e Fabio Fiore.

Poi, se vi viene il desiderio di prenderla, andate sul sito della Palumbo. Vi troverete il primo numero scaricabile e gli altri, magari da acquistare.

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