di Antonio Brusa

Immagine1Andrea Marchese, Egemonia FontePassatempo 12 luglio 2025

Galli della Loggia rimprovera alla destra di non saper costruire un'egemonia. Questa, scrive nell'editoriale del "Corriere" dell'11 luglio, non si fa sostituendo gli amichetti degli altri con i propri, ma con le idee e le persone giuste al posto giusto. Non potremmo non essere d'accordo. Come esempio, cita le Indicazioni Nazionali che possono ambire a realizzare l'egemonia della destra proprio perché si servono di ragionamenti profondi e persone capaci. Ecco il motivo, continua lo storico, per il quale sono state accolte da un'opposizione "a prescindere".

"A prescindere - spiega Galli della Loggia - cioè da ogni considerazione su quello che è diventato oggi, con le vecchie Indicazioni, il reale livello di apprendimento degli studenti; a prescindere da ogni verosimile capacità di comprensione e assimilazione delle conoscenze da parte di ragazzini di 11-12 anni o giù di lì; a prescindere da ogni ragionevole possibilità che la scuola diventi una dispensatrice di rimedi per qualunque male o problema della società."

Così, veniamo a sapere che, da un anno e mezzo, le società storiche, le associazioni culturali e professionali di ogni colore politico, intellettuali, giornalisti e professori hanno preso un abbaglio collettivo, pensando che servisse a qualcosa far notare, per restare agli esempi che qui fa Galli della Loggia, che non è dimostrabile che la scuola va male "a causa delle Indicazioni del 2012", che il lavoro sui documenti non è una pratica didattica "irrealizzabile" (come dicono le Indicazioni da lui coordinate) e che la storia non è una disciplina morale (ma adesso sappiamo pure che la scuola ha virtù terapeutiche, dal momento che può dispensare rimedi per i mali della società) e via elencando affermazioni discutibili se non errori marchiani contenuti in quel testo e che restano a futura memoria nei numerosi articoli e dichiarazioni pubblicati da tanti, fra i quali Aime, Ceruti, Cardini, le Società storiche e, per ultimo, Carlo Ginzburg, sulla "Stampa" di oggi (15 luglio) e dei quali Historia Ludens ha fornito ampi resoconti.

Ora che il documento è stato approvato, Galli della Loggia si toglie la maschera. Pensavate di discutere una nuova guida per il buon insegnamento (a questo in fondo dovrebbero servire le Indicazioni)? illusi. Sono lo strumento del coraggioso progetto politico di Valditara di stabilire in Italia l'egemonia della destra (leggetevi l'articolo: il riferimento è quasi testuale).

Su un secondo punto gli daremo ragione. Che si trattasse di un progetto egemonico non lo avevamo proprio capito. Quale che sia il significato che il (povero) Gramsci dette a questo termine, per concretizzarlo ci vogliono intellettuali di spessore ma, come nota lo stesso Galli della Loggia ricordando la figura di Gentile, questi oggi non abbondano. Infatti, non è un progetto egemonico, quello di Valditara. Ma un atto di imperio.

Le critiche sono servite, e servono, a questo. A svelarlo. Non si può imporre a decine di migliaia di bambini e di adolescenti di apprendere che "Alessandro Magno ha unificato il Mediterraneo", né che il colonialismo e l'imperialismo sono stati l'occasione per l'Occidente di "incontrare le altre civiltà". Se gli altri te lo fanno notare, ma tu continui a sostenerlo, vuol dire che non ti interessano né la storia né la formazione dei bambini, ma solo l'affermazione del tuo potere. La storia è quella che dici tu, perché tu, in questo momento, comandi.

Questo editoriale del "Corriere" vi permette di fare, dal vivo, l'ultima prova.

Verso la fine, Galli della Loggia dichiara che l'idea che queste Indicazioni siano "nazionalistiche" è frutto della fantasia della sinistra e del suo tentativo di delegittimarle. Date uno sguardo al capitolo di storia delle Indicazioni e chiedetevi: a cosa e a chi credere? ai vostri occhi che leggeranno in quel testo l'esaltazione dell'Occidente, il fatto che la sua cultura gli ha permesso di dominare il mondo, la sollecitazione a studiare fin da bambini eroi italiani e a limitare tutta la storia antica e medievale all'Italia, o al coordinatore della Sottocommissione di storia che vi dice che no, questo non è nazionalismo?

No, non si tratta di egemonia. Non c'entrano i Quaderni del Carcere. Se proprio vogliamo illustrarci con una citazione, basterà quella vecchia canzone popolare che diceva "e qui comando io e questa é casa mia" (qui nell'interpretazione di Gigliola Cinquetti).

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