di Marco Brando

Screenshot 2024 10 28 alle 16.00.01Fig. FonteNella cassetta degli attrezzi dell'insegnante può entrare un nuovo grimaldello. Si tratta del recente libro L’anima medievale nei nomi contemporanei (Olschki, 2024), firmato dal linguista Enzo Caffarelli, con prefazione del presidente dell'Accademia della Crusca Paolo D’Achille. Allievo di Luca Serianni, fondatore della Rivista Italiana di Onomastica-RIOn, consulente dell’Accademia citata, ex professore all’Università di Roma-Tor Vergata, Caffarelli è tra i principali studiosi e divulgatori dell’onomastica: si tratta del ramo della linguistica che studia il sistema dei nomi propri, i processi di denominazione e le loro caratteristiche.

 

Origine e funzione dei cognomi

In questo volume l'autore indaga in modo inedito il rapporto tra l’onomastica italiana e l’eredità, vera o immaginaria, lasciata dall’Evo di mezzo. Lo fa utilizzando anche gli strumenti del medievalismo, cioè lo studio del modo in cui il Medioevo è stato percepito comunemente negli ultimi due secoli. «Il nostro presente, scrive, appare immerso in quell’universo enigmatico e policromo detto, appunto, “Medioevo”». Per questo motivo è importante restituire a tutti (o quasi) la possibilità di incontrare questo Medioevo quotidiano. È una prospettiva che potrebbe conquistare l’interesse degli studenti - piccoli e grandi, dalle elementari alle superiori - in modo semplice e, per così dire, personalizzato. Come? Semplicemente, per esempio, facendo l’appello in classe e riflettendo sui singoli cognomi. Infatti i cognomi degli italiani (circa 400.000) affondano le radici nell'epoca medievale, quando si formò un nuovo sistema, quello binominale, costituito da nome e, appunto, cognome. La sua funzione era quella di distinguere con facilità un individuo dagli altri indicando chiaramente la sua appartenenza a una delle articolazioni della collettività, la famiglia. Tra XIII e XIV secolo il sistema si consolidò, finché diventò stabile tra la fine del Cinquecento e il Settecento, dopo il varo della norma del Concilio di Trento (1563) che impose di compilare regolarmente i registri di battesimo.

96754e29cffa1d7a756a5d50d1c282a5Fig.2: FonteOggi i cognomi sono una delle testimonianze linguistiche del passato medievale presente con più costanza nella nostra vita quotidiana, anche se la maggioranza delle persone non se ne rende conto. «Gran parte dei prenomi medievali o comunque usati nel Medioevo [...] hanno originato cognomi contemporanei, alcuni in gran copia, compresi quelli gratulatori, descrittivi, laudativi, augurali, caratteristici dei secoli XII e XIII», scrive il linguista. Eccone alcuni esempi:

 

Origini del cognome Esempi di cognomi
Gratulatoria e augurale Benicansa, Bonaccorso, Crescimbeni, Migliore, Ognibene, Parbuono, Salimbeni, Tornabene.
Consolativa Balsamo, Balzamo, Conforti, Rimedio, Rinato, Rinnovato, Ristori, Rinnovato, Ritrovato, Ricuperati.
Descrittiva Caradonna, Diamanti, Perla, Riccabella, Riccadonna, Stella.
Numerale Centolanze, Cinquegrani, Cinquemani, Dodici, Quaranta, Settesoldi, Settimi, Settimio.
Da prenomi germanici Bertagna, Bertone, Berté, Cardini, Carducci, Guglielmi, Gugliotta, Riccardi.
Da personaggi della letteratura cavalleresca Altobelli, Armellini, Astolfi, Baiardo, Boato, Brandimarti, Cabrini, Carlomagno, Danese, Fioravanti, Lancellotti, Maccabruni, Malaguti, Morante Orlando, Pipino, Rinaldo, Rolando, Ruggero, Sansonetti.
Da arti e mestieri Acquaroli, Arrotini, Barilari, Calderai, Caligari, Calzolai, Cerchiari, Chiavari, Chiodaroli, Facchini, Falegnami, Gessaroli, Orefici, Pallari, Saccomani, Saponari, Sgherri, Speziali, Tessitori.
Da toponimi Da Milano, De Corato, De Troia, Di Bari, Di Capri, Di Paola (anche con elisione delle preposizioni).
Da etnonimi Alemanno, Aragona, Catalano, Goti, Greco, Lamanna, Lombardo, Longobardi, Ragone, Saraci.
Da ambiti politici, giuridici medievali Barone, Camerlenghi, Castaldo, Cavalleri, Conte, Ducati, Imperatore, Milite, Soldati, Vassallo, Viceconte, Visconti.
Da ambiti religiosi Arcidiacono, Bonfrate, Cardinale, Depiscopo, Del Vescovo, Lomonaco, Mastromonaco, Prestigiacomo, Prete.

 

0004498 img0Fig.3: FontemedioevoFig.4: FonteDalle strade alle stelle: non solo cognomi

Naturalmente, questo piccolo lavoro sarà più agevole in una classe a maggioranza italiana (peri cognomi stranieri occorrerà attrezzarsi diversamente). Ma i nomi “delle cose” sono una risorsa storica inesauribile. Caffarelli suggerisce tante altre fonti alle quali attingere: la toponomastica (l'insieme dei nomi attribuiti alle entità geografiche), l’odonomastica (il complesso dei nomi delle strade e piazze); le transonimie e i “travestimenti” agionimici (località con nomi legati ai nomi dei santi), i crematonimi (nomi di bar, ristoranti, negozi, eccetera), i deonimici (nomi comuni) derivati da eponimi (personaggi) medievali, ideonimi (nomi di origine medievale usati in contesti come film, serie tv, opere teatrali e letterarie, fumetti, videogiochi o pubblicità) e persino astrotoponimi (nomi di stelle, pianeti, eccetera).

 

 

 Tipi di nomi Esempi
Odonomastici (esempi limitati alle citazioni di scrittori, poeti, letterati, storici, filosofi e umanisti).  Prime cinque vie, piazze, ecc. in ordine di frequenza: Dante (4.000 dediche), Petrarca, Ariosto, Boccaccio, Machiavelli.
 Transonimie e travestimenti  Dopo Maria (220 località e 21 comuni) e Pietro (43 comuni e 197 località), la terza posizione spetta a San Martino di Tours (153 località minori e 26 comuni).
 Crematonimi (esempi limitati ai ristoranti)  Buffalmacco, Ciacco, Calandrino e Chichibio, Ippogrifo, Brancaleone (dal film omonimo), Anno Mille, Medioevo, Federico II.
 Deonimici  Bertoldo, boccaccesco, botticelliano, cacasenno, dantesco, decameroniano, machiavellico, petrarchesco, raffaellesco, trivulziano.
Ideonimici  Camelot, Il nome della rosa, Ivanhoe, La freccia nera, Lancillotto, L’armata Brancaleone, La Papessa Giovanna, Robin Hood. 
Astrotoponimi (esempi limitati agli asteroidi)  Avicenna, Brunelleschi, Dante, Donatello, Ghiberti (Lorenzo), Giotto, Hieronymus (Bosch), Marcopolo, Odorico (da Pordenone). Petrarca, Pisano (Nicolò), Raffaellosanti, Robbia (Luca della), Simonida (principessa serba), Verrocchio. 

 

DSCF0550Fig.5: FonteNomi e problemi storici

Tanti nomi, ma ancora tante domande. Per esempio, quanto è autentico il Medioevo che affiora nell’onomastica italiana? Esiste davvero un retroterra storico-culturale dietro la scelta fatta dal piccolo Comune che riesuma il proprio toponimo medievale o che dedica una piazza a un protagonista del suo passato, vissuto un millennio prima? Come mai a Dante Alighieri sono dedicate una strada o una piazza in circa 2.500 comuni (seguito da san Francesco, sant'Antonio, san Rocco e Petrarca)? Quanto i genitori sono consapevoli del retroterra storico-letterario quando, nel XXI secolo, chiamano i figli, per esempio, Leonardo, Beatrice, Manfredi, Ginevra, Lapo o Sveva? Cosa c’è alla base della scelta ricorrente di chiamare un ristorante “Chichibio” (immaginario cuoco veneziano citato nella IV novella della VI giornata del Decameron di Boccaccio), “Ciacco” (collocato da Dante tra i golosi nel III cerchio dell’Inferno e da Boccaccio nella novella VIII della IX Giornata) o, semplicemente, “Medioevo”?

Il linguista ci rivela che siamo continuamente catapultati nel Medioevo dai nomi delle persone e di quelli di varie località, dal modo in cui chiamiamo vie e piazze, dai nomi dei marchi commerciali, fino ad arrivare alle produzioni artistiche e ai libri. Di sicuro, si tratta di un Evo di mezzo più immaginato che conosciuto consapevolmente. E questo, anche se l'epoca è citata in modo superficiale e banale, a cominciare da giornalisti e comunicatori di vario genere.

federico secondo palace hotel 1Fig.6: FonteIl libro di Caffarelli ci mostra dunque - attraverso un viaggio nel mondo dell’onomastica - quanto il Medioevo sia ancora oggi un architrave sia della vita quotidiana, sia delle politiche culturali del nostro paese. I nomi possono diventare, così, una miniera di scoperte. Dalle semplici curiosità, allo studio di problemi scottanti, ad esempio, quello della costruzione delle identità individuali e collettive. Per esempio, si possono studiare i cambi di nome di strade o piazze (per motivi storici, sociali o culturali); si può analizzare il ruolo dei nomi nella propaganda politica (si pensi al mai esistito Alberto da Giussano, tuttora abusato come simbolo di un noto partito) e nella comunicazione di massa. Uno spunto può essere offerto da un'indagine su medievalismo e società: per valutare la presenza dell'immaginario medievale nella società contemporanea, attraverso l'analisi dei nomi di persone, prodotti commerciali, marchi, associazioni, eventi e fenomeni di costume. Ciò permetterebbe di avviare una riflessione critica sul significato della "riscoperta" del Medioevo e sulle sue implicazioni culturali e sociali.

asteroide GiottoFig.7: FonteInsomma, partendo dai nomi, gli studenti possono intraprendere un viaggio alla scoperta del passato, sviluppando al contempo competenze di ricerca, analisi critica e consapevolezza storica. Un percorso che il libro di Caffarelli suggerisce e rende possibile.

Enzo Caffarelli, L’anima medievale nei nomi contemporanei, Olschki, Firenze, 2024

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Commenti   

0 # Marco Brando 2024-11-06 12:11
:-) grazie
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0 # Therese MariePoulain 2024-11-30 02:34
Salve a tutti, Signore e signori !
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