di Antonio Prampolini

Indice

1. Rileggere l’Album di Auschwitz
2. L’Album e il suo contesto
2.1 La fonte
2.2 Il luogo
2.3 Il contesto storico
3. Le fotografie: realtà e messe in scena
3.1 I ritratti e le storie di vita
3.2 La rapina degli oggetti personali
3.3 La selezione dei deportati
3.4 Gli internati
3.5 Le camere a gas
3.6 La violenza nascosta
4. Sitografia

 

ALBUM AUSCHWITZ IMMAGINE 1Fig.1: Rilegatura originale dell’Album di Auschwitz Fonte1. Rileggere l'Album di Auschwitz

L'Album di Auschwitz, o Album di Lilly Jacob, dal nome della sopravvissuta che lo ha scoperto, è, ad oggi, l'unica prova visiva del processo di selezione degli ebrei, destinati in gran parte alle camere a gas, in quel lager. Le fotografie che contiene, quasi duecento, scattate da membri delle SS, vengono utilizzate frequentemente per mostrare Auschwitz e la “Soluzione Finale” della questione ebraica messa in atto dai nazisti nel corso della Seconda guerra mondiale1.

Queste immagini, però, sono state spesso utilizzate nei musei, nei documentari e nelle pubblicazioni senza essere sottoposte ad un’attenta analisi e ad una interpretazione critica della collezione, e alcune fotografie dell’album sono diventate iconiche nonostante non mostrino la realtà di come venivano gestiti i trasporti degli ebrei quando arrivavano ad Auschwitz.

In una recente pubblicazione, gli storici della Shoah, Tal Bruttmann, Christoph Kreutzmüller e Stefan Hördler, ne hanno fatto oggetto di uno studio approfondito partendo dal presupposto che l’album non è un documento oggettivo e neutrale ma è, innanzitutto, il frutto di un progetto di propaganda interna della dirigenza nazista per dimostrare le capacità operative delle SS durante la deportazione degli ebrei dall'Ungheria nella primavera–estate del 19442. Qui lo utilizzeremo come guida per un approccio critico alla fonte.

Come ha giustamente osservato Paul Salmons, curatore di una recente mostra fotografica sulle vittime di Auschwitz, nelle immagini dell’album «non c’è nulla di clandestino. Quello che viene mostrato è lo sguardo dell’assassino. Quando vediamo la gente arrivare o essere selezionata, vediamo quello che ci vogliono far vedere: un processo efficiente, qualcosa di cui vanno fieri»3.

 

ALBUM AUSCHWITZ IMMAGINE 2Fig.2: Una pagina dell’"Album di Auschwitz" Fonte2. L’Album e il suo contesto

2.1 La fonte

L’Album di Auschwitz è una documentazione fotografica delle operazioni di selezione degli ebrei ungheresi deportati a Birkenau – Auschwitz II nei mesi di maggio e di giugno del 1944. Era intitolato Reinsediamento degli ebrei dall'Ungheria (Umsiedlung der Juden aus Ungarn). Fu scoperto nel campo di concentramento di Dora-Mittelbau, in Germania, da una deportata, Lilly Jacob: un ritrovamento del tutto casuale, dal momento che in nazisti lo avevano abbandonato fuggendo all’arrivo dell’esercito americano nell’aprile del 19454.

L’album è una collezione di 193 fotografie suddivise in capitoli che corrispondono alle diverse attività svolte dalle SS all’arrivo degli ebrei nello scalo ferroviario del lager (Judenrampe)5.

In realtà, conteneva più fotografie. Tuttavia, prima di essere donato nel 1980 allo Yad Vashem (il museo dell'Olocausto in Israele), alcune di esse furono cedute ai sopravvissuti che vi riconoscevano parenti e amici. Le immagini furono scattate dai fotografi del servizio di identificazione dei deportati (Erkennungsdienst). Non si conoscono con certezza gli autori delle fotografie. Si pensa che fossero Bernhard Walter e Ernst Hoffmann, due SS che erano rispettivamente direttore e vicedirettore dell'Erkennungsdienst. Ma è possibile che anche il direttore del campo, Rudolf Höss, abbia scattato personalmente alcune delle fotografie dell’album. Non si conosce, inoltre, chi ha composto l’album, scegliendo le immagini e organizzandole in capitoli, e a chi era destinato.

Quando parliamo dell'Album di Auschwitz, lo facciamo al singolare. Tuttavia, anche se ne possediamo una sola copia, ci sono testimonianze che indicano che ne furono realizzate diverse. Innanzitutto, Bernhard Walter non poteva decidere autonomamente di scattare le fotografie, poiché era solo un sottufficiale, e, in quanto tale, gli era proibito fotografare qualsiasi cosa avesse a che fare con la Soluzione Finale. Questa restrizione poteva essere revocata solo dal comandante del lager, Rudolf Höss, o da autorità superiori.

Le immagini fornite dall’album e l’impegno che aveva richiesto la sua realizzazione rivelano ancora la sua importanza al fine di documentare il successo della deportazione e dello sterminio di decine di migliaia di ebrei ungheresi. L'album doveva essere davvero qualcosa di straordinario. Per questo è molto probabile che non sia stato realizzato in un unico esemplare.

L’album si concentra esclusivamente sulle attività (Operation Höss) che hanno consentito ad Auschwitz-Birkenau la gestione di un afflusso senza precedenti di ebrei e dei loro beni personali. Ciò è dimostrato sia dai soggetti delle fotografie, che dal modo in cui è stato organizzato l'album, teso a evidenziare le capacità delle SS di controllare l’arrivo di grandi masse di ebrei, ridotte a merce da scaricare dai treni e smistare, e di regolare il trasporto di ingenti quantità di materiali da immagazzinare nei capienti depositi del lager. L’album non ritrae le camere a gas e i forni crematori; le persone a cui era destinato, i vertici del regime nazista, sapevano già tutto del loro funzionamento e non avevano bisogno di immagini.

 

ALBUM AUSCHWITZ IMMAGINE 3Fig.3: Planimetria del campo di Auschwitz II (Birkenau) Fonte2.2 Il luogo

Auschwitz è stato il più grande dei lager in cui gli ebrei furono deportati e sterminati. Situato all’estremità occidentale della città polacca di Oświęcim (Auschwitz in lingua tedesca), nella parte della Polonia annessa alla Germania nazista (“Terzo Reich”), il complesso comprendeva diversi campi. Tra questi, i principali erano: il campo di concentramento di Auschwitz I, il campo di sterminio e di concentramento di Birkenau - Auschwitz II, il campo di concentramento di Monowitz – Auschwitz III6. Il campo di Birkenau - Auschwitz II fu completato nell'ottobre del 1941 e fu attivo dal marzo 1942 fino al novembre 1944. Era costituito da oltre una dozzina di settori, separati da recinti di filo spinato elettrificato e, come ad Auschwitz I, pattugliati dalle SS.

All’inizio dell’estate 1944, funzionavano cinque centri crematori. Ognuno di questi era costituito da tre parti: uno spogliatoio, una grande camera a gas e un'area che conteneva i forni crematori. La maggior parte dei deportati erano ebrei destinati ad essere eliminati. Solo una piccola percentuale fu selezionata per il lavoro nel campo stesso, per la produzione di munizioni nei campi satellite, o per gli “esperimenti medici” del dottor Josef Mengele e del suo staff. Nella primavera e nell’estate del 1944, il tasso di sterminio aumentò notevolmente con la deportazione nel campo degli ebrei ungheresi e del ghetto di Lodz in Polonia.

Le fotografie che compongono l’Album di Auschwitz sono state scattate quasi esclusivamente in quello che era il “centro di sterminio” del campo di Birkenau - Auschwitz II. Questo comprendeva diverse strutture, e tra queste: lo scalo ferroviario (Judenrampe - Rampa degli ebrei) dove venivano “scaricati” i deportati dai vagoni; i depositi dei beni sottratti ai deportati; le strade di accesso alle camere a gas con i forni crematori e al campo di prigionia. Su questa rampa, tra il maggio e il giugno del 1944, arrivarono oltre 400 mila ebrei ungheresi, in gran parte subito sterminati nelle camere a gas.

 

ALBUM AUSCHWITZ IMMAGINE 4Fig.4: ebrei ungheresi arrestati a Budapest dalla polizia nel 1944. Fonte2.3 Il contesto storico

Nel corso degli anni Trenta, dopo la salita al potere di Hitler (30 gennaio 1933), l’Ungheria, governata da un regime autoritario per molti aspetti simile a quello nazista, si era avvicinata sempre di più alla Germania nella speranza di poter recuperare i territori che aveva perso in seguito alla sconfitta nella Prima guerra mondiale. Speranza che si concretizzò negli anni dal 1938 al 1941. Con i nuovi territori la popolazione ebraica che viveva nella “Grande Ungheria” raggiunse i 725.000 abitanti, esclusi i circa 100.000 ebrei che si erano convertiti al cristianesimo ma che erano ancora considerati dal punto di vista razziale “ebrei”. Circa la metà della popolazione ebraica ungherese viveva a Budapest e faceva parte di una classe media che comprendeva molti professionisti7.

Nel marzo 1938 l’Ungheria iniziò ad emanare leggi razziali antiebraiche sempre più dure e restrittive che limitavano la partecipazione degli ebrei alle attività economiche-professionali, e che imponevano agli uomini in età di servizio militare lo svolgimento di pesanti lavori che ne minavano gravemente la salute. La condizione degli ebrei peggiorò ulteriormente quando l’Ungheria, che era alleata della Germania nella guerra contro l’Unione Sovietica, cercò di sganciarsi progressivamente dall’alleanza dopo la sconfitta dell’esercito tedesco a Stalingrado (31 gennaio 1943 - resa del feldmaresciallo Paulus). La risposta di Hitler fu un controllo sempre più coercitivo sul governo ungherese fino ad arrivare all’occupazione militare dell’Ungheria nel marzo del 1944.

Le forze di occupazione tedesche erano accompagnate da unità speciali a cui era stato affidato il compito di attuare anche in Ungheria la "Soluzione Finale". Ulteriori decreti antiebraici furono approvati in grande fretta. Agli ebrei fu imposto di indossare la “stella gialla” e di vivere reclusi nei ghetti. Tra il 15 maggio e il 9 luglio, con la collaborazione attiva della polizia ungherese, i tedeschi caricarono sui treni circa 430.000 ebrei con destinazione principale Auschwitz8.

 

ALBUM AUSCHWITZ IMMAGINE 10Fig.5: composizione di foto tratte dall’Album di Auschwitz Fonte3. Le fotografie: realtà e messe in scena

3.1 I ritratti e le storie di vita

L’Album di Auschwitz contiene foto che ritraggono, al momento del loro arrivo, gli ebrei ungheresi ancora nei loro abiti civili e insieme alle loro famiglie: prima delle selezioni e dell’eventuale internamento, quando i deportati indosseranno le divise del lager e le loro teste verranno rasate. Si tratta di immagini che, se osservate attentamente, permettono di individuare (o ipotizzare) le classi sociali di appartenenza dei deportati: alta o media borghesia, popolo minuto. Molti provenivano da Budapest dove viveva una numerosa comunità ebraica ricca e colta, formata da professionisti, come medici, avvocati e ingegneri. Il sito The Jewish Community of Budapest offre l'opportunità di andare oltre alla serialità e all’anonimato delle fotografie prodotte dai nazisti (dove gli ebrei non erano persone ma merci da gestire), permettendo di associare idealmente i ritratti dei deportati alle loro storie di vita e di scoprire la loro umanità9.

 

ALBUM AUSCHWITZ IMMAGINE 5Fig.6: donne al lavoro per immagazzinare i beni sottratti ai deportati Fonte3.2 La rapina degli oggetti personali

All’arrivo, i deportati erano subito privati dei loro oggetti personali. Questi venivano trasportati mediante camion in appositi magazzini che i detenuti chiamavano “Canada” (la terra dell’abbondanza). Erano beni così ingenti, che il “Canada II” di Birkenau richiese 1.000 detenuti aggiuntivi per occuparsi dei bagagli sottratti ai deportati. Per la maggior parte vi lavoravano donne ebree, che registravano, smistavano ed esaminavano gli oggetti di valore. Oro e metalli preziosi venivano inviati alla Reichsbank; gli indumenti e le scarpe erano destinati principalmente alla popolazione tedesca. Gli uomini delle SS del campo tenevano per sé le merci deperibili.

 

ALBUM AUSCHWITZ IMMAGINE 6Fig.7: foto dell’Album di Auschwitz: inizio delle operazioni di selezione Fonte3.3 La selezione dei deportati

Le operazioni di selezione dei deportati, che decidevano il loro destino (camere a gas o internamento) venivano svolte in una area lunga 800 metri e larga 40, separata dal campo di prigionia, il cui centro era lo scalo ferroviario (Judenrampe); ed è qui che hanno lavorato i fotografi dell’album, seguendo i gruppi di persone che venivano inviate alla registrazione per l’internamento o alle camere a gas. Le fasi della selezione costituiscono pertanto il nucleo dell'album e fanno riferimento non ad uno ma a più trasporti di ebrei dall’Ungheria.

Le selezioni avvenivano subito dopo l'arrivo. Gli ebrei erano divisi in due gruppi: “adatti al lavoro” e “inabili al lavoro”. Dapprima le SS e gli internati assegnati alla Judenrampe disponevano i deportati in due file: in una fila gli uomini e i ragazzi più grandi, nell’altra le donne e i bambini. I membri della stessa famiglia venivano separati con la forza gli uni dagli altri. La selezione veniva effettuata dai medici o da altro personale delle SS i quali giudicavano “idonee al lavoro” le persone non anziane e che all’apparenza erano sane e forti. Queste persone, in parte, erano poi assegnate alle diverse sezioni del campo come nuovi internati.

 

ALBUM AUSCHWITZ IMMAGINE 7Fig.8: gli ebrei ungheresi internati nel lager Fonte3.4 Gli internati

Quelli che erano considerati “idonei al lavoro” dovevano sottoporsi a una serie di procedure umilianti. Per prima cosa la “disinfezione”: uomini e donne insieme, denudati e rasati, venivano “sanificati” in una area denominata “Nuova Sauna” (Neue Sauna). Poi venivano tatuati sull’avambraccio sinistro con il numero di serie del campo, che serviva come registrazione, e vestiti con le divise degli internati. Tutti gli internati erano alloggiati in baracche non riscaldate, non avevano quasi accesso all’acqua pulita e quindi soffrivano costantemente di scarsa igiene e della mancanza di indumenti puliti e caldi. Le razioni alimentari erano spesso limitate ad una tazza di zuppa e ad una magra razione di pane al giorno. In queste condizioni le malattie si diffondevano molto rapidamente. E così migliaia di prigionieri morirono per i lavori forzati, le malattie e la fame.

 

ALBUM AUSCHWITZ IMMAGINE 8Fig.9: donne, vecchi e bambini in attesa di entrare nelle camere a gas Fonte3.5 Le camere a gas

Gli “inabili al lavoro” venivano portati direttamente dalla Judenrampe ai crematori, dove erano obbligati a spogliarsi e a entrare nelle camere a gas. Per evitare il panico, veniva detto loro che dovevano farsi una doccia all’interno di quelle camere stagne. Erano necessari fino a 15 minuti prima che morissero, soffocati in modo atroce. Poi i detenuti del commando speciale (Sonderkommando) rimuovevano i cadaveri e li incenerivano. All'inizio dell'estate del 1944, ad Auschwitz-Birkenau erano in funzione cinque centri crematori. Ognuno era costituito da tre parti: uno spogliatoio, una grande camera a gas e un'area che conteneva i forni crematori. In questi, in un solo giorno potevano essere uccise e incenerite complessivamente fino a 8.000 persone.

Le fotografie dell'Album di Auschwitz (che non inquadrano le camere a gas) mostrano uomini, donne e bambini in un boschetto vicino all'ingresso del Crematorio IV. Stanno aspettando davanti all'edificio dove verranno uccisi. Sono in attesa, ignari della loro sorte.

 

ALBUM AUSCHWITZ IMMAGINE 9Fig.10: composizione di foto tratte dall’Album di Auschwitz Fonte3.6 La violenza nascosta

In queste fotografie non appaiono guardie armate con cani lupo in atteggiamento aggressivo, e i deportati si comportano in apparenza come masse docili pronte ad eseguire gli ordini delle SS. Ma questa era una messa in scena. Lo capiamo dal fatto che la grande maggioranza dei trasporti arrivava di notte e non di giorno, mentre gli arrivi ritratti nell’album avvengono di giorno. La realtà era molto diversa. I deportati, sfiniti dalle molte ore di viaggio, spesso senza cibo e acqua, scendevano terrorizzati dai vagoni merci alla luce delle fotoelettriche del lager. Le guardie intervenivano con brutalità per dividere i gruppi famigliari, formando colonne distinte di uomini, donne e bambini da avviare alle operazioni di selezione.

Nonostante questo camuffamento della realtà, a ben guardare, nell’album ci sono fotografie che ritraggono involontariamente, ai margini della scena, guardie munite di bastoni per colpire i deportati e altre che esprimono l’odio religioso e razziale verso gli ebrei, mostrando rabbini costretti a togliersi il copricapo, persone malate e altre abbruttite dalla fatica e dalla fame. I crematori, che non vengono inquadrati, sono però presenti nelle fotografie con il loro fumo acre e maleodorante che incombe sulla Judenrampe (in alcune foto si vedono i deportati che si tappano il naso e la bocca).

L’album testimonia anche un’altra forma di violenza, quella dei fotografi che con freddezza e cinismo ritraggono gli ultimi istanti di vita degli ebrei. Vengono infatti scattate foto di donne, vecchi e bambini, inconsapevoli del loro destino, seduti nell’erba di un prato, come se facessero un picnic, prima di entrare nelle camere a gas.

 

4. Sitografia

- The Auschwitz Album, Yad Vashem.

- What is the Photograph's Context? The Auschwitz Album di Sheryl Silver Ochayon, Yad Vashem.

- Auschwitz – Album (Auschwitz-Birkenau, 1944), Deutsches Historisches Museum.

- Album Auschwitz. Sulla fotografia criminale nazista di Pino Bertelli.

- The “Auschwitz Album”: Between object and historical document articolo di Tal Bruttmann, Christoph Kreutzmüller, Stefan Hördler.

- Chambre noire. Une revisite historienne de l'album d'Auschwitz di Nicolas Mariot, 2019.

- Das Auschwitz-Album der SS di Christoph Kreutzmüller, Spiegel Geschichte, 26/01/2020.

- L’album d’Auschwitz, entre objet et source d’histoire, recensione di Jean-Michel Crosnier, Mémorial de la Shoah, 25/03/2021.

- Auschwitz en images: apprendre à lire les traces laissées par les nazis di Chloé Leprince, 27/01/2023.

- Un album d’Auschwitz. Comment les nazis ont photographié leurs crimes, un livre de Tal Bruttmann, Stefan Hördler, Christoph Kretzmüller.

- Un album d’Auschwitz – Comment les nazis ont photographié leurs crimes.

- How I found my Bubby in ‘The Auschwitz Album’ di Matt Lebovic, «The Times of Israel», 13/09/2019.

- "Un album d'Auschwitz" dans les médias.

- Auschwitz-Birkenau State Museum – History.

- Auschwitz, Enciclopedia dell’Olocausto, USHMM.

- Auschwitz-Birkenau, Yad Vashem.

- Hungary in World War II, voce dell’edizione in lingua inglese di Wikipedia.

- The Holocaust in Hungary, voce dell’edizione in lingua inglese di Wikipedia.

- Le parole calde della giornata della memoria. Strumenti per studiare la storia e non per commemorarla di Antonio Brusa, «Historia Ludens».

- La storia di Ovadia Baruch. Una testimonianza filmica della Shoah. Laboratorio didattico di Mariangela Binetti, «Historia Ludens», 31/10/2013.

- La shoah spiegata ai ragazzi di Antonio Brusa, «Historia Ludens», 25/01/2015.

- La normalità dello sterminio. I nazisti, gli ebrei e gli altri di Luigi Cajani, «Historia Ludens», 08/03/2015.

- Gli immaginari del genocidio ebraico. Nella società e nella scuola di Raffaele Pellegrino, «Historia Ludens», 26/01/2016.

 


Note

1 Oltre all’Album di Lilly Jacob, esiste un altro album fotografico su Auschwitz realizzato dai nazisti che ritrae il “tempo libero”, le “attività sociali” delle guardie del campo e le cerimonie ufficiali in occasione delle visite delle autorità civili e militari del regime nazista (Karl Höcker Album). Sulla costruzione del lager, si veda l’articolo, con un’ampia documentazione fotografica e planimetrica, L’architettura di Auschwitz di Guido Morpurgo, in «Engramma», giugno 2023.

2 Tal Bruttmann, Christoph Kreutzmüller, Stefan Hördler, Un album d'Auschwitz: Comment les nazis ont photographié leurs crimes, Seuil, 2023 (edito anche in inglese An Auschwitz album. How the Nazis photographed their crimes e in tedesco Die fotografische Inszenierung des Verbrechens. Ein Album aus Auschwitz).

3 Paul Salmons ha curato una mostra dal titolo Seeing Auschwitz inaugurata contemporaneamente presso la sede delle Nazioni Unite a New York e la sede dell'UNESCO a Parigi, nel gennaio 2020. La citazione è tratta da una intervista rilasciata a «The Guardian».

4 The Auschwitz Album, Yad Vashem.

5 Le fotografie dell’Album di Auschwitz sono tutte visualizzabili con accesso libero e gratuito sul sito dello Yad Vashem (il museo dell'Olocausto in Israele). Accompagnate da didascalie, sono suddivise in sei capitoli che corrispondono alle diverse fasi della deportazione degli ebrei ungheresi a Birkenau – Auschwitz II: Arrivo (Arrival), Selezione (Selection), I selezionati per i lavori forzati (Selected for Slave Labor), L’assegnazione ai lavori forzati (Assignment to Slave Labor), I beni personali dei deportati e il loro trasporto nei depositi del lager (“Kanada”), Gli ultimi momenti prima delle camere a gas (Last Moments before the Gas Chambers).

6 Auschwitz, Enciclopedia dell’Olocausto, USHMM.

7 Hungary in World War II, voce dell’edizione in lingua inglese di Wikipedia.

8 The Holocaust in Hungary, voce dell’edizione in lingua inglese di Wikipedia.

9 Il sito The Jewish Community of Budapest contiene interessanti profili biografici dei membri della comunità ebraica di Budapest.

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