di Antonio Brusa
Coraggio: si raccontavano fesserie anche nel passato. Queste, raccolte da Shannon Selin, mostrano che anche allora venivano prodotte a tamburo battente. Nasce il figlio di Napoleone? pronta la bufala: era una bambina, è morta per il parto difficile, ed è stata subito sostituita da un neonato (che aspettava servizievole nella stanza accanto).
In Inghilterra attendono con ansia notizie della campagna contro Napoleone (siamo nel 1814). Perché aspettare fino al giugno dell’anno dopo, quando si combatté la battaglia definitiva? Ecco la bomba: un ufficiale francese è arrivato a Dover e ha comunicato che Napoleone è stato sconfitto e gli alleati sono entrati a Parigi. Waterloo può attendere.
Per non parlare dell'esilio di Sant'Elena, che, secondo i prolifici produttori di bufale, sarebbe stato infranto non si sa quante volte. L'ultima, l'anno prima che l'imperatore morisse, veniva da New York, dove si raccontava che Napoleone era scappato, e aveva trovato rifugio negli States. Ognuna di queste bufale ha qualche ragione. Lo scoop drammatico, la speculazione finanziaria (la seconda: finì male, ovviamente, con gli inventori in carcere) o la bella storia, magari antiinglese, come andava di moda allora in America.
Non c'era internet, le notizie giravano a rilento ed erano controllate, prima di essere pubblicate, da redazioni piene di redattori. Non era una società dell'accesso, i giornalisti facevano i giornalisti, e la gente comune stava rispettosamente al suo posto, di lettore. Ma la storia dell'imperatore prigioniero che si beffa degli inglesi o quella del bambino sostituito, dài, sono troppo belle, perché un'anima pia non le inventasse.
Certo. Ha ragione Eco. Tutto sommato erano notizie che si raccontavano al circolo, e magari qualcuno si alzava e diceva chiaro e tondo che si trattava di una scemenza, e tutti ci ridevano sopra. Una differenza c'è. Ma un'altra la scopriamo subito, se confrontiamo queste fake news del passato con quelle che circolano oggi su Federico II, molto note in Puglia e nei luoghi federiciani (chi le voglia vedere tutte, ma proprio tutte, non ha che da sfogliare il libro di Massimiliano Ambruoso, Castel del monte. Manuale storico di sopravvivenza, Caratteri Mobili, Bari 2014: qui ve lo spiega direttamente lui, che vuol dire “sopravvivere storicamente”).
Per capirlo, proviamo a rivoltare i tempi, e a immaginare che i nostri bufalari moderni fossero vissuti al tempo di Napoleone. Avrebbero scritto che a Sant'Elena l'imperatore si era preso la sua rivincita con gli inglesi, facendosi disegnare la casa dal sole in persona (SIC: cito bufale contemporanee, secondo le quali Federico II, l’imperatore del XIII secolo, si fece progettare Castel del monte da astrologi e astronomi fissati con gnomoni e posizione del sole).
Avrebbero scritto che Napoleone aveva conquistato Aachen (la vecchia Aquisgrana) per farsi un ammam come si deve: stupidaggine che oggi si dice senza batter ciglio del Castello Medievale; e avrebbero incalzato l’incauto turista, informandolo che, prima della battaglia, si andava a rassicurare leggendo certi segni divini, dai quali si capiva chiaramente che lui era stato mandato da dio per combattere il demonio e purificarsi – ovviamente sempre nel Castello.
Intorno a questa invenzione, si sono cimentati alcuni gentiluomini, improvvisatisi paleografi, fortunatamente messi in riga da Franco Magistrale, paleografo vero: in Castel del Monte e il “Criptogramma di Federico II”: L’enigma che non c’è, in V. Rivera Magos e F. Violante (a cura di), Apprendere ciò che vive, Edipuglia Bari 2017, pp. 247-259). Ma qui, potrete rivedere il grande paleografo, e amico, che ve lo spiega di persona.
Se non l'hanno fatto nel passato, a pensare queste bufale, è perché non tutte le bufale sono uguali. Ci sono quelle commoventi, quelle avventurose e quelle speculative. Ma bufale imbecilli, no. Nel XIII secolo di Federico II, come nel XIX di Napoleone.