di Antonio Prampolini

 

 

1. Principi, contesti e indirizzi dell’educazione civica

La Politische Bildung (l’educazione civica) vanta una lunga tradizione in Germania (Repubblica Federale) dove ha svolto un ruolo importante, accompagnando e supportando la transizione alla democrazia dopo la tragica esperienza della dittatura nazista, negli anni immediatamente successivi alla fine della Seconda guerra mondiale, l’imponente crescita economica e sociale del paese nei decenni successivi, il processo di riunificazione dello Stato tedesco dopo la caduta del Muro di Berlino[1].

01. POLITISCHE BILDUNG IMMAGINE 1Beutelsbacher Konsens: https://kita-global.de/blog/dokumentation-in-unserer-mitte-die-welt/beutelsbacher-konsens/

Beutelsbacher Konsens (Consenso di Beutelsbach). I tre principi base dell’educazione civica.

Nell’autunno del 1976, i diversi indirizzi/orientamenti (alcuni più conservatori ed altri più innovativi e critici) nell’ambito della Politische Bildung si erano confrontati in una conferenza promossa dall’Agenzia per l'educazione civica del Baden-Württemberg, a cui avevano partecipato insegnanti, pedagogisti, educatori con differenti provenienze culturali, politiche e confessionali. La conferenza aveva prodotto un documento unitario, noto come Beutelsbacher Konsens (Consenso di Beutelsbach), dal nome della località dove si era svolta. Il documento illustrava i principi base a cui doveva ispirarsi l’educazione civica in Germania e, conseguentemente, le linee guida che avrebbero dovuto seguire gli operatori del settore; principi e linee guida che ancora oggi costituiscono un imprescindibile punto di riferimento per la Politische Bildung e il suo insegnamento nelle scuole[2].

Tre sono i principi base.

Il primo Überwältigungsverbot (Divieto d’imposizione) richiede agli insegnanti di non imporre le proprie opinioni, idee, scelte politiche agli studenti. L’obiettivo dell’educazione civica non deve essere l’indottrinamento ma la sviluppo di un’autonoma capacità di giudizio da parte dei singoli. Il rispetto di questo principio non esige la “neutralità” ideologica o valoriale dei docenti ma la “trasparenza” e la “obiettività” nell’esercizio della loro attività formativa/educativa.

Il secondo principio Kontroversität (Contrapposizione) invita ad affrontare gli argomenti attraverso il confronto, la “contrapposizione” delle idee/opinioni/scelte alternative come metodo irrinunciabile nell’insegnamento di una educazione civica che vuole essere informata, aperta e democratica (fondata sull’adesione ai valori e alle pratiche di un moderno sistema democratico). «Ciò che è controverso nella scienza e nella politica deve apparire controverso anche in classe. Se si ignorano i diversi punti di vista e le alternative rimangono indiscusse, è il percorso verso l'indottrinamento che viene intrapreso»[3].

Il terzo principio Schülerorientierung (Orientamento dello studente) ricorda che una Politische Bildung efficace deve offrire ai giovani gli strumenti conoscitivi che consentano a loro di “orientarsi” nella società tedesca e di formarsi come cittadini in grado di partecipare in modo libero e consapevole alla vita politica ed economica del paese.

 


02. POLITISCHE BILDUNG IMMAGINE 2Demokratie braucht politische Bildung: Schriftenreihe Bundeszentrale für Politische Bildung Band 454

Münchner Manifest (Manifesto di Monaco). Democrazia e educazione civica

“La democrazia ha bisogno dell'educazione civica” (Demokratie braucht politische Bildung) è il titolo del documento redatto nel maggio del 1997 dall’Agenzia Federale per l'Educazione Civica (Bundeszentrale für politische Bildung – BpB) in collaborazione con le Agenzie Statali dei singoli Länder (Landeszentralen für politische Bildung – LpB). Il documento, noto come Manifesto di Monaco (Münchner Manifest), prende in esame il nuovo contesto politico, economico, sociale e culturale in cui le agenzie pubbliche per l'educazione civica si trovavano ad operare in Germania alle soglie del 21° Secolo.

Il Münchner Manifest si articola in sette punti:

1. «La Politische Bildung deve essere pluralista, imparziale e indipendente»;

2. «Le agenzie per l'educazione civica promuovono la partecipazione politica dei cittadini»;

3. «Le agenzie per l'educazione civica devono prepararsi ad affrontare i loro futuri compiti in un mondo globale»;

4. «Le agenzie per l'educazione civica lavorano per la stabilità della democrazia anche in tempi di crisi economica»;

5. «La Politische Bildung ha una missione speciale nei nuovi ländern [ex DDR]»;

6. «Compito centrale dell'educazione civica è rileggere in modo critico la storia della Germania»;

7. «La Politische Bildung si avvale di diverse metodologie di lavoro».

 

Contenuti, metodi e obiettivi dell’educazione civica nel Manifesto di Monaco

Il passaggio dalla società industriale a quella postindustriale, il progresso tecnologico (in particolare la rivoluzione digitale) con il suo forte impatto sull’occupazione (riduzione di posti di lavoro nelle attività tradizionali e rapida obsolescenza delle professionalità), le interdipendenze sempre più strette e vincolanti dell’economia mondiale avevano innescato processi di cambiamento profondi ed estesi; processi che avevano prodotto (e minacciavano di produrre negli anni avvenire) un diffuso malessere sociale, un distacco dei cittadini dalle classiche forme di rappresentanza e mediazione politica  In questo contesto globale, nazionale e regionale la Politische Bildung veniva chiamata ad offrire un contributo importante nell’orientare le persone verso atteggiamenti e comportamenti autenticamente democratici, partecipativi e solidali.

In particolare, nei ländern orientali (ex DDR), la Politische Bildung doveva svolgere l’importante compito di «risvegliare e promuovere la volontà dei cittadini di intraprendere un'azione politica responsabile nel passaggio dalla dittatura alla democrazia e da un'economia pianificata centralizzata ad un'economia sociale di mercato».

Per il Manifesto di Monaco la conoscenza della storia della Germania, e soprattutto della dittatura hitleriana, doveva costituire uno degli obiettivi principali delle politiche di educazione civica promosse dalle agenzie preposte (federale e regionali) sia verso i giovani che gli adulti, nelle scuole e nella società, «in modo che gli errori del passato possano essere evitati in futuro».

Il Münchner Manifest, dopo avere sottolineato la necessità di valutare e implementare nuovi metodi didattici/divulgativi e nuove modalità di intervento da parte delle agenzie pubbliche e degli altri operatori del settore (dall’utilizzo delle tecnologie digitali allo sviluppo di iniziative partecipative rivolte in particolare ai giovani), concludeva la propria analisi con una riflessione ampiamente condivisibile: «Il “ritorno” dell’educazione civica non può essere calcolato usando categorie economiche di input e output. Allo stesso modo, le considerazioni sull'efficienza a breve termine non possono essere un criterio adatto per le attività di educazione civica. Tuttavia, una cosa è certa: l'educazione cambia il pensiero e il comportamento delle persone, fornisce orientamento ed è quindi un investimento per il futuro».

 

03. POLITISCHE BILDUNG IMMAGINE 3fonte: https://m.bpb.de/mediathek/287073/was-uns-bewegt-emotionen-in-politik-und-gesellschaft

 

Anni duemila: il dibattito sui contenuti e sugli obiettivi formativi dell’educazione civica. L’indirizzo analitico/didattico.

Il dibattito sull’educazione civica nel corso degli anni duemila si è concentrato in Germania su quali discipline accademiche dovrebbero essere prese in considerazione nell’individuare e definire i contenuti della Politische Bildung (la sola scienza politica o le scienze sociali, nel loro insieme, come discipline di riferimento) e su quali impostazioni concettuali e pratiche/esperienze partecipative siano più adatte ad un insegnamento/apprendimento efficace[4].

 

Di particolare interesse è l’indirizzo analitico/didattico alternativo che pone al centro dell’educazione civica «le conoscenze, le esperienze e le percezioni dei singoli studenti». Un indirizzo che si basa sulla «consapevolezza della cittadinanza» e che intende far emergere le «idee intuitive degli individui sul mondo sociale e politico», e che perciò si colloca agli antipodi degli approcci esclusivamente o prevalentemente normativi/precettistici all’insegnamento dell’educazione civica.

Nel solco di questo indirizzo analitico/didattico la Bundeszentrale für politische Bildung (l’Agenzia federale per l’educazione civica) ha organizzato nel marzo del 2019 a Lipsia un congresso (il 14° Congresso federale) dal titolo significativo: Was uns bewegt. Emotionen in Politik und Gesellschaft (Cosa ci commuove. Emozioni nella politica e nella società). Il congresso ha discusso il ruolo delle emozioni nel dibattito politico, nei social media, negli affari, nell'arte, nell'istruzione e nella tecnologia, per dimostrare che «le emozioni possono guidare l'impegno politico e regolare le affiliazioni sociali» e che «i processi educativi senza emozioni sono impensabili». Il congresso era suddiviso in diverse sezioni tematiche, di cui alcune dedicate in particolare all’educazione civica: Emotionen in politischen Bildungsprozessen: Welchen Einfluss haben sie? (Emozioni nei processi di educazione civica: che influenza hanno?); Emotionalisierende Zugänge politischer Bildung (Approcci emotivi all'educazione civica); Wie reagiert politische Bildung auf emotionalisierte Verhältnisse? (In che modo l’educazione civica reagisce alle condizioni emotive).

 

 

2. Strutture e risorse per l’educazione civica

 

04. POLITISCHE BILDUNG IMMAGINE 4fonte: https://logos-download.com/40450-die-bundeszentrale-fur-politische-bildung-logo-download.html

L'Agenzia federale: Bundeszentrale für politische Bildung. Settant’anni di governo dell’educazione civica.

L’educazione civica in Germania ha il proprio fulcro organizzativo nella Bundeszentrale für politische Bildung. L’Agenzia federale è stata istituita nel novembre del 1952, come ente del Ministero degli Interni, e la sua attività è sottoposta al controllo del Parlamento (Bundestag). Dalla sua istituzione ad oggi si è occupata (con un'attività di orientamento, formazione, documentazione e divulgazione) di educazione civica sia nelle scuole che nella società affrontando di volta in volta i temi collegati alle principali problematiche che hanno caratterizzato i diversi momenti della storia della Germania negli ultimi settant’anni.

Nell’immediato secondo dopoguerra, l’obiettivo principale dell’Agenzia federale è stato quello di educare il popolo tedesco ai principi e alle regole di un sistema democratico parlamentare, dopo l’esperienza della dittatura hitleriana, e di impedire la diffusione di ideologie totalitarie.

Negli anni sessanta, l’opposizione al modello politico-sociale-economico comunista della Germania Orientale (DDR) occupa un posto centrale nell’attività dell’Agenzia. In quegli anni inizia (sia pur timidamente) ad essere affrontato lo spinoso problema delle colpe/responsabilità del popolo tedesco nella Seconda guerra mondiale e, in particolare, nella tragedia dell’Olocausto. Nel 1963 l’Agenzia organizza un viaggio di studio in Israele, due anni prima del ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Germania e Israele. Nel decennio successivo, la Bundeszentrale è stata oggetto di una serie di riforme, riguardanti sia la struttura organizzativa che l’orientamento culturale, per adeguarla al nuovo contesto politico-sociale e alle nuove esigenze educative (il Beutelsbacher Konsens è del 1976). Il 1969 segna una svolta nella storia politica della Repubblica Federale, il Partito Socialdemocratico (SPD) assume la guida del governo con Willy Brandt cancelliere (nel 1974 sostituito da Helmut Schmidt che rimarrà in carica fino al 1982).

Gli anni settanta sono per la Germania anni di nuovi indirizzi di politica estera verso i paesi del’Europa dell’Est (la Ostpolitik), di riforme sociali ma anche di crisi economica e di terrorismo. Negli anni ottanta l’Agenzia federale ha affrontato in particolare le questioni collegate alla scarsa partecipazione dei cittadini tedeschi alla vita politica nelle sue forme tradizionali (la crisi dei partiti politici), alla nascita di movimenti alternativi e di iniziative civiche su temi come la corsa agli armamenti, l’uso dell’energia nucleare, la difesa dell’ambiente.

Nell’ultimo decennio del Novecento, dopo la caduta del muro di Berlino e la riunificazione della Germania, l’attività dell’Agenzia federale si è concentrata sulla “ri-educazione civica” della popolazione dei territori della ex DDR dopo quarant’anni di regime comunista.

Gli anni duemila hanno visto la Bundeszentrale impegnata, nel contesto di una società e di una economia fortemente globalizzate, a sviluppare nuove iniziative e servizi per incoraggiare la partecipazione attiva dei giovani alla vita politica del paese, per favorire l’integrazione-inclusione sociale degli immigrati, per indagare e contrastare con adeguati interventi educativi i movimenti xenofobi e neonazisti nei Länder orientali.

Questo rapido excursus mostra come, nel corso dei quasi settant’anni di vita dell’Agenzia federale, non sono cambiati solo i contenuti, le aree d’intervento, le finalità dell’educazione civica ma anche gli strumenti e le modalità operative di questa importante istituzione pubblica.

Inizialmente, l’Agenzia si era servita, nello svolgimento della propria attività istituzionale, prevalentemente di pubblicazioni periodiche (bollettini, riviste, materiali didattici/divulgativi) rivolte sia al mondo della scuola che ai cittadini tedeschi, per poi affiancare a questi mezzi informativi tradizionali la produzione di filmati e audiovisivi, l’allestimento di esposizioni/mostre fisse o itineranti, l’organizzazione di viaggi della memoria, di convegni/conferenze per la formazione di insegnanti ed educatori. Negli anni ‘90 l’Agenzia federale ha sposato le nuove tecnologie digitali progettando database interattivi e giochi di simulazione per uso didattico ed entrando in rete con un proprio portale istituzionale, che rappresenta oggi il principale strumento d’informazione e di documentazione delle sue molteplici attività.

 

Le Agenzie territoriali: Landeszentralen für politische Bildung

L’organizzazione dell’educazione civica in Germania, oltre che sulla Bundeszentrale, si basa sulle Agenzie territoriali (Landeszentralen für politische Bildung) che operano, con diversi inquadramenti istituzionali, nei 16 Länder che costituiscono lo Stato federale (i Länder sono autonomi nella gestione della politica scolastica) Le attività didattico-divulgative delle Landeszentralen ricalcano a livello locale, sia in ambito scolastico che extra-scolastico, quelle svolte a livello federale dalla Bundeszentrale, da cui però non dipendono in quanto enti pubblici emanazione dei singoli Länder (numerose sono però le iniziative promosse in collaborazione con la Bundeszentrale)[5]. Le Landeszentralen sono tutte presenti in rete, dove, nei loro siti web, offrono informazioni, documenti, materiali didattici, realizzazioni multimediali a tutti coloro che operano a vari titolo nel settore dell’educazione civica.

 

05. POLITISCHE BILDUNG IMMAGINE 5videata del sito web della Bundeszentrale für Politische Bildung, fonte: https://www.bpb.de/

 

 L’educazione civica e il Web: il portale dell’Agenzia federale

La diffusione del Web a partire dalla seconda metà degli anni Novanta ha offerto all'educazione civica nuove e straordinarie opportunità. L'Agenzia federale (Bundeszentrale für politische Bildung) ha inaugurato nel settembre del 1997 la prima versione del suo portale istituzionale online.

Il portale (nella sua attuale versione) è suddiviso in sezioni che corrispondono alle aree tematiche e ai servizi in cui si articola l'attività dell'Agenzia federale.

Le sezioni Politica (Politik) e Internazionale (Internationales) comprendono dossier sulle principali questioni politiche ed economiche (interne e internazionali) all'ordine del giorno in Germania e nel mondo (i dossier si possono consultare oltre che in tedesco -la lingua originale- in italiano, utilizzando la traduzione automatica online di Google Chrome).

 

 La storia

La sezione dedicata alla Storia (Geschichte) si caratterizza per l'ampiezza dei temi e la ricca documentazione che attestano il ruolo centrale della conoscenza del passato nella Politische Bildung. Tra i principali argomenti affrontati riguardanti la storia tedesca del Novecento: la Prima guerra mondiale, il Nazionalsocialismo, la Seconda guerra mondiale, il Genocidio degli ebrei, la Germania Occidentale - BRD e la Germania Orientale - DDR, la Caduta del muro di Berlino e l'Unificazione delle due Germanie. Per i secoli antecedenti il XX°, gli eventi caratterizzanti la storia nazionale vengono individuati nella Riforma Luterana (1517), nella Guerra dei Trent'anni (1618-1648), nella Nascita del Reich (1871). Con uno sguardo all'Europa e al mondo, completano il quadro storico del Novecento: la Rivoluzione bolscevica dell'ottobre 1917, il Genocidio degli Armeni, il Piano Marshall, la Guerra fredda, il Colonialismo e il Post-Colonialismo.

I dossier della sezione Storia sono composti da schede redazionali e saggi autoriali, e sono corredati da fotografie, mappe/carte geografiche, audiovisivi, bibliografie/sitografie. La sezione propone una Deutschland-Chronik, che fornisce dati e riflessioni sulla storia politica, economica e sociale della nazione tedesca dalla fine della Seconda guerra mondiale all'anno 2000, e indirizza verso la banca dati digitale Deutschland Archiv Online, che offre testi, video, gallerie fotografiche sulla Germania nella seconda metà del Novecento.

 

La storia e le scienze sociali

La sezione dedicata alla Società (Gesellschaft) è strutturata in sei sottosezioni: Genere, Migrazioni, Ambiente, Educazione, Digitale, Media, che contengono numerosi dossier sui rispettivi argomenti. La sottosezione Educazione propone una "storia dell'educazione civica" in Germania dal 1945 ad oggi (idee e orientamenti culturali, politiche e pratiche educative nelle scuole e nella società, verso i giovani e gli adulti). Nella sottosezione Digitale vengono affrontate, in particolare, le questioni relative alla disinformazione in rete, alla tutela dei diritti personali sui social, al corretto utilizzo dei motori di ricerca e di Wikipedia. La sottosezione Media si concentra sulla circolazione di notizie false, sulle campagne diffamatorie e gli scandali mediatici per valutare la loro influenza politica/elettorale in un sistema democratico.

 

La didattica

La sezione relativa alla Didattica (Lernen), affronta l'insegnamento/apprendimento dell'educazione civica sia nelle scuole elementari che in quelle superiori, fornendo  indicazioni di metodo (Tecniche di presentazione, Uso delle immagini come fonte storica, Giochi educativi, ecc.), materiali di supporto per le lezioni su diversi argomenti (Costituzione della Repubblica Federale Tedesca, Diritti fondamentali dei cittadini, Prima e Seconda Guerra Mondiale, Nazismo, ecc.), progetti di ricerca/indagine da svolgere in collaborazione con gli studenti su temi specifici (Bullismo, Decisioni e Clima in classe, ecc.). Particolare attenzione viene dedicata all'uso didattico del Web 2.0, le cui pratiche partecipative e interattive sono considerate funzionali all'insegnamento dell'educazione civica (scrittura collettiva wiki, creazione di blog/siti, storytelling audiovisivi, condivisione di informazioni ed esperienze sui social, ricerche di gruppo in rete - webquest, ecc.). Un'educazione civica che ha come obiettivo la formazione di cittadini che, anche grazie ai servizi offerti da Internet, siano in grado di esercitare i lori diritti e di adempiere ai loro doveri in modo consapevole e collaborativo.

 

    [1]  Sulla storia dell'educazione civica in Germania:

      J. Detjen, Politische Bildung: Geschichte und Gegenwart in Deutschland, München, 2007;

      J. Detjen, Politische Bildung, Konrad Adenauer Stiftung;

      A. Kalina, Faktensammlung zum Stand der Politischen Bildung in Deutschland, Konrad Adenauer Stiftung, 2014;

      D. Lange, Citizenship Education in Germany, in The Making of Citizens in Europe - III. Perspectives on Citizenship Education: Country Profiles, BpB, 2015.

[2]    B. Widmaier, P, Zorn, Brauchen wir den Beutelsbacher Konsens? Eine Debatte der politischen      Bildung, BpB, Bonn 2016;

     K. Ahlheim, Die weiße Flagge gehißt‘? Wirkung und Grenzen des Beutelsbacher Konsense, in: K. Ahlheim, J. Schillo, Politische Bildung zwischen Formierung und Aufklärung, Offizin Verlag,   Hannover, 2012.

[3]    K. Pohl, Kontroversität: Wie weit geht das Kontroversitätsgebot für die politische Bildung?, BpB, 2015.

[4]    J. Klatt, Partizipation: Ein erstrebenswertes Ziel politischer Bildung?, BpB, 2012.

[5]   P. Massing, Bundes- und Landeszentralen für politische Bildung, BpB, 2015.

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