
Autore: Laura Gussago
Gioco sul Risorgimento
Introduzione
Bezzecca, scuola media. Forse non c’era luogo più adatto, per inventare questo gioco, che nasce da un adattamento de “Gli imperatori sfigati” (che troverete su HL) e riguarda le teorie politiche alla vigilia del Risorgimento. E’ un gioco realizzato con informazioni fornite dal manuale in adozione. Perciò, lo considero una bella dimostrazione di “didattica povera”. I materiali che si hanno, due ore in classe, un po’ di tecnica ludica, e il gioco è fatto.
Le fasi dell’attività sono quelle descritte su HL. Qui le richiamo brevemente. Si scelgono – segretamente - i ragazzi e le ragazze che devono impersonare i protagonisti (sono cinque: Gioberti, Balbo, D’Azeglio, Cattaneo e Mazzini). Si passano loro le biografie che reciteranno. Basta…

Autore: Antonio Brusa
Il grande fiume scorre nella foresta, la nemica acerrima dei Romani. Un canale, ben curato, attraversa la pianura centuriata. Sullo sfondo, la Brescia odierna. Fra queste scene, che ti avvolgono dagli schermi curvati, si snoda “Roma e le genti del Po” . Una mostra che, mi auguro, segna la fine della mania etnicistica che ha caratterizzato le esposizioni degli ultimi trent’anni (i Balti, i Celti, i Greci dell’Occidente, i Barbari e i Romani). Un avvilente ossequio all’andazzo ideologico, che, in tempi ancora freschi, ha spinto gli organizzatori a confinare nello spazio nascosto dei cataloghi quegli studi (di Gasparri e di Pohl, per esempio) che dimostravano l’abuso del termine “popolo”, per indicare aggregazioni antiche, le cui caratteristiche non…

Autore: Antonio Brusa
L’incipit dell’Ora di Lezione è terrificante. “Non respira, non conta più nulla, arranca, è povera, marginalizzata, i suoi edifici crollano, i suoi insegnanti sono umiliati, frustrati, scherniti, i suoi alunni non studiano …”. Questa è la scuola che Massimo Recalcati si propone di rianimare con la sua “erotica dell’insegnamento” (Einaudi, 2014). Una parte cospicua della cultura italiana, anche quella che nutrirebbe dubbi sull’erotismo formativo, ne condividerebbe il pessimismo di partenza. Lo si vede dalla lunga lista di storici, letterati, linguisti e scrittori che si sono cimentati sul tema del collasso della scuola: da Giorgio Israel, scomparso di recente, a Giulio Ferroni, a Cesare De Michelis, e poi Abruzzese, Galli della Loggia, Affinati, La Penna, Beccaria,…

Per il decennale del CRIDACT (Centro di ricerca per la didattica dell'archeologia e delle tecnologie antiche), si svolgerà venerdì 2 e sabato 3 ottobre, presso il Palazzo Centrale dell'Università di Pavia, il Convegno di studi "Futuro del Passato. Nuovi mezzi, nuovi modi di Didattica dell'antico"
Qui il programma.

Armin T. Wegner fu un testimone del genocidio armeno. A rischio della vita, e della sua carriera nell’esercito tedesco, percorse la Turchia fino alla Siria, documentando il massacro. Era un idealista, al punto che, quando Hitler andò al potere, gli spedì una lettera in cui lo pregava di aiutare il popolo ebraico. Venne duramente punito dalle SS, imprigionato e deportato. Morì nel 1978. Alla mostra presso la Sinagoga di Reggio Emilia, che espone alcune sue fotografie, ho trovato questo testamento spirituale (altre sue foto, con la bibliografia relativa, qui su HL in Ravished Armenian)

La memoria dello sterminio e il suo uso pubblico
Ormai è un appuntamento stabile, quello che vede centinaia di docenti riunirsi a Bari a studiare e discutere dei problemi didattici e divulgativi, relativi allo sterminio degli ebrei europei. La barra costante di questi seminari annuali è stata quella di spostare l'attenzione della scuola dalla commemorazione allo studio. Abbiamo, in passato, affrontato diversi temi: la violenza, le immagini, i laboratori, i luoghi di memoria pugliesi. Abbiamo, anche, potuto ascoltare studiosi capaci di far capire i problemi attraverso percorsi di studio emozionanti. Non dimentichiamo le lezioni di Fréderic Rousseau, che ci ha spiegato come la foto del bambino di Varsavia da documento storico si è trasformata in icona destoricizzata; o di Alberto Salza,…

Francesco Antonio Bernardi si è trovato ad un mio corso sui registri scolastici e sul laboratorio del tempo presente. Ne ha ricavato l'idea di utilizzare i materiali del suo archivio, per capire come funzionava una scuola della fine degli anni '40. Ecco, dunque, una scuola rurale pugliese, come appare da un registro scolastico. E' un tuffo in un passato recente che sarebbe bello fare con i propri alunni (A. Brusa)
Qui l'articolo pubblicato su Novecento.org

Autore: Antonio Brusa
Non avrei mai pensato che ottobre è il mese della memoria. Però deve essere così, viste le giornate celebrative e memoriali, discusse in Commissione Istruzione e Cultura, e ricordate da Carlo Bertini su “La Stampa” del 21 sett 2015 (p. 9). Eccole di fila:
1 ottobre, “Giornata per la donazione del midollo” (Elena Salvino, Fi)
3 ottobre, “Giornata per la memoria delle vittime dell’immigrazione” (Paolo Beni, Pd), che sembra altra cosa dalla “Giornata per la memoria dei migranti vittime del mare” (Luigi Manconi, Pd)
7 ottobre, “Giornata per la memoria di Lepanto” (Massimo Bitonci, Lega)
15 ottobre, “Giornata per la consapevolezza sulla morte perinatale” (Scelta civica)
16 ottobre, “Giornata per l’educazione alimentare” (Susanna Cenni, Pd)
17 ottobre, “Giornata contro la…

Autore: Antonio Brusa
Ne ha parlato e scritto più volte, Tullio de Mauro, delle idee sballate che tantissimi, e fra questi molti intellettuali, coltivano a proposito di scuola e di formazione dei cittadini. E’ questo, ancora, uno dei temi del suo intervento al Festival della Comunicazione, che si svolge a Camogli dal 10 al 13 settembre 2015.
De Mauro comincia con quei sociologi che, nel corso degli anni ’70, sostenevano che l’inglese avrebbe distrutto la varietà linguistica del pianeta. Previsione smentita dai fatti: a parte le lingue parlate da pochi nativi, tutte le altre vanno ancora alla grande. A quei profeti di sventure (fortunatamente) non realizzatesi, De Mauro aggiunge quelli che, all’apparire di internet, hanno predetto disastri linguistici inenarrabili. La realtà ha…

Il racconto Come la luna si trova a p. 319. Cominciate a leggere da quello. Leggetelo ascoltando Over the Rainbow, nella versione del cantante hawaiano Kamakawiwo’ole. Il brano terminerà con le ultime note della canzone. E’ stato scritto apposta così. E così me lo fece leggere Alberto, quando mi disse che stava scrivendo un libro particolare, i cui capitoli andavano letti ciascuno ascoltando un brano musicale diverso, perché l’antropologia che impregna questo libro non può essere studiata con gli occhi asciutti. E’ l’antropologia della disperazione. Un’antropologia che studia una umanità privata di tutto: cibo, casa, pulizia, affetti, genitori, fantasia, sogni. Quando tutto è stato tolto, avrete Niente. Ma “niente” sono uomini, donne, bambini, come i protagonisti di Come…

Si svolgerà il 4 e 5 settembre prossimi a Senigallia, presso la Sala Conferenze del Senbhotel il IX Seminario Nazionale di Educazione interculturale e globale dal titolo "Andare oltre: l'educazione per rigenerare la società. I nuovi curricoli della scuola".
Il Seminario, riconosciuto dal MIUR quale attività di formazione e aggiornamento per il personale della scuola, prevede l'esonero dalle attività scolastiche degli insegnanti, ai sensi della Direttiva ministeriale n° 90 del 1 dicembre 2003.
Qui il programma.

Autore: Antonio Brusa
Un premio Nobel per la storia? Non c’è, e si dice che Fernand Braudel ne avesse qualche disappunto. Quest’anno -2015- però, il Comitato Internazionale di Scienze Storiche (CISH) ha provato a rimediare. Ha istituito, infatti, una “specie di premio Nobel”, come scrive il suo segretario Robert Frank, che viene consegnato a Jinan, in Cina. Ad esserne insignito è uno storico francese, Serge Gruzinski.
Il vero Nobel è frutto dei guadagni di Nobelius, ottenuti con la produzione della dinamite. Questo, di storia, è finanziato da Jaeger-Lecoultre, nota industria svizzera di orologi di lusso. La cerimonia si tiene il 26 agosto, durante il XXII Convegno Internazionale del Comitato: una manifestazione che si celebra ogni cinque anni, alla quale partecipano centinaia di…

Autore: Francesca Vinciotti
Di Francesca Vinciotti abbiamo pubblicato un articolo sull’uso delle fonti, secondo la rivista inglese “Teaching History”, il sussidio degli insegnanti, pubblicato fin dal lontano 1969. Ora è la volta della narrazione. I colleghi inglesi, vedrete, sono molto attenti al percorso che guida gli allievi dalla narrazione personale a quella “impersonale” della descrizione storica, all’attivazione delle capacità di argomentare. Sono ricchi di proposte, quali “il modello hamburger”, per imparare a scrivere brani coerenti e coesi, ai giochi di carte, per imparare a scrivere e all’uso della fiction. Nel frattempo, Francesca sta preparando altri capitoli, sull’uso dei giochi, sulla storia locale e sulle tecnologie per l’apprendimento storico (HL).
Indice
Introduzione…

Autore: Ilaria Sabbatini
Il mattino del 6 agosto 1945, alle 8:15, l’Aeronautica militare statunitense sganciò la bomba atomica “Little Boy” sulla città giapponese di Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal lancio dell’ordigno “Fat Man” su Nagasaki.
Genbaku Dome, ossia Cupola della bomba atomica, era nata nel 1915 come edificio per ospitare la Fiera commerciale della prefettura di Hiroshima. La Sala espositiva dei prodotti della prefettura di Hiroshima era stata progettata dall’architetto ceco Jan Letzel, che aveva realizzato la struttura in stile occidentale, usando mattoni e cemento. Il palazzo, sul lato sud, si apriva su un giardino anch’esso tipicamente all’occidentale e la cupola, oggi sventrata, aveva una copertura in rame. Nel 1933 il nome fu cambiato in Sala…

Autore: Antonio Brusa
Le Crociate contro il Jihad. Questa guerra, del tempo dei cavalieri e dei re che partivano per Gerusalemme, è la chiave dei conflitti contemporanei.
Questa copertina è di una chiarezza esemplare, ben rinforzata dall’immagine, nella quale un cavaliere francese se la deve vedere con un guerriero musulmano che lo abbranca, mentre un altro mena un fendente al povero cavallo. Lo storytelling, come si usa ormai, è semplice e diretto. Lo capiscono tutti, anche quelli che non sanno che cosa furono le crociate e il jihad medievali e che a malapena riescono a indicare sulla carta geografica dove si trova Gerusalemme. Insomma, ci sono dei cattivi, con la faccia scura, e dei buoni. E questa storia dura da mille anni. Vogliamo parlare di Charlie Hébdo e dell’Isis?
La rivista è…

Autore: Antonio Brusa
Introduzione
Abbiamo lavorato un anno intero, ad Alessandria, sul tema delle migrazioni. Un bel gruppo di scuole, organizzate dall’Isral (Istituto per la storia della resistenza di Alessandria), guidato da Luciana Ziruolo. Il materiale, composto da alcune riflessioni storico-pedagogiche, dallo studio di caso, provato in decine di classi, e dalle valutazioni sulla sua efficacia, è stato pubblicato in volumetto: Didattica. Storia. Intercultura. Una sperimentazione nella provincia di Alessandria (Falsopiano, Alessandria 2015). Qui ne riporto il mio contributo, con alcune modifiche, in modo che – insieme agli altri articoli su questo argomento pubblicati su HL – il docente abbia a sua disposizione un panorama ampio della questione, dagli aspetti teorici, come in…

Giuseppe Losapio
Cronaca di una visita al castello che non c'è. Il turismo parastorico in Puglia e Castel del Monte
Fot. 1 Le scolaresche sono abituali frequentatrici di Castel del Monte
Il cavallo bianco di Garibaldi.
Che cosa è Castel del Monte, la fortezza che si erge sulle alture murgiane andriesi e che appare sulle monete da un centesimo di euro? Domanda retorica: è un castello. E' come quel gioco di parole che si faceva da bambini in cui si chiedeva ai più piccoli di che colore fosse il cavallo bianco di Garibaldi, e notavi la veloce sensazione di smarrimento negli occhi dei malcapitati che si riprendevano subito dall'innocente tranello. Eppure questo gioco linguistico, che da bambini ci faceva tanto ridere, diventa seria, quando parliamo di Castel del Monte,…

Non sono buoni i rapporti tra il sistema delle comunicazioni e il sapere storico: stereotipi, abusi della storia, invenzione delle tradizioni. Uno storytelling che diventa il mezzo per narcotizzare un pubblico di fruitori/elettori, che contrasta con i principi della ricerca storica.
Il quadro non è bello. Ma è proprio questa la sfida del coraggioso gruppo di storici che ha organizzato questo master, nel quale si apprendono a criticare e decostruire i messaggi, ma anche a utilizzare le tecniche comunicative per costruirne di affidabili e capaci di far pensare.
http://www.novecento.org/…/comunicare-la-storia-al-tempo-d…/

Esce l’ennesima graduatoria delle Università italiane. Hanno questo in comune. C’è un gruppetto di testa, di Università del Nord che, come in una gara di ciclismo, lottano per il primo posto. Segue il gran mischione del gruppo. In coda arrancano una decina di Università meridionali, che si alternano come nel gruppo di testa, solo che si contendono, ahimé, la maglia nera.
Le classifiche si basano sui due indicatori generali, la ricerca e la didattica. Per il primo valgono le pubblicazioni, le partecipazioni a progetti internazionali e tanto altro, che qui non metto in discussione. Per la didattica – parlo della “didattica universitaria” - valgono qualità come “l’attrattività da altre regioni”; “l’occupazione post laurea”; “l’ammontare delle tasse” e tante altre…