di Antonio Prampolini
I diversi concetti di cittadinanza
Le enciclopedie pubblicate dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana dal 1929 ai giorni nostri hanno dedicato alla cittadinanza voci autoriali particolarmente significative. Voci che affrontano l’argomento nei suoi molteplici aspetti e problematiche, e che rappresentano gli orientamenti prevalenti o più rappresentativi della cultura accademica di un determinato momento storico.
Nel Portale della Treccani, dove sono migrate dalla carta al web le enciclopedie dell’Istituto, è possibile accedere alle voci cittadinanza dell’Enciclopedia Italiana, dell’Enciclopedia delle Scienze Sociali e dell’Enciclopedia del Novecento, pubblicate durante un lungo arco temporale che va dal 1931 al 2004.
1. La cittadinanza al tempo del fascismo: lo ius…
di Antonio Prampolini
Le biografie in rete
Con la parola “biografie” Google elenca siti assai eterogenei per contenuti e scopi: siti che propongono liste di persone che hanno svolto (o svolgono tutt’ora) specifiche professioni/attività, che sono state nel passato, recente o lontano, figure di rilievo nei diversi campi della vita sociale, che si sono distinte o sono state vittime nel corso di eventi storici straordinari (come le guerre e i genocidi); siti che si limitano a fornire semplici profili anagrafici ed altri che raccontano in modo dettagliato la vita delle persone; siti che pubblicano biografie con finalità professionali, culturali, memorialistiche, ed altri che se ne servono strumentalmente, come attrattiva, per indirizzare messaggi commerciali agli utenti della rete.
Tra le fonti…
di Antonio Prampolini
PARTE I
IL TERRORISMO TRA STORIA E ATTUALITÀ
Il terrorismo è un fenomeno globale complesso, che ha assunto nel passato, e assume nel presente, forme e finalità diverse. Un fenomeno, pertanto, difficile da definire in modo univoco. Ce lo ricorda lo storico Francesco Benigno in una sua recente pubblicazione: “Terrore e terrorismo. Saggio storico sulla violenza politica”. Un contributo importante alla conoscenza della storia del terrorismo intesa non solo come una successione di eventi, ma anche di non meno importanti riflessioni teoriche volte a inquadrare e a comprendere la natura del fenomeno.
L’etichetta “terrorismo” viene applicata ad atti, modalità di lotta, movimenti e organizzazioni che hanno utilizzato e utilizzano la violenza con obiettivi differenti: per…
di Daniele Boschi
L’eredità del colonialismo e l’appello alla “decolonizzazione” dei curricoli universitari e scolastici
L’eredità lasciata dal colonialismo nelle società post-coloniali è stata al centro di riflessioni e dibattiti molto vivaci, che hanno coinvolto anche gli storici e l’insegnamento della storia. Tanto nei paesi del “global North” quanto in quelli del “global South”, si sono sviluppate critiche riguardo alla passività e all’immobilismo (a volte veri e a volte solo presunti) delle istituzioni educative di fronte alle sfide poste dagli effetti del passato coloniale sulle società di oggi. Molte voci hanno evidenziato l’esigenza di “decolonizzare” i curricoli scolastici e universitari, per porre fine al predominio delle tradizioni epistemologiche e delle narrazioni tipiche del…
di Marco Cecalupo
Abstract. A volte, la spettacolarizzazione della storia produce una forte sensazione di shock. Ma essere catapultati nel passato – e magari riviverlo – senza conoscerne le coordinate interpretative fa leva soltanto su empatia e immedesimazione superficiali, senza produrre un aumento di conoscenza. La descrizione di alcuni casi concreti, relativi alla Giornata della Memoria, offre elementi di critica a questo modello che possiamo definire sensazionalistico. Le esperienze didattiche di scrittura empatica tratte dal blog “I libri di Leo” dell'IC Leonardo da Vinci di Reggio Emilia – realizzate a margine di laboratori e giochi di HL – si propongono, invece, come modello cognitivo.
1. Un presepe della shoah?
di Antonio Brusa
La pagina che "Hérodote" dedica a Waterloo è un interessante prototipo di pagina manualistica online. Me la guardo, nell'anniversario di quella sanguinosa battaglia.
Dal punto di vista di un testo manualistico è un modello.
Il racconto essenziale si contiene in una schermata e mezza. Mezza cartella di testo, e racconti come andarono le cose, con uno stile narrativo non da elenco telefonico (come diceva Guarracino dei manuali), ma scorrevole e con un filo di pathos.
Sulla destra scorre la banda degli strumenti: la cronologia dell'impero; le carte geostoriche; delle animazioni. In chiusura, Waterloo nei film. Clicchi, e apri nuovi discorsi, se hai tempo e vuoi approfondire.
Un sogno. Avercelo in Italia un manuale online fatto così …
Dal punto di vista dei problemi, Waterloo…
di Antonio Brusa
A. L’educazione civica
Una materia senza identità
Che sia un pasticcio se ne sono accorti quei dipartimenti di storia che già si sono dati da fare per organizzare l’insegnamento dell’educazione civica, la cui introduzione - dal settembre successivo all’entrata in vigore della legge - è stata votata dalla Camera il 2 maggio di questo anno 2019. Che sia “un pasticcio” lo ha dichiarato in Parlamento uno dei tre astenuti, l’on. Gabriele Toccafondi (Gruppo Misto), ex sottosegretario al Miur nel governo Gentiloni. Una dichiarazione fatta in buona compagnia, nonostante la legge sia stata approvata – tra la soddisfazione generale - con una maggioranza che in altri tempi si sarebbe definita bulgara. Infatti, scorrendo il resoconto stenografico delle dichiarazioni di voto si…
di Ilaria Sabbatini
Partiamo dal dato più importante: lo Young Historians Festival di Lucca non è un festival per i ragazzi ma dei ragazzi e con i ragazzi. I ragazzi non sono i destinatari dell’attività didattica ma ne sono gli artefici: sono loro che si pongono nel ruolo del ricercatore e del docente per misurarsi con lo sforzo di insegnare ai propri coetanei. Lo Young Historians Festival di cui si è tenuta un’edizione pilota nel 2018 ha visto ampia partecipazione di studenti, insegnanti e soggetti culturali locali e nazionali. Lo Young Historians Festival è il primo festival italiano di storia rivolto ai ragazzi in età scolare. Il logo raffigura la corona presente sulla stemma di Lucca che celebra la parola Young a significare che i protagonisti del festival…
di Daniele Boschi
Ecco una buona notizia per quelli che amano la storia: l’Università di Roma Tor Vergata ha istituito un “Laboratorio permanente di didattica della storia”.
Una delle prime attività è stata l’organizzazione di un seminario sui manuali di storia (vedi la locandina allegata), nel quale docenti e ricercatori universitari, insegnanti delle scuole, autori e redattori di manuali di storia hanno riflettuto insieme sullo sviluppo storico, le caratteristiche e le diverse modalità di utilizzo di questi importanti, anche se molto discussi, strumenti didattici.
I manuali scolastici di storia hanno alle spalle un tradizione plurisecolare
Come ha ricordato nella sua relazione Luigi Cajani, i manuali scolastici di storia hanno alle spalle una lunga tradizione che risale al XVII secolo.…
Historia e Philosophia ludens, insieme a Bari, dal 15 al 17 aprile.
Sarà un peccato, se vi perderete questo appuntamento. Ci saranno le classi (dalle elementari alle superiori), gli insegnanti (tanti insegnanti) e noi dei gruppi di Historia e Philosophia ludens.
Abbiamo preparato nuovi giochi e nuove strategie didattiche. Ci saranno dei tavoli, attorno ai quali le classi giocheranno e ci saranno momenti in frontale, per i professori, per mostrare loro tutte le novità. A volte lavoreremo insieme, filosofi e storici, a volte faremo attività in parallelo: uno sguardo al programma e vi renderete conto della ricchezza di questa tre giorni.
Il tema conduttore è il tempo. Nella filosofia e nella storia. Per noi storici significa in primo luogo le date (ed è una soddisfazione particolare renderle…
di Antonio Brusa
“Non rubiamo il passato ai ragazzi”
Se le proteste per reintrodurre la prova di storia (la vecchia tipologia C della prima prova) avessero un qualche riscontro, politico o anche solo di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, sarebbe una bella vittoria per una disciplina che sta patendo un processo di marginalizzazione disastroso, ormai di livello mondiale.
È, dunque, una buona battaglia quella lanciata da “Repubblica”, forte dell’appello della senatrice Liliana Segre, al quale hanno aderito storici, scrittori, artisti, giornalisti e tanti cittadini. I molti giovani che hanno risposto al questionario sulla reintroduzione della prova, e i moltissimi che hanno aggiunto considerazioni sull’utilità dello studio della storia, col loro numero incoraggiano tutti quelli che…
CONVEGNO DI FONDAZIONE
Una rete necessaria
Lo studio della storia “molto contemporanea” è un’emergenza formativa, che, alla svolta del secolo, è diventata ineludibile. Come si constata da più parti, gran parte degli insegnanti non riesce a inserire nel curricolo lo studio strutturato degli ultimi decenni, mentre i cosiddetti “temi di attualità” sono spesso oggetto di trattazione saltuaria o vengono affrontati in discipline diverse dalla storia.
Moltissimi allievi italiani, quindi, concludono il loro processo formativo privi di quella strumentazione storiografica che permetterebbe loro di capire fenomeni quali la globalizzazione, il rapporto fra locale e globale, i cambiamenti politici, antropologici, culturali, demografici e ambientali che segnano l’affermarsi di quello che – a giudizio…
di Antonio Brusa
Il ritratto che mi ha fatto Mattia, di tre anni, vorrei fosse il “logo” del mio giro siciliano, a discutere di storia. Mattia era fra i duecentocinquanta giovani dell'Università Kore di Enna con i quali ho parlato di storia nelle elementari; a Catania e a Palermo, invece, ho affrontato il tema della tolleranza con il Cidi. Argomenti, come vedremo subito, spinosi e difficili. Il piccolo Mattia li rende più amichevoli.
La storia nella primaria
Agli studenti della Kore ho presentato le conclusioni di una ricerca, iniziata quattro anni fa (con le colleghe di Scienze della formazione di Bari), durante la quale ho analizzato numerosi sussidiari. L’esito sconfortante di questo lavoro mi spinge a lanciare un allarme. Non credo che si possa andare avanti in questo modo: o, in altri…
di Daniele Boschi
Che cos’è la “cultura storica”
Se per “cultura” intendiamo l’insieme delle modalità mediante le quali una società interpreta e trasforma la realtà in generale, possiamo allora definire la “cultura storica” come l’insieme delle rappresentazioni e delle pratiche per mezzo delle quali quella società si rapporta al proprio passato. Si tratta quindi di un concetto molto ampio, che comprende non soltanto la storiografia accademica e la storia insegnata a livello scolastico, ma anche, più in generale, le memorie e i racconti del passato tramandati all’interno di una collettività, i musei, le mostre e i luoghi di interesse storico, le pratiche e i rituali commemorativi, l’attività politica nella misura in cui essa si interessa al passato.
La cultura storica si riferisce quindi a…
di Saverio Russo
Meno soldi e meno addetti per i Beni Culturali
L’approvazione della legge di stabilità 2019 non ha portato buone notizie per i beni culturali italiani. Ridotti gli stanziamenti per il Mibac, sono rinviate e di molto ridotte, rispetto agli annunci iniziali, le assunzioni previste: saranno di 1000 unità complessive, per tutte le qualifiche, per il 2020 e 2021 (500 per anno), a fronte di molti più pensionamenti che, sicuramente, cresceranno a causa dell’introduzione della quota 100 e del fatto che l’età media del personale è vicina ai 60 anni, con molte immissioni in ruolo avvenute alla fine degli anni Settanta.
In una situazione già difficile per i Musei e le aree archeologiche statali, come denunciano i giornali e le comunità interessate che assistono a chiusure nei giorni…
di Daniele Boschi
Si è tenuto a ottobre (2018) il primo convegno sulla didattica della storia organizzato insieme dalla Giunta centrale per gli Studi storici e dalle Società degli storici, nel solco di quell’ampliamento delle proprie attività che la Giunta ha intrapreso negli ultimi anni, e che ha portato anche alla nascita nel 2016 della Associazione Italiana di Public History1. Una decina di relatori hanno affrontato i diversi temi della didattica. Ci permettono di farci un’idea del livello del dibattito accademico sulla didattica della storia in Italia.
Storia e competenze
Walter Panciera (Università di Padova) ha osservato che il passaggio da una didattica fondata sulla trasmissione delle conoscenze a una didattica centrata sull’acquisizione di competenze comporta l’abbandono…
di Diletta Fornaciari, Marta Pisani, Elisa Venir, Cristiano Zanin
Buio. È tutto ciò che vedo da ormai non so quanti giorni: il tempo ha cessato di scorrere, ho solo la certezza che sia ancora il 1945, il freddo mi penetra nelle ossa e la fame mi annebbia la vista. Ero pienamente consapevole che prima o poi questo sarebbe stato il mio destino, ma mai avrei creduto si sarebbe rivelato così logorante per la mia persona. La cella umida è soffocante e molto piccola, più simile ad una bara che a un ricettacolo per viventi in cui è impossibile rimanere sano di mente: non ci sono finestre, il che rende difficile distinguere il giorno dalla notte, anche se immagino sia giorno; non sento quei maledetti suoni che mi tormentano quando cala la sera: lamenti strazianti e urla bestiali, pianti in sloveno, croato e italiano, malamente coperti dall’abbaiare dei cani aizzati, dalle stazioni radio tedesche e dai motori delle loro camionette.
Tra poco sentirò l’insostenibile odore di carne bruciata che accompagna le prime ore di ogni mattina, accrescendo l’angoscia per il mio inevitabile destino.…
di Amedeo Feniello e Pietro Petteruti Pellegrino
La prima edizione del concorso nazionale di scrittura a squadre Che storia!, realizzato nell’anno scolastico 2017-2018, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, è stato una sfida. Esso è nato dalla consapevolezza che scrivere racconti su temi, avvenimenti e personaggi storici rappresenti una modalità coinvolgente di apprendimento e insieme un’opportunità privilegiata di maturazione psicologica e di crescita culturale e civile, in un contesto che, noi come organizzatori ne eravamo sicuri, avrebbe favorito il lavoro di gruppo rispetto a quello dei singoli. Così è stato, come abbiamo potuto constatare dall’entusiasmo dei partecipanti che hanno saputo condividere impostazione e impianto.
I temi dell’edizione 2018
Due sono…
di Marco Tibaldini
In un piovoso giorno del novembre 2016 mi trovavo a Trastevere con Domenica di Sorbo, dirigente del MiUR: «Ma c’è un modo per poter realizzare dei materiali didattici e raggiungere i docenti di tutto il paese?» – mi disse – «potremmo fare un canale YouTube con il gruppo dei giovani associati a Clio ‘92» risposi così su due piedi.
Youtube e divulgazione storica
Era da qualche tempo che riflettevo su questa possibilità, da quando avevo aiutato un’equipe televisiva di Berlino ad organizzare un viaggio sui luoghi più significativi del fronte italiano durante la Grande Guerra. Stavano infatti realizzando un documentario per raccontare l’evolversi del conflitto settimana dopo settimana, ed il prodotto era poi stato pubblicato su YouTube con tutti i crismi della comunicazione…
di Antonio Brusa
Parlo con Jaume Casanyes, il giovane assessore alla cultura di Cunit, un paesino di poco più di diecimila abitanti sulla Costa Dorata, in Catalogna. Jaume ha studiato Storia a Barcellona, si è specializzato in Geografia a Bologna, dove, fra l’altro, ha imparato didattica della storia da Ivo Mattozzi. Un’amministrazione piena di debiti, mi dice. Ma non per questo rinuncia ai suoi progetti culturali. Fra questi, una magnifica Biblioteca per ragazzi, e, al piano inferiore di questa, la scuola di recupero per studenti a rischio, nel cui giardino ha promosso la costruzione di un piccolo parco archeologico.
Oggi fanno lezione di didattica a una giovane archeologa. Sarà una delle operatrici che lavoreranno in questo parco. C’è la direttrice della biblioteca, Joan Santacana…
di Antonio Brusa
Questa è l’avventura straordinaria di un archeologo che fa uno scavo e ne scrive la storia, ma subito dopo viene un altro tipo (scrittore, giornalista, uomo di cultura, fate voi), che non ha mai messo mano a quello scavo, epperò ha capito come sono andate le cose e come vadano raccontate. E le mette in rete.
Insomma, da buon cacciatore di bufale, ho colto il momento in cui ne viene inventata una, e ve la commento.
L’archeologo è Joan Santacana Mestre. Lavora all’Università di Barcellona. Lo conosco perché è uno dei più grandi studiosi di didattica della storia che ho avuto la fortuna di incontrare. Aggirarsi con lui, in uno dei suoi scavi, è uno dei piaceri impareggiabili che a volte mi toccano. Joan ti spiega come gli è venuto in testa l’idea di…