di Isidoro Davide Mortellaro
Dopo la caduta del Muro
La caduta del Muro di Berlino giunse come un vero e proprio cataclisma sul blocco socialista aggregato attorno all’URSS, dando origine a crisi e dinamiche diverse da quelle dell’esperienza cinese. Il mondo intero ne fu scosso ma reagì in modo unitario, sia pure sotto il segno dell’unilateralismo americano. Gli strappi inferti al tessuto internazionale dall’Iraq di Saddam furono risarciti grazie alla mobilitazione internazionale, ma anche al prezzo di una nuova guerra globale fortemente voluta dagli USA. Le aperture di…
di Antonio Brusa
Mentre scrivo, il sito del Cremlino è oscurato da un attacco di Anonymus. Quando vi si potrà accedere di nuovo, spero sia ancora online un articolo di storia che Wladimir Putin ha pubblicato il 12 luglio del 2021, alle h. 17.00. Lo avevo letto prima dell’invasione, e pensavo di usarlo nei miei lavori sugli abusi storici in Europa Orientale. Fortunatamente, Luigi Cajani lo aveva scaricato e così lo posso commentare brevemente. Avverto subito che non deve far notizia il fatto che un Presidente della Repubblica scriva un articolo di storia, almeno in Europa Orientale, dal momento che Lukashenko e qualche altro dittatorello caucasico sono storici professionisti. L’articolo si intitola On the Historical Unity of Russians and Ukrainians ed è scritto in…
Seminario per una buona didattica della narrazione storica
In modalità ONLINE
In collaborazione con Historia Ludens
A cura di Antonio Brusa, con Amedeo Feniello e Marina Gazzini
Torna di moda l’opposizione fra racconto storico e laboratorio storico. Eppure è passato mezzo secolo da quando si accesero i fuochi della battaglia fra i sostenitori della lezione e i patiti del laboratorio. A distanza di tanto tempo sappiamo come far convivere questi due strumenti essenziali dell’insegnamento. Vedremo racconti storici veri, falsi, fatti dai ragazzi, o di grande divulgazione. Capiremo in che modo costruire racconti storici e come trasformarli in laboratori per l’apprendimento.
2 marzo
I ragazzi raccontano la storia; come rendere avvincente un racconto storico. Con Amedeo Feniello e…
di Antonio Brusa
Ne abbiamo parlato spesso. Ora è il momento. La guerra entra nelle nostre case, i ragazzi non fanno che parlarne. Hanno i loro strumenti di informazione. Tik Tok li tiene al corrente dei fatti e diffonde interpretazioni incontrollate. Noi adulti siamo con gli occhi fissi sui programmi di approfondimento delle varie reti.
Proviamo a imbastire il laboratorio.
a. Le fonti. Nel corso della guerra sono il problema reale. Le informazioni, soprattutto quelle rilasciate dai soggetti implicati nel conflitto, fanno parte della guerra. Lo siamo anche noi, in Italia, per quanto non direttamente, per fortuna. Quindi occorre fare attenzione: chi rilascia l’informazione? qual è il suo scopo? È…
di Antonio Brusa
Gli oggetti sono un concentrato di storia. Ci parlano della cultura, delle tecniche, delle aspirazioni, dei modi di vita di un popolo e, perfino, delle loro vicissitudini, delle guerre, delle feste, delle carestie. Ma gli oggetti sono muti. Dobbiamo interrogarli, perché ci parlino di storia. Joan Santacana e Nayra Llonch ci insegnano a interrogarli. Lo fanno in un libro semplice e profondo al tempo stesso, nel quale si trovano i principi storiografici e didattici che ci permettono di trasformare gli oggetti in fonti da utilizzare in classe, e si trova anche una bella carrellata di oggetti, dalla preistoria ad oggi, ben spiegati e pronti all’uso.
“Proviamo a immaginare di proporre come oggetto un rotolo di carta igienica. Quali conoscenze ne possiamo ricavare? Qual…
di Antonio Brusa
Oggi si celebra la Giornata della Non-memoria della strage di Addis Abeba, del 19 febbraio 1937. Quel giorno, gli etiopi avevano fatto esplodere una bomba, ferendo gravemente il generale Graziani. “Immediatamente scattò la rappresaglia dell'esercito italiano: i militari aprirono il fuoco colpendo indiscriminatamente i presenti, di cui centinaia rimasero a terra uccisi, mentre si scatenò la furia dei civili italiani che diedero fuoco alle case uccidendo in maniera indiscriminata. Pur in mancanza di quantificazioni ufficiali, il numero delle…
di Antonio Prampolini
La International Encyclopedia of the First World War è il frutto di un progetto di ricerca internazionale diretto dallo storico Oliver Janz e realizzato dal Dipartimento di Storia moderna del Friedrich-Meinecke-Institute della Freie Universität di Berlino.Scopo del progetto: offrire un nuovo approccio conoscitivo, globale e multiprospettico, alla storia della “Grande Guerra”, capace di utilizzare al meglio l’ipertestualità e la multimedialità del Web.
L’enciclopedia è presente in rete dal 2014 con un proprio sito https://encyclopedia.1914-1918-online.net/home.html in lingua inglese, che permette di accedere (liberamente e gratuitamente) ai contenuti storiografici attraverso due modalità: la navigazione in spazi virtuali interattivi (linea del tempo, mappe geografiche e tematiche) e l’utilizzo di liste/elenchi (indici delle voci enciclopediche, bibliografie e sitografie, ecc.).…
di Antonio Brusa
È partita la macchina annuale dell’esame, con la sua coda di polemiche alle quali si aggiunge, quest’anno, un buon numero di manifestazioni studentesche. Non ci sono tracce, in queste proteste, di attenzione per la questione dell’educazione civica. Eppure non dovrebbero mancare.
Nel portale dedicato , il link “esperienze” dà una pagina bianca. Ma al Ministero non dovrebbero mancare notizie su quanto sta succedendo nelle scuole. Dovrebbe già aver avuto sentore della varietà di soluzioni che queste stanno inventando per rispettare il dettato legislativo (introduzione di una nuova materia senza oneri né personale aggiuntivi). Ad un’analisi più accurata potremo individuare…
di Antonio Brusa
Non è una questione di preposizioni articolate
Negli ultimi decenni le scuole di tutto il mondo - investite da uno tzunami di “Giornate della Memoria” e del conseguente compito di promuovere l’educazione “alla” memoria - sono diventate uno dei campi di battaglia delle politiche identitarie degli stati. Noi – insegnanti e ricercatori di storia – dovremmo batterci perché, al contrario, diventino il luogo dell’educazione “della” memoria. Un luogo dove gli allievi apprendano a valutare criticamente le politiche memoriali – nazionali e sovranazionali -, apprendano che il ricordo sociale - la memoria pubblica - è un aspetto fondamentale della vita democratica e che, perciò, la discussione di ciò che conviene ricordare, e degli scopi per i quali occorre ricordare, fa parte dei…
di Antonio Prampolini
Indice
1. Struttura e risorse del sito
3. Ricerche
Il LeMo è un museo senza muri e sale di esposizione, senza orari di accesso e percorsi obbligati per i visitatori; è un museo virtuale dove la storia può essere “vissuta” (di qui il nome Lebendiges Museum) attraverso gli oggetti digitalizzati che costituiscono il patrimonio museale e i numerosi testi di contestualizzazione/interpretazione, i documenti originali, le testimonianze delle persone.
Il progetto, che risale al 1997, è il risultato della collaborazione fra tre importanti istituzioni culturali tedesche: il Deutsches Historisches Museum, la Stiftung Haus der Geschichte der Bundesrepublik Deutschland e il Bundesarchiv. É presente in rete dal 1998 con un proprio sito, che nel 2014 è stato…
di Antonio Brusa
Inizia lunedì 13 dicembre, all’IC6 di Modena, una sperimentazione di Educazione Civica diversa, credo, dalle moltissime che le scuole italiane stanno provando, trasformando a volte in un’occasione di crescita uno degli aspetti più deludenti della legge 92/2019, secondo il quale la nuova disciplina va insegnata senza oneri né personale aggiuntivi. Nella maggior parte delle situazioni che conosco, ogni materia ha riservato all’Educazione civica qualche ora, in modo da raggiungere le 33 previste. Molte di meno sono le scuole che hanno progettato formule diverse, come per esempio le “settimane di studio”, durante le quali tutte le discipline si concentrano su questo o quel tema.
Il progetto modenese si articola in “Giornate civiche”. Tre ogni anno, ciascuna su un tema…
Il convegno di Scuola Democratica su "Educazione civica, oltre le regole".
Giorno 16 novembre 2021, a partire dalle h. 9.45. LINK
di Antonio Brusa
In quante maniere si fa educazione civica in Italia? Al momento non lo sa nessuno. Spero che il Ministero stia raccogliendo i dati e ce li faccia conoscere. A quel che vedo (un centinaio di curricula di scuole diverse, che grazie a Antonio Prampolini ho potuto esaminare), il modo più diffuso è quello di spalmare la materia su tutte le discipline. Ma c’è chi conserva l’assetto tradizionale, assegnando ai docenti di storia il compito maggiore e chi, soprattutto alle superiori, utilizza a questo scopo i docenti di economia e diritto.
Tutte le scuole, dunque, impegnate nell’ingegneria degli orari e dei vincoli sindacali. Nessuna, a quello…
di Antonio Prampolini
Wikimedia Commons è un archivio digitale open access di immagini, suoni e video, di pubblico dominio o con licenza libera, creato nel 2004 dalla Wikimedia Foundation (l’ente non profit che gestisce a livello mondiale Wikipedia). Funge da repository di file multimediali per i vari progetti della fondazione (Wikipedia, Wikivoyage, Wikisource, Wikiquote, Wiktionary, Wikinews, Wikibooks, Wikispecies).
Wikimedia Commons è un progetto collaborativo in continua crescita a cui tutti sono chiamati a contribuire caricando file, che possono essere modificati, copiati e usati gratuitamente da chiunque a patto che venga indicata la fonte e che le opere siano attribuite ai rispettivi autori. La lingua predefinita è l'inglese; tuttavia, l'interfaccia può essere configurata secondo le preferenze linguistiche degli utenti.…
di Antonio Brusa
Ci vado periodicamente a Castel del Monte, per accompagnare amici che, giunti in Puglia, non se lo vogliono perdere. Lo conosco abbastanza bene (certamente non pietra su pietra come Massimiliano Ambruoso o Vito Ricci e molti altri colleghi che lo hanno studiato a fondo), tanto da permettermi il lusso di distrarmi dalla sua bellezza e concentrarmi sulle guide che accompagnano scolaresche e gruppi di turisti. Cosa che faccio ormai d’abitudine, quando visito un museo o uno scavo. Mi interessa cosa dicono le guide, come lo dicono e le reazioni dei partecipanti. In fondo è il mio mestiere di studioso di didattica della storia.
Stavolta, a girare per il Castello eravamo in tre. Con me c’erano Luigi Cajani e Francesca Tommasi, che cura la piccola libreria Tara, nella piazzetta…
di Daniele Boschi
“Historia Ludens” ha già pubblicato di recente diversi articoli sulla storia della schiavitù (dall’intervento di Antonio Brusa sui grandi tabù della tratta dei neri alla sitografia curata da Antonio Prampolini) e sugli attacchi alle statue promossi dal Black Lives Matter (il 9 luglio, il 7 ottobre e il 4 novembre del 2020). Questo articolo si propone di sviluppare ulteriormente questo filone di ricerca.
Introduzione
“Nell’agosto del 1619, una nave apparve in questo punto dell’orizzonte, vicino Point Comfort, un porto sulla costa della colonia britannica della Virginia. Trasportava più di 20 africani ridotti in schiavitù, che furono venduti ai coloni. L’America non era ancora l’America, ma questo fu il momento in cui ebbe inizio. Nessun aspetto del paese, che…
di Emanuele Curzel e Marina Gazzini
L’uso dei memi a fini didattici, nel contesto educativo italiano, è pratica assai poco diffusa, per quanto certamente attestata e in diverse discipline. Sebbene non esistano statistiche ufficiali, sondaggi condotti da chi scrive hanno consentito di verificare che, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, sono pochi i docenti che utilizzano questo strumento nelle proprie lezioni, vuoi autoproducendolo, vuoi sollecitandone la composizione da parte degli studenti.
Se dalla scuola ci si sposta all’università, allo stato attuale della ricerca, non si è rinvenuta traccia di eventuali iniziative in tal senso che abbiano trovato applicazione in corsi accademici.…Occasione persa o opportunità interessante?
di Paolo Ceccoli
Nasce l'Osservatorio sull'insegnamento della storia
La presidenza francese del Consiglio d’Europa (maggio-novembre 2019) si è fatta recentemente promotrice della creazione di un Osservatorio sull’insegnamento della storia in Europa. Il 26 novembre del 2019 ventitré ministri dell’educazione su quarantasette stati, tra cui l’Italia, hanno firmato una dichiarazione in cui si afferma che «il modo attraverso il quale la storia viene insegnata può favorire la riconciliazione fra le nazioni e all’interno di ciascuna nazione». Gli stessi ministri hanno anche affermato in quella sede che si adopereranno in favore della creazione dell’Osservatorio, uno strumento che dovrebbe fornire l’opportunità di
promuovere pratiche che…
di Antonio Brusa
La visual history è al centro del triangolo fra storiografia, scienze sociali e didattica. Questo è il punto di partenza del convegno che domani si tiene a Cassino, al quale tutti possono partecipare iscrivendosi all’indirizzo online. Per chi insegna è un appuntamento da non mancare, per vari motivi.
Il primo: non mi pare che ci siano mai stati altri convegni scientifici che considerano la didattica come uno degli elementi costitutivi della ricerca. Semmai, si accettano in coda le applicazioni didattiche dei docenti. Qui la didattica è uno dei vertici del “campo di tensione” delle fonti visive.
Il secondo: questo convegno raccoglie molti studiosi che hanno contribuito alla vita della rivista “Visual History”, diretta da Costanza D’Elia. Una rivista preziosa. Chi non…
a cura di Giuseppe Di Tonto
* Editoriale de "Il Bollettino di Clio", Nuova serie, Numero 15, Giugno 2021
Professore, perché dobbiamo studiare la storia?
E’ una domanda che abbiamo sentito pronunciare spesso nelle aule delle scuole dagli studenti. Essa nascondeva altri interrogativi certamente non retorici: a cosa serve studiare la storia? Ci servirà a qualcosa da adulti nella nostra vita futura?
La domanda, che potrebbe essere proposta come epigrafe di questo numero de Il Bollettino di Clio, ci riporta alla memoria un analogo quesito posto da Marc Bloch nell’introduzione al suo libro Apologia della storia o mestiere di storico. La risposta che lo storico proponeva nel suo libro, diventato un classico della metodologia storiografica, era rivolta ai dotti e agli scolari e tuttavia non ha…
Per uscire dal dibattito fra competenze e conoscenze*
di Claudia Villani
Dalle competenze alle conoscenze, andata e ritorno?
Pare che nelle teorie dell’educazione stia maturando un cambiamento di rotta, rispetto alla filosofia delle competenze che ci ha accompagnato negli ultimi due decenni. Ne è convinto Arthur Chapman, docente di didattica della storia presso l'UCL Institute of Education (University College, London), curatore del volume Knowing History in Schools: Powerful knowledge and the powers of knowledge1.
Chapman, che sviluppa la sua riflessione soprattutto a partire dai “curriculum studies”, sostiene che si sarebbe verificato un vero e proprio knowledge turn sia a livello internazionale (OCSE 20192), sia in Inghilterra (20113). Mentre nel primo decennio del XXI secolo, in…
di Antonio Prampolini
Nel 2011, in occasione delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana inaugurava il portale <treccani.it>, offrendo agli utenti della rete l’accesso libero e gratuito al suo vasto patrimonio culturale accumulato in oltre ottant’anni di attività (l’Istituto era stato fondato nel 1925 per iniziativa dell’industriale e mecenate lombardo Giovanni Treccani e del filosofo Giovanni Gentile). Il portale rientra nel più generale processo di migrazione delle grandi enciclopedie nazionali dalla carta al Web, che ha portato in rete non solo la Treccani, ma anche la Larousse e la Britannica. In Internet, le enciclopedie hanno trovato l’ambiente ideale nel quale poter svolgere e sviluppare al meglio la loro funzione di divulgazione del sapere affiancando o sostituendo una versione digitale a quella tradizionale cartacea. E sempre in Internet, negli anni duemila, sono nate nuove enciclopedie esclusivamente digitali. Tra queste, quella più consultata a livello mondiale è Wikipedia.…