di Antonio Brusa
Si deve al genio di Arnaldo “Bibo” Cecchini l’idea di una rapida enciclopedia sulla città, fatta di video di una decina di minuti: L’ambiente della specie umana. Vi si parla della definizione della città, della sua storia, delle sue ingiustizie, della sostenibilità, della città come luogo di apprendimento e di gioco, o, infine della città come sistema complesso e al tempo stesso fragile. Un’opera che, penso, potrà essere ben utilizzata nella didattica delle materie geo-storico-sociali.
Il mio video parla di storia della città. Qui ne riporto l’abstract. Sintetizzare in dieci minuti la storia della città è sempre un’impresa pericolosa. Lo si può fare da tanti punti di vista, tutti inevitabilmente parziali. Vorrei che il mio aiutasse ad aprire qualche discussione in…
di Giuseppe Sergi
Il medioevo e il VAR
Se persino nel giornalismo calcistico si arriva a scrivere che il mancato ricorso al Video Assistant Referee in alcune competizioni internazionali significa «essere rimasti al medioevo» vuol dire che è il medioevo stesso, in sé, a essere uno stereotipo. Usato persino per un gioco che deve la gran parte delle sue regole attuali alla fine del secolo XIX, risulta altrettanto ingiustificato l’uso frequente dell’aggettivo «medievale» a proposito di matrimoni orientali combinati, lavori agrari imposti per compensi da fame, fedeltà «feudali» nei partiti politici, bande di camorra che taglieggiano gli abitanti di un territorio. È…
di Antonio Prampolini, con una Prefazione di Lucia Boschetti
Il portale Themenportal Europäische Geschichte è una piattaforma digitale open access che si rivolge agli storici e ai docenti con saggi e fonti sulla storia europea dall'inizio dell’età moderna ad oggi.
Con l’obiettivo di favorire una sostanziale innovazione degli studi e delle ricerche nell’ambito della storia economica e sociale, politica e culturale dell’Europa (e, in particolare, dei suoi processi d’integrazione), il Portale propone uno spettro di argomenti e metodi volutamente aperto in una prospettiva transnazionale e multidisciplinare.…
di Luigi Cajani
1. Il modello ottocentesco
La storia insegnata oggi nelle scuole italiane ed europee deriva da un modello creato intorno alla metà del XIX secolo: una storia che raccontava la biografia della Nazione, e che doveva servire a costruire l’identità nazionale. Un vero e proprio instrumentum regni, che gli stati-nazione usavano per formare, attraverso la scuola, il buon patriota.
Questo modello di storia scolastica era sostenuto da una ricerca storica che inseriva le varie storie nazionali in un paradigma eurocentrico fondato sulla marginalizzazione o esclusione delle altre parti del mondo. Leopold von Ranke poteva così intitolare Weltgeschichte la sua opera capitale, che in realtà non si occupava che della storia dell’Europa, giacché riteneva che
possiamo dare scarsa…
di Joan Santacana Mestre
Da qualche decennio ho iniziato a lavorare all’insegnamento/apprendimento della Storia in un nuovo campo, che ho chiamato “Didattica dell’oggetto”. Il motivo è semplice: la mia formazione accademica nel campo dell’archeologia. Per questa disciplina, infatti, è fondamentale saper interrogare gli oggetti.
Uno dei grandi temi in sospeso dell’insegnamento della storia è l’abbeverarsi dalle fonti. La storia viene spesso insegnata nelle scuole e nelle università come un piatto precotto. Sembra che lo storico – o gli insegnanti – lo preparino nella loro cucina e lo studente possa solo mangiarlo o rifiutarlo senza sapere come sia stato cucinato. È per questo motivo che propongo di utilizzare come fonti storiche, degli oggetti concreti.
Siamo circondati da oggetti. Sono…
di Lucia Boschetti
Il termine inglese debate designa una serie di attività alle quali in italiano possiamo riferirci in senso lato con i lemmi “controversia”, “dibattito”, “disputa” e che, applicati all’ambito educativo, designano in senso lato uno confronto argomentato tra diverse posizioni. Questa estensione semantica rende ragione del fatto che i modelli di debate esistenti sono numerosi ed estremamente diversi tra loro, anche perché, a partire dagli anni Novanta e in modo crescente nel XXI secolo, questo metodo è stato applicato all’interno dei percorsi formativi iniziali e in servizio di svariati ambiti. Le competizioni internazionali sono, inoltre, basate su modelli che mirano a sviluppare abilità retoriche e argomentative trasversali, affrontando tematiche di attualità non collegate…
di Antonio Prampolini
Il 14 febbraio 2012, il Ministère de l’Enseignement supérieur et de la Recherche approvava, finanziandolo, il progetto per la creazione del Laboratoire d’excellence "Écrire une Histoire Nouvelle de l'Europe” (LabEx EHNE). Il progetto, che riuniva cinque laboratori di tre università (Parigi I, Parigi IV, Università di Nantes) aveva come obiettivo principale quello di contribuire, promuovendo nuovi studi e ricerche, ad una migliore e più diffusa conoscenza della storia dell’Europa. Una storia che doveva rivolgersi non solo e non tanto agli specialisti del settore, ma ad un pubblico più vasto formato dagli insegnanti e dagli studenti delle scuole francesi e da tutti i cittadini interessati all’argomento.…
di Marco Cecalupo
Nel nostro paese, non esiste una lunga tradizione di debate nelle scuole, solo di recente hanno preso piede iniziative didattiche strutturate. Qui ne descriviamo alcune, cercando di mostrare gli aspetti positivi, ma anche quelli che presentano dei problemi.
I primi dibattiti in Italia
In un manuale per le scuole professionali in adozione un paio di decenni fa, dal titolo Le storie del mondo (Brusa et al., 1999), Antonio Brusa già proponeva per ogni modulo una sezione denominata Problemi da discutere, che declina temi di rilevanza mondiale, regionale o nazionale. Scorrendo l'indice del primo volume, si incontrano argomenti sulla…
di Antonio Brusa
Giuseppe Sergi, mentre Carlo Rovelli ci informa che Sylvie Coyaud è stata citata in giudizio per aver osato denunciare la falsità di un prodotto miracoloso contro non so quale malattia. Sergi, nella sua presentazione - La serietà in tutte le storie - richiama il dovere dello storico di combattere per la verità, una parola che anni di decostruzionismo hanno reso difficile da pronunciare, ma che converrebbe inalberare sui nostri dipartimenti.
La coincidenza è del tutto casuale, ma non per questo è meno significativa. “L’indice dei libri del mese” di aprile pubblica in primo piano un paginone sui falsi storici, curato daInfatti, sta accadendo che la battaglia tende a precipitare dallo scontro delle idee (sale da sempre del progresso scientifico) allo shitstorm…
di Antonio Prampolini
EGO - European History Online è un sito web bilingue (tedesco e inglese) dedicato alla storia dell'Europa moderna e contemporanea. È pubblicato dal Leibniz Institute of European History (Leibniz-Institut für Europäische Geschichte – IEG) di Magonza, e i suoi contenuti (in continua crescita), prodotti da storici e studiosi di diverse discipline e paesi, sono accessibili liberamente in rete dal dicembre del 2010.…
di Domenico Mugnolo
La polemica su Dante
È vero che, se proprio abbiamo bisogno di nemici, ci tocca cercarceli fuori. E a chi mai, più che ai tedeschi, calza il ruolo di nemico? Ed eccoti servito il nemico tedesco, tanto più che egli pare essere appartenente anche alla orribile categoria del “radical-chic” (da qualche parte nella tempesta che si è scatenata nei tre giorni scorsi devo averlo letto, ma non riesco a ritrovare chi ha tirato fuori la parola che si presta a mille usi, restando sempre priva di senso).
La polemica sui giornali italiani
Nella giornata dedicata a Dante, il 25 marzo 2021, un quotidiano tedesco, la “Frankfurter Rundschau” pubblica un articolo di Arno…
di Antonio Brusa
1. Che cos'è un laboratorio didattico
Il termine “laboratorio” è l’applicazione al campo delle discipline di una struttura produttivo/formativa centrale nel passato, ridotta oggi allo spazio di una nicchia: l’atelier dell’artigiano. Un tempo esistevano “le botteghe” e si mandava il figlio “a bottega”, dove l’artigiano proponeva all’allievo un frammento di attività, tipica del suo mestiere. L’allievo si esercitava e, quando terminava il lavoro, il “maestro” gli mostrava il suo “capolavoro”: “ecco come si fa”. L’apprendimento avveniva fondamentalmente in due momenti: il primo era “svolgere il compito”; il secondo era “valutare” la distanza fra questo e il modello del maestro. Nel primo momento l’allievo apprende il “know how”, nel secondo comincia a rendersi conto del…
di Antonio Brusa
1. La grammatica dei documenti
Il modello di ricerca secondarizzato che qui presento è frutto, da una parte, della riflessione sulla grande quantità di ricerche didattiche, tante volte spontanee, che sono state fatte in Italia fra gli anni Settanta e Ottanta, spesso in antagonismo con la didattica tradizionale e l’uso del manuale; dall’altra, lo devo allo studio della metodologia storica, un campo molto familiare a un medievista. Da queste fonti ho ricavato un modello di ricerca, adattato alle scuole in quattro fasi operative:
Scegliere / Interrogare / Interpretare / Scrivere.
Ho chiamato questo modello “la grammatica dei documenti” la sigla è SIIS, perché mi sembra individuare le operazioni di base di una ricerca. Di seguito spiegherò le singole fasi e in che modo le…
di Antonio Brusa
a. Il problema storico
Valerio Massimo (I sec. a.C- I sec. d. C) aveva un’idea precisa delle donne. Lui, nato povero, aveva fatto la sua fortuna al servizio di Sesto Pompeo, figlio di Pompeo il Grande. Il suo patrono gli aveva permesso di entrare nell’alta società romana, presso la quale cominciò a vendere i suoi libri. Il suo best seller – Detti e fatti memorabili (Factorum et dictorum memorabilium, libri IX) - fu copiato e letto per secoli.
In quel libro troviamo le donne romane. C’erano donne da non imitare, come quella signora che osò avventurarsi fuori di casa a capo scoperto. “La legge comanda che solo i miei occhi possano giudicare della tua bellezza”, sentenziò il marito, punendola duramente. E le andò bene, perché, se fosse andata a vedere i giochi da sola,…
di Joan Santacana Mestre
(Traduzione e attività di Antonio Brusa, Alessandra Gabelli e Giuseppe Losapio)
Joan Santancana Mestre, docente di Didattica delle Scienze Sociali dell’Università di Barcellona, nel suo blog ha pubblicato un laboratorio sulle immagini relativo alla prima parte della Rivoluzione industriale, quella che normalmente nei manuali è identificata come la Prima rivoluzione industriale.
Il laboratorio è formato da 37 incisioni (illustrazioni di stampo politico, satirico e di denuncia sociale), che rappresentano fenomeni e tecnologie a partire dal 1703.
Il docente catalano suggerisce di far lavorare gli studenti e le studentesse a gruppi, dando loro il compito di osservare un paio di immagini e di leggere le relative didascalie, invitandoli poi a fare una verbalizzazione di…
La Storia in piazza
Quest'anno è online e gratuita
Un ricco programma di conferenze e di corsi di formazione per i docenti caratterizza la manifestazione tradizionale di Palazzo Ducale. Sfogliate il programma e scegliete la vostra manifestazione.
22 marzo | h 10.00
Carlo GREPPI
La storia ci salverà
Il passato è presente nelle parole che usiamo, nei luoghi che conosciamo o scopriamo, nei paesaggi che guardiamo, nelle frontiere che attraversiamo, nei nostri simili a cui ci ispiriamo.
Carlo Greppi è storico e scrittore, ha collaborato con Rai Storia ed è membro del Comitato scientifico dell'Istituto nazionale Ferruccio Parri, che coordina la rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea in Italia
30 marzo | h…
di Antonio Brusa
Negli anni ’80, il concetto di alfabetizzazione, proveniente dalle discipline linguistiche, comincia ad essere applicato anche alla storia. Apparentemente intuitivo (“saper leggere e scrivere”), il concetto di alfabetizzazione storica è oggetto di una serrata discussione, perché – per definirlo correttamente - occorre tenere conto di “che cosa uno legge” e “con quale abilità e profondità uno legge e scrive”. Di conseguenza, abbiamo vari tipi di alfabetizzazione (digitale, artistica, visiva, meccanica ecc.). Qui riporto la sintesi delle proposte che riguardano la storia, adattando lo schema elaborato da Marshall Maposa e Johan Wasserman nella loro rassegna: Conceptualising historical literacy: a review of the literature, in “Yesterday and Today”, dic. 2008.
…
di Antonio Brusa
Aforismi:
- Ognuno sceglie il manuale adatto a sé
- Il manuale che va bene a uno non va bene a un altro
- Il manuale non si adatta al mio metodo
- Il manuale si adatta al mio metodo
- Il manuale è obiettivo e freddo
- Il manuale non è obiettivo ed è ideologico
- Il manuale contiene la storia calata dall’alto
- Il manuale non è tutto
- Il manuale vero è quello che l’insegnante si costruisce da solo
- Il manuale vero è l’ambiente che ci circonda
- Il manuale vero è il mondo
- La colpa è del manuale
- Il manuale non conta nulla, chi conta è l’insegnante
- Il manuale è troppo ricco
- Il manuale è troppo povero
- Tutti i manuali sono uguali
Queste e tante altre frasi fatte…
di Antonio Prampolini
Prefazione
Immagini e didattica della storia (Antonio Brusa)
Le immagini da sempre fanno parte, o dovrebbero far parte, del corredo dell’insegnante. Almeno dai tempi lontanissimi di Niccolò Cusano. Da molto meno tempo sono entrate nell’armamentario dell’insegnante di storia, con l’eccezione degli insegnanti della primaria. Infatti, le immagini sono state a lungo considerate un sussidio necessario per i bambini, quando si pensavano incapaci di studiare argomenti lontani nel tempo e nello spazio, e per questo bisognosi di un sussidio visivo.
Le immagini entrano nei manuali molto tardi, intorno agli anni ’70 del secolo scorso. Pian piano, invadono prima quelli delle medie e poi quelli delle secondarie superiori. Resta ancora ben chiusa la cittadella dei manuali per…
di Antonio Brusa
Nella varia mitologia cresciuta intorno alla figura di Cristoforo Colombo, troviamo esempi che illustrano significato e differenze di tre “deformazioni” del sapere storico: il falso, lo stereotipo e l’invenzione. Il primo è il famoso “uovo di Colombo”. Tutti conoscono questa storiella, falsa per quanto di nobili origini.
Probabilmente l’aveva inventata Giorgio Vasari, applicandola a Brunelleschi; poi Girolamo Bulzoni l’attribuì a Colombo. L’aneddoto esaltava la genialità dei due uomini del Rinascimento, di fronte a chi sminuiva la portata delle loro innovazioni, vuoi la famosa cupola, vuoi il viaggio verso occidente. La storiella dell’uovo diceva: tutti possono varcare l’oceano Atlantico, ma solo dopo che qualcuno l’ha fatto la prima volta dimostrando che si può tornare…
di Antonio Brusa
Il paradigma classico della didattica della storia – basato sui cinque elementi: aula, programma, manuali, lezione, interrogazione – si forma nel contesto di una complessa operazione di pedagogia nazionale, messa in atto dagli stati europei nel 1800. Una strategia che si attiva lungo molti canali: la filiera scuola-università, quella della produzione mitopoietica (le Invenzioni, come ci ha insegnato Eric Hobsbawm), l’intensa produzione di feste, inni e calendari nazionali, l’intervento sull’arredo urbano (nomi delle strade, monumenti, edifici pubblici), il sostegno alla produzione lirica (in Italia soprattutto), la sacralizzazione…