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di Antonio Brusa
La visual history è al centro del triangolo fra storiografia, scienze sociali e didattica. Questo è il punto di partenza del convegno che domani si tiene a Cassino, al quale tutti possono partecipare iscrivendosi all’indirizzo online. Per chi insegna è un appuntamento da non mancare, per vari motivi.
Il primo: non mi pare che ci siano mai stati altri convegni scientifici che considerano la didattica come uno degli elementi costitutivi della ricerca. Semmai, si accettano in coda le applicazioni didattiche dei docenti. Qui la didattica è uno dei vertici del “campo di tensione” delle fonti visive.
Il secondo: questo convegno raccoglie molti studiosi che hanno contribuito alla vita della rivista “Visual History”, diretta da Costanza D’Elia. Una rivista preziosa. Chi non…

di Antonio Brusa
Fonte La coincidenza è del tutto casuale, ma non per questo è meno significativa. “L’indice dei libri del mese” di aprile pubblica in primo piano un paginone sui falsi storici, curato da Giuseppe Sergi, mentre Carlo Rovelli ci informa che Sylvie Coyaud è stata citata in giudizio per aver osato denunciare la falsità di un prodotto miracoloso contro non so quale malattia. Sergi, nella sua presentazione - La serietà in tutte le storie - richiama il dovere dello storico di combattere per la verità, una parola che anni di decostruzionismo hanno reso difficile da pronunciare, ma che converrebbe inalberare sui nostri dipartimenti.
Infatti, sta accadendo che la battaglia tende a precipitare dallo scontro delle idee (sale da sempre del progresso scientifico) allo shitstorm…

di Domenico Mugnolo
Fig.1: Arno Widmann, “giornalista radical chic” tedesco, e Dante, nell’accostamento del “Il Giornale”. Fonte La polemica su Dante
È vero che, se proprio abbiamo bisogno di nemici, ci tocca cercarceli fuori. E a chi mai, più che ai tedeschi, calza il ruolo di nemico? Ed eccoti servito il nemico tedesco, tanto più che egli pare essere appartenente anche alla orribile categoria del “radical-chic” (da qualche parte nella tempesta che si è scatenata nei tre giorni scorsi devo averlo letto, ma non riesco a ritrovare chi ha tirato fuori la parola che si presta a mille usi, restando sempre priva di senso).
La polemica sui giornali italiani
Nella giornata dedicata a Dante, il 25 marzo 2021, un quotidiano tedesco, la “Frankfurter Rundschau” pubblica un articolo di Arno…

La Storia in piazza
Quest'anno è online e gratuita
Un ricco programma di conferenze e di corsi di formazione per i docenti caratterizza la manifestazione tradizionale di Palazzo Ducale. Sfogliate il programma e scegliete la vostra manifestazione.
22 marzo | h 10.00
Carlo GREPPI
La storia ci salverà
Il passato è presente nelle parole che usiamo, nei luoghi che conosciamo o scopriamo, nei paesaggi che guardiamo, nelle frontiere che attraversiamo, nei nostri simili a cui ci ispiriamo.
Carlo Greppi è storico e scrittore, ha collaborato con Rai Storia ed è membro del Comitato scientifico dell'Istituto nazionale Ferruccio Parri, che coordina la rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea in Italia
30 marzo | h…
di Antonio Brusa
Negli anni ’80, il concetto di alfabetizzazione, proveniente dalle discipline linguistiche, comincia ad essere applicato anche alla storia. Apparentemente intuitivo (“saper leggere e scrivere”), il concetto di alfabetizzazione storica è oggetto di una serrata discussione, perché – per definirlo correttamente - occorre tenere conto di “che cosa uno legge” e “con quale abilità e profondità uno legge e scrive”. Di conseguenza, abbiamo vari tipi di alfabetizzazione (digitale, artistica, visiva, meccanica ecc.). Qui riporto la sintesi delle proposte che riguardano la storia, adattando lo schema elaborato da Marshall Maposa e Johan Wasserman nella loro rassegna: Conceptualising historical literacy: a review of the literature, in “Yesterday and Today”, dic. 2008.
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