Didattica della storia

di Emanuele Curzel e Marina Gazzini
L’uso dei memi a fini didattici, nel contesto educativo italiano, è pratica assai poco diffusa, per quanto certamente attestata e in diverse discipline. Sebbene non esistano statistiche ufficiali, sondaggi condotti da chi scrive hanno consentito di verificare che, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, sono pochi i docenti che utilizzano questo strumento nelle proprie lezioni, vuoi autoproducendolo, vuoi sollecitandone la composizione da parte degli studenti.
Se dalla scuola ci si sposta all’università, allo stato attuale della ricerca, non si è rinvenuta traccia di eventuali iniziative in tal senso che abbiano trovato applicazione in corsi accademici.
Occasione persa o opportunità interessante?
di Paolo Ceccoli
Nasce l'Osservatorio sull'insegnamento della storia
La presidenza francese del Consiglio d’Europa (maggio-novembre 2019) si è fatta recentemente promotrice della creazione di un Osservatorio sull’insegnamento della storia in Europa. Il 26 novembre del 2019 ventitré ministri dell’educazione su quarantasette stati, tra cui l’Italia, hanno firmato una dichiarazione in cui si afferma che «il modo attraverso il quale la storia viene insegnata può favorire la riconciliazione fra le nazioni e all’interno di ciascuna nazione». Gli stessi ministri hanno anche affermato in quella sede che si adopereranno in favore della creazione dell’Osservatorio, uno strumento che dovrebbe fornire l’opportunità di
promuovere pratiche che…

Per uscire dal dibattito fra competenze e conoscenze*
di Claudia Villani
Dalle competenze alle conoscenze, andata e ritorno?
Pare che nelle teorie dell’educazione stia maturando un cambiamento di rotta, rispetto alla filosofia delle competenze che ci ha accompagnato negli ultimi due decenni. Ne è convinto Arthur Chapman, docente di didattica della storia presso l'UCL Institute of Education (University College, London), curatore del volume Knowing History in Schools: Powerful knowledge and the powers of knowledge1.
Chapman, che sviluppa la sua riflessione soprattutto a partire dai “curriculum studies”, sostiene che si sarebbe verificato un vero e proprio knowledge turn sia a livello internazionale (OCSE 20192), sia in Inghilterra (20113). Mentre nel primo decennio del XXI secolo, in…

di Luigi Cajani
1. Il modello ottocentesco
La storia insegnata oggi nelle scuole italiane ed europee deriva da un modello creato intorno alla metà del XIX secolo: una storia che raccontava la biografia della Nazione, e che doveva servire a costruire l’identità nazionale. Un vero e proprio instrumentum regni, che gli stati-nazione usavano per formare, attraverso la scuola, il buon patriota.
Questo modello di storia scolastica era sostenuto da una ricerca storica che inseriva le varie storie nazionali in un paradigma eurocentrico fondato sulla marginalizzazione o esclusione delle altre parti del mondo. Leopold von Ranke poteva così intitolare Weltgeschichte la sua opera capitale, che in realtà non si occupava che della storia dell’Europa, giacché riteneva che
possiamo dare scarsa…

di Joan Santacana Mestre
Da qualche decennio ho iniziato a lavorare all’insegnamento/apprendimento della Storia in un nuovo campo, che ho chiamato “Didattica dell’oggetto”. Il motivo è semplice: la mia formazione accademica nel campo dell’archeologia. Per questa disciplina, infatti, è fondamentale saper interrogare gli oggetti.
Uno dei grandi temi in sospeso dell’insegnamento della storia è l’abbeverarsi dalle fonti. La storia viene spesso insegnata nelle scuole e nelle università come un piatto precotto. Sembra che lo storico – o gli insegnanti – lo preparino nella loro cucina e lo studente possa solo mangiarlo o rifiutarlo senza sapere come sia stato cucinato. È per questo motivo che propongo di utilizzare come fonti storiche, degli oggetti concreti.
Siamo circondati da oggetti. Sono…