Diario di bordo

Pavia, 28 maggio
Se avete tempo, guardatevi questa breve lezione di Rossella Duches, tenuta al Muse di Trento. Vi troverete una bella introduzione all'archeologia e al lavoro dello storico, di quelle che spesso inutilmente si fanno al principio di anno. Duches spiega come, attraverso la rielaborazione delle informazioni che ricaviamo dai documenti, lo storico riesce a trasformare una situazione statica (uno scavo) in una realtà dinamica (i fenomeni culturali del passato).
Fa l'esempio dell'invenzione dell'arco, a partire da ritrovamenti del nord Europa, e soprattutto del riparo Dalmeri, vicino Trento (bellissimo il sito). Mostra come, rielaborando le informazioni sulle punte di frecce e su altri reperti di quelle società mesolitiche di cacciatori/raccoglitori, gli storici abbiano intuito…

Andreas! Non ci vediamo da più di dieci anni, da quando tentammo insieme un progetto ambiziosissimo, di insegnare storia in Europa con le immagini di oggetti, tratte dai musei. Ha fatto una carriera strepitosa. Ora dirige il dipartimento di storia antica, qui all’Università di Vienna. Si occupa della frontiera dell’Impero romano. Hanno scoperto più di 400 fortezze, fra Austria e Ungheria. Lavorano per conoscerle e metterle in sicurezza. Gli dico che domani vedrò un docente dell’Università dei Bambini. Kinderuniversitaet. Gli chiedo se ne sa nulla. Così ho fatto una scoperta incredibile. Ve la racconto.
Credevo che questo termine fosse uno dei tanti sinonimi, di quelli che caratterizzano le facoltà di pedagogia, in giro per il mondo. Non è un sinonimo. E’ proprio così. Una università…

Pavia 2 aprile
Dì, fa Mario con il suo caratteristico intercalare, lo sai come chiamano gli studenti la storia? Siamo quasi al termine del Pas, a Pavia. Mario lavora con me forse da venti anni, e ora insegna anche lui in un corso di didattica. Fa il vice-preside in un comprensivo dell'Oltrepò, dove ha lanciato un questionario sulle materie. E' venuto fuori che la storia, insieme con le scienze e la geografia sono "materie di studio". Che vuol dire, chiedo?
Per questi ragazzi, l'italiano, l'educazione artistica, la matematica non sono "materie di studio". Lì si fanno i compiti, i problemi, si scrive, si discute. Storia, invece (come le sfortunate compagne), "si studia". Cioè si legge, si impara e si dice in classe.
Sembrano ancora in vigore i regolamenti del 1817, quando l'Austria…

Foggia 23 marzo
Potrete vederle presto, online, le tre relazioni che ieri sera hanno tenuto viva l'attenzione di circa duecento persone a Foggia, nella Biblioteca Provinciale. Quella di Piero Bevilacqua, che ha esposto in modo efficace ciò che bisogna sapere del paesaggio storico italiano. Un paesaggio costruito dall'incrocio mirabile fra una geografia, che concentra in uno spazio ristretto un'enorme varietà di ambienti, e una storia che ha fatto succedere, nella penisola, culture, popolazioni, tradizioni provenienti da ogni dove. Quella di Massimo Montanari, che ha illustrato le meraviglie del Paese di Cuccagna, dove più si dorme e più si magna, e dove chi lavora viene subito messo in galera e, infine, l'intervento di Alberto Salza, che ha parlato del quinto punto cardinale. Quello che…

Appunti dall’intervista di Ettore Paris a Quinto Antonelli*
Quinto Antonelli è uno storico, nato a Rovereto. Lavora presso il Museo storico del Trentino. Ha lavorato soprattutto sulle memorie popolari delle guerre del Novecento. Ettore Paris lo intervista su "Questo Trentino" e dal dialogo fra i due si ricostruisce una memoria della guerra, che è anche una memoria del Novecento. Ne riassumo i punti fondamentali, quelli che maggiormente possono interessare il docente "non trentino". La combinazione tra il fatto (la guerra) e la sua memoria, ci permette di ripercorrere rapidamente, e da un punto di vista molto interessante, l´intera vicenda del Novecento, fino ai giorni nostri.
Il primo dopoguerra
Interpretazione risorgimentale. La Quarta Guerra di indipendenza. Un’ “ubriacatura…